14° CAPITOLO

<< ABIGAIL! ABIGAIL!?>>, mi chiama mia madre, entrando nella mia stanza. Apro lentamente gli occhi e le rivolgo uno sguardo con un misto di tristezza e confusione. << La scuola mi ha chiamato per chiedermi il motivo del perché sei andata via senza avvertire nessuno... MA CHE COSA TI È SALTATO IN MENTE!? Mi hai fatta morire di paura! Pensavo che... che ti fosse successo qualcosa e quindi ho dovuto lasciare il lavoro per assicurarmi che fossi ritornata a casa sana e salva!>>, mi dice furiosa, guardandomi quasi con amarezza. Io di punto in bianco scoppio a piangere ed il suo sguardo cambia e diventa preoccupato. << Abigail, è successo qualcosa?>>, mi chiede in un tono calmo e rassicurante ed io, tra un singhiozzo e l'altro, le incomincio a raccontare tutta la mia pessima giornata. Dopo avermi ascoltato, mi abbraccia forte e mi dice: << Abby, mi dispiace tanto per quello che è successo... adesso vado subito alla tua scuola e chiedo un incontro immediato con il preside, così impareranno una bella punizione quelle stupide bulle!>>. Fa per alzarsi, ma io la blocco, piazzandomi davanti alla porta e dicendole: << Per favore non dirlo al preside... non voglio essere presa ancora più di mira>>. Lei dopo aver esitato un attimo, si avvicina a me e mi dice, rassicurandomi, che se non voglio, lei non andrà dal preside. Io la abbraccio una seconda volta e la ringrazio. Dopo essersi accertata che io stia bene, ritorna al lavoro e prima di andarsene mi dice che nel solito posto, se ho fame, ci sono degli altri snack che ha comprato questa mattina e che domani, visto che è il giorno del ringraziamento, cucinerà il tacchino. Mi stendo di nuovo sul letto, ma visto che non riesco più ad addormentarmi, prendo il telefono dallo zaino e mi ritrovo trenta chiamate ed altrettanti messaggi da parte di Alex. Mi sta provando a chiamare anche adesso. Senza pensarci troppo, non rispondo alla sua chiamata e metto il cellulare sul comodino. Non sono proprio nell'umore di parlargli. Poi mi metto le scarpe da ginnastica ed esco a fare una lunga corsa nel vicinato, evitando le strade frequentate. Dopo quasi mezz'ora di corsa, ritorno a casa, mi tolgo le scarpe e mi faccio un bel panino, accendendo la televisione e mettendo un dvd dei pochi film horror che ho ritrovato dopo il trasloco.

Trascorsi neanche dieci minuti dall'inizio del film, qualcuno suona alla porta. Mi alzo svogliatamente dal divano e controllo dallo spioncino della porta chi è che ha suonato. Accidenti... è Alex. Mi allontano silenziosamente dalla porta, ma purtroppo la fortuna non è dalla mia parte, perché Alex mi dice da dietro alla porta: << Abigail Clark, lo so che sei a casa! Sento le grida di un possibile film horror, quindi non credo che a tua madre le piacciano questo genere di film o che la televisione si sia magicamente accesa da sola!>>. Io faccio un sospiro e gli dico: << Alex, ti prego, non ho voglia di parlare in questo momento...>>. << Dai, aprimi... ho fatto tutta questa strada per te con 39 di febbre. Non vorrai farmi ammalare ancora di più!>>, mi dice starnutendo. Io riluttante apro la porta ed Alex mi fa un sorriso incerto. << Hai un aspetto...>>, incomincio a dire, ma lui mi interrompe, dicendo: << Schifoso? Lo so>>. << No, volevo dire stanco>>, gli dico, facendogli un sorriso appena accennato. Chiudo la porta e girandomi mi accorgo che Alex mi guarda in un modo strano che lo fa apparire stranamente buffo. Mentre cerco di trattenermi dal ridere, lui mi dice: << Perché ti viene da ridere? La mia situazione attuale non mi sembra tanto comica... beh, forse un pochino visto che sotto la giacca ho il pigiama con disegnato un orsetto. Mannaggia a mia mamma che mi compra ancora pigiami da bambino!>>. Entrambi scoppiamo a ridere ed io lo faccio accomodare sul divano. << Dai, togliti la giacca, voglio vedere...>>, dico e lui continua la frase dicendo: << Il mio magnifico pigiama con l'orsetto? Scordatelo!>>. Dopo che Alex ha ricevuto una serie di suppliche da parte mia, alla fine lo riesco a convincere a togliersi la giacca, ma in cambio devo permettergli di restare a farmi compagnia per tutta la durata del film ed ovviamente io accetto. Mi farà bene avere un po' di compagnia... soprattutto se si tratta della sua, dico tra me e me. << Allora è tanto pauroso?>>, mi chiede, coprendosi con la mia coperta. << Nah!>>, gli rispondo, sapendo di aver appena detto una bugia.

<< TU, traditrice, HAI DETTO che NON FACEVA PAURA... ma IO sono morto DALLA PAURA per colpa tua!>>, dice, guardandomi con falso odio. Io mi sbellico dalle risate, intanto che lui si finge offeso. << Non ti credevo così fifone!>>, gli dico e lui mi fa la linguaccia.
<< Comunque... ho sentito di quello che ti è successo oggi, me l'ha detto Wade... ne vuoi parlare?>>, mi chiede, facendosi serio.
<< Sinceramente no, non ne voglio parlare... anzi, per un po' di tempo non voglio nemmeno sentir parlare di tutta questa faccenda e di Megan e Skyler, ma purtroppo credo che sarà tutto il contrario>>, gli dico, abbassando lo sguardo e lui mi consola, dicendo: << Dai, non ti preoccupare, tutto si sistemerà. Sono sicuro al cento per cento che fra neanche una settimana tutta questa storia sarà dimenticata>>.
<< Speriamo. Grazie Alex per essermi stato vicino!>>, gli dico, abbracciandolo. << Io non voglio perderti...>>, dice in quasi un sussurro.

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