𝙼𝚒 𝚙𝚎𝚛𝚍𝚘𝚗𝚒? 𝙻𝚘 𝚏𝚊𝚛𝚊𝚒?:

Mi piaci Taehyung.

Jeon Jeongguk era il ragazzo di Kim Taehyung.
Forte, palestrato, con un gran bel senso dell'umorismo, un sorriso da fare invidia a chiunque e gelosissimo da fare paura a qualsiasi persona gli camminasse davanti anche solo per un secondo.
Però, oltre alla gelosia, era anche affettuoso, sapeva amare e dava amore, soprattutto quando il suo ragazzo prendeva la febbre... lui era sempre lì a coccolarlo; sprecava tutte le sue forza per cercare, in qualche modo, di cucinare qualcosa, anche se poi si arrendeva e andava sui siti internet per ordinare d'asporto. Dopodiché si abbandonava al fianco del proprio ragazzo e gli sussurrava parole dolci, carezze e bacetti per tutta la notte. L'indomani avrebbe preso anche lui la malattia, ma, effettivamente, a ben poco gli importava.
L'importante era che il suo ragazzo stesse bene, in salute e pronto per studiare tutte le materie che aveva saltato il giorno prima.

Ogni giorno, Jeongguk, salutava, Taehyung con un fiore diverso.
Il primo mese si scervellava in ogni modo per poter cercare il tipo di margherita... o rosa adatta, che non avesse pochi petali, che fosse di un colore accettabile, né troppo acceso né poco illuminato. Soprattutto che profumasse di un buon odore e non di insetticida.
Anche perché tra se e se non sapeva quale fiore si avvicinasse al suo Taehyung.
Perché non lo si poteva paragonare proprio a niente. Nessun oggetto, nessuna persona e nessun fiore poteva anche solo arrivare ad eguagliare il suo ragazzo, la sua bellezza, la sua pelle lattea, i suoi occhi bruni, le sue ciglia lunghe e folte. E quei capelli, quei capelli che tanto amava strofinare tra le sue mani per creare un minimo di contatto. I nei, i pochi nei che aveva nel viso, uno sotto la palpebra, l'altro nelle labbra e uno nel nasino piccino...
Le gambe lunghe e semplicemente pure, con la pelle giovanissima e liscissima e le mani semplicemente perfette, senza alcuna imperfezione.
Taehyung era letteralmente la figura più eterea che lui avesse mai visto.

Per Taehyung, Jeon Jeongguk era il ragazzo conosciuto all'età di otto anni, sporco di zucchero mentre rubava la sua ciambella al sapore di cioccolato al latte del bar sotto casa sua. Colui con il quale ebbe il brivido di poter bramare delle labbra maschili, baciarle tutte le volte che volesse e poter fantasticarci la notte abbracciando il cuscino e piangendo lacrime amare sul lenzuolo blu cobalto ascoltando la sua canzone preferita.
Jeongguk era il suo migliore amico, il suo confidente, il suo amico di penna, colui con il quale si scambiava piccole effusioni d'amore come i tipici bacetti sulle guance ogni mattina prima di entrare in classe, o quando si prendevano le mani sotto le coperte di lana in inverno, lasciandosi delle piccole carezze per tutta la notte, perché la consideravano una situazione tutta loro, tutta speciale. Tutta perfetta per la piccola coppia che erano.
Jeongguk era davvero perfetto sotto ogni punto di vista: un corpo tonico, ben piazzato, un filo di trucco che non guastava mai, ciglia molto folte e occhi scuri e penetranti, la fronte lasciata scoperta dalle mollette che usava per "ricciare" i propri capelli, così ad ogni appuntamento potevano risultare impeccabili.
Jeongguk era veramente bello, sotto tutti i punti di vista.

Ma Jeongguk, purtroppo, sbagliò.
Il ragazzo corse troppo, non capì che cosa stesse facendo e si ritrovò in men che non si dica, da solo.

Per Taehyung, dopo uno spiacevole incidente, Jeongguk non andava a significare più niente.
E il ragazzo lo sapeva bene.
Si ricordava ancora il loro piccolo scambio di idee sotto l'albero del loro liceo, alla ricreazione, prima che la campanella decidesse di suonare.

«A me i tradimenti non piacciono. Non potrei mai perdonare qualcuno che mi tradisce. Ti immagini baciare le labbra del tuo ragazzo che fino a poco tempo prima aveva baciato un altro?» Ripeteva Taehyung mangiucchiando un pezzetto di mela che condivideva con Jungkook, il quale, però, si accigliò. Spostò il proprio borsone per gli allenamenti a sinistra e si prestò a fare delle semplici domande al suo ragazzo.

«Quindi scusa, vorresti dirmi che se mai dovessi tradirti, non mi perdoneresti?» Chiese, titubante, strappando le pellicine del suo pollice destro andando a causare un po' di rossore e di conseguenza un leggero flusso di sangue. Prese un fazzoletto e sotto gli occhi indagatori di Taehyung, si prestò ad attorcigliarlo attorno alla sua ferita, ma, il suo ragazzo, vedendo l'enorme guaio che stava andando a causare, decise di prestarsi come primo infermiere per medicargli lui stesso la ferita e, nel frattempo, aggiunse:

«Esatto, non ti perdonerai.» Annuì continuando a picchiettare il fazzoletto sulla ferita, portando poi il pollice alle labbra, regalargli un leggero tocco di labbra e riprendere a mangiare.

