chapter 51

Hiristina

Rientro casa e mi dirigo direttamente in camera. Come accendo la luce, noto subito due biglietti: uno scritto da mamma e l'altro e per il viaggio in Sardegna. Meravigliata e incuriosita, apro prima lo scritto di mia madre.

Mi commuovo alle sue parole, ma mi rattristo pure perché so che non vuole niente per il suo compleanno. - E io che avevo già pensato cosa fare!- Decido di rispettare la sua scelta. Mi rattristo all'idea di non festeggiarla, ma comprendo anche il motivo della sua scelta. C'è una cosa però che posso fare per lei; almeno questo lo deve accettare sennò sto male. Prendo la penna e le scrivo un mio piccolo pensiero, da farle avere per il suo compleanno:

~Auguri!

Dolce mamma!

Sei speciale come una perla preziosa.

Profumata come una rosa candida e delicata.

Delicata come una piuma.

Auguri perché tu sei mia mamma.

Perché ti amo di bene.

Distanti ma vicini col cuore.

Semplicemente buon compleanno.~

La rileggo nuovamente e vado fiera di me stessa. Non posso festeggiarla, per almeno accetterà questo mio piccolo pensiero fatto col cuore. Il secondo è per il viaggio. Lo prendo con le mani tremanti, qui c'è il mio destino. Lo apro con ansia e titubanza. Devo partire il nove gennaio, di sera.

-Aiuto! Ho poco tempo per preparare la valigia e e salutare i miei amici!- Proprio questo pomeriggio ne parlavo con Samantha. Lei mi chiedeva quando sarei scesa giù e io le dicevo che non lo sapevo, ma che appena avrei saputo la data lei sarebbe stata la prima a saperlo.

Adesso che so la verità, devo assolutamente uscire con loro il giorno dopo. Non posso andare via senza salutarli, loro per me sono troppo importanti per me. Per il momento è meglio dormirci su, ma prima porto il mio scritto nella camera dei miei; appoggio la lettera alla porta e poi ritorno in camera mia per sdraiarmi.

Penso a mia sorella: chissà se ha visto la data della nostra partenza, se è felice oppure o no. Lei a differenza di me ama molto questa Isola, dice che le trasmette emozioni forti. A me invece non è mai piaciuta, ma per il bene nostro accetto di andarci. Forse là riuscirò a trovare me stessa. Senza neanche accorgermene, ho chiuso gli occhi addormentandomi serenamente.

*

I raggi del sole penetrano dalla mia finestra scaldandomi; mi sveglio stiracchiandomi e col volto sorridente; ho proprio dormito bene. Oggi non soltanto è una bellissima giornata perché è il compleanno di mamma, ma anche perché devo organizzare qualcosa con le mie amiche.

Visto che andiamo sempre in pizzeria, decido che le inviterò per un pigiama party, naturalmente con mia sorella. Prima di tutto bisogna avvisare Amelia  dell'imminente partenza; ma come al solito non sarò io a farlo, darò il compito a Violeta di chiamarla. Mi vesto di fretta e corro in cucina per fare gli auguri a mamma.

Come arrivo in cucina la vedo che sta piangendo. All'inizio non ne comprendo il motivo, poi noto che ha in mano un foglio. Mi avvicino di più e noto con orgoglio che quello che le ho scritto l'ha commossa. <<Mamma! Tantissimi auguri di buon compleanno!>> le dico sorridente.

Lei mi cinge in un abbraccio caloroso, che io contraccambio affettuosamente. <<Grazie! Non solo per gli auguri, ma anche per la lettera! È magnifica!>> mi dice con le lacrime agli occhi. <<È il minimo che potevo fare, visto che non vuoi che organizzo qualcosa per te!>> le dico con un tono un po' triste. Mamma mi guarda dritta negli occhi, sembra che riesca a leggere i miei pensieri.

