Appena suonò la campanella di fine giornata, mi ricordai che potevo rientrare più tardi a casa, così decisi di accompagnare alcuni miei amici a casa e nel mentre fumai una sigaretta. Mentre camminavo con Daniele verso casa sua, lui volle iniziare a parlare, giusto per fare un po' di conversazione. Sapevo che era un ragazzo tranquillo, ma mi era arrivata voce che era anche molto sveglio, molto attento ai dettagli, quindi to dovevo stare molto più attento di quanto già non sia. Ma fu tutto inutile. Per quei dieci minuti che percoremmo insieme, lui notò tutto, mi chiese tutto. Si accorse del "Noemi" sul braccio, anche se non ho mai alzato la manica della maglia durante la giornata. Si accorse del mio stato d'animo del giorno prima, e così decisi di dirgli tutto, tutto quello che ho pensato in questi giorni di fuoco. Quando stavo per iniziare a piangere, ci sedemmo su una panchina e mi lasciò sfogare tra le sue braccia. Non l'aveva mai fatto nessuno, nessun mio amico, adesso, però, spero di averne trovato uno vero.