«Ma noi ci amiamo tanto Tae, siamo fidanzati da quasi cinque anni, non mi perdoneresti proprio? Niente?» Domandò, ancora, cercando di alleviare i suoi pensieri che si andavano ad accumulare nella sua testa, responsabilità, occasioni e sbagli.

«Jeongguk. Ma se tu mi ami, perché mi dovresti tradire? Se mai dovessi tradirmi, io ti lascerei seduta stante. Anche perché capirei che non ti piacevo, non ti piaccio e non ti piacerei mai abbastanza. Perché nella tua vita ci sarà sempre posto per qualcun altro e io voglio solo il tuo cuoricino, senza doverlo condividerlo con nessuno.» vedendo il volto cupo del suo ragazzo, decise di aggiungere molto velocemente:

«Ma tranquillo! Non mi tradiresti mai? Vero?» Chiese avvicinandosi, prendendolo per mano cercando di alzarsi, poiché la campanella aveva appena deciso di suonare.

E Jeongguk tacque. Quella volta non rispose alla domanda di Taehyung.

E dopo aver fatto ciò che aveva fatto, gli ritornò in mente tutto.
E capì che cosa volesse intendere il suo ragazzo. Perché, ancora, Taehyung era il mondo di Jeongguk.

E fu da lì... che entrò in gioco Min Yoongi.

Min Yoongi doveva essere la spia segreta di Jeongguk, colui che doveva far ritornare a risplendere, la coppia, che erano un tempo.
Doveva cercare di sondare il terreno. Cercare di vedere se il ragazzo avesse intenzione di rimettersi insieme al suo Jungkook.

Peccato che Min Yoongi si innamorò dello sconsiderato Kim Taehyung.

Yoongi era una persona statica e apatica. La notte non dormiva, alcune volte sonnecchiava nel suo divano e raramente si copriva con le coperte di lana che sua madre gli aveva regalato per Natale. Preferiva il freddo al caldo, la birra all'acqua, il salato al dolce, la verdura alla frutta. Odiava qualsiasi colore caldo e avvolgente, qualsiasi abbraccio, qualsiasi tipo di contatto umano. Odiava i baci sussurrati alla luna quando ci si doveva nascondere dai propri genitori, in silenzio, correndo di tanto in tanto e scambiandosi carezze illuminati da un'unica fioca luce.
Odiava e detestava gli scambi di saliva con quei baci spinti, quando ci si toccava con le mani nelle parti inesplorate da tutti, ci si avventurava in uno scambio di carezze così intime che a Yoongi faceva quasi paura.
Detestava tutte quelle sensazioni. Le odiava con tutto il suo cuore.

Si svegliava dove capitava e mangiava la solita tazza di latte con dei cereali del market sotto casa sua (prezzo 1.999 won) per poi mescolarli con un pizzico di zucchero. Usava le forchette, perché alla fin fine odiava il latte in se. Amava soltanto i cereali, ma i cereali li amava bagnati e non croccanti. Poi si lavava, non ricordava se si lavasse di più la mattina o la sera prima di andare a letto, ma l'importante era lavarsi.
Si preparava e andava a scuola.
Vent'anni e ripeteva il quinto, ma non perché fosse stupido o per la condotta miserabile, decisamente no, Yoongi era al pari dall'essere considerato un genio.
Ma la mattina gli saliva quel senso di nausea misto al mal di testa ed automaticamente non andava più.
Era una persona "vecchia" un dispregiativo che lui odiava con tutto il suo cuore. Lo disprezzava. Detestava anche le persone che lo chiamassero così. Come se fosse simpatico, come se fosse giusto agli occhi degli altri.
Non era "vecchio" lui aveva solo paura.
Aveva paura di non farcela, di non poter riuscire ad affrontare quella giornata di scuola con dei compagni troppo elettrizzati per il suo temperamento.
Così rinunciava.

Ma rinunciava fino a qualche mese fa.
Perché da quando Taehyung entrò nella sua vita, dimenticò tutto.
Tutto quell'odio. Tutti quei momenti passati ad odiare il genere umano... si trasformarono.

La notte (da quel momento in poi) fantasticava, come sarebbe stato essere il fidanzato di Kim Taehyung, potergli regalare tutti i baci che volesse, tutte le carezze sui suoi capelli, toccargli la mano di nascosto, oppure cucinare insieme, Yoongi amava cucinare con Taehyung, però, subito dopo... eccolo lì che piangeva.
Piangeva perché quel Kim aveva occhi solo per un Jeon.
E lui, che era un Min, con chi sarebbe mai andato a finire?
Magari una persona che non amava, che mai avrebbe amato come il suo Taehyung.
"Suo" come se gli appartenesse. Come il sale appartiene al mare, come le piante appartengono alla terra, come lui apparteneva a Taehyung. Ma sarebbe mai stato così?