Abbasso lo sguardo imbarazzata. Lei si allontana da me e ritorna in cucina per svolgere le sue mansioni, mentre io decido di andare in camera da mia sorella per vedere cosa ne pensa della nostra imminente partenza. Sto per bussare, quando me la vedo davanti con in mano due biglietti. Ha gli occhi lucidi e un sorriso bellissimo. Sicuramente è felice della sorpresa fatta da mamma per noi. <<Buongiorno sorellina! Hai visto? domani andiamo via! Evviva! Devo avvisare anche Amelia!>> mi dice saltellando allegramente.

Meno male, un peso in meno: sarà lei a telefonare quella ragazza, e non io. Non mi va di sentire la sua voce. <<Va bene! Ma prima ricordati di fare gli auguri a mamma.>> Violeta mi scruta per qualche secondo, come se volesse dirmi altro. Invece se ne va via, lasciandomi lì impalata e sola con i miei pensieri. Ritorno in cucina e mi siedo per fare colazione, ma mi blocco all'istante quando vedo mamma e Violeta vicine che parlano sotto voce.

Cerco di captare cosa si stanno dicendo, ma non afferrò nemmeno una parola: in quel momento mi sento  esclusa dalla loro conversazione. Sbotto e mi alzo di scatto, attirando la loro attenzione, mi guardano, sbigottite. Senza fare né ricevere domande, fuggo in camera: sono stufa di quella situazione e ne voglio uscire all'istante.

Per tranquillizzarmi chiamo Giuseppe, che per fortuna mi risponde subito. La sua voce opera un immediato effetto calmante su di me: è soave e melodiosa. Quando gli dico che il giorno dopo andrò via, si mette a piangere come un bambino. Ci promettiamo di sentirci tutti i giorni e scambiarci foto delle nostre giornate. Ogni notte  guarderemo la luna, così ci sentiremo meno distanti. Una volta conclusa la chiamata, mi assale la malinconia, perché so già che lui mi mancherà molto.

So però con certezza che quando tornerò qui, noi potremo finalmente stare insieme, uniti da un legame forte e indissolubile. In attesa di quel giorno ma mentre aspetto quel giorno, mi accontento di sentirlo vicino a me, a dispetto dalla distanza geografica che ci terrà lontani. Ora però devo preparare la valigia, perché poi domani arriva subito e io non posso aspettare un momento di più. Prendo la mia valigia da sotto il letto e la apro.

Ci metto tutto quello che mi capita a tiro: biancheria intima, costume nel caso si possa andare al mare, jeans, magliette, camicie, pigiami e anche scarpe comode, per passeggiare in campagna, caso mai ci andassimo. Una volta terminato, la richiudo e vado da mamma per chiederle il permesso di invitare a cena le mie amiche e perché no, per farle dormire da me.

Eccola: come sempre è indaffarata in cucina, mi dispiace pure disturbarla. Quando è nel suo mondo,  sembra muoversi con grazia e leggerezza.  La sento cantare sottovoce, è un peccato interromperla ma purtroppo le devo parlare. Per mia fortuna, si accorge di me, e si gira per guardarmi dritta negli occhi. <<Tesoro, perché stai li impalata? Mi devi chiedere qualcosa?>> io aspetto un po' poi prendo coraggio, <<Si mamma, senti visto che domani non saremo qui per un po', che ne dici se invito le mie amiche per cena? Anche per la notte! Ti prego dimmi di si! Preparo tutto io, promesso!>> le dico speranzosa, lei mi guarda e poi mi fa : <<Non sono molto d'accordo, ma hai ragione quindi va bene, invitali! Tanto io e papà stasera non ci siamo.>> me lo dice con un tono un po' seccato ma allo stesso tempo anche comprensivo: capisce che ho bisogno di loro, glielo leggo nel suo sguardo.

Una volta ottenuto il suo consenso, prendo in mano il telefono e mando un messaggio a Samantha:

"Stasera a casa mia per cena e anche per rimanere a dormire! Ho una notizia da darti!" dopo neanche un minuto mi risponde accettando il mio invito; lo stesso testo, lo invio anche a Martina e a Alessandra, che con grande gioia accettano la mia proposta.

