24° CAPITOLO
Suona il campanello. È martedì mattina, sono quasi le 10:30 e mia madre è andata da Adam, il suo nuovo fidanzato. Sul bigliettino che mi ha lasciato sul tavolo c'è scritto che per le 18 devo essere pronta e soprattutto ha sottolineato "Ben vestita". Poi c'è scritto che devo portarmi uno zaino per mettere dentro il pigiama, lo spazzolino, il pettine, insomma le cose necessarie, visto che dopo la cena della Vigilia di Natale, ci fermiamo a dormire a casa loro. Ha perfino scritto un post scriptum in cui mi obbliga a portare la mia macchina fotografica perché Adam poi farà un album. Fantastico. Esco dalla cucina ed apro la porta d'ingresso.
<< Buongiorno secchiona!>>, dice Alex sorridendomi.
<< Ciao lumaca!>>, gli dico. Mi soffermo un attimo a guardarlo stranita per come è vestito. Ha una giacca più pesante di quella di ieri, dei pantaloni impermeabili e degli scarponi da snowboard. Questo può significare solo una cosa. Non ci posso credere... fuori tutto, dalle strade, ai tetti, dalle macchine, agli alberi, è coperto da uno strato abbondante di neve soffice, bianca e splendente! << Neveee!!!>>, grido, catapultandomi praticamente dalle scale del portico di fretta. Vengo avvolta istantaneamente da un freddo quasi glaciale. << Ehi, Abby, aspetta! Ti prenderai un accidente se vai sulla neve in quel modo>>, dice Alex. Caspita, dall'emozione del momento non mi ero proprio accorta di indossare ancora il pigiama con le pantofole in lana, visto che in casa c'è un po' freddo perché si è rotta la stufa a gas. << E poi ho portato un po' di cose per la colazione...>>, dice. Solo ora noto che ha un sacchetto in mano. << Se vuoi prima facciamo colazione e poi andiamo fuori!>>, propone Alex, mentre entriamo in casa. << Buona idea! Comunque, grazie per aver preso la colazione... sei così premuroso, pensi sempre a tutto!>>, gli dico sorridendo ed allungandomi per dargli un bacio sulla guancia. Alex mi sorride, arrossendo leggermente, ed appoggia il sacchetto con la colazione sul tavolo. Entrambi ci sediamo uno di fronte all'altro. Il buon odore proveniente dal sacchetto mi fa venire l'acquolina in bocca. Alex apre il sacchetto e dentro ci sono: due ciambelle al cioccolato, due brioche, di cui una alla marmellata e l'altra vuota, specifica Alex, proprio come piace a me, un latte macchiato ed un caffè. << Mhmm, pancia mia fatti capanna!>>, dico, prendendo subito la brioche vuota ed il latte macchiato e scatenando la risata di Alex.
<< Sono pronta!>>, dico ad Alex, uscendo dalla mia camera ed andando in salotto. << Oh, era ora!>>, dice, alzando gli occhi al cielo. << Dai, non ci ho messo così tanto!>>, gli dico, mentre si alza dal divano.
<< Nooo, solo mezz'ora!>>, dice. << Eh infatti, solo... in media ci impiego quasi un'ora!>>, dico, aprendo la porta d'ingresso, dopo essermi messa i guanti. Lui mi guarda stupito e mi dice: << Allora sono stato fortunato a dover aspettare "Così poco"!>>. Io gli faccio la linguaccia ed Alex mi dice:
<< Certo che non sei niente male con la tuta da neve!>>. Io lo guardo male. La tuta oltre che ad essere brutta per il colore a dir poco eccentrico, ovvero un fucsia quasi accecante, mi sta anche stretta, visto che mio padre, dopo averlo quasi costretto, me l'aveva comprato per andare in montagna quasi quattro anni fa. A quell'epoca avevo dei gusti orripilanti nel fatto di vestiario. Sia io che Alex produciamo nuvolette di vapore quando scendiamo le scale del portico e ci tuffiamo praticamente sulla neve. Mi stupisco del fatto che è davvero molto alta, visto che mi arriva quasi ai fianchi.
<< Wow, è altissima!!!>>, dico. << Già! Ha nevicato tutta la notte...>>, dice, lanciandomi una palla di neve. << Da adesso sono aperte le danze per la battaglia di neve!>>, annuncio, con un sorriso di sfida e aggiungo: << All'ultimo sangue>>. Detto ciò gli lancio una palla di neve in pieno viso. << Ma... ma come osi?>>, dice, lanciandomi a sua volta una, che schivo. Continuiamo per un bel paio di minuti a colpirci con le palle di neve, o meglio continuo a colpirlo, perché io le riesco a schivare tutte. << Ma che pizza! Non è valido, con questo vento le mie bellissime palle di neve non riescono a colpirti...>>, dice, facendo il broncio. << Certo dai pure la colpa al vento!>>, gli dico. Poi mi chino per prendere un altro po' di neve, quando Alex fa uno slancio in avanti e mi butta sulla neve con lui. << Ehi>>, dico ridendo, mentre prende un po' di neve e me la butta in faccia. Sia il contatto con la neve che la vicinanza di Alex al mio viso, mi provocano brivido lungo la schiena. << Hai freddo?>>, mi chiede, alzandosi e dandomi la mano per aiutare ad alzarmi. << Un po'>>, rispondo. Poi con le mani mi toglie un po' di neve dai capelli, scatenandomi una strana sensazione allo stomaco e facendomi leggermente tremare. << Forse è meglio che entriamo... stai tremando come una foglia>>, dice sorridendomi. Io annuisco e domando a me stessa se è vero che tremo per colpa del freddo o della sua presenza.
