Capitolo 5- Visite a sorpresa
Da quando erano usciti da scuola, Nathaniel e Chloè non avevano fatto altro che gironzolare per Parigi.
I sensi di colpa opprimevano la ragazza e niente di tutto quello che avesse fatto il rosso riusciva a cambiare la situazione.
-Chloè quel che è fatto è fatto, avresti dovuto pensarci prima. Dovevi immaginare le conseguenze, questo non è stato uno dei tuoi soliti scherzi. Hai esagerato e lo sai- parlò Nathaniel, stanco di vedere la sua fidanzata afflitta da un problema che lei stessa aveva causato. La coppia stava passeggiando sotto la Torre Eiffel, come se stare insieme ed evitare i loro conoscenti potesse semplicemente bastare a dimenticare tutto.
-Io devo trovare una soluzione. Devo far dimenticare a tutti quello che è successo- affermò Chloè, alzando lo sguardo dalla punta delle sue scarpe.
Nathaniel la guardò, voleva avere fiducia in lei, convincersi che ci fosse una soluzione ma non riusciva. Quello che avevano fatto a Marinette non sarebbe mai stato dimenticato. E anche se veniva seppellito da montagne di altri ricordi, il video sarebbe rimasto in testa a tutti.
Per di più il comportamento di Chloè lo stava facendo innervosire, avrebbe voluto prenderla per le braccia e scuoterla finché non avesse riacquistato la ragione.
Da una parte era comprensibile il modo in cui avesse reagito, ma dall'altra parte non sopportava quel suo atteggiamento; era come se il mondo le fosse caduto addosso quando la ragazza a cui era successo davvero questo era solo Marinette.
-Pensiamo a un modo per aiutarla con un bel gelato?- chiese Nathaniel fermandosi di fronte a una gelateria, gli sembrava carino come posto e sperava che la sua ragazza avrebbe detto di sì, era stanco di camminare senza una meta.
Chloè ci rifletté qualche istante per poi annuire, non poteva continuare in quel modo tutta la giornata.
Lei si sedette al tavolo mentre il rosso andava a ordinare.
La ragazza si stava guardando attorno pensierosa, quando si accorse del telefono del suo fidanzato lasciato di fronte a lei. Senza pensarci due volte lo impugnò ed entrò nella galleria, non voleva controllare le chat; era consapevole che non l'avrebbe mai tradita.
Un piccolo sorriso increspò le sue labbra mentre fissava le foto che il rosso le aveva scattato di nascosto.
Nel frattempo il ragazzo era tornato da lei con due coppe di gelato, ne mise una al cioccolato e zuppa inglese di fronte a lei mentre poggiò un'altra di variegato alla ciliegia al suo posto.
Chloè bloccò il telefono e lo mise di fianco al ragazzo, forse le era venuta un'idea.
-Che stavi guardando?- chiese il ragazzo con in mano il cucchiaino.
-La galleria. Ho pensato a una cosa- disse iniziando a mangiare il suo gelato tranquillamente.
Nathaniel la guardò per qualche istante e poi scrollò le spalle, non gli disturbava che avesse curiosato nel suo telefono e se gli aveva detto di aver guardato la galleria, le credeva. Con lui non mentiva mai.
-Questo gelato è delizioso!- disse la bionda mettendo in bocca un altro cucchiaino.
Nath sorrise vedendo le sue labbra sporche.
-Me lo fai assaggiare anche a me?- le chiese indicando con il cucchiaino la sua ciotola. Chloè la spostò un po' più verso di lui, segno che avesse acconsentito, ma il ragazzo si piegò sul tavolo per poi baciarla.
-Sì hai ragione, è delizioso- mormorò fissandola negli occhi.
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Era sera inoltrata quando un supereroe in un costume da gatto atterrò su una terrazza.
-Marinette dovrebbe essere a casa- disse fra sé e sé prima di bussare sulla botola.
Nessuno la aprì, in effetti era una cosa strana bussare a una botola su un terrazzo, poteva essere stato qualsiasi cosa. Impegnato nei suoi ragionamenti contorti non si rese conto che il portello si stava aprendo sotto ai suoi piedi.
-Ma cosa ci è finito sopra- disse stizzita una voce.
Chat Noir saltò all'indietro, sembrava davvero un gatto spaventato e probabilmente gli si era rizzato pure il pelo. La botola si aprì in un colpo e il ragazzo, nella posizione poco stabile in cui era, cadde verso il basso.
-Ma cosa?!-
Marinette era sdraiata sul suo letto con Chat Noir di sopra.
-Ahi, che volo!- si lamentò l'eroe.
-Deve aver perso l'abitudine- constatò Marinette nella sua mente, notando che non si fosse spostato neppure d'un millimetro da sopra di lei.
-Cosa ci fai tu qui!- urlò Marinette, dopo aver riconosciuto quei capelli biondi e le orecchie nere.
Velocemente Chat Noir fu di nuovo in piedi e guardava Marinette dall'alto.
