Chapter 5
Non sono una ragazza normale come tutte le altre e io questa cosa la so perfettamente. Ho sofferto molto a causa del mio passato turbolento. Sono stata abbandonata da piccola, mentre mio fratellino è andato via con quella persona. Avevo sette anni, ero piccola ma abbastanza grande da capire che da quel terribile luogo non sarei mai uscita.
Mia mamma mi aveva detto che sarebbe tornata a breve a prendermi, invece quella signora non è mai più arrivata né a trovarmi e né per portarmi via da quello schifo. Guardo dalla finestra con la speranza che lei e il mio fratellino possano tornare lì per me e invece niente da fare passavano i giorni, mesi e anni e io stavo lì in quell'inferno a soffrire in silenzio. Nella mia solitudine imparai a difendermi dagli altri ragazzi che stavano con me.
Abitare li, significa essere picchiati, presi in giro e trattati male: io riesco a starne fuori da tutto ciò. Amo scappare e pensare solo a me stessa, lavoro senza il desiderio di regole e altro; d'altronde qui non ti insegnano niente, solo come si sgobba e come si guadagnano soldi. Così ogni mattina esco fuori e inizio la mia giornata lavorativa.
Io amo farlo, perché sto lontano da quell'incubo e da quelle persone che odio con tutto il cuore. Guadagno bene e riesco nascondere i soldi sotto il cuscino della mia stanzetta spoglia, fredda ma mai sporca perché a me piace molto curarla e pulirla a dovere; è l'unica cosa che mi riesce bene. A scuola ci vado poco eppure sono davvero molto brava, preferisco andare fuori al freddo a raccogliere la sporcizia nelle strade e prendermi i soldi per scappare via da qui.
Una sera, mentre passeggio nelle stanze dell'orfanatrofio, sento che stanno parlando di me. Incuriosita, mi avvicino per sentire di più. Capisco all'istante che per me c'è una nuova famiglia. -No, non voglio proprio avere una mamma e un papà! Non voglio regole! Sono una selvaggia! Poi mi prendono e mi abbandonano come ha fatto la signora tanto tempo fa!- I giorni passano lentamente, ma nemmeno l'ombra di questa fatidici madre e padre.
Ma un pomeriggio, vedo tre persone, circondate dai miei compagni di orfanotrofio, che come avvoltoi gli ronzano intorno, io rimango colpita dalla ragazzina bionda e con gli occhiali. Mi ricorda il mio fratellino. Provando dentro di me un misto odio e affetto per lei, mi avvicino, la prendo per mano e la trascino nella mia stanza. Lei mi guarda meravigliata, mi sorride, scaldando il mio cuore.
Poi senza neanche conoscermi mi abbraccia. Rimango sconvolta, nessuno aveva mai fatto questo gesto per me. Non la voglio e l'allontano subito. Capisco che sono loro le persone per me. Dopo vari giorni, finalmente, posso andare via con loro. Una volta che sono a Parma, noto subito che ci sono troppe regole da accettare. Odio stare qui, non amo vivere qui. Cerco in tanti modi di mettere mia sorella contro di loro non riuscendoci, tento di uccidere mamma, perchè la ritengo simile alla persona che mi ha lasciato in quel posto. Ho provato poi ad odiare Hiristina perché sono gelosa dal fatto che è bionda; non ci riesco, sono scappata da questo luogo.
Ora vivo per conto mio, ho avuto due ragazzi e da loro due ho avuto due figli: Nicola e Mattia. Grazie a loro due ho capito il valore di amare la famiglia. Ma siccome mi chiamo Violeta, scappo via di nuovo. Mi intrufolo nella droga facendomi del male; non mi interessa niente della mia vita e dei miei figli, voglio solo far soffrire le persone che mi vogliono bene; purtroppo sono fatta cosi.
Ora però che sono tornata dai miei affetti più cari, sono felice, perché ho capito che non va bene come mi stavo comportando. Adesso sono di nuovo a casa mia con mamma, con papà e mia sorella.
Ora finalmente ho ritrovato me stessa, ho recuperato anche il rapporto con uno dei miei figli: Nicola. Ho capito che mamma non mi abbandonerà, che mia sorella non è mio fratellino ma una persona a sé.
Poi spero di conoscere un ragazzo, spero di trovare l'amore quello vero. Ora non me ne vado più, perché accanto a mio figlio ho imparato ad apprezzare le regole, e a rispettare le persone che ho vicino a me.
Ora la cosa più importante da fare è costruirmi una famiglia con Nicola che abita con i miei amici, e con un ragazzo. Oggi, in particolar modo, vedrò mio figlio e gli parlerò dei miei progetti: insieme a lui almeno spero di guadagnarmi la sua approvazione.
Eccomi da lui, ci guardiamo a lungo senza dirci una parola poi gli dico: <<Appena tutta questa storia sarà finita, noi due vivremo insieme ti va?>> i suoi occhi si illuminano come stelle, è felice, lo leggo nel suo sguardo.
Mi abbraccia e mi risponde: <<Mamma ma dici sul serio?>> io faccio cenno di si. Accanto lui sento tutto il bene che mi vuole. Con lui dimentico i miei problemi: i bambini hanno la capacità di trasmettere gioia e pace nei nostri cuori. Rimango a casa sua ancora per un po', ma poi noto che sono le diciassette ed è ora di tornare dai miei.
È sempre brutto separarmi da lui, vedere la sua faccia triste ogni volta che ci dobbiamo separare. Vedo che ha gli occhi lucidi.
Mi avvicino a lui e glieli asciugo con un fazzoletto. Me lo stringo forte a me, per sentire la sua presenza. <<Mamma deve andare ora! Ma ti prometto che tornerò presto! Ti voglio bene tesoro mio!>> lui si asciuga le lacrime, mi guarda dritto e senza parlare mi sorride; è un sorriso colmo di sincerità e dolcezza che solo lui riesce a tramettermi, mi scalda il cuore e mi riempie di una gioia immensa.
Mi dà un bacio delicato sulla guancia e poi mi accompagna alla porta; rimane lì per un po' e poi lo vedo andare via. Salgo in macchina e penso al fatto che ho ricordato il mio passato in istituto, a come ho conosciuto i miei genitori e la mia sorellina. I miei ricordi rimangono impressi nella memoria, sono ormai volati via col vento e sono lontani anni luce.
Ora spero di trovare una persona accanto a me, ho l'affetto ritrovato in Nicola e questo mi fa capire che no, non sono una pessima mamma, ma che anzi, finalmente ho trovato un equilibrio perfetto fra l'essere madre, figlia e sorella. Tutti questi elementi fanno di me una persona migliore.
Eccomi di ritorno. "Casa dolce casa!" Strano che lo dico proprio io che di solito odio stare in quel luogo, ma sono cambiata molto e ora sono felice di essere qui. Adesso adoro sentire quel profumo di famiglia che tante volte ho tentato di cancellare dalla mia vita. Ora invece amo ritornare con gioia.
Un tempo avrei distrutto quello che la vita mi aveva donato con tanto affetto, adesso invece voglio solo costruirmi le basi per un futuro migliore per me, per mio figlio e perché no anche con un ragazzo; ci riuscirò, perché non sono sola, ma ho l'appoggio di tutti i miei cari e, adesso so con certezza che non mi abbandoneranno mai.
Sono stanca, non ceno neanche; vado in camera mia e mi sdraio nel letto. Mi metto le cuffie nelle orecchie e ascolto un po' di musica. Solo dopo un po' mi accorgo del biglietto sopra la scrivania, lo prendo in mano e noto la calligrafia di mamma. La apro e lo leggo. Mi commuovo all'istante, perché sì, le ho causato tanto dolore, l'ho odiata tanto, ma l'ho anche amata e tuttora le voglio un grandissimo bene.
Lei mi apprezza e mi vuole un bene infinito. Io l'ho fatta soffrire molto quando ero piccola, ma ora sono maturata e ho capito i miei sbagli. Adesso riesco ad apprezzare la vita e quello che il "Signore" mi ha Donato con tanto affetto. Mi tengo impresse nel mio cuore queste sue parole e ritorno a coricarmi.
Stranamente mi scendono lacrime sul viso, ma non sono di tristezza, bensì di gioia. Infatti ho tè mamma, che mi perdoni tutte le cattiveria che ti ho fatto gratuitamente; ho papà, che con gli occhi lucidi, mi ha accolta a braccia aperte amandomi e proteggendomi da ogni pericolo. E poi ho mia sorella, che mi ha cercata è si è sempre confidata con me, aiutandomi. Lei lo ha fatto nonostante la mia gelosia nei suoi confronti, e mi è stata vicino nei momenti di pericolo.
E naturalmente mio figlio: io senza di lui sarei niente. L'ho voluto fortemente, anche se ormai è il frutto di un amore finito. È la perla più preziosa che ho e me lo voglio tenere stretto. E poi spero in un angelo custode, che mi protegga. Se lo trovassi, vorrei passare la mia vita con lui, se ne avessi la possibilità.
Nota dell'autrice
Capitolo di passaggio, per rallentare un po' la lettura e per far conoscere meglio Violeta (La protagonista)
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