12ºCapitolo
Sono le sette e venti, ma da qui la scuola dista dieci minuti a piedi, così decido di fare colazione con calma.
Finita la colazione salgo al piano di sopra, andando davanti una porta marrone di legno, sembrava anche una porta molto antica. Decisi di aprirla, appoggiai la mano sulla maglia fredda e l'abbassai. Entrai dentro quella che dovrebbe una biblioteca, " lì ci potrai trovare tutte le risposte che ti servono" aveva detto la signora, ma io dubito fortemente che qui, tra questo ammasso di libri, ci possano essere le risposte.
Camminai affianco a uno degli scaffali che si trovava nella stanza, passai le dita fra quei vecchi libri, ancora impolverati, probabilmente nessuno entra qui da tempo. Continuai a far scorrere le mie dita finché non mi fermai su un libro, aveva la copertina rosso scuro, e le pagine nere scritte in bianco.
Lo presi tra le mani e lessi il titolo: "L'ibrido, la storia del Grande Lupo Nero e della vampira"
Come se mi fossi scottata, rimisi il libro al suo posto e uscì dalla stanza. Presi una catena che il giorno precedente avevo preso dal ferramenta, e non so come riuscì ad incatenare la maniglia chiudendo la catena con un lucchetto.
Presi un coltello e feci uno squarcio nel divano di pelle e ci buttai la chiave, ricucii xxx lo squarcio.
Tirai un sospiro di sollievo e guardai l'ora, otto meno dieci, dieci minuti e sarebbe suonata la campanella, non arriverò mai in tempo,ma meno che...
Mi misi in posizione eretta e chiusi gli occhi, lasciai scivolare le mani lunghi i miei fianchi, e mi concentrai sul retro della scuola, dove non c'era mai nessuno ovviamente. Feci un grande respiro e scomparsi.
Riaprì gli occhi e mi trovai esattamente dove volevo. Avevo imparato questo trucchetto qualche tempo fa, non lo usavo mai, perché smaterializzarmi da un posto all'altro è faticoso e io non sono pratica di queste cose. Infatti fui costretta ad appoggiarmi al muro per recuperare un po' d'energia.
Quando fui abbastanza stabile, mi avviai verso il mio armadietto.
Chiusi lo sportello e lo spettacolo che mi si mostrò davanti non fu dei migliori.
Harry stava pomiciando con, come le chiamo io, una cagna
Beh è anche vero che una cagna, perfino dal suo odore riesco a capire che si tratta di una lupa, e mi sembra anche in calore, dal modo in cui struscia su di lui, davanti a tutti, ma non si vergogna? E poi mio padre avrebbe disonorato la specie? Questo è molto peggio.
E poi dovevano farlo davanti a me? Davanti al mio armadietto a pochi metri, da dove io mi trovavo? Se pensa che vederlo baciare un'altra mi faccia stare male, ci ha azzeccato in pieno. Lo ammetto ci sto male a vederlo con un'altra, mi sento vuota, senza un cuore, come se non esistesse. Ma in fondo è normale che io mi senta così no, sono stata io stessa a spingerlo verso le altre e ad allontanarlo da me, e non me ne pento di questa decisione, l'ho fatto per il suo bene e non me ne pento.
Sbattei il mio armadietto, ma questo non li fece staccare, Harry spostò solamente i suoi occhi verdi su di me e catturò i miei. Riuscì a reggerlo lo sguardo finché una voce non mi parlò dietro <<Sono degli stronzi senza cuore i lupi vero>> era Ashton <<No>> replicai <<Allora perché il tuo Harry si sta baciando con un'altra?>> non risposi, mi limitai solamente a guardali, e quando Harry vide il ragazzo al mio fianco si staccò dalla bocca della ragazza, e fece un passo in avanti, all'inizio sembrava volersi avventare su di lui, ma poi si rimise al suo posto e prese la lupa per un fianco andandosene<<Visto? Se n'è andato senza nemmeno venire qua, da te>>mi sussurrò<<E ha fatto bene, sta solamente seguendo ciò che li ho detto>> sorrise <<Le antiche pergamene, si ne ho sentito parlare>> sospirai <<Ti aspetto al confine alle sette e mezza per andare dalla signora Cullen>>lo guardai storto. Dalla signora Cullen a far che? A si la cena<<Okay ci sarò, ma tu come fai a conoscerla?>> rise <<È la vampira più anziana che ci sia da noi, dimostra sessant'anni ma in realtà ne ha più di cinquantamila>>sorrisi. Almeno a per lei la vecchiaia non si fa sentire.
Lo superai ed entrai in classe. Mi sedetti in fondo e venni subito raggiunta dal mio migliore amico <<Ehy, com'è che non ti abbiamo visto oggi?>> chiese sedendosi ne banco vicino a me <<Ho fatto tardi>> risposi semplicemente.
<<Harry è molto turbato, cosa è successo?>> .
<<Niente>>.
<<Non è vero, entrambi siete diversi, e lo sai che ho ragione>>.
<<Louis ti assicuro non è successo niente>>dissi esasperata, ma perché non capisse che non ne voglio parlare.
<<Tu menti, siete i miei migliori amici e vi conosco meglio di chiunque altro e mi basta solo guardarvi per sapere che qualcosa non va>>.
<<Va tutto bene e se proprio vuoi saperlo niente va bene>>mi alzai di scatto dalla sedia, tanto che la professoressa alzò il capo dal libro, ma che materia stiamo facendo? <<Signorina si rimetta subito al suo posto>> Presi la mia cartella e me la misi sulla spalla <<Vada a fanculo prof>> uscì dalla classe.
Uscì nel giardino, in una parte in cui nessuno ci andava. Andai davanti all'albero e cominciai a darci una serie di pugni, come se fosse un sacco da boxe su cui sfogarci.
