1° CAPITOLO

Dopo quasi due mesi passati dall'inizio della scuola, io e mia madre, Scarlett, ci siamo trasferite in un tranquillo e piccolo paese, vicino al mare. Dopotutto sono felice di aver cambiato posto, così finalmente potrò ricominciare da capo e lasciarmi tutto e tutti alle spalle. Inoltre devo dire che questo posto è molto più bello della solita vecchia città in cui abitavo prima, piena di smog, troppo rumore di clacson, e soprattutto non dovrò rivedere mai più le persone di quella stupida cittadina e potrò andare in una nuova scuola. Comunque, questo posto è magnifico, è pieno di piante di vario genere e si può sentire il cinguettio degli uccelli e l'odore rinfrescante del mare. Spero che andrà tutto bene, domani, a scuola. Forse potrò finalmente scoprire che cosa si prova ad essere un'altra persona; nessuno sa niente di me ed io non so niente di loro. Una cosa però mi blocca, cioè fare amicizia con persone nuove. Non mi definisco una ragazza timida o riservata, è solo che la maggior parte delle persone, fino ad ora tutte, non capiscono il mio carattere o il mio modo di fare, e per questo io mi chiudo in me stessa e mi isolo da tutti. Sono quel tipo di persona che, quando riceve un duro colpo, se ne resta in piedi in silenzio, a stringere i pugni ed a sopportare la tempesta di colpi successivi, per quanto dolorosi possano essere, senza pensare nemmeno per un istante l'idea di tirarsi indietro e fuggire. Spero però che questa volta sia diverso, non voglio sprecare la seconda possibilità che mi è stata concessa per riprovare a conoscere il vero senso della parola "Vita" ed avere delle persone che mi vogliono bene veramente.

Adesso sono le 21:37 e mia madre non è ancora tornata. Certe volte sta via per intere giornate, ma è meglio così, visto che quando arriva a casa mi comincia a gridare e ad incolparmi, accusandomi della morte di mio padre. Così io inizio a crederle ogni giorno, sempre di più. Invece certe volte si ubriaca così tanto che si addormenta sul pavimento del salotto.

Mi chiedo sempre se vale la pena lottare, altre volte mi obbligo a pensare che il prossimo giorno mi sveglierò da tutto questo inferno e tutto ritornerà come prima. Ma ormai mi sto rassegnando a questa idea e spero solo che la giornata finisca presto.

Mi alzo dal divano e preparo la cartella per il giorno successivo, mettendo un quaderno per gli appunti e un astuccio. Poi vado in cucina, prendo un po' di pizza avanzata da ieri, esco di casa e mi siedo sulla sedia a dondolo nel portico. Nessuna macchina, nessun rumore, niente di niente, solo io e i miei pensieri. Appena finita di mangiare la pizza entro a casa, chiudo la porta a chiave e vado nella mia stanza a dormire. Domani sarà una lunga giornata, mi dico.

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