Capitolo 5 (parte 3)
Luigi stava correndo verso di me per raggiungermi. Maproprio mentre stava attraversando l'altro lato della strada, una macchina sfrecciò a tutta velocità verso di lui.
«Attento! La macchina!»
Non c'era più tempo! Lo avrebbe sicuramente colpito. Mi voltai indietro correndo verso di lui. Luigi rimase immobile quasi stesse aspettando che la macchina lo colpisse. Istintivamente lo spinsi violentemente e per un soffio riuscimmo a salvarci. I nostri corpi ruzzolarono lungo la ghiaia che ci separava ormai dalla strada. Restai abbracciata alla sua vita finché non aprii gli occhi e capii che il peggio era passato. Entrambi non avevamo riportato gravi danni dall'impatto, tranne per il piccolo particolare di essermi rotta una gamba, cosa che mi costrinse a casa per le settimane seguenti.
Nei momenti in cui riuscivo ad allontanarmi dalle soffocanti premure di mia madre, restavo sola con i miei pensieri. Pensavo che dal giorno in cui avevo conosciuto Luigi, il mio mondo era stato completamente stravolto. Forse era un segno del destino che mi suggeriva di allontanarmi da lui... anche se in un modo un po' brusco.
Durante un giorno di pioggia, un bruttissimo giorno di pioggia, ricevetti un'inaspettata visita. Avevo appena finito di vedere la mia scena preferita dal film "Romeo e Giulietta" in cui Romeo, dopo aver ucciso il cugino di Giulietta, entra nella sua camera da letto tutto bagnato dalla pioggia e coperto di ferite causategli dalla battaglia con Tebaldo... è bellissima quella scena vero?... comunque spensi il televisore e mi sdraiai sul letto quando all'improvviso sentii un rumore provenire dalla finestra. Pensai che si trattasse della pioggia che batteva sul vetro, ma il rumore continuava a farsi sempre più forte. Decisi di alzarmi e vidi Luigi sul balcone della mia finestra!
Fortunatamente per lui, casa mia era al primo piano, costeggiata da un muretto che dava sul cortile interno del palazzo.
«Che cosa ci fai qui?», dissi aprendo la finestra.
«Melissa, ho bisogno di parlarti e non me ne andrò finché non mi avrai ascoltato», ero sorpresa di vederlo lì fuori, specialmente con una giornata come quella.
«D'accordo, ma prima vieni dentro», dissi aiutandolo a entrare.
«Si può sapere che cosa ti è venuto in mente? Venire con questo tempo!»
«Ho dovuto farlo! Altrimenti non mi avresti mai ascoltato».
Era completamente fradicio dalla pioggia, così gli diedi i vestiti di mio padre mettendo i suoi ad asciugare. Ci sedemmo sul mio letto. Luigi era del tutto infreddolito.
«Vuoi qualcosa di caldo?»
«Grazie, ma mi bastano i vestiti che mi hai dato per riscaldarmi».
I suoi capelli bagnati scendevano sulla sua fronte e le gocce che gli circondavano il viso facevano salire in me una strana sensazione.
«Io volevo scusarmi con te per non aver reagito e per non averti detto come stavano in realtà le cose. Vedi, il bacio c'è stato, ma non nel modo in cui pensi tu e se vorrai ascoltarmi per qualche minuto te ne sarò grato», disse riprendendo fiato. Decisi di rimanere in silenzio e ascoltare. «Mi trovavo in pausa quando è successo. L'avevo già vista quella ragazza aggirarsi altre volte per gli studi, ma solo di sfuggita. Il direttore della fotografia mi chiese il favore d'incontrare solo per qualche secondo la figlia di un suo amico a cui doveva anche dei soldi... non me la sentii di rifiutare! Pensai che si sarebbe trattato al massimo di un autografo, ma quando la vidi mi corse addosso baciandomi!», esitò per qualche secondo aspettando una mia reazione «Le cose sono andate così! Te lo giuro!»
