57.Hector
Spengo la moto davanti a casa di Ramon e gli mando un messaggio.
Hai da fare?
Lui risponde all’istante.
No perché?
Sono fuori casa tua
Arrivo
Aspetto cinque minuti.Si sta facendo bello?Non mi spiego tutto questo tempo se no.Quando esce vedo che porta dei jeans che non avevo mai visto e una maglia più stretta del solito.Dannati occhi e dannati i suoi allenamenti,i risultati si vedono fin troppo,potrei addirittura esserne geloso….I capelli scuri gli ricadono sulla fronte spettinati.
“Cosa ci fai qui?”Il suo tono di voce sembra sollevato ma i suoi occhi dicono tutt’altro,sono rossastri e si vede un accenno alle occhiaie.Ma ha dormito?
Mi abbraccia,ma non come il solito.Sembra che non voglia perdermi,è come se cercasse di aggrapparsi al mio corpo.
“Volevo vederti”
“Stavo pensando a te proprio ora”la sua voce non è come sempre.Sembra insicura e spenta,la sua di solito è suadente,raffinata,sicura e allegra.Cosa è successo?
“Posso entrare?”Chiedo,vedo che ci pensa un attimo,poi annuisce.Scendo dalla moto e quando entro in casa saluto la madre di Ramon.Lui va in camera e io mi fermo a parlare con la signora.
“Parlagli per favore"dice lei
“Cosa è successo?”Chiedo
“Ha avuto una discussione con suo padre molto accesa,è l’unico con cui sta bene e con cui si apre.Ora che Sebastian è in ospedale è distrutto,rimani solo tu”
“Proverò a fare qualcosa”
“Convincilo a mangiare,è due giorni che non si presenta a nessun pasto,non voglio che torni come prima”
“Vedo cosa riesco a fare”
“Grazie”dice la donna
“E di cosa?”
“Di amare mio figlio,si vede”io sorrido perchè è vero.Cerco la stanza di Ramon e quando la trovo entro.Lo trovo steso sul letto con le mani sul viso.
“Mi spieghi che hai?”Chiedo sedendomi sull’altro lato del letto.
“Niente”dice lui,ma crede che io sia stupido?
“Ramon…tutto okay?”Credo di aver toccato un tasto delicato perché inizia a piangere e io non ne capisco il motivo.Mi avvicino e lo abbraccio cercando di consolarlo; so cosa è successo,ma voglio che sia lui a dirmelo,può fidarsi di me e lo deve capire.
“Ramon parlami,non capisco se fai così”
“Sto da schifo”
“Mettiti seduto così parliamo”lui si tira su e appoggia la schiena contro il cuscino.Lo guardo,ma noto che lui non riesce a mantenere lo sguardo.Non riesce a concentrarsi sui miei occhi.
“Guardami”si gira verso di me,ma tiene lo sguardo basso.
“Negli occhi Ramon”lui alza il viso e finalmente incontro i suoi occhi chiari,quelli che mi hanno fatto innamorare.Il colore azzurro chiarissimo però è infastidito dalle lacrime che riempiono i suoi specchi.
“Ora mi dici cosa sta succedendo?”Chiedo.
“Non posso…”
“Sai che puoi fidarti di me Ramon,sai che mi piaci e che farei di tutto per te,possibile che tu non l’abbia ancora capito?”Lui si asciuga le lacrime e mi guarda.
“Hai detto che ti piaccio?”
“Credevo fosse ovvio ormai”
“Puoi ridirlo?”Chiede,credo gli serva un pò di autostima.
“Solo se tu mi dici cosa sta succedendo”Lui si guarda un attimo in giro poi torna ai miei occhi.Fa un respiro profondo.
“Ho detto a mio padre che sono gay…”
“Hai fatto coming out…ma cos’è successo?Perchè stai così male?”
“Non mi accetta,dice che vuole un figlio normale che gli porti a casa una ragazza.Ha detto che non mi considera normale e che potevo anche non nascere se dovevo essere così”i suoi occhi tornano a far uscire lacrime e stavolta sono io ad asciugarle,non voglio vederlo piangere,mi da così fastidio.
“Ramon,le persone a volte non capiscono”
“Ma è mio padre cavolo!Se non mi capisce lui,chi lo farà!”
“Ci siamo io e tua madre”dico io
“So che tu mi capirai sempre perchè sei come me,mia madre lo sapeva già,ma lui…io ci speravo”
“Le persone danno sempre una visuale diversa da quello che sono”dico io,quasi sussurrando.
“Solo che lui non mi ha lasciato finire…”
“Parlerai con lui?”
“Ci proverò”
“Questo è il Ramon che mi piace”dico io
“Mi piace quella parola con il mio nome detta dalla tua voce”dice
“Quale?Ramon mi piaci?Perchè è vero,Ramon mi piaci”Lui ride,il regalo migliore che potesse farmi.
