chapter 59
Pietro
Ho deciso di costituirmi. Racconterò tutto quello che so. Non sopporto che mia sorella non ci sia, sono sicura che le è successo qualcosa, è molto strano tutto ciò. Chissà se Matteo mi ha detto la verità sul fatto che non sa niente di Carolina, ma penso di si.
È uno stronzo, ma non un bugiardo, me ne sono reso conto quando l'ho conosciuto in carcere. Ero entrato li dentro perché avevo quasi ammazzato mia sorella. Lì, ho avuto tempo di riflettere, più passavano i giorni più capivo che ero un mostro.
Avevo sete di vendetta nei confronti di Carolina che mi aveva spedito lì in quel luogo buio e tetro. Per mia fortuna sono rimasto poco o niente, ma il tempo sufficiente di conoscere Matteo. Lui era dentro per spaccio e per furti. La nostra amicizia o per meglio dire la collaborazione è nata per puro caso.
Io come al solito, venivo sbeffeggiato dagli altri carcerati e io non riuscivo mai a difendermi perché odiavo far del male a qualcuno che non era un mio parente e quindi subivo senza mai muovere un dito contro loro. Ogni volta venivo preso di mira da tutti. Un giorno però tutto finì, mentre venivo picchiato da un signore alto e più grosso e da i suoi seguaci, un ragazzo si avvicina e riesce a liberarmi da quella morsa.
Dopo quell'evento, io e lui stavamo appiccicati e mai nessuno ha più osato toccarmi da quando avevo Matteo accanto a me. Anche fuori da quello schifo, abbiamo continuato a frequentarci e ideare piani su piani: dallo spaccio alla droga, al portare delle ragazze per metterle sulla strada.
Ora però dentro di me è cambiato qualcosa, non mi va più di far parte di questo gioco pericoloso, so che facendo così, mando in rovina tutto quello che abbiamo costruito insieme, ma si è rotto qualcosa, quel filo che ci univa si è spezzato. Poi non vedendo mia sorella ho capito che siamo entrambi entrati in un gioco squallido e pericoloso e la scomparsa di mia sorella ne è la prova.
Forse ho un'idea di dove sia ma adesso non mi me preoccupo, perché saranno i carabinieri a farsene le veci e a darmi una mano. Eccomi sono arrivato a destinazione. Sono agitato, scombussolato, in ansia per quello che sto per fare.
Scendo dalla machina, guardo la caserma che s'innalza davanti a me, chiudo gli occhi faccio un lungo respiro e poi entro. È strano trovarmi qui, ma è giusto farlo. Un carabiniere mi nota all'istante. Si avvicina e mi chiede: <<Desidera?>> lo lo guardo stranito e gli rispondo: <<Vorrei parlare con il maresciallo o il comandante! Devo costituirmi!>>
Le mie parole riecheggiano in tutta la caserma, mi stupisco di me stesso, ma ormai ho fatto la mia scelta e nessuno e dico nessuno, può farmi cambiare idea. <<Aspetti un attimo qui Signore! Le chiamo il maresciallo e il comandante!>> mi dice un carabiniere basso e grasso. Mi accomodo tranquillamente e attendo il loro arrivo.
Mi mangio le unghie dal nervoso, non vedo l'ora che tutto ciò finisca. Dopo dieci minuti, che a me parvero di più, mi trovo due persone che si stanno avvicinando a me. <<Salve, sono il tenente Carlini e loro due sono: il maresciallo e il vice! Venga ci segua nel mio studio.>>
Mi dice con un tono amichevole ma autoritario, quasi quasi mi fa paura; sto pensando di scappare ma ormai sono qui quindi che si aprano le danze. Il tenente mi fa sedere davanti alla sua scrivania, mentre lui con i suoi colleghi si mettono dietro al tavolo.
Carlini si siede mentre il maresciallo e il vice si mettono rispettivamente uno a destra e l'altro a sinistra. Mi strofino le mani nervosamente e aspetto che qualcuno parli, la stanza si fa fredda all'istante e io inizio a sudare freddo. <<Senta sappiamo chi è lei! È un collaboratore di Matteo! Perché è qui? Come mai vuole collaborare con la giustizia?>> mi chiede il Tenente Carlini.
Chiudo gli occhi e rispondo: <<Perché non sono più d'accordo con lui e perché penso che vuoi potete darmi una mano a trovare mia sorella! È scomparsa e non si riesce a trovare da nessuna parte!>> ci guardiamo per un po' senza riuscire a dire altro. -Adesso si che sono nei guai!- Dopo neanche cinque minuti il tenente si gira verso il suo collega e gli chiede: <<Ma non dovevate controllarla?>> i due carabinieri che stavano in piedi tengono gli occhi bassi, si sentono in colpa per il danno che hanno combinato.