Non era mia intenzione non credergli, quell'arpia era capace di qualunque cosa. Mi alzai dal letto per riflettere un po'. Ero veramente confusa.
«Aspetta!» disse Luigi prendendomi la mano.
«Quello che ti ho detto è la verità. Io non potrei mai ferirti», fu un gesto inaspettato che mi fece trasalire. Sebbene i nostri corpi fossero distanti l'uno dall'altro, avevo la certezza che Luigi potesse sentire il cuore che mi batteva all'impazzata.
«Tesoro, sei a casa?»
Di colpo la voce di mia madre mi riportò alla realtà.
«Melissa chi c'è di là?», Luigi mi guardò preoccupato e ne aveva motivo. Se mia madre lo avesse trovato nella mia camera allora sì che sarebbe iniziati i guai seri. Dovevo mandarlo via e il prima possibile.
«Devi andare via, ti spiegherò tutto più tardi», stavo per aprire la finestra per permettere a Luigi di uscire, quando la porta si aprì di colpo. Non c'era più tempo di farlo passare per la finestra, così aprii l'armadio e lo spinsi al suo interno.
«Allora dimmi! Come ti senti oggi? Stai un po' meglio?»
Si sedette sul letto mentre io ero poggiata contro l'armadio pregando che se ne andasse «Lo so che quel ragazzo ti sta facendo soffrire, ma devi tirarti su! Pensa che tra poco ti toglieranno il gesso e potrai tornare a camminare».
Mio Dio che vergogna! Luigi stava sentendo tutto!
«Se penso poi a quando mi raccontavi di quanto era dolce nei tuoi riguardi e di come tu ne fossi così innamorata». Ora basta! Questo era veramente troppo! Dovevo mandarla via!
«Oh mamma! Mi sono ricordata che ha chiamato papà e ha detto di richiamarlo al più presto, perciò perché non vai?», tentai di sollecitarla a lasciarmi sola, ma non funzionò.
«Oh non ti preoccupare di papà! Adesso dobbiamo pensare a te» disse avvicinandosi.
«Ma no! Adesso sto molto meglio e poi è davvero il caso che chiami papà, non vorrei che poi si arrabbiasse»
«E va bene! Ho capito che vuoi rimanere sola! D'accordo, ma chiamami se hai bisogno di me». E finalmente se ne andò.
«Adesso puoi uscire», dissi riaprendo l'armadio.
«Forse è meglio che vada. Non vorrei che tua madre ci facesse altre sorpresine», era imbarazzato quanto me e a stento riuscivo a guardarlo negli occhi.
«Piuttosto! Grazie per avermi salvato la vita. Spero che la gamba non ti faccia troppo male».
«No! Ora sto molto meglio, non ti preoccupare»
«Dimenticavo di darti una cosa!». Tirò fuori qualcosa dalla tasca del giubbetto «L'ho visto in un negozio e ho pensato a te» era un cuore antistress. Su uno dei due lati c'era una scritta. "Ti voglio bene". Ero senza parole. Non mi aspettavo un gesto simile da parte sua. Mi sentii in colpa per averlo trattato male. In fondo Luigi era un bravo ragazzo.
«Non so cosa dire», dissi emozionata. «È davvero un pensiero carino»
«Sono felice che ti piaccia», e con quelle parole portò il mio viso verso il suo baciandomi dolcemente. È stato il momento più magico della mia vita!. Quando fui di nuovo sola ripensai a quello che mi aveva raccontato Luigi. D'ora in avanti avrei dovuto stare all'allerta. Avevo davanti una nuova rivale.
Bentrovati care lettrici e lettori. È passato molto tempo da l'ultima volta che ho aggiornato e mi scuso tantissimo per l'attesa. Spero che non vi siate dimenticati di questa storia perché, sebbene il capitolo corto, vorrei sapere come sempre, che cosa ne pensate e se continua a piacervi ^^.
Un grazie sincero a chi passerà a leggerla <3
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