E la notte piangeva.
Piangeva così tanto e così forte. Alcune volte non riusciva neanche a regolarizzare il respiro che alla fine si addormentava stanco morto.
Si rifiutava di fare qualsiasi cosa. Persino di poter ammettere i suoi sentimenti al ragazzo, che si vedeva fosse così innamorato di Jeongguk.

Questo era ciò, che "da talpa" Yoongi, aveva notato.

Era diventato amico di Taehyung lentamente.
Ricordava ancora la loro prima chat scambiatosi proprio all'inizio della scuola, erano capitati in classe insieme, di conseguenza si era reso conto quanto Taehyung parlasse in continuazione durante le ore di lezione e non stesse mai attento, ma stranamente prendeva il massimo ad ogni test, infatti:

"Min Yoongi sono un tuo compagno di classe Kim Taehyung, hai presente? Bene, per cui, visto che adesso siamo amici, voglio i compiti di matematica, me li puoi mandare? Per favore una foto fatta bene e che non sia presa con un cellulare del 1999 (esistevano i telefoni in quell'anno? Vabbè sti cazzi mandameli"
<Taehyung.

E lui, rispose dopo qualche momento, "ma chi cazzo me l'ha fatto fare di controllare Taehyung? Ma perché doveva cercare di capire se fosse ancora innamorato del suo amico? Perché tutte a me?"

"1) Ma chi ti conosce? 2) Non mi rompere il cazzo c'ho sonno. 3) Secondo te ho fatto matematica?"
<Yoongi.

Per poi ricevere, dopo pochi secondi contati di orologio:

"Hai ragione nessuno fa i compiti di matematica, vabbè ma quindi siamo amici? Non hai messo mica un quarto punto per quello eh."
<Taehyung.

Da lì, si accorse di quanto fosse stranamente affascinante Taehyung.
Era di una bellezza più unica che rara. Ma non per il suo aspetto esteriore. (Per quello Yoongi gli aveva già dedicato una canzone)
Ma di quanto fosse proprio bello internamente.
Dopo una sola serata passata a studiare (erano balle perché nessuno dei due aveva la benché minima voglia di aprire il libro) scoprì quanto il ragazzo avesse un cervello inimmaginabile.
Sapeva tutte le capitali, anche se nessuno volesse benché minimo ascoltarlo.
Beveva soltanto acqua perché secondo lui la Coca-Cola faceva male al suo piccolo pancino.
Non sopportava i film locali. Si lamentava della recitazione pessima e ogni volta si esprimeva con:"Se solo sapessi recitare! Vedreste come si piange per amore. Che sono quelle piccole lacrimette del cazzo! Hyung! Diglielo pure tu"
Tutto questo mentre vedevano un cartone animato e il ragazzo gli piangeva sulla spalla e gli rubacchiava i popcorn al caramello che tanto amava.
Yoongi faceva finta di non farci caso, ma non poteva reprimere i suoi istinti verso il più piccolo tanto a lungo. Vedeva come il ragazzo appoggiasse la mano tra di loro, aperta, segno che magari volesse che il maggiore gliela prendesse.

Yoongi non chiedeva tanto.
Dopo mesi passati con Taehyung, si accorse che non gli bastavano più le chiacchierate fino a tarda notte, le giocate ad uno o al monopoli, (dove volutamente perdeva per vedere il sorriso splendido di Taehyung) o quando si vedevano in giro in centro facendo finta di non conoscersi solo per far sì che la serata fosse più emozionante e scoprire delle cose dell'altro che magari non si potevano dire alta voce. Lui voleva di più. una toccata di mano, di spalle e magari di labbra. Le desiderava così arduamente che la mattina non parlava con Taehyung per questo.
Si rifiutava di farlo parlare.
Perché era così che si faceva. Era così che si scappava dalle proprie responsabilità.

4 Novembre 2018.

Yoongi si trovava nel suo divano, stava sgranocchiando qualche patatina salata al punto giusto. Si dimenava a destra e a sinistra perché i personaggi preferiti della sua serie Tv lo stavano facendo soffrire. Aveva le maniche alzate fino alle spalle, un calzino stava scivolando dal suo piede, un cerchietto per portare indietro la sua frangetta e tanta voglia di ridere e piangere contemporaneamente.

«Stupido idiota! Baciala!» urlò il ragazzo al limite della sopportazione alzandosi dal divano, posando la ciotola, abbassandosi le maniche e iniziando a saltellare per la troppa ansia che tutto finisse nel peggiore dei modi.

«Dovete mettervi insieme per la miseria! Sono venti ore che guardo questa serie TV senza dormire. Venti ore! Personaggi di merda mettetevi insieme. Ho son-» neanche finì la frase che il ragazzo prese la ragazza per la sciarpa che si trovava attorno a suo collo e la baciò.
Yoongi rimase spiazzato, dopodiché sorrise. Fece un sorriso così grande che si mise ad urlecchiare.
Rimase quasi scioccato dal vedere una situazione del genere. Finalmente, aggiunse. Poi i suoi pensieri decisero di rendere il tutto più triste.

