Cap.9. TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI (1° parte)
Dopo essere fuggiti a bordo di un'auto, eravamo ormai certi che il peggio fosse passato. Non avevo la più pallida idea di dove fossimo. Guidammo per diversi chilometri in cerca di un luogo dove poter essere al sicuro fino a quando la macchina non emise un rumore poco rassicurante.
«Ma che succede?», dissi, «abbiamo bucato?»
«Peggio, è finita la benzina!», disse Fabiana tentando di far ripartire la macchina. Ancora una volta ci trovavamo in mezzo al nulla. Intorno a noi vaste distese di pianura circondavano l'area. Nessun segno di civiltà, nessun rumore di auto, nemmeno il cinguettio degli uccelli.
«Ci siamo persi!», dissi esasperata. Fabiana tentò nuovamente di far partire l'auto, ma era chiaro ormai che da lì non si sarebbe più mossa.
«Vuoi smetterla di perdere tempo! Dobbiamo andare via da qui!», ero terrorizzata all'idea che quelle squilibrate potessero trovarci.
«Dove vorresti andare? Sentiamo», disse Fabiana uscendo dall'auto.
«Se non te ne fossi accorta siamo in aperta campagna!»
«E con questo? Vuoi forse aspettare che ci trovino?». La situazione ci stava sfuggendo di mano. Eravamo storditi, impauriti, avremmo continuato così per ore se non fosse stato per Luigi che riuscì a farci riprendere il controllo.
«Insomma volete finirla? Ma non capite che c'è bisogno della collaborazione di ognuno di noi? Dobbiamo restare uniti! Nessuno di noi ha colpa di quello che è successo!». Le parole di Luigi ci fecero capire che non serviva a nulla litigare, e tantomeno rompere la nostra amicizia.
«Mi dispiace Melissa, Luigi ha ragione, non possiamo metterci a litigare in un simile momento, è solo che tutto questo mi rende nervosa!»
«Dispiace anche a me», dissi abbracciandola, «ma adesso cerchiamo di trovare un posto dove poter stare al sicuro!» dissi infine.
Scendemmo dalla macchina in cerca di un riparo. Il territorio intorno a noi era abbastanza desolato. Fino a quel momento avevamo visto solo granai abbandonati, e del resto fu il solo riparo in cui trovammo ricovero. Anzi! Aveva anche qualcosa in più. Quello che sembrava essere un normale granaio si rilevò, in realtà, una taverna sotterranea. Completa di sedie, tavoli e bancone. Anche se malridotti, era sempre meglio di niente. Ma la sorpresa non finì qui. Dopo aver scoperto per sbaglio la taverna, trovammo qualcosa di utile.
«Non posso crederci, chi avrebbe mai pensato che qui sotto ci fosse nascosta una taverna?», dissi guardandomi intorno.
«Ma soprattutto perché sotterranea?», si domandò Fabiana, «sicuramente non si trattava di una comune taverna, doveva trattarsi di un rifugio che doveva rimanere nascosto», aggiunse Luigi. Sembrava proprio di essere nel set di Gangs of New York.
Continuammo a guardare in giro fin quando mi appoggiai a una porta. Quest'ultima si aprì facendomi perdere l'equilibro. Caddi dall'altra parte della parete.
«Ti sei fatta male?», disse Luigi aiutandomi ad alzarmi.
«No, sto bene. Per fortuna che sono caduta su qualcosa di morbido, ma non capisco cosa sia!»
«A dire il vero sembrano dei sacchi a pelo!», disse.
Domanda: cosa ci facevano lì dei sacchi a pelo? Proprio mentre tentavo di darmi una risposta, un'ombra comparve al piano superiore. Feci un cenno ai miei compagni di rimanere in silenzio e pian piano uscì dal granaio. Mi nascosi per capire chi fosse. Era una ragazza che ci stava spiando, forse si trattava di una di quelle scalmanate che ci avevano rapito. Era sola, non c'era nessun altro oltre a lei.
«Chi sei?!» dissi prendendola alle spalle, «che vuoi? Perché sei qui?». La ragazza sembrava impaurita. «Perché ti copri?», aveva un cappuccio in testa che gli copriva parte del viso.
«Non è come pensi!», disse impaurita.
«Ah no? Allora dimmelo cosa dovrei pensare», iniziai a girarle intorno cercando di vederla meglio in volto. Iniziò ad arretrare fino a che inciampò. Il cappuccio che gli copriva il viso cadde.
«Ma io ti conosco!», dissi bloccandomi di colpo, «tu sei la ragazza che ci ha permesso di fuggire!»
«Sì sono io. Sono venuta per aiutarvi. Sono ore che vi cerco e ho pensato che sareste venuti qui. Dopotutto questo è il luogo più sicuro che ci sia da queste parti. Comunque, non c'e tempo da perdere, vi stanno cercando e presto o tardi verranno qui!»
«Vuoi dire che sono a conoscenza di questo granaio?!»
«Certo che si! Questo una volta era il nostro ritrovo, ma da quando è arrivata Angela è cambiato tutto, ha costretto molte di noi a seguirla per poi immischiarci nelle sue spregevoli azioni».
«Perché non vi siete ribellate?»
«Ci abbiamo provato. All'inizio era diverso. È stata lei a fondare il club. Ci aiutava nei nostri problemi, con lei si poteva parlare di tutto, era sempre lei a rimetter pace tra di noi e quando capì che ormai ci aveva tutte in pugno ci ricattò, spalleggiata dalle sue amichette. Ma ora è tempo di finirla e voglio aiutarvi se solo ti fiderai di me!». Che cosa avevo da perdere? Eravamo già nei guai fino al collo perciò decisi di accettare. La presentai ai miei compagni di sventura.
Bentrovati! Mamma mia, è passata un'eternità da l'ultimo aggiornamento, eppure, con gioia e sopresa, alcune di voi non si sono dimenticate di questa storia, anzi, mi hanno chiesto il motivo per cui non aggiornavo più.
Il motivo potrà sembrare sciocco e infatile, ma senza sostegno e incoraggiamento si perde facilmente la voglia di far tutto, o perlomeno è quello che sta succedendo a me. Ma non voglio annoiarvi oltre, parliamo invece dei nostri fuggitivi.
Chi è questa ragazza? Vuole davvero aiutarli come dice o è tutta una messa in scena? Fametelo sapere in un commento ^^
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