-Ho fiutato l'aria e ho sentito l 'odore di una donzella in difficoltà- spiegò sedendosi a gambe incrociate sul letto.
-Ma sei un gatto non un cane- notò lei divertita.
-Anche noi abbiamo un ottimo olfatto.- Chat fece l'occhiolino alla ragazza, riuscendole a strappare un sorriso.
Finalmente commentò mentalmente.
-Ma anche se hai sentito questo fantomatico odore non sei in pensione? Ormai un vecchio supereroe come te dovrebbe rimanere a casa a seguire le telenovelas- lo stuzzicò la ragazza.
-In effetti prima di venire qui ne stavo guardando una, ma non è questo il punto. Non andrò mai in pensione finchè ci sarà qualcuno bisognoso d'aiuto- disse Chat Noir fissandola negli occhi, la ragazza scoppiò in una risata. Per lui era ovvia la finzione in quel gesto, ma non sapeva se definirla come una risata amara o nervosa.
-Sono sicura che a Parigi ci sia qualche altra ragazza in difficoltà con cui provarci- concluse Marinette. La corvina si alzò dal letto e scese la scaletta del soppalco.
Chat noi dal letto la osservava confuso, pensando bene a cosa poter dire. -Nessuna sarà come te Marinette- commentò.
La ragazza rise nuovamente -Fidati, ce ne sono di molto meglio.-
-E se io volessi provarci solo con te?- chiese lui raggiungendola con il suo bastone. Ora si stavano guardando di nuovo negli occhi e, poteva giurarci, non aveva mai visto Marinette così fragile come in quel momento.
-Ne avrai per molto- continuò la ragazza.
-Ho tutto il tempo del mondo, lo hai detto tu che sono in pensione- la ragazza distolse lo sguardo e sulle sue labbra comparve l'ombra d'un sorriso.
-Quindi guarderemo le telenovelas insieme?- chiese la corvina spostandosi e andando verso un manichino con qualche pezzo di stoffa appuntato con delle spille.
-Certo! Non resisterei senza- concluse Chat Noir abbracciandola da dietro.
A quel contatto Marinette sussultò, le sembrava che a stringerla fosse proprio Adrien.
Il ragazzo chiuse gli occhi godendosi quel contatto, forse un po' azzardato.
Marinette iniziò a piangere in silenzio e Chat la strinse un po' più forte. Non sapeva perchè stesse così male, ma in quel momento capì non fosse adatto fare domande.
Lentamente la fece girare verso di lui e con le mani guantate le asciugò le lacrime intenerito. Solo una volta l'aveva vista piangere ed era stato sempre sotto quella sua controparte spavalda.
-Faccio pietà, lo so- mormorò la ragazza affondando il viso nel petto di lui.
-No Marinette, sei solo umana.- Delicatamente iniziò ad accarezzarle i capelli corvini, nel tentativo di tranquillizzarla.
-E se volessi smettere di esserlo? Smetterei di stare male per chi non lo merita.- La corvina si morse il labbro indecisa sulle sue parole; una parte del suo animo tentava ancora di convincerla sul fatto che Adrien non potesse essere l'artefice di tutto quel disastro. Purtroppo credeva ancora al detto "La speranza è l'ultima a morire".
-Non puoi smettere di essere umana, non saresti più tu. E tu sei perfetta così.-
E la sensazione di benessere che sentì in quel momento, ne fu certa, era reale.
Space me
Mi dispiace davvero tanto per il ritardo, però non ho mai avuto il mio computer tutto per me e ho dovuto aspettare fino all'arrivo del telefono nuovo per poter scrivere visto che con l'altro avevo enormi problemi. Il capitolo è corto (1000 parole in meno) ma dovevo assolutamente lasciarlo così. In un commento avevo scritto che lo avrei pubblicato il 9 e sono con quattro giorni d'anticipo! Spero comunque che il nove riesca a far uscire un nuovo capitolo.
Poi anche la voglia di scrivere era completamente svanita, nell'ultimo periodo mi sento davvero demoralizzata.
Nella parte iniziale di Chloè e Nathaniel volevo scrivere al posto di "Qualche ora dopo erano entrambi nella lussuosissima stanza di Chloè" questo:
"Qualche ora dopo erano entrambi nella stanza di Chloè, a continuare la loro degustazione." Ma il family friendly sarebbe andato completamente a farsi benedire, quindi ho preferito evitare😂
(non sono pervertita, per niente.)
Mi rendo conto che Chloè è molto snaturata in questo libro, ma non sono riuscita a descriverla in altro modo, altrimenti non avrei saputo come continuare.
Mentre scivevo la scena Marichat mi stavo sciogliendo per la dolcezza. Comunque il loro rapporto così è dovuto a quello che ho accennato nello scorso capitolo, non pensate sia campato in aria. E in comunque dei casi Chat Noir è pur sempre Adrien e, per quanto possa fingere, con Marinette non riesce a risultare mai una persona diversa.
Vi lascio a giorno 9. Promesso.
GAIA
P.s
Per la fine di agosto devo far finire questa storia
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