Due personaggi immaginari erano riusciti a baciarsi e lui? Lui che fine aveva fatto? Lui era ancora solo. Triste, perché il ragazzo che gli piaceva voleva un altro e stupido, perché si era andando ad innamorare dell'unica persona che non doveva neanche ricevere le sue, di attenzioni.
Ancora senza nessuno.
Senza il suo Taehyung.

Da lì a poco le sue urla si affievolirono per trasformarsi in lievi sussurri.

«Calmati Yoongi, non piangere» si ricordò immediatamente, cercando di respirare e calmarsi.

«Calmati Yoongi, non te lo meriti» si andò a toccare gli occhi che presero a lacrimare.
Strofinò le palpebre toccandosi le ciglia.

«Perché piangi? Yoongi non devi piangere» parlava tra i singhiozzi e tra le lacrime che adesso andavano a bagnare tutto il suo viso.

«Sii realista! Lui non ti vorrà mai.» Deglutì e ricordò il meraviglioso bacio che i due innamorati si scambiarono l'anno scorso.
Sotto la pioggia, quando Taehyung stava aspettando che Jungkook lo venisse a prendere con il suo ombrello.
Ed fu lì che il ragazzo, invece di passargli l'oggetto tanto desiderato, gli diede un meraviglioso bacio sotto la pioggiarellina che non si decideva a cessare.
L'ombrello cadde dalla sue mani e loro due iniziarono ad abbracciarsi davanti a mezza scuola, la quale sussurrava contenta.

«Visto? Yoongi, come puoi pensare di battere la loro relazione? Come puoi pensare di poter entrare nella vita sentimentale di Taehyung? Sei un illuso bello e buono» Sorrise. Yoongi ridacchiò e poi si rattristò. Perché lui non poteva essere nulla per Taehyung, doveva farsene una ragione. In quel preciso momento.

Il telefono iniziò a squillare sovrastando il rumore della sua testa.

«Kim Taehyung-Sciocco sta chiamando!» il suo telefono continuava a minacciare di cadere dal bracciolo (causa la vibrazione) se Yoongi non l'avesse preso.

Cercò di controllare i suoi singhiozzi, provò a sovrastare il rumore del suo cuore, del suo cervello e cambiò facilmente direzione.

«Taehyung! Si sono baciati! Quei due si sono baciati!» Urlò, mettendo in bocca una grande quantità di patatine così doveva necessariamente calmare il suo cuore. D'altronde era così un bravo attore. A fingere che tutto andasse bene.

«Hyung, Jeongguk mi ha contattato» Disse solamente il ragazzo in tutta risposta facendo calare l'umore di Yoongi ai suoi piedi. (Non che prima fosse alle stelle) Mise in pausa la serie e diede completa disposizione per casa sua.

«Ti aspetto così mi racconti»
Yoongi era un gran masochista. Ma forse andava bene così. Vero?

Taehyung aveva spiegato al suo Hyung che Jungkook gli avesse mandato dei messaggi poco casti e in tutto questo voleva rivederlo.

«E tu...» Iniziò titubante il discorso Yoongi cercando di non rimanerci male per l'eventuale risposta ascoltata «... vorresti incontrarlo?»

«No Hyung! Come già ti ho detto mesi fa, non perdono nulla a nessuno. Mi da fastidio il fatto che mi abbia contattato. Non cambierò idea. Secondo te dovrei bloccarlo? E poi perché ci sono tutte queste patatine per terra? Hyung!» Taehyung aveva detto così tanti argomenti che fece fatica a stargli dietro.
Gli toccò le labbra con le mani e lo zittì.

«Intanto blocchiamolo, però prima mandiamogli un messaggino» Sorrise mangiando un altro pugnetto di patatine. Dopodiché digitò velocemente sul telefono qualche frase d'effetto. (Aveva pulito le mani sulla sua maglietta, ovviamente)

Ridiede il telefono a Taehyung e gli chiese se volesse vedere il continuo della serie. Taehyung negò dicendo che non sapesse l'inizio ma Yoongi gli fece un riassunto in pochi secondi. Dopodiché decise di regalargli le sue patatine (sia per farlo stare zitto, sia perché aspettava un segno dal più piccolo)

Alla fine, stanchi e assonnati, decisero di addormentarsi sul divano del più grande. Divisi da una misera ciotola, ma uniti dai mignoli delle loro mani.

20 Novembre 2018.

«Hyung! Ti va di uscire oggi pomeriggio?» Taehyung al suo cellulare stava sorseggiando una bibita leggera, prima di chiamare Yoongi.

Il ragazzo in quel periodo stava letteralmente perdendo la voglia di continuare quella farsa. (Voleva finalmente rivelare i suoi sentimenti al più piccolo, ma ogni volta succedeva qualcosa e lui si rintanava nel suo rifugio)

«Taehyung, sto male... mi dispiace» rispose Yoongi abbassando lo sguardo sulla sua copertina blu elettrico poggiata delicatamente sul piumone, il quale a sua volta era sopra il suo esile corpo, tossì leggermente e cercò di sbattere le palpebre per il troppo sonno.

«Come stai mal-» e chiuse la chiamata.

