Capitolo 2 (Parte 2)
Il giorno dopo rientrammo negli Studi di Cinecittà, questa volta però senza intralci o così pensavamo. Girammo in lungo e in largo, ma anche questa volta nemmeno l'ombra di Leo. Decidemmo di dividerci e di continuare a cercare. Svoltai per un viale. A pochi passi da me, una decina di persone correvano e spingevano dei carrelli che portavano costumi di scena. "Se provo a seguirli, forse mi porteranno da Leonardo Di Caprio", pensai. Stavo per tuffarmi tra la mischia quando riconobbi qualcuno. La vera Melanie Conrad era proprio lì in mezzo a noi. Dovevo avvertire Fabiana, ma non feci nemmeno in tempo a pensare in quale direzione dovevo andare, che ecco Fabiana avvicinarsi a lei.
«Io non l'ho trovato da nessuna parte e tu hai trovato niente? Ehi! Ma vedo che hai trovato di meglio! Che fai, non mi presenti questi bei ragazzi?» con molta probabilità non erano dei semplici ragazzi, ma erano le mastodontiche guardie del corpo della Conrad.
Tentai di avvertire Fabiana dell'errore scuotendo le braccia per attirare la sua attenzione. Sfortunatamente l'unica attenzione che attirai fu quella delle sue guardie del corpo. Naturalmente tutti si accorsero della somiglianza e non capirono quale di noi due fosse quella vera. Melanie notò le facce sconcertate dei suoi uomini e si voltò verso la mia direzione.
«Oh... oh cosa...tu... tu sei ...», Melanie non riusciva neanche a parlare per lo stupore e dopotutto come darle torto? Immaginate di scontrarvi con voi stessi. Voi come vi comportereste al suo posto?
«Sei... me!...» disse infine.
«Non credevo che avesse una gemella», disse sottovoce uno dei suoi "gorilla".
«Ma quale gemella idioti! Non vedete che sono io la vera Melanie» ribatté lei con tono sprezzante, «Sono io l'unica e vera Melanie Conrad! Lei è solo la mia brutta copia!»
«Ehi...piano con le parole» disse infuriandosi Fabiana, «Chi ci dice che non sei tu la brutta copia?»
«Ma come ti permetti! E poi tu chi saresti?»
«Non cambiare discorso. Rispondi piuttosto alla mia domanda», disse Fabiana.
Ora anche le sue guardie del corpo cominciavano a nutrire qualche sospetto. La situazione stava diventando insostenibile, forse era il caso di andare via e anche di corsa.
«Io posso dimostrare di essere Melanie Conrad da una piccola ferita che mi sono procurata qualche giorno fa dietro al collo. Nessuno ne è a conoscenza tranne il mio agente che guarda caso sta venendo proprio verso di noi».
Fabiana per nulla intimorita ribatté: «Anche lei ha una ferita sul collo!» ma dato che non c'era iniziò a tirare la maschera, fingendo di cercare una ferita inesistente.
Il tipo di materiale che era stato usato per riprodurre la maschera non era fatto per sopportare una simile insistenza e, come era prevedibile, si lacerò. Si lacerò al tal punto che il nostro inganno era ormai scoperto.
Di qui in poi fu una corsa continua per trovare l'uscita. Porte su porte, ma dell'uscita nulla! A un tratto, mentre mi fermavo per gettare via la maschera sperando così di farla franca, mi resi conto di aver perso di vista Fabiana.
«Ma che cosa ...» e venni tirata in un angolo dove trovai Fabiana nascosta dietro Luigi.
Presa dalla paura dissi: «Che cosa ci fai qui?»
«Quello che devo fare!»
Ovviamente io intendevo che "Cosa ci fai nascosto dietro un muro", ma lui prese la mia domanda molto alla larga.
«Piuttosto, voi che cosa state combinando? Perché quei tizi vi stavano inseguendo?»
«È una lunga storia! Un giorno te la racconterò», dissi senza fiato.
Alle mie parole Luigi sorrise sornione. «Vi conviene uscire dal teatro cinque, stanno facendo delle selezioni per un nuovo film. Nessuno si accorgerà di voi», detto questo ci salutò.
