CAPITOLO 4

Matthew

Quella giusta?

«Tutto qui?» domando a Gale, per poi buttare i fogli sul tavolo affianco a noi. Lui rimane in silenzio, osservando attentamente la scacchiera, come se continuando a fissarla, finalmente lei potesse suggerirgli la soluzione. Ma si arrende e fa una mossa sbagliata, posso già vedere tre modi per vincere, ma non sono dell'umore. Questa potrebbe essere davvero la volta che Gale Lennon, vinca contro di me a scacchi. E dopo sei anni di sfide, potrebbe essere davvero la sua svolta.

«Sì, cosa ti aspettavi?» mormora facendo tornare la mia attenzione sui quattro fogli abbandonati sul tavolo.

Gale è il mio uomo di fiducia per tutto, se ho delle ricerche da fare su una persona, se ho problemi con qualcuno, se come in questi casi ho bisogno di una soluzione, ossia trovare una moglie.

E la sua idea di moglie per finta, a soluzione contrattuale a quanto pare, o sono figlie di importanti uomini stranieri che vogliono un ingresso in America, grazie alla mia cittadinanza, oppure figlie di politici americani che cercano un sussidio economico dal mio portafoglio. Rifiuto entrambe le soluzioni.

Sono consapevole che l'accordo che sto cercando richiederà dei soldi da parte mia, ma non voglio nulla di così complicato, lo è già abbastanza la situazione.

«Ho trovato anche qualche informazione sulla ragazza che mi hai chiesto». All'improvviso mi ricordo della chiamata che gli ho fatto nel pomeriggio, dopo l'incidente con Jennifer. Jennifer Miller.

Il ricordo di oggi, è come un'onda di quattro metri che si abbatte su di me, stordendomi completamente e portandomi a fondo.

Mi cede una cartellina nera e io la apro, dopo aver fatto una mossa sulla scacchiera. Potrebbe trovare una persona in capo al mondo, ma non sa giocare a scacchi, la cosa è quasi assurda.

Jennifer Miller, nata New York il 17/05/1998, figlia di Susan e Victor Miller. Fratelli Chad e Aria Miller.

Ha una relazione da quasi due anni con Aiden Wallace, a cui hanno rifiutato proprio oggi un mutuo per aprire un ristorante.

Suo padre Victor ha un cancro ai polmoni, potrebbe anche riuscire a curarlo gli hanno detto i medici, ma la sua famiglia non riesce a sostenere tutte le cure e i cicli di chemio. Gli hanno sospeso le sedute.

Lavora come assistente alla Porter Company. un lavoro che odia ma che gli dà una buona assistenza sanitaria.

A volte arrotonda aiutando una sua amica in biblioteca. Ama il giardinaggio.

Non ha nessun precedente, mai neanche una multa o una tassa non pagata. È pulita.

Più leggo, più l'immagine di Jennifer prende forma. Ma Victor è malato. Cerco di ignorare la fitta di dolore al petto ma non ci riesco, e faccio un respiro profondo per assimilarla tutta.

Non solo per Victor, certo è sempre stato così gentile con me quando ero a casa loro, anzi sembrava quasi che la mia presenza non gli pesasse, come se fosse felice di vedermi quasi ogni giorno a casa sua. Ma perché è lo stesso male che ha portato via mio zio.

«Voglio lei...» mormoro spostando lo sguardo sulla foto pinzata in alto a sinistra, un sorriso sincero, gli occhi felici e quei lunghi capelli che gli cadono davanti al viso, come se volessero proteggere da occhi indiscreti la bellezza sottostante.

«Amico hai letto bene? Sta con uno da quasi due anni... e poi cosa ti fa credere che lei voglia sposarti?» domanda beffandosi di me.

Sospiro profondamente, squadrandolo attentamente «ha bisogno di soldi per il padre e io di qualcuno di cui potermi fidare. Da bambini fino al liceo siamo praticamente cresciuti insieme, e mi fido più di lei, che di una presa da quella tua lista», mi lamento allontanando ancora di più i fogli con le sue scelte.

Lui sospira profondamente scuotendo la testa «se eravate così amici, allora perché non siete rimasti in contatto per tutto questo tempo? Bello, lei non vuole avere niente a che fare con te, l'hai detto tu stesso, è scappata oggi».

La sua verità e come una doccia fredda, di cui non avevo bisogno. Perché sono un bastardo che ha fatto una grande cazzata, che ha superato un limite, che mi ero imposto così tante volte. E ho mandato tutto in fumo.

«Domani verrà in ufficio, ne sono quasi certo» mormoro, mentre lui mi rimanda uno sguardo scioccato.

«Tu credi davvero a tutto quello che dici? Matt quella donna sta già vivendo un momento difficile della sua vita e credo che l'avere a che fare con te, sia l'ultimo dei suoi desideri, non illuderti».

Il suo tono saccente mi arriva alle orecchie come una zanzara fastidiosa. La mia mano si sposta sulla scacchiera facendo scacco matto, buttando giù il suo re.

«Come tu ti sei illuso di poter vincere oggi?» sibilo davanti alla sua faccia sorpresa. Come faccia a stupirsi ogni volta è quasi affascinante.

«Lei verrà domani, e proverò a convincerla», ammetto sicuro, mentre il suo sguardo mi fulmina.

Afferra il bicchiere di whisky e lo solleva «allora brindo a te, al tuo finto matrimonio e alla donna che dovrà sopportarti».

Poi sorride e butta giù tutto il liquido scuro, mentre l'idea di rivedere Jennifer si insinua nel mio cervello, nelle mie ossa nel mio dannato cuore, annientandomi.

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