Con Taehyung era sempre così, ormai si era abituato al suo crollo tempestivo nel chiudere le chiamate.
Infatti, neanche quindici minuti dopo, qualcuno suonò al campanello.

«È aperto!» Disse Yoongi, malgrado la tosse gli stesse rendendo difficile anche solo respirare.

Taehyung entrò sbattendo l'ombrello sul tappeto d'ingresso, pulendosi le scarpe e posandole sul comodino apposito. Si scotolò il cappuccio della felpa e successivamente i capelli fradici dalla pioggia che si era abbattuta in quell'arco di tempo. (Neanche il momento di uscire di casa che Taehyung dovette subitissimamente ritornare dentro per prendere l'oggetto utile al suo riparo) si levò il giaccone posandolo sull'attacca panni e di conseguenza cercò il maggiore.

«Hyung... non dovresti lasciare la porta di casa aperta solo per me» Sussurrò Taehyung entrando nella stanza di Yoongi, impegnato a tenere gli occhietti aperti per vedere la figura del suo amato.
In quel frangente si era addormentato, ma, dato che Taehyung si trovava in casa sua, non poteva proprio sonnecchiare.

«Ora dormi, ci penso io. Ti sistemo per benino, che dici?» Chiese il ragazzo abbassandosi all'altezza del letto rimboccando le coperte del suo Hyung, facendo una leggera pressione per coprirlo in modo adeguato.
Gli regalò un leggero bacetto sulla fronte che mandò Yoongi, dritto nel regno dei sogni e nel frattempo rovistò nell'armadio alla ricerca di qualche coperta.
Trovandola, coprì per bene il suo Hyung infreddolito.

Chiuse la finestra che non faceva altro che far entrare altro vento. Si appoggiò alla porta della sua stanza e notò quanto fosse piccina per un ragazzo della sua età.

Yoongi amava i posti piccoli e angusti. Non era innamorato dei grandi spazi, bianchi perlati con finestre enormi e spaziose. Amava le stanzette piccole, piene di oggetti, di ricordi, di sensazioni e di emozioni. Amava crearne di sue, di costruirle e di sistemarle a suo piacere sulla mensola che aveva quasi sopra la testa.
Taehyung decise di chiudere la porta (dopo aver dato un'ultima occhiata) e andare in cucina per preparare qualcosa di caldo per il suo amico.

Prese il cellulare e si dedicò del tempo per una telefonata.

«Seokjin-Hyung, ciao!» Sorrise e parlò a bassa voce, così da non svegliare Yoongi dormiente e dolorante.

«Ciao ruffiano... dimmi» rispose il ragazzo occupato da tutti i libri di sociologia che occupavano la sua scrivania e la sua mente.

«Volevo chiederti... ho un amico che sta male. Per caso... cosa faresti per farlo stare meglio?» Borbottò Taehyung, non voleva dare troppe informazioni sulla salute di Yoongi. Si lasciò andare sulla sedia della cucina e prese il taccuino che si trovava alla sua sinistra (letteralmente) e la penna che era incastonata tra le pagine.
Non fece caso a ciò che era scritto nei primi fogli, andò direttamente in uno spazietto bianco tutto per lui.

«Ah, beh ci andrei a letto!» Urlò SeokJin nel suo orecchio facendo sobbalzare Taehyung che scrisse diligentemente il tutto.

Poi, arrestò la sua scrittura.

«Hyung! Che cosa dici! Sta male, ha la
Febbre!» si indignò Taehyung cancellando con tre linee la parola che il suo Hyung gli aveva fatto scrivere, facendogli imporporare le orecchie per la volgarità usata.

«Ma spiegati subito» borbottò, per poi aggiungere «Fagli un brodo di pollo, ciao mio piccolo ometto! Mi raccomando fai stare bene Yoongi!» riattaccò e si mise subito a studiare, sorridendo per la superficialità di Taehyung che non capiva letteralmente nulla.

Taehyung si districava tra pollo in pentola, verdure sul tagliere e peperoni nel forno.
Col coltello cercava di tagliare il cipollotto in maniera fine e perfetta, (cercando anche di non tagliarsi dita) il pollo rosolava con l'olio e le spezie che aveva messo dentro.
E ora si addentrava a girare le verdure nel forno, messo regolarmente a duecento gradi, come diceva la ricetta su internet.

Intanto Taehyung aveva pulito la cucina da cima a fondo, passando il lucido nei pavimenti e usando delle vecchie pezze per pulire le finestre.

Uscì i peperoni dal forno e ne assaggiò, con le bacchette, un pezzetto. Per vedere se fosse cotto o meno. Constatando di aver preparato i migliori peperoni del mondo, decise di mettere il tutto su una scodella e lasciarli raffreddare a temperatura ambiente.
Mise dell'acqua sul pollo e il coperchio sulla pentola.
Una mezz'oretta e tutto sarebbe stato perfetto.

Prese due uova dal frigo e decise di sbatterle fra di loro per preparare una frittata.
Mise il cipollotto finemente tritato dentro il miscuglio di uova e il tutto, messo sulla pentola, per creare la frittata migliore che il suo Hyung avesse mai mangiato.

