14 - Paris, Le Marais (Entre le IIIème et Le IVème Arrondissements)
Alan allungò la mano verso la parte del letto che avrebbe dovuto occupare sua moglie, ma le sue dita strinsero il vuoto.
Avevano dormito insieme dopo parecchio tempo.
In un film romantico sarebbe finito con i due protagonisti che finivano a letto insieme, in quelle scene che ti domandi per quale motivo finisca sempre così.
Ma quello non era il film, era la vita vera e a loro due era bastato rimanere abbracciati tutta la notte per essere felici.
Il sesso era una solo una parte del rapporto tra marito e moglie.
Le palpebre dell'uomo tremarono finché non furono completamente aperte. Estelle non c'era.
Ancora un po' assonnato Alan si mise seduto sul morbido materasso, la stanza era piccola, arredata con semplicità, ma l'uomo sapeva che quella non era la stanza che Romy usava quando si rifugiava in quell'appartamento, del quale aveva scoperto l'indirizzo solo il giorno prima.
Alan aveva recuperato i bagagli nell'albergo dove alloggiava da poche ore e aveva seguito la moglie fino a quel punto di Le Marais.
Estelle era fatta così, era una donna piena di mistero, ma per questo incredibilmente affascinante, era stato proprio il suo lato misterioso ad attrarre Alan.
Ma non solo questo, Estelle era fragile e quando si affezionava a qualcuno dava tutta se stessa, anche se a volte non sembrava.
Il rumore, quasi impercettibile dei tasti di una macchina da scrivere, gli fece capire dove si fosse cacciata Estelle.
L'uomo imboccò il corridoio che dalla zona notte portava alla zona giorno.
La donna era seduta al grande tavolo del soggiorno con davanti una vecchia macchina da scrivere e le sue dita agili battevano sui tasti con rinnovata energia.
Alan si appoggiò allo stipite della porta osservando la stanza.
Era grande, arredata con gusto, ovunque vi erano le amatissime bambole di porcellana della moglie che Alan aveva imparato ad apprezzare.
Alcune bambole avevano le sembianze dei personaggi de Il trono di Spade, infatti sul tavolo, davanti alla moglie vi era una bambola con le sembianze del principe Reaghar Targaryen, la quale era sempre presente quando Romy era nelle vicinanze, tanto che era stato proprio Reaghar a permettere ad Alan di trovare la moglie quando lo aveva perso per le vie di Tuileries. Di fianco al principe vi era un disegno che raffiguava una donna che abbracciava una bambina.
La bambina era Anastasija quando aveva sette anni, mentre la donna era Estelle. Un quadro idilliaco, che, in parte aveva rispecchiato la realtà per un certo periodo.
Alan si avvicinò alla moglie e l'abbracciò da dietro, facendola sobbalzare.
-Il principe Reaghar veglia sempre sulle tue opere?
Estelle sorrise alzando lo sguardo verso il marito che solo allora notò che dalla parte opposta rispetto alla macchina da scrivere vi era quel tomo di ottocento pagine che era "Fuoco e Sangue", uno dei tanti libri extra che Martin aveva scritto oltre alle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco delle quali Estelle era una fan svegatata.
Fin da quando era uscito il primo libro della saga Estelle li aveva collezionati tutti.
-Sempre e comunque, il principe del Drago è sempre un punto di riferimento nelle mie opere. Io e lui siamo molto simili.
Per Alan era normale pensare che sua moglie si paragonasse ad un personaggio letterario come Reaghar, un personaggio tragico, esattamente come Estelle .
Non per niente il primo ruolo di Estelle era stato proprio quello di un personaggio tragico, Alan non sapeva perché ma sua moglie era terribilmente attratta da quel genere, tuttavia era anche in grado di interpretare ruoli allegri o spensierati.
Infatti l'educazione di Estelle da piccola era stata improntata all'arte.
Monique, infatti, le aveva fatto studiare pianoforte, violino e arpa, oltre alla danza classica e il canto, ed Estelle sveva dimostrato di avere un grandissimo talento in ogni specialità nelle quali la madre l'aveva introdotta.
Era anche una perfezionista incallita, incapace di sopportare il minimo errore.
-Immagino che anche Anastasija sia un punto di riferimento per te.
Romy annuì senza staccare gli occhi dal foglio che stava uscendo dalla macchina da scrivere.
-Lei, tu, Jude, tutti voi. So che ho parecchie mancanze verso di voi, molto spesso non vi faccio capire cosa provo, vi taglio fuori dalla mia vita e dalle mie scelte, non perché non mi fidi di voi o non vi voglio intorno, solo che...
