Capitolo 10 -Mancanza
Delle frasi sconnesse arrivarono alle orecchie di Marinette, parole incomprensibili dette da due voci a lei per ora sconosciute. Il mobilio del centro massaggi del maestro Fu le apparve agli occhi sfocato, come una fotografia in movimento. Le luci al neon del soffitto, di quel bianco abbagliante, l'accecarono mentre le figure del Maestro fu e di Alya si facevano sempre più nitide di fronte a lei.
Alzò di poco la testa per osservarli meglio, indaffarati com'erano nella preparazione di qualche strana miscela, non si erano accorti del suo risveglio.
-Come sono arrivata qui?- chiese, il suono della sua voce era più roco del dovuto.
Alya si precipitò di fianco a lei pronta ad abbracciarla, ma il maestro Fu la bloccò con il suo bastone.
-Lasciala respirare- disse mentre a passo lento si avvicinava. L'occhiata che rivolse alla corvina fu capace di farle venire le lacrime agli occhi.
-L-l-ei- balbettò, teneva la testa bassa ed era intenta a osservare le sue mani stringersi e schiudersi. -Alya potresti uscire?-
L'interpellata alternò lo sguardo tra loro due, indecisa sul da farsi, lei voleva rimanere con Marinette,le era svenuta tra le braccia. -Perchè dovrei andarmene?- chiese esitante.
-Appena torno a casa ti chiamo, ma non posso spiegartelo. Fidati di me.-
La castana guardò negli occhi cerulei della sua migliore amica, poi annuì e si diresse verso l'uscita seppur contrariata. Marinette le aveva chiesto di andarsene e lei l'aveva ascoltata, eppure non sapeva se fosse stata la scelta giusta.
Quando la campanella legata alla porta del centro massaggi suonò a segnalare che Alya fosse andata via, nella stanza calò il silenzio. Marinette si fissava le dita concentrata mentre per la mente passavano le immagini di Tikki.
-Dov'è?- chiese quando finalmente ebbe il coraggio di parlare.
-Qui- disse una voce a lei familiare.
Un esserino rosso a pois neri la guardava con le zampette protese verso di lei.
-Tikki!- urlò entusiasta, prima di accoglierla tra le sue mani.
E mentre si guardavano negli occhi tutto il dolore che Marinette aveva provato in quell'anno si liberò.
Quando ti manca qualcuno il dolore ti distrugge. Continui a vedere quella persona dappertutto: nei volti, nei gesti, nei sorrisi, persino nelle lacrime. Ogni tuo gesto ti ricorda lei e spesso non puoi fare a meno di pensare "E se fosse stata qui?" oppure "Cosa ne avrebbe pensato?".
Per Marinette quell'anno era stato esattamente così, quando si affacciava dal suo balcone non riusciva a non pensare a Tikki, ai loro lunghi discorsi su quella terrazza; continuava imperterrita ad aprire la sua borsetta e parlare a vanvera finché non si ricordava che lì purtroppo non c'era più nessuno; la sera continuava a darle la buonanotte nonostante lei non ci fosse. Era stato difficile abituarsi all'idea che Tikki non ci fosse più, eppure continuava a vederla in tutto. Ogni volta che si ritrovava a prendere una scelta stava ore a pensare a come Tikki le avrebbe consigliato di fare, cosa le avrebbe potuto dire. La vedeva pure nei sogni, quando dormiva riviveva le sue vecchie avventure da LadyBug e ne immaginava di nuove. Ora risultava per lei incredibile riavere di nuovo il suo piccolo kwami della fortuna tra le mani.
Le lacrime scorrevano indisturbate sulle guance di entrambe, mentre la felicità di potersi finalmente rivedere diventava incontenibile.
-Sono così felice di rivederti- mormorò Marinette con la vista appannata.
Tikki si alzò in volo e raggiunse il suo volto per poi strofinargli la guancia.
-Torniamo a casa, va bene?- chiese chiudendo le palpebre, le loro guance erano ancora l'una contro l'altra.
-Maestro, ma sta piangendo?- chiese Wayzz sottovoce vicino al suo padrone.
-Oh no mi stanno semplicemente sudando gli occhi...- rispose l'anziano tentando invano di nascondere le sue lacrime di commozione.
Nel frattempo Alya era tornata a scuola, appena in tempo per il suono della campanella. Un'orda di studenti si precipitò fuori dal cancello principale mentre lei, dagli scalini, li osservava scendere velocemente e dirigersi verso casa.
-Come sta Marinette?- Un ragazzo biondo le spuntò di fianco cogliendola alla sprovvista.
-Adrien non dovrebbe più interessarti- affermò Alya pronta a difendere la sua migliore amica.
-Decido io cosa dovrebbe interessarmi o meno- rispose adirato lui.
-Se Marinette sta così male è per colpa tua, perché hai inviato quel video a tutti?! Hai scelto di non preoccuparti più di lei in quel momento- rispose stizzita la castana mentre cercava con lo sguardo il suo fidanzato.
-Come posso spiegarvelo?! Io non ho inviato nessun video!- urlò il biondo sempre più stanco di quella situazione, anche per lui era diventato tutto più difficile.
-Bro, smettila di urlare contro ad Alya- lo rimproverò Nino appena arrivato, mise una mano sulla spalla della sua fidanzata e lo guardò duramente.
-Come devo spiegarvi che non ho fatto niente?- disse Adrien pronto a una crisi isterica.
-Allora chi altro poteva inviare quel video?- parlò Alya sottraendosi alla presa protettiva di Nino.
-Vi dimostrerò che non sono stato io- rispose Adrien, prima di dirigersi verso la sua limousine.
Strinse i pugni finché le nocche non gli diventarono bianche e le unghie non gli si conficcarono nella pelle. Come avrebbe fatto a dimostrarlo?
Da lontano Chloè osservava con sguardo spento il modello della casata degli Agreste allontanarsi, i sensi di colpa dentro di lei aumentavano di giorno in giorno.
-Non puoi più farci niente- le disse Nathaniel abbracciandola da dietro.
-E se potessi invece?- la bionda si girò verso il suo fidanzato, gli occhi azzurri come il ghiaccio erano arrossati a causa delle lacrime che stava per versare.
-Non avrai mica intenzione di dirglielo?-
-Mantenere questa bugia sta distruggendo le loro vite. Gli ho dato il tormento per anni, meriterebbero un po' di tranquillità.- Chloè abbassò la testa, mentre le mani di Nathaniel risalivano dai suoi fianchi alle sue spalle.
-Qualsiasi scelta prenderai sarò con te. Non so se sarai pronta a ricevere le conseguenze, ma rimarrò con te. Hai bisogno di qualcuno al tuo fianco, anche tu stai cadendo a pezzi.-
In silenzio le loro labbra si unirono in un bacio, sbagliato agli occhi di molti ma necessario per loro. Non importava quello che la gente pensasse sul loro conto, se loro erano assieme.
Angolo autrice
Non mi sono fatta sentire per più di un mese, scusatemi davvero tutti. Mi dispiace troppo.
Sinceramente questo capitolo non mi convince a pieno, ma dovevo pubblicare, magari nella revisione riuscirò a strutturarlo meglio.
Ho comprato un canarino ed è arancione, ha un nome stranissimo. Provate ad indovinarlo, vi do un indizio: ha il nome di un famoso filosofo dell'antichità.
Bene vi lascio, spero comunque che vi sia piaciuto. Prometto di far uscire il prossimo capitolo al più presto🤞
GAIA💚
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