Yoongi mugolò nel sonno, si svegliò e si stropicciò gli occhietti. Si girò verso il suo comodino e notò una pillola, un biglietto e un bicchiere d'acqua.

"Yoongi-Hyung! Prendimi"

Prese la pillola, accennando un sorriso e bevve un sorso d'acqua.
Poi si alzò, sentendosi mentalmente e fisicamente meglio. (dopo una buona dormita)

Aprì la porta della sua stanza e un ottimo profumino gli investì tutto il corpo e la mente.
Andò a captare che gli odori che stava sentendo erano sicuramente opera di Taehyung.

«Yoongi Hyung!» esclamò Taehyung vedendolo in piedi con una copertina che gli avvolgeva tutto il corpo infreddolito e delle ciabatte insolitamente carine.

«Taehyung, non dovevi» Sorrise il ragazzo sedendosi dove Taehyung gli diceva di fare.
Quel profumino invitante era il brodo di pollo che adesso il più piccolo gli stava letteralmente mettendo sotto il naso, dentro un piatto fondo di ceramica (Yoongi non pensava neanche di averlo)

«Ma dove hai preso tutto questo cibo? Non pensavo di averlo dentro il frigo» borbottò Yoongi andando a stropicciarsi gli occhietti e prendendo una cucchiaiata di quel bordino invitante.

«Fermo!» Yoongi si spaventò e lasciò cadere il cucchiaio che si andò a depositare sul fondo del piatto facendo ridacchiare Taehyung.

«Ti devo imboccare io! Tu sei troppo debole» Sorrise Taehyung prendendo un nuovo cucchiaio dal cassetto accanto a se e porgendo una gran bella cucchiaiata di brodo al suo Hyung.

Yoongi si imbarazzò davvero molto, ma il suo amato lo stava imboccando e non poteva di certo dire di no, anzi, aprì la boccuccia e ingoiò il tutto.

Passarono la cena in quel modo. Con Taehyung che sorrideva e gli ricordava cosa avesse fatto a scuola quella mattina e Yoongi che ascoltava tutto con degli occhi a forma di cuore, che Taehyung non poteva ancora notare.

30 dicembre 2018.

Data da ricordare per tre motivi.

Il primo:
Taehyung compiva i suoi diciotto anni.
Il secondo:
Min Yoongi confessò a Taehyung i suoi sentimenti.
Il terzo:
L'appena diciottenne capì cosa significasse soffrire per amore, per la prima volta, davvero.

Taehyung aveva organizzato una festicciola mediocre, quattro bibite, dieci ragazzi, nessun genitore e degli stuzzichini.
Stavano tutti aspettando le pizze, quando il campanello trillò forte, per poi far entrare il suo ex.

Jeon Jeongguk.

Era bellissimo, di una bellezza quasi accecante, vestito con un jeans strappato aderente, giacca di pelle e una maglietta bianca quasi trasparente. Taehyung notò anche un filo di matita tra l'attaccatura delle ciglia e la palpebra stessa. Guardava tutti con la puzza sotto il naso, girava gli occhi per poter osservare il suo Taehyung tra quelle quattro persone e, quando lo notò, si avvicinò a passo spedito verso di lui.

«Ehm... che ci fai qui?» Queste furono le parole che captò Yoongi. Si girò nella loro direzione quasi di scatto. Lasciò perdere il discorso delle metriche con un suo compagno di classe e prestò attenzione alla coppia che ora stava discutendo ampiamente davanti all'ingresso.

«Me lo tieni?» Disse distrattamente al ragazzo davanti a se, porgendogli il bicchiere con l'acqua e avvicinandosi ai due che, neanche a dirlo, gli lanciarono un'occhiata stranita.

«Che ne dite di uscire in giardino? Gli altri vi sentiranno.» Chiese Yoongi poggiando una mano sulla spalla di Taehyung che fece un brevissimo sorriso al contatto tra i due. Jeongguk roteò gli occhi.

«Ti dovrebbe interessare? Lasciaci in pace.» Borbottò il ragazzo.
Poi prese di prepotenza il braccio del festeggiato e cercare di farlo ragionare. E fu lì, che vedendo le smorfie che il più piccolo stesse facendo per il fastidio provocatogli da quelle spinte, decise di mettersi in mezzo.
Scattò qualcosa al suo interno. Lui, ne aveva abbastanza.
Troppe situazioni gli potevano andare bene.
Che Jeongguk urlasse contro di lui, che lo picchiasse, che si riprendesse il suo amato, che si rimettessero insieme e che si baciassero tra di loro. Ma non quello.

Gli invitati che si trovavano nel corridoio, decisero di andarsi a bere una birretta in cucina.

«Adesso basta. Hai avuto la tua occasione, puoi andare, d'altronde questa non è casa tua.» Yoongi gli indicò la porta, aprendogliela e sbattendolo direttamente fuori. Oppose resistenza, tanta, ma alla fine riuscì a far scattare la serratura e si girò verso Taehyung.
Sperò, con tutto il suo cuore che il ragazzo non fosse arrabbiato con lui.
Che non lo respingesse più di quanto non facesse di suo, che non lo cacciasse di casa, che non lo facesse stare male nel bagno degli ospiti.
Sperò davvero di tutto, tanto che il suo cuore iniziò a battere forte, anzi, fortissimo. Le mani iniziarono a formicolargli per l'ansia di vedere il suo viso.