-Sei uno spirito libero. Ti è difficile riuscire a stare ferma. Noi lo sappiamo e lo capiamo, ma a volte dovresti farti sentire un po' di più.
Estelle fece un profondo respiro, era vera ogni parola uscita dalle labbra di suo marito.
-Mi dispiace.
-Tranquilla, ma ora mi dirai da cosa stavi scappando? Perché dubito che fosse solo per il dolore di quello che è successo a Notre Dame.
In quel momento, il rumore dei tasti che aveva fatto da sottofondo alla loro conversazione scomparve.
Estelle si era fermata.
-Belle?
-Non lo so nemmeno io.
-Non dire bugie, Belle, non ne sei capace.
Estelle comprese che non gli poteva mentire, Alan lo avrebbe capito.
Di colpo sentí di nuovo quella sensazione di vuoto, misto a paura che l'aveva colta quando Jude le aveva comunicato che il suo film sui Romanov non si sarebbe fatto.
-Il mio film sulla famiglia Romanov non si farà, la casa di produzione ha fatto un passo indietro per problemi finanziari, così dicono. Sono distrutta Alan.
Estelle scosse la testa cercando di trattenersi dallo scoppiare a piangere per l'ennesima volta.
Alan fece il giro della sedia trovandosi di fianco a Romy e le abbraccio le spalle, ed Estelle lo lasciò fare, ora come ora aveva bisogno di appoggio.
Era stanca di scappare da tutto, anche se era certa che, prima o poi ci sarebbe caduta di nuovo.
Beh, almeno non si era ancora buttata nell'alcol e questo era un bene.
-Vedrai, supereremo anche questa, insieme.
Estelle annuì, forse per la prima volta convinta delle parole di suo marito.
****
Anastasija aprí un occhio, notando con piacere che Matias era ancora al suo fianco.
Il suo ragazzo a volte si svegliava prima dell'alba e usciva a fare una passeggiata, una pratica che lei non capiva, ma per il suo ragazzo era importante e lei non si era mai intromessa.
La ragazza si alzò ammirando i raggi del sole che entravano dalla finestra.
Il giorno prima era stato fin troppo strano.
L'incendio di Notre Dame aveva spiazzato tutta la comunità internazionale, lei, Matias e Rifka, insieme a molte altre persone erano rimasti a vegliare sulla cattedrale fino a notte fonda.
I canti e le preghiere non avevano smesso di riempire l'aria nemmeno per un secondo e i bar della zona avevano offerto la cena a tutti coloro che si trovavano in piazza.
Ma non era solo questo.
La stessa Rifka aveva affermato che c'era qualcosa di strano nell'aria, che nemmeno l'energica israeliana riusciva a comprendere.
Anastasija si alzò dal letto e saltellò fino alle ciabatte che aveva abbandonato parecchio distante dal letto.
Nel recuperarle però la ragazza notò qualcosa che la sera prima non aveva visto.
Uno dei cassetti del comodino era aperto e da dentro spuntava un diario color fuoco.
Troppo curiosa per resistere, Anastasija afferrò il libricino e lo aprí.
Il diario era recente, datato 2019, e vi erano riportate un sacco di cose che Anastasija ignorava.
Molto spesso la calligrafia di sua madre prendeva una piega nervosa, come se avesse bisogno di imprimere su quelle pagine quello che provava nell'istante esatto in cui quella sensazione si presentava.
La penna usata da Romy non era mai uguale, i colori cambiavano a seconda di quello che c'era scritto, quando arrivò alla metà Anastasija notò che il colore era sempre il nero.
Dalla metà in poi le pagine perdevano i colori dando la sensazione di una tristezza infinita.
Anastasija non ci mise molto a capire il perché.
Era la parte di diario dedicata a Susan, l'amica a cui sua madre era legatissima.
La sua morte aveva lasciato Romy sgomenta e spaventata.
Anastasija alzò lo sguardo dal diario e finalmente comprese.
Angolo Autrice : Strano ma vero ecco un nuovo capitolo. Sorpresi, vero? 😉 😉 Eh so stupire anche io ogni tanto.
Per chi si sta domandando perché tutti questi paragoni con Reaghar Targaryen, beh perché il principe è uno delle figure che mi hanno ispirato nel creare Romy. Grazie a tutti coloro che leggeranno :) le illustrazioni che troverete nel libro sono merito di Skadegladje, che ringrazio 😊
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