5 - Paris, Le Marais( Entre le IIIème et le IVème arrondissements )
Non sapeva se ad attrarre quell'artista di strada, che si trovava di fronte a lui, fosse il suo abbigliamento, tutto targato Ferrari, oppure il fatto che stesse leggendo e quindi era più semplice da ritrarre.
Matias alzò gli occhi dalle pagine dell'ultimo libro di Amos Oz e si mise a osservare l'artista.
Era un uomo grassoccio, dagli occhi piccoli e folti baffi neri con qualche pelo bianco. I capelli brizzolati erano seminascosti da un cappellino con visiera che stonava un po' con il suo aspetto maturo.
Abbassò di nuovo gli occhi sul libro per non far capire che si era accorto di essere lui l'oggetto del disegno dell'artista.
Era giunto a Parigi poco dopo la sua ragazza, per aiutarla a capire il motivo per cui Romy era sparita da Los Angeles senza dire una parola.
A differenza di Jude e Alan, che credevano che anche quella volta era solo una fuga, Matias era convinto che non fosse solo quello.
Romy stava nascondendo qualcosa a tutti, anche alla sua famiglia.
Ma il motivo di tale decisione era avvolta dal mistero.
I suoi pensieri vennero interrotte dal suono del suo cellulare.
Quando notò sul display il nome della sua ragazza sorrise.
-Ciao, amore, dimmi.
Dall'altra parte del telefono sentí la voce di Anastasija che gli pareva parecchio tesa.
-Non riesco a rintracciare mia madre. Non risponde nemmeno a Jude.
Le sottili sopracciglia bionde di Matias si incresparono.
-Sono preoccupata, se si fosse cacciata in qualche guaio...
Matias sospirò.
-Ana, ascoltami sai come è fatta Romy se non ti ha contattato è perché vuole stare da sola. Vedrai che quando sarà pronta si farà sentire lei. Non assilarla. - tentò di dire il ragazzo.
Conosceva Romy da almeno cinque anni. La donna era sempre stata una persona difficile da capire, apparentemente forte, nascondeva un animo fragile, quasi infantile.
Ed era quasi impossibile da comprendere.
-Matias? - la voce di Anastasija lo riportò bruscamente alla realtà.
-Dove sei? Ti raggiungo.
-All'appartamento di mia madre. A Le Marais.
-Arrivo.
Matias staccò la chiamata e si rese conto che l'artista che aveva davanti lo stava osservando.
-Grazie per il ritratto. - Sorrise il giovane.
-Oh figurati, mi è piaciuto molto. Vuoi vederlo? - domandò l'uomo con un sorriso gentile.
-Mi piacerebbe ma ho fretta.
-Lo avevo intuito, comunque se domani sei ancora in giro, vieni in piazza e chiedi di Jean con il cappello. Ti diranno dove sono - l'uomo raccolse le sue cose e si allontanò.
Matias rimase ad osservare la sagoma di Jean che si allontanava finché la sua figura non scomparve all'orizzonte.
Chiamò un taxi e ordinò di dirigersi verso Le Marais, ben sapendo che al suo arrivo avrebbe dovuto rassicurante Anastasija e sperare che Romy, nel frattempo, si fosse fatta sentire.
Una volta varcata la porta dell'appartamento, Matias si trovò sommerso dall'abbraccio della sua fidanzata.
Anastasija aveva gli occhi arrossati, era evidente che fosse molto preoccupata.
Evidentemente Romy non aveva fatto sapere nulla.
-Ancora niente?
Anastasija scosse la testa.
Ma cosa ha nella testa Romy? Non capisce che fa solo soffrire le persone che le stanno vicine, facendo in questo modo?
Fu quello il pensiero che attraversò la mente di Matias mentre stringeva la ragazza.
-Provo a telefonare a Jude o a mio padre , magari ha contattato loro.
Ma Matias sapeva che sarebbe stato inutile. Se Romy non aveva chiamato Anastasija, non si era certamente fatta viva con il suo agente o con il suo ex.
-Ana, ascoltami, non chiamarli, perché riceveresti soltanto l'ennesima delusione. Vedrai che la troveremo.
Anastasija annuì stringendosi ancora di più al suo compagno.
Insieme sarebbero riusciti a risolvere quella situazione.
-Fammi provare un'ultima volta, se non risponde la lascerò in pace.
Matias si arrese a quel desiderio, scaturito dall'amore che Anastasija provava per la madre, e annuì.
La giovane prese il cellulare e compose il numero della madre per la cinquantesima volta in un giorno.
*****
Lo aveva già fatto altre volte, prese dall'armadio un paio di scarpette da punta, consumate, dai lacci sfilacciati.
Romy le accarezzò ricordando le mille sensazioni che aveva provato quando le portava quasi tutti i giorni, chiusa nella sala prove di una delle più importanti scuole di danza della capitale, l'accademia dell'Opera.
Nello stesso punto dove aveva tirato fuori le due, vi era una scatola ancora più preziosa.
Dentro vi erano le scarpette della sua amica Susan, una ballerina che lei aveva incontrato a New York, la quale era diventata come una sorella per lei, ma che purtroppo aveva perso la sua battaglia contro una malattia terribile.
Romy ancora non era riuscita a superare il lutto.
Il cellulare trillò di nuovo ad indicare l'ennesima chiamata.
Stanca di sentire il telefono squillare si trascinò verso il comodino, dove lo aveva abbandonato, e guardò il display.
Anastasija...cosa ti sto facendo passare?
Decise che il suo silenzio era durata abbastanza, che sua figlia meritava di sapere tutto.
-Ciao, Malenkaya.
-Mamma! Cosa ti è saltato in mente? Sparire così, senza dire una parola, senza farmi sapere niente? Sono morta dalla preoccupazione! Dove sei? Stai bene?
Romy avrebbe voluto interrompere quel fiume di domande, ma si rese presto conto che non ci sarebbe riuscita.
-Mi dispiace, io non so cosa mi sia preso...sto bene, non preoccuparti. Non sono ubriaca, so che la prossima domanda sarebbe stata questa.
Dall'altra parte del telefono sentí la figlia sospirare di sollievo.
-Avviso anche Jude e papà che stai bene.
-Va bene - rispose meccanicamente Romy.
Non voleva che gli uomini sapessero, ma sapeva di non poter impedire che la figlia li avvertisse.
-Ora sei più tranquilla?
-Sí, mamma, ci sentiamo presto.
-Certo.
Quando Romy premette il tasto rosso del telefono sentí una sensazione di vuoto opprimerle il petto.
Ancora una volta, stava facendo soffrire le persone che le stavano vicine.
I ricordi le tornarono prepotenti alla mente, ricordi di un passato lontano quando Romy Parker ancora non esisteva.
Ricordi che erano troppo dolorosi per essere riportati alla luce.
Decisa a non permettersi di cadere nello sconforto si trascinò fino alla cucina e aprí la dispensa prendendo una bottiglia di vino.
La aprí, versandosi un bicchiere, sapendo che quello sarebbe stato solo il primo di una lunga serie.
Angolo Autrice : Ecco un nuovo capitolo dove presento un nuovo personaggio, Matias :) ringrazio infinitamente, il lord Comandante dei Guardiani della Notte, Jon Snow, (@Alessandroago94) per la recensione :) vi aspetto al prossimo capitolo dove forse dissiperò qualche dubbio su Romy :)
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top