Ma il ragazzo, si lanciò contro di lui per abbracciarlo così forte che glo parve tutto un sogno.
Rilasciò un sospiro di sollievo, il cuore si calmò e ritornò al suo debole battito.
Per passare tempo, dato che Taehyung stava continuando a singhiozzare sulla sua spalla, iniziò a toccargli alcune ciocche di capelli.
Finalmente, dopo cinque minuti, il ragazzo si staccò e si andò ad asciugare il viso (le lacrime avevano rigato tutte le sua guance e le sue labbra) con la manica.
Ma, Yoongi, lo fermò e le asciugò lui stesso, lasciandogli un leggero bacio sulla fronte. Lasciò premute le sue labbra per qualche secondo, fece giusto un po' di pressione e poi lo lasciò andare.

«Non puoi piangere Taehyung. Non puoi proprio. Sei troppo bello per farlo, non puoi macchiarti per uno che non vale neanche un tuo capello.» sussurrò il ragazzo facendogli ritornare il sorriso seduta stante.

Taehyung ridacchiò e annuì.

«È vero! Sono troppo bello per lui, ecco.» borbottò il ragazzo alzando il pugno in aria. Dopodiché tornò dai suoi invitati.

Yoongi rise e lo seguì.
Poteva finire male, ma per fortuna aveva tutto sotto controllo.

Gli invitati avevano appena tolto il disturbo, avevano fatto la foto con Taehyung attorno alla torta che avevano comperato lo stesso pomeriggio in un supermercato lì vicino. (Però era molto buona a detta di Seokjin)
Dopodiché avevano scattato altre foto in giro, mentre ognuno di loro beveva o ballava.
E poi, all'una di notte, tutti avevano in mente di andare a dormire.

Tranne Yoongi e Taehyung, che stavano sistemando il salotto prendendo tutti i bicchieri e svuotando le grandi bocce di alcool (anche se era quasi tutto finito)

Appena concluso di sistemare, chiusero tutto dentro un sacchetto e Yoongi sospirò.

Era arrivato il momento.
Non poteva più nascondersi e non poteva neanche più stare male.
Si avvicinò a Taehyung e gli levò il sacchetto nero che teneva fra le dita.

«Taehyung.» sussurrò prendendole nelle sue e sentendo il freddo che prendeva vita nel cuore. Si era promesso di non piangere e di non far piangere. Se lo avesse rifiutato avrebbe capito che il mondo non era fatto per un secondo amore. Avrebbe capito che tutti prima o poi tornavano da chi gli faceva del male e non da chi veramente poteva cambiare la loro vita. Lui aveva capito tanto e agito poco e questa era soltanto colpa sua.

«Io devo dirti una cosa» borbottò facendo diventare le sue guance rossissime. Taehyung giurò che non aveva mai visto niente di più rosso e caldo in vita sua.
Yoongi era il ritratto dell'imbarazzo, la tensione si poteva tagliare con il coltello e la timidezza si poteva notare anche lontano un chilometro.

«Mi piaci Taehyung.»

Sussurri velati, verità svelate, baci non dati.

9 marzo 2021

«Yoongi! Sei sempre in ritardo! Anche alla tua festa di compleanno» urlò sua madre tirandogli uno schiaffetto leggero dietro il collo facendolo sobbalzare dal suo posto.

«Scusa mamma, c'era traffico per strada. La neve non si è ancora sciolta, ti chiedo scusa.» Disse il ragazzo scoprendosi la fronte dal capello di lana e il collo dalla sciarpa anch'essa dallo stesso materiale.
Si toccò, con le dita soffici e più bianche del normale, le vene del suo leggero ed esile collo bianco.
Qualcuno il lontananza deglutì.

«Yoongi! Buon compleanno.» Suo padre si avvicinò al ragazzo ormai 23 enne e sorrise a suo figlio che ormai era cresciuto in tutto e per tutto.

«Grazie papà. Ti ringrazio» accennò un sorriso e si avvicinò per abbracciare suo padre, che pianse di gioia riavendo suo figlio finalmente fra le sue braccia.

«Yoongi! Amico mio!» Kim Namjoon e Jung Hoseok si avvicinarono per abbracciarlo per bene e donargli il loro regalo di compleanno, niente di che, ma era una cosina che avrebbe fatto tanto piacere al più grande.

Nel frattempo uno ad uno i suoi amici si avvicinarono e gli regalarono ciò che avevano preso per lui.
La festa non era tanto grande, ma neanche piccina, anzi, era una signora festa.

Aveva tutti i suoi parenti accanto a lui, i suoi compagni d'avventure che scherzavano con sua madre per la torta gigante che aveva comprato e poi c'era lui che se ne stava in un angolino aspettando che arrivasse il suo turno.

«Ciao Yoongi, era da tanto che non ci vedevamo» Sorrise Jungkook avvicinandosi alla sua figura e dandogli il suo pacchetto. (all'interno vi era un mouse di un produttore famoso)

«Ciao Jungkook, come va? Tutto okay con il tuo ragazzo?» Sorrise Yoongi alludendo al piccoletto accanto a lui.