<< Allora che fai questa sera?>>, mi chiede Alex, dopo esserci entrambi tolti le giacche e le scarpe piene di neve.
<< Vado a casa di Ashley e suo padre a festeggiare la Vigilia>>, dico, sedendomi sul divano. Lui annuisce, proprio come ha fatto qualche giorno prima, quando gli ho raccontato che mia madre ed il padre di Ashley si frequentano. Non mi sentivo ancora di dirglielo, ma ho preso coraggio e l'ho fatto, visto che mi ha chiesto come mai io ed Ashley fossimo diventate tanto amiche. E questo è uno dei motivi, oltre per il fatto che abbiamo gli stessi gusti musicali ed in fondo conoscendola ho capito che è una bella persona. Comunque, non mi sarei mai aspettata una reazione da parte di Alex così... non so, indifferente? Non posso negare che qualche volta mi viene il dubbio che lui provi ancora qualcosa per lei. Ma poi chi sono io per impedirgli di provare qualcosa nei suoi confronti? Nessuno. Cosa provo per lui? Nulla... credo. << Ehi...>>, dice Alex, facendomi riprendere dai miei pensieri. << Cosa?>>, chiedo guardandolo. << Ti ho chiesto come va il rapporto con tua madre adesso che sta insieme con lui...>>, dice. << Beh... non ci parliamo più molto dalla sera che mi ha presentato Adam. Sinceramente non mi va proprio giù questa storia. Non credo di essere ancora pronta per avere un nuovo... padre?! O forse non sarò mai pronta>>, ammetto, abbassando lo sguardo. << Abby, secondo me ci devi mettere una pietra sopra... ormai è successo quello che è successo a tuo padre. Certo, con questo non ti sto dicendo che lo devi dimenticare, ma almeno dai una possibilità ad Adam!>>, mi dice. Io ci penso un attimo. Dargli una possibilità... io l'ho avuta e per questo ne devo essere grata. Ci penso su per un paio di altri secondi ed alla fine dico: << Okay, ci proverò...>>, dico. << Grazie Alex... come farei senza di te e dei tuoi consigli?!>>, dico prima di avvicinarmi per abbracciarlo. Anche lui si avvicina finché non siamo per l'ennesima volta a pochi millimetri uno dall'altra. << Di niente Abby...>>, mi dice, guardandomi con quei suoi bellissimi occhi color smeraldo. Vado letteralmente in panico, ma non riesco a muovere un solo muscolo perché sono come paralizzata. Lui si avvicina sempre di più, fino a quando riesco a sentire il suo respiro sulla pelle del mio mento. Deglutisco. Oh, no... e adesso come faccio?! E cosa faccio soprattutto! Abbasso lo sguardo e posso vedere e quasi percepire le sue labbra sulle mie. Poi di colpo ci allontaniamo entrambi e ci sorridiamo, tutti e due imbarazzati. << S-Scusa, non so che mi è preso>>, dice, alzandosi dal divano. Anch'io mi alzo e tutta un tratto sento di avere troppa confusione in testa. Ho proprio bisogno di fare una corsetta, di solito mi aiuta sempre a riordinare i pensieri, mi dico tra me e me. << Non ti preoccupare...>>, gli dico, cercando di evitare il suo sguardo. << Ehm, ora devo proprio andare. Devo aiutare mia mamma a... cucinare>>, dice, mettendosi il cappotto. So già che ha detto una scusa belle buona, ma io faccio finta di non accorgermene e gli dico: << Ah okay, va bene>>. Poi, dopo essersi messo le scarpe, apro la porta ed il paesaggio è ancora più bello di quello che c'era un'ora fa. Grossi fiocchi di neve stanno cominciando a cadere leggeri. In preda all'emozione corro nella mia stanza e dal cassetto del comodino prendo la mia amata macchina fotografica e, dopo essere ritornata in salotto, prendo la giacca e vado fuori per fotografare ogni minimo particolare di questo magnifico paesaggio. Alex ride e quasi lancio un urlo perché mi ero dimenticata della sua presenza per quanto ero concentrata a fotografare. << E chi lavrebbe mai detto che sei così presa quando fotografi! Allora un giorno devi farmi assolutamente un set fotografico... così avrai occhi solo per me>>, mi dice malizioso, facendomi l'occhiolino e scatenandomi una risata. << Puoi contarci>>, gli dico, stando al gioco.
<< Non dovevi aiutare tua mamma a "Cucinare"?>>, gli chiedo, facendo un paio di scatti di nuovo al paesaggio.
<< Oh, vero allora io vado, ciao>>, dice, scendendo le scale del portico. << Ciao!>>, dico, facendogli un paio di foto di nascosto.
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