<<Ci scusi! Ci era arrivata una segnalazione! Una rapina a mano armata e siamo dovuti andare via! Ma una volta arrivati, non c'era niente, ci hanno depistati! Qualcuno aveva dato una segnalazione sbagliata apposta! Adesso abbiamo capito il perché!>> dice uno dei due.
<<Ormai il danno è fatto! Cerchiamo invece di salvare il tutto! Pietro raccontaci tutto!>> faccio un respiro lungo, poi dico: <<Prima però vi devo chiedere una cosa! Voglio e pretendo protezione e un avvocato! Sennò non dico niente va bene? Ci state?>> nuovamente tutti e tre si voltano e confubalolano qualcosa tra di loro, si girano verso di me e mi fanno capire che accettano le mie condizioni, - Bene che il gioco abbia inizio-
Racconto tutto senza essere mai interrotto. Dico loro dallo spaccio di droga, dello squallore di adescare ragazzine di età divere e dai paesi dell'est Europa per poter ampliare i nostri traffici. Racconto pure di come ho coinvolto pure mia sorella in tutta questa storia.
Ormai ero un fiume in piena nessuno mi fermava nel dire tutto, era come se mi fossi liberato di un peso e stranamente ne ero felice. <<Un'ultima cosa, attenzione avete un altro nemico, si fa chiamare mister x. L'ha contattato Matteo. Non so chi sia e non si è mai fatto vedere in volto. Anche lui vuole rovinare la vita delle due sorelle e di Amelia.>> dico tutto d'un fiato.
<<Si avevamo un sospetto! Pensiamo che sia qualcuno che lavora qui da noi. Insomma siamo quasi sicuri che c'è una spia alla caserma! Ma per ora non possiamo dire altro.>> conclude il tenente, senza mai staccare gli occhi da me.
Metto le mani in bocca dallo stupore, non so che altro aggiungere. Mi sembra di aver detto tutto, no anzi solo una cosa mancava: dire dove si trova Matteo. <<Sentite! Se volete arrestare Matteo, si trova in via Malaspina a Parma! Lì, troverete anche delle ragazze e altro materiale! Ecco ho detto tutto quanto! Ora potete arrestarmi! Per piacere trovate mia sorella!>>
Finisco di parlare poi vedo Carlini chiamare qualcuno. Dopo solo cinque minuti, mi comunica che il giudice ha confermato il fermo per me e che ho il diritto di chiamare l'avvocato. Sorrido malinconico, prendo il mio cellulare e chiamo Martin.
Per mia fortuna accetta, domani mattina l'avrei incontrato per decidere il tutto. Definito il tutto, i carabinieri mi portano ammanettato in macchina. Vengo portato al carcere di Parma. Come promesso, sarò in isolamento, per non avere problemi con gli altri carcerati.
Eccomi qui di nuovo dietro le sbarre, ma questa volta per mia scelta e sotto sotto, ne sono per così dire felice. Mi tolgono tutto, ma tanto non ho granché, quindi poco importa.
Ora mi stanno portando nella cella, mi chiudono dentro. Una volta lì, rimango solo con la mia coscienza e avrò molto per pensare ai miei errori commessi nella mia vita.
Mister x
Maledizione, quel cretino di Pietro ha detto tutto. Adesso devo avvisare Matteo. Prendo il telefono e lo chiamo. Squilla libero. <<Pronto?>> lo sento dire. <<Sono mister x! Ascoltami bene! Cercati un altro posto! I carabinieri stanno per andare da te! Come lo so? Lo so perché Pietro ha avuto la "brillante" idea di costituirsi!>>
Lo sento imprecare, non ha tutti i torti, ho fatto lo stesso pure io. Non gli dico però che io ero lì quando c'è stato l'interrogatorio, per ora non deve sapere la mia identità gli deve bastare che lo posso aiutare. Odio Gioele, ho sempre fatto finta di essergli amico.
Voglio il potere e pure tanti soldi, essendo figlio di un boss mafioso, ho deciso di seguire le sue orme. - Ora basta pensare!-
Prendo la macchina e mi dirigo dalla mia preda. Spero che Francesco e i miei scagnozzi abbiano fatto un buon lavoro. Sorrido e accelero un po' di più per arrivare da lei e poter giocare con la mia vittima preferita.
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