Finalmente avrò quellele persone accanto a me, questa sera. L'unica cosa che mi resta da fare è dirlo anche a Violeta. Così mi dirigo in camera sua. Busso: dopo vari minuti, mi apre, <<Sorellina, ero al telefono con Gioele!>> mi dice con tristezza. La capisco. In fondo anche lei -come me-, ama molto il suo ragazzo e so bene che le mancherà parecchio.

Per consolarla, l'abbraccio e poi le dico: <<Dai, stasera serata con le amiche! Vedrai ci divertiremo molto!>> lei mi mi sorride dolcemente e accetta la mia proposta. Poi arriva la domanda più cruciale, chiedere se ha avvisato Amelia per domani. <<Un'ultima cosa, hai avvisato Amelia? Spero di si!>> le chiedo con disgusto faccendo finta di vomitare, così capisce quanto io la detesti. Lei mi guarda male e  fa finta di niente; mi fa cenno di si e se ne torna in  camera sua. Io in tanto vado in salotto a guardare un po' di televisione.

A ora di pranzo mangio poco o niente, perché sono molto in ansia per stasera. Sarà dura salutare tutt:  ho come l'impressione che piangerò davanti a loro. Una volta mangiato e aiutato mamma a sparecchiare, me ne ritorno in camera a rilassarmi un po' ascoltando della musica. Verso sera sento la porta dell'atrio aprirsi: vado a vedere e noto i miei uscire di casa, senza neanche salutare. Una volta sola, decido di preparare la tavola per la sera.

Mi accorgo che c'è anche mia sorella che mi da' una mano per apparecchiare. Tutto è pronto, mancano solo gli ospiti. Verso le venti, sento suonare il campanello, vado ad aprire e me le trovo li davanti a me. Sono tutte e tre molto belle e eleganti. Samantha ha una bella camicia bianca, una gonna con lo spacco e un trucco molto elegante; Martina è con i jeans e una bella maglietta sul rosa antico ma senza trucco, mentre Alessandra indossa un bel vestito rosso e scarpe col tacchi.

Sono tutte e tre aggraziate e molto belle. Una volta ordinate le pizze, ci sediamo in salotto per parlare di cose serie. <<Allora, cosa ci devi dire?>> chiede Martina, ion tono ansioso. Sto per rispondere, quando sento il campanello: vado ad aprire, mi trovo davanti a me il pizzaiolo. Lo paghiamo e ce ne andiamo in cucina con le pizze. Le apriamo e ce le mangiamo con calma. Appena finiamo di mamgiare, decido di rispondere alla domanda della mia amica.

<<Ho la vostra attenzione?>> chiedo loro, quasi urlando: finalmente si vpltano verso di me, in attesa di una mia risposta. <<Bene! Vi ho unite tutte, perché io e mia sorella domani alle ventuno partiamo! Lo so è molto affrettato, ma purtroppo prima si fa meglio è! Non fatemi domande, non posso dirvi nulla, solo che vi voglio bene e che ci mancherete molto! Ma non voglio farla tanto lunga, oggi dobbiamo solo divertirci! Quindi facciamolo senza essere tristi! Va bene?>> le guardo una ad una: tutte e tre sono tristi e commosse dal mio discorso.

Nessuna di loro mi chiede niente e io ne sono felice. <<A nome di tutte quante ti auguriamo di fare buon viaggio e di rientrare presto, perché noi vorremmo che restate con noi!>>>  a parlare è Alessandra, con gli occhi lucidi. Io e Violeta le sorridiamo, promettendo che torneremo presto. Sollevate, iniziamo ad ascoltare musica e cantiamo a squarciagola; dopo un po' decidiamo di andare a letto. Abbiamo scelto di dormire in camera di Violeta, dato che c'è il divano a letto.

Ma una volta in camera, iniziamo a giocare a cuscinate, come i bambini. Da molto tempo non giocavamo più tutte insieme in questo modo: abbiamo riso e scherzato fino allo sfinimento. Solo a mezzanotte crolliamo dal sonno. Quella notte ho dormito serenamente, perché avevo con me mia sorella e le nostre amiche del cuore. Loro sono amiche vere:  mi stanno accanto anche nei momenti bui e in loro ho trovato un tesoro, che custodirò sempre nel mio cuore.

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