Entrambi risero e il ragazzo si presentò al suo amico. Chiacchierarono per un po', dopodiché, il campanello, suonò.

Yoongi andò ad aprire la porta, di tutta fretta anche, vedendo dallo spioncino chi fosse, poi si accorse del ragazzo dall'altro lato e l'aprì subito.

«Auguri!» esclamò, urlando leggermente, lasciando cadere il pacchettino che aveva tra le mani, per terra. Si lanciò subito sul suo Hyung e lo baciò davanti a tutti.
Ancorò le sue labbra contro quelle di Yoongi per qualche minuto, dopodiché, quando notò che l'altro ragazzo fosse rimasto di ghiaccio, si staccò e lo abbracciò così forte da fargli imporporare le guance di un rosso scarlatto, per poi scendere dalla sua figura e fare finta di nulla.

«Comunque ciao a tutti!» urlò Taehyung entrando in casa lasciando tutti allibiti.
Yoongi compreso.

«Taehyung!» urlò il suo ragazzo non venendo per nulla calcolato, perché stava già salutando la madre il padre e tutti gli amici che si trovavano alla festa del suo compleanno.

«Finalmente è finita» sussurrò Yoongi buttandosi a peso morto sul divano. Sospirò per cercare di attirare l'attenzione del suo ragazzo ma lui stava guardando qualcosa sul suo cellulare, sorridendo.

«Taehyung, che stai guardando?» Chiese Yoongi facendolo sobbalzare dalla sedia, il ragazzo spense di scatto l'aggeggio elettronico.

«Niente.» borbottò girandosi verso il computer mettendosi a lavorare.

«Kim Taehyung! Ti ordino di dirmelo!» dichiarò il ragazzo alzandosi dal divano avvicinandosi molto velocemente alla figura del più piccolo.

«Ah si? E chi saresti?» Sussurrò l'altro in tutta risposta, girando la sedia e guardandolo negli occhi, il tutto accompagnato con uno scambio di sguardi quasi strani.

«Sono il tuo ragazzo... dimmelo» Le guance di Yoongi si imporporarono di rosso, ancora una volta per quella sera.
Decisamente non ci aveva fatto l'abitudine a tutto ciò.
Ed erano passati tre anni, quasi.

«Uhm, okay. Stavo leggendo di nuovo la canzone che mi dedicasti tre anni fa, quando ancora ero uno stupido cieco senza pietà.» si imbronciò Taehyung al solo ricordo.
Non si perdonò mai abbastanza per non essersi accorto fin da subito dei sentimenti del maggiore.

«Taehyung ma come puoi darti la colpa? Io ero troppo sciocco per non avertelo detto (neanche comunicato per la cronaca) e tu eri uscito da una relazione di appena cinque anni. Eravamo entrambi immaturi.»

«Come ho potuto... ti chiedo perdono, mi perdoni? Lo farai? Capirò se tu non lo farai e mi abbandonerai. Lo capirò, lo giuro» il più piccolo scoppiò letteralmente a piangere. Cadde dalla sedia e si portò le mani a forma di pugnetto sotto gli occhi, cercando di fermare il flusso delle lacrime, con le gambe incrociate... Kim Taehyung era il ritratto del fanciullo per eccellenza.

«Scusami Hyung!» Urlò tra le lacrime e pianse.
Yoongi mise un'ora del suo tempo, tante carezze, sussurri, baci e promesse, per calmare il piccolo fagottino che aveva tra le braccia.

Alla fine aveva perdonato Taehyung di un'azione che non poteva aver commesso.

Aveva perdonato se stesso per essersi definito come uno scarto della società più volte.

Aveva perdonato Jungkook per aver tradito il suo ragazzo.

Aveva perdonato qualsiasi persona che prima gli arrecasse del male, per non averlo accettato prima.

Aveva perdonato tutti.
Perché Yoongi era stanco dei rifiuti, voleva vivere. Voleva riuscire ad avere il suo posto nel mondo.
Voleva avere una famiglia, un bambino, imparargli come si suonasse il pianoforte, tramandargli il suono, il tempo. Voleva imparare a fare i biscotti la domenica mattina con lui, e passare la vita sorseggiando vino in rima al mare. Andare ai concerti, assistere ai primi saggi.
E voleva tutto ciò con Taehyung.
E ora poteva averlo.

Poteva iniziare ad amare se stesso, perché aveva capito come si facesse.

Fine.

❁❁❁

Ciao?
Non so effettivamente come si commenti una storia, chiedo perdono per il cringe.
Comunque, questa è la mia prima OS ed è una "Taegi".
Personalmente amo molto questa coppia (ovviamente parliamo del senso "finto" del termine)
E dovevo necessariamente scrivere una storia su di loro.

Spero sia stata di vostro gradimento (certo per chi legge questa storia, ovvio)

Beh, non so come chiudere questo commento? Voglio dire... grazie?

(Forse pubblicherò la canzone che Yoongi ha dedicato a Taehyung)

Però non so. <~<.

Beh, arrivederci!

xoxo.

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