“E’ bello sentirti ridere”
“Sei tu che hai fatto tutto”
“Mi fai due promesse?”Chiedo io,vedo che lui si alza di scatto a sedere.
“Si,farei di tutto per te”
“Per prima cosa promettimi che non piangi più per queste cose e che vieni da me se stai male”
“Va bene”
“Come seconda promessa è una cosa che mi hanno riferito e che voglio che tu faccia”
“Inizio ad avere paura”
“Ramon,mi prometti che non ti privi più del cibo?”Lui sbianca e spalanca gli occhi,credo non volesse che io lo sapessi.
“Chi te lo ha detto?”La sua voce è diventata tetra.
“Tua madre”
“Capisco…e perchè vorresti questa promessa?”Me lo sta davvero chiedendo?
“Perchè non fa bene e poi stai male,so che non mangi da due giorni,guarda come sei ridotto.Odio vederti star male Ramon.Tutto il duro lavoro che hai fatto in questi anni si distrugge così”
“Se perdessi qualche chilo non morirei,ne ho fin troppi”
“Ma capisci cosa stai dicendo?Ramon non puoi dire di essere grasso quando le persone invidiano il tuo corpo”
“Ma io non lo vedo”
“Io si e di me puoi fidarti,non ti mentirei mai”
“Lo so”
“Voglio farti uscire da questa camera”dico,ho un’idea.
“Come?”
“Andiamo a pattinare?”Chiedo,lui sorride.
“E’ da quando ho dieci anni che non vado a pattinare,non mi ricordo neanche come si fa”dice lui,ma per me non ci sono scuse.
“Proposta migliore: mangiamo la torta che ha fatto tua madre poi andiamo a pattinare”lui sorride di nuovo e so di aver fatto centro.
Mi alzo e vado dal suo lato del letto,poi gli tendo la mano.
“Quindi?”Chiedo.Lui mi guarda un attimo,poi prende la mia mano e si alza.Andiamo in cucina e quando la madre di Ramon ci vede sorride.Ha capito che l’ho convinto a mangiare.
****
Dopo aver fatto merenda ci mettiamo i cappotti e camminiamo fino alla pista,non avevo voglia di guidare.Lui mi tiene la mano,sono fiero di lui perché non ha paura di farsi vedere.Questo è Ramon: uno che non ha paura di essere giudicato e di ciò che pensano le persone;quello che prima era in camera non era lui,era solo una sua versione,che a volte ha bisogno di libertà.
Arriviamo alla pista.Ci sono alcune famiglie con i figli,delle coppie di innamorati e poi vediamo un’altra coppia come noi.Sono due ragazzi,avranno più o meno la nostra età e stanno pattinando mano nella mano.Ciò che fa vedere che sono innamorati però,non sono le mani,ma da come si guardano.
“Vedi,non siamo gli unici”gli dico indicando i ragazzi.
Noleggiamo i pattini,poi andiamo in pista.Lui entra per primo e sa pattinare,molto meglio di me.Ma siamo sicuri che non abbia esperienza?
“Fortuna che non sapevi pattinare”
“Touchè”
Lui mi prende la mano e iniziamo a pattinare.Non guardiamo dove stiamo andando e forse è un errore,perché andiamo a sbattere proprio sulla coppia di ragazzi che abbiamo visto prima.
"Scusate"dico io
“No,scusate voi,ci siamo persi nel guardarci”dice uno
“Pure noi”
“Siete una coppia?”Chiede l’altro,io guardo il ragazzo che mi sta accanto e lui annuisce.
“Si”rispondo
“Ti avevo detto c’era qualcun altro come noi”lo schernisce l’altro.
“Per scusarci vi paghiamo la merenda”dice Ramon
“Non ce ne è bisogno”dice uno
“Mi sento ferito nell’orgoglio se no”dice Ramon.
“Va bene allora”
Usciamo dalla pista e ci sediamo insieme ai due ragazzi.Scopro che si chiamano Nicolas e Jose e che stanno assieme da quando hanno quattordici anni,dicono di aver fatto subito coming-out e di volersi sposare.Hanno esattamente la nostra età,ma sono nella scuola dall’altra parte della città.
“E’ stato bello conoscervi”ci alziamo
“Magari potremmo uscire ancora”dice Nicolas
“Con molto piacere”dico io.
Torniamo a casa e decido di stare da Ramon la sera,voglio che stia bene.Ci corichiamo sul letto e cala il silenzio.
“Grazie”dice lui
“Di cosa?”
“Mi hai tirato fuori da qui”
“Farei di tutto per te”
Cala di nuovo il silenzio,non sono mai rimasto così in silenzio,cosa posso dire?So cosa vorrei fare ma ho paura di rovinare tutto.Prima che io possa aprire bocca lui mi precede.
“Ti amo Hector”parole che mi ha strappato di bocca,volevo essere io il primo a dirlo.
“Ti amo anche io Ramon
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