Continuai a tirare i pugni finché, qualcuno da dietro non mi bloccò le braccia stringendomi a se. Perché non se ne è restato in classe.
<<Mollami Louis mollami>> mi dimenai. <<Stai calma. Stai calma>> mi ripeteva con una voce tranquilla e rilassante. Cominciai a fare grandi respiri, crollai a terra e Louis con me, mi fece appoggiare la,testa sul suo petto. <<Brava, così, calmati>>mi rilassai.
<<Niente Louis, niente va, la mia vita fa schifo, tutto va male>>mi accarezzò i capelli. <<Sto male, io l'ho allontanato e ora ne pago le conseguenze, è tutta colpa mia e di quelle maledette pergamene>> mi strinsi il più possibile al suo petto. <<Shhh, va tutto bene, non è colpa tua>>.
<<Si invece>>non rispose. Mi abbracciò, finché non smisi anche di piangere. Ma sapete la cosa divertente in tutta questa storia? Io non posso piangere. Ed è una vera tortura perché dicono che piangere sia il modo migliore per sfogarsi.
Si staccò da me e mi guardò. <<Ora mi sorridi ed entriamo a scuola, tu bella felice e contenta, come se tutto questo non fosse successo>> sorrisi, forzata ma lo feci.
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La giornata a scuola fu estenuante, devo ricordarmi di non crollare mai più a scuola.
Bene, dunque, scordando cosa è successo questa mattina, dopo aver salutato mio fratello e i ragazzi sono corsa a casa.
Ora sono le sette e io sono davanti al mobile a contemplare cosa mettermi.
Opto per jeans e felpa nera, per sta sera prevedo una serata movimentata, meglio stare comodi.
Asciugai i capelli e indossai le mie Adidas nere. E sono pronta.
Uscì di casa e senza prendere il giacchetto, sta sera non fa molto freddo, almeno per me, credo che dal punto di vista degli umani faccia molto freddo.
Arrivai precisa al punto d'incontro e come stabilito Ashton era lì.
<<Andiamo>> disse. Senza obbiettare lo segui.
Mi guardai in torno, la foresta era come me la ricordavo, piena di alberi neri con poche, pochissime foglie rosse.
Cominciai ad annusare l'aria e l'odore di vaniglia mi entro nelle narici. Vaniglia, so a chi appartiene. Mi girai di scatto verso il muretto che delimita i confini e vidi due occhi verdi guardarmi. <<Andiamo via da qui>> Ashton mi prese la mano e mi trascino via dagli occhi verdi.
Appena non fummo più sul suo campo visivo, tolsi la mia mano dalla sua.
<<Stai male eh>> affermò. <<Cosa?>>chiesi non avendolo seguito <<Ho detto che tu stai male, sai ti ho visto sta mattina, avresti voluto seppellire quella licatropo>>.
<<È libero di stare con chi vuole>>.
<<Se le pergamene non esistessero staresti con lui a quest'ora>>è vero, ma loro hanno bisogno di quei schifosi stramaledetti fogli da quattro soldi. <<Loro hanno bisogno di quelle carte, solo trovo ingiusto che uno non sia libero di innamorarsi di chi vuole, tutto qua>>rise. <<Sei proprio come loro>>lo guardai confusa. <<Tua madre e tuo padre, entrambi erano contro quella legge, e tu ne sei la prova, loro volevano scappare ma non potevano perché gli avrebbero trovati, quindi preferirono la morte che scappare per sempre, loro pur di amarsi sono morti>>si chiarì<<T-Tu come fai a s-sapere queste c-cose?>>.
<<I tuoi genitori da noi sono come delle leggende, una specie di idoli, sono molto rispettati, certo all'inizio i Volturi non accettarono il loro amore, ma se ne fecero una ragione e li lasciarono in pace, ma a quanto pare gli Anziani erano di tutt'altro canto>>gli Anziani, quei vecchi siano maledetti.
Arrivammo davanti a una casetta di legno e bussammo alla porta, subito dopo la signora Cullen venne ad aprirci<<Oh finalmente siete arrivati>>ci accolse. Entrai nelle casa era tutta fatta in legno, aveva anche un camino spento.
Chissà come deve essere poter sentire il calore del camino in pieno inverno, magari con una tazza di cioccolata calda, davanti al camino, mentre fuori nevica.
Continuai a guardarmi in torno e vidi anche gli altri<<Bene vedo che c'è tutta la compagnia>> mi salutarono. Alzai gli occhi al cielo e mi diressi in cucina dalla signora Cullen, che stava versando del sangue in una caraffa. <<Signora Cullen ha bisogno di una mano?>> chiesi gentilmente
<<Oh no cara, avrò un sacco di anni ma sono ancora in forma. E per favore chiamai Sara>>annui. <<Va bene Sara>> tornammo dagli altri.
Mentre Sara serviva in dei bicchieri del sangue, entrò Michel con un paio di succulente bistecche crude, senti l'acquolina salirmi in bocca, sarà da almeno sta mattina che non mangio carne. Mi leccai il labbro superiore. <<Guarda che ti abbiamo preso>>disse facendo andare da una parte all'altra quelle buonissime bistecche. <<Ti consiglio di metterle giù prima che ti salto a dosso e ti sbrano>> mi lancio le bistecche, che in men che non si dica di loro non ne rimase nemmeno una briciola. <<Wow da quanto non la mangiavi?>> chiese Callum. <<Sta mattina>> bevvi il mio bicchiere di sangue. <<Come mai mi voleva a cena, Sara?>>chiesi. <<Bhe prima di tutto volevo vedere come dicammo...come sei messa nella tua parte vampiro ecco>> rispose cercando di cercare le parole, ma riuscì lo stesso a capire cosa voