60.Ramon

Scendo per la cena,sto cercando di sforzarmi a mangiare.Mi siedo nel posto centrale come sempre,i miei sono ai due capi del tavolo.Mia madre serve la cena,il suo buonissimo antipasto di pesce; lei è veramente una cuoca nata.
“Ramon come è andata la giornata?”Chiede lei.
“Oh,bene,la prof ha riconsegnato le verifiche di biologia,ho preso nove e mezzo”mia madre mi guarda e fa in mini applauso.
“Che bravo,hai sentito Miguel?”Mio padre annuisce senza rispondere,non mi guarda nemmeno.
“Vai avanti così,vedrai che esci con il voto che desideri”mi incoraggia mia madre.
“Ci provo,ho studiato due ore per quella verifica,con gli allenamenti fatico”
“Ci credo,hai molti impegni”mia madre ha sempre compreso tutto quello che dicevo e che facevo,mio padre il contrario.
“Ah,la squadra ha vinto la prima partita”dico io,mia madre sorride.
“Che bello,Miguel non dici niente?”Mia madre sa di come si è comportato l’altro giorno.
“Cosa dovrei dire?”Mio padre sembra quasi stanco di tutte queste domande e dei miei successi.
“Potresti congratularti con tuo figlio”dice mia madre
“Per cosa?Per ciò che è?Non lo farò mai”quelle parole mi colpiscono più del dovuto,come un coltello appuntito che entra piano nel mio cuore,e che mi fa soffrire più di ogni altra cosa.
“Miguel!Tuo figlio sta cercando di fare del suo meglio!Guarda come va bene a scuola!”
“Peccato che non sia un ragazzo normale,io volevo un figlio come gli altri!Non accetterò mai il suo modo di pensare”sta dicendo tutto questo per davvero?Il coltello ora è diventato una spada,e il mio cuore non esiste più…al suo posto solo tanti pezzetti.
“MIGUEL ORA BASTA!”Mia madre si alza e sbatte la mano sul tavolo.
“Mamma,va tutto bene,non fa niente”cerco di farli smettere.
“No,non vede ciò che fai.Almeno digli qualcosa per la vittoria della partita”
“Sicuramente non è merito suo per il fisico che si ritrova”questo è troppo.Mia madre ha gli occhi pieni di rabbia.
“MIGUEL MA TI SEMBRA IL MODO DI TRATTARE UN RAGAZZO DI DICIOTTO ANNI!”Urla,la sua voce non è mai stata così acuta.
“Io dico la verità,non lo illudo.Guardalo,non avrà mai una carriera da professionista”tra i miei sogni,oltre allo studio delle materie scientifiche,c’era quello di giocare come professionista…
“MIG-”Mia madre urla ma io la faccio smettere.
“Mamma,va tutto bene,io vado in camera mia”la fame mi è passata e io non ho neanche toccato la forchetta.Mi alzo e mi giro per andare nella mia stanza,non voglio far vedere a mio padre che sono debole.Le lacrime minacciano di uscire dai miei occhi e li sento bruciare agli angoli.
Apro la porta e mi corico sul letto.Neanche il tempo di coricarmi che sto già piangendo.Non capisco perchè lui non possa accettarmi così come sono….
Possibili che se anche ci provo non ce la faccio?E’ da quando ho quattordici anni che cerco di farmi piacere alle persone e di avere il fisico che desidero,ma nessuno vede i miei miglioramenti.Perchè tutti mi giudicano?
Quanto vorrei che Hector fosse qui con me ora…saprebbe cosa dire.Sento dei passi e resto in silenzio,capisco che sono i miei genitori,stanno parlando.
“Perchè devi fare sempre così?”Chiede mia madre
“Io gli dico la verità”
“Capisci che lo distruggi così?E’ già tre giorni che non mangia!Ha paura di vederti,stasera ha provato a mangiare ma non lo ha fatto”mia madre cerca sempre di difendermi.
“Forse così raggiungerà i suoi obiettivi!Non sarà mai un professionista,non va bene il suo fisico”dice,mi ferisce sempre di più.Dannate pareti sottili!
“Non mangiando non risolverà nulla!Tranne il fatto che è perfetto così e tu dovresti essere il primo a supportarlo”
“Non sono il padre di un perdente”
“Dovresti essere orgoglioso per quello che sta cercando di fare!Lo capisci che vuole che tu lo riconosca?”Mia madre ha un tono severo,forse troppo.
“Lo riconoscerò quando sarà normale”
“Con questo cosa vuoi dire scusa?”Chiede mia madre.
“Tu lo sai cosa gli piace?Lo sai che non ti porterà mai a casa una ragazza?”Sembra quasi che mi disprezzi,forse è proprio quello che fa.
“Lo so,ma per questo non lo distruggo verbalmente,lo amo comunque,è sempre mio figlio.A me andrà sempre bene,anche se mi porta a casa un ragazzo”
“Disonore”dice mio padre,e si impegna a scandire bene le parole.
“Ma ti senti?Ma sai cosa stai dicendo? Non accetti che tuo figlio si differenzi dagli altri”
“Per me non è mio figlio”a quelle parole le lacrime,che si erano fermate,ricominciano a scendere.Non sento più nulla,non so se abbiano smesso di parlare,ma le mie orecchie si rifiutano di ascoltare altre cattiverie.Sento la porta aprirsi e qualcuno che si siede affianco a me.
“Ramon,tutto okay?”E’ mia madre.
“Si”dico io
“Hai sentito tutto?”
“Si”
“Sai che non sa cosa dice…:”
“Vorrei solo che fosse fiero di me”dico io,lei mi accarezza la gamba,è sempre stata molto protettiva e affettuosa.
“Sicuro che sia tutto okay?”Cerco di risponderle ma non ce la faccio.
“Vieni a mangiare qualcosa?”Mi chiede
“Non ho fame”dico.
“So come convincerti”esce dalla camera e i passi si fanno sempre più lontano,cosa ha in mente di fare?
Passano più o meno quindici minuti e i passi tornano a sentirsi.Sento di nuovo la porta aprirsi e non mi volto nemmeno a guardare.
“Mamma ti ho detto che sto bene”dico
“Forse è meglio che cambi il nome all’inizio della frase”Appena sento la voce mi alzo di scatto.
“Hector!”Corro ad abbracciarlo.Mi aggrappo pure con l’anima al suo corpo.Le sue braccia mi circondano e io mi sento al sicuro.
“Hey,ci siamo visti anche tre giorni fa eh…non sono mica scappato”
“Mi sei mancato”dico.
“Ti posso parlare?”Chiede lui.Io annuisco e ci sediamo sul bordo del letto.Lui mi guarda,anche se siamo al buio so che lo sta facendo.
"Ramon,perché stavi piangendo?”La sua voce si fa seria.
“Mio padre”....”rispondo io.
“Cosa ha fatto?”Chiede
“Ha detto che non mi considera suo figlio,che vuole che io sia normale,che con il fisico che ho non andrò da nessuna parte.Tutte cose così”
“Lo sai che non lo devi ascoltare vero?”Dice lui.
“Si,ma è difficile,è comunque mio padre”
“Io so che ce la farai.Pensa,se sono qui,se vengo alle partite….è perchè credo in te Ramon.Se ti sono vicino è perchè ti amo,cavolo.Lo urlerei.Vorrei andare da tuo padre e dirgli che ti amo e che stiamo bene assieme; si,forse morirei sul momento.Ma per te lo farei”le sue parole mi sono così care.
“Potrebbe ucciderti se glielo dici”scherzo io.
“Probabile”Ridiamo.Riusciamo a scherzare pure su una cosa brutta.
“Ramon posso chiederti una cosa?”
“Dimmi”
“Perchè è tre giorni che non mangi?”Chiede,mia madre glielo ha detto….
“Io…credo sia per il giudizio di mio padre,non ho il coraggio di sedermi al tavolo e mangiare”ho detto tutto quello che tenevo represso da ormai mesi.Perchè anche prima dell’arrivo di Hector,io facevo uguale; per compiacere mio padre e fargli vedere che sono forte.Per fargli notare che un pò di digiuno non mi faceva nulla,quando in realtà distruggeva le mie prestazioni fisiche.
Lui canticchia qualcosa e alcune parole le marca molto.
“Cosa stai cantando?”Chiedo io
“Stray kids degli Stray Kids”Ecco che canzone era…
“E cosa vorresti dirmi cantandola?”Chiedo.
“Hai capito le parole?”Mi chiede
“Si..”non capisco….
“Dice che andranno per luoghi sconosciuti,e che faranno vedere che ce l’hanno fatta da soli…poi più avanti nella canzone chiede se vuoi soldi o la fama.Rispondono che vogliono qualcosa in più e che il tempo usato verrà sempre ricordato”fa riflettere…è una canzone così bella.
“Quando sei triste pensa a questa canzone,ti solleverà il morale,sempre che io non sia qui a cantarla"sorrido,dove ho trovato un ragazzo del genere?
“Non riesco a togliermi la tua voce dalla testa”sussurro.
“Bene,era proprio il mio obiettivo,infestare pure i tuoi sogni”ci mettiamo a ridere,finchè non sentiamo dei passi.Mia madre e mio padre.
Con chi sta parlando Ramon?”La voce di mio padre è arrabbiata.
E’ in chiamata con una sua amica,credo Olivia”mia madre cerca di difendermi
Vado a controllare”mio padre entra in camera e io prendo in mano il telefono,sul numero di Olivia,faccio finta di inviare dei messaggi.Lui esce e chiude la porta.
Hector esce da sotto al letto e ridiamo sottovoce.
“Non sa che sei qui?”Chiedo
“Diciamo che mi ha chiamato tua madre a sua insaputa”
“Mia madre è una grande”dico io
“Già,lo è”afferma lui.
“Ma…se chiedo a mia madre se puoi stare qui stasera?”Propongo
“Non ci scoprirà tuo padre?”Chiede lui insicuro.
“Non mi considera nemmeno”dico
Mando un messaggio a mia madre,non mi fido a lasciare sullo stesso piano Hector e mio padre.

Mamma,vieni un attimo in camera?

Si

Ha risposto subito….
Poco dopo la porta si apre e lei entra.Sembra stanca.
“Ditemi ragazzi”
“Mamma,Hector può rimanere stanotte?”Chiedo,lei ci pensa un attimo.
“Non dovete farvi scoprire da tuo padre,per me va bene”
“Grazie”Lei esce e noi siamo di nuovo soli.
Ci corichiamo uno affianco all’altro e lui mi prende la mano,poi la bacia.Con le dita disegna sui miei palmi tre numeri :“143”.
“Stasera hai intenzione di parlare solo col linguaggio k-pop?”Chiedo
“Si”
“Cosa vorrebbe dire 143,non mi ricordo più”in realtà lo so bene,ma voglio sentirmelo dire.
“I love you,mi spiego?”La sua voce è scesa di un’ottava.
“143”Ripeto.
Ci addormentiamo abbracciati,mentre l’ultimo 143 mi rimane in testa.

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