«Che strano», disse Fabiana pensierosa.
«Cosa c'è che non va?»
«Anche l'ultima volta che lo abbiamo incontrato aveva un accento così marcato?»
«Perché?» risposi.
«No! Niente».
Grazie a Luigi riuscimmo a scappare per la seconda volta, ma purtroppo anche il secondo tentativo fallì. Ora toccava a me mantenere la promessa e cioè accompagnarla al concerto degli Articolo 31. Fabiana si presentò al concerto in pieno stile Articolo 31: maglietta con scritta a grandi lettere "AX CI SEI SOLO TU NELLA MIA VITA" sul retro"W ZIA MARIA". E non aggiungo altro.
Come ogni anno il concerto fu un gran successo e come regalo gli Articoli 31 offrirono ai più fortunati il loro autografo. Dal palco cominciarono a lanciare cartoline autografate. Fu una scena indimenticabile. Migliaia di ragazze si scontrarono tra loro per afferrare le cartoline. Fabiana naturalmente non si fece sfuggire l'occasione. Andò contro a tutte le regole comportamentali che in genere un essere umano tende a seguire. Si arrampicò tra la folla, si gettò a terra, qualsiasi cosa pur di raggiungere il suo obiettivo. Riuscì persino a farsi fare una foto con loro. Ero ammirata dalla sua determinazione. Era l'esempio perfetto di chi non si arrende davanti a niente.
I giorni passavano in fretta e Luigi era sempre meno presente alle lezioni. Purtroppo il suo lavoro di controfigura gli portava via molto tempo. Strano a pensarlo ma incominciava a mancarmi. Un giorno mi decisi e lo andai a trovare negli studi, questa volta però senza alcun travestimento ma con un vero cartellino di riconoscimento datomi proprio da Luigi. Come sempre ci volle un po' prima che lo trovassi, ma... eccolo lì che parlava con gli operatori del film con addosso gli abiti di scena che avrei visto portare a Leo tra qualche mese sullo schermo.
"Quegli abiti saranno miei", pensai. In fondo una volta finite le riprese a cosa gli servivano i costumi di scena? Forse doveva restituirli? Ma no! E poi sarebbero più utili a me che a loro. Comunque non appena vidi che stava entrando nel camerino mi intrufolai.
«Ciao!» esordì.
«Come stai? Spero che ti ricorderai ancora di me», dissi sarcastica.
«È passato un po' di tempo dall'ultima volta che ho messo piede negli studi, ma stavolta non corro alcun pericolo, non come l'ultima volta che mi hai aiutato a scappare! Ho con me il cartellino "visitatore autorizzato"» dissi mostrandoglielo, «Comunque c'è un motivo per cui sono venuta a trovarti. È un po' difficile dirlo per me... ma .... grazie per averlo fatto».
Forse non c'era motivo per andare fin lì solo per ringraziarlo, ma non volevo che pensasse che fossi un'ingrata. Del resto non gli avevo ancora dato una buona giustificazione per ciò che era successo e speravo non riaprisse l'argomento.
«Come avrei potuto scordarmi di te dopo che mi hai salvato la vita da quelle fan scatenate».
Quando voleva sapeva fare dello spirito. Quindi quella volta all'università aveva mentito. Mi aveva dato persino della bugiarda. Aveva giurato che in quel momento lui era nel bar che stava comprando un cornetto per me. Che bravo, era tutta una tattica! Ma lasciando stare i particolari, ero felice. Forse il mio giudizio nei suoi riguardi era stato troppo affrettato.
Nonostante i suoi numerosi impegni con il mondo del cinema, io e Luigi iniziammo a trascorrere sempre più del tempo insieme. Spesso mentre eravamo in giro per la città le persone lo scambiavano per il vero Leonardo Di Caprio. È incredibile come la fama di una persona possa influenzare il comportamento di altre. Ogni tanto ci capitava di entrare in alcuni luoghi senza dover pagare, come ad esempio in discoteca, o in qualche bar dove ci venivano offerte delle bibite. Insomma una vera e propria pacchia, anche se alle volte mi chiedevo quale sarebbe stato il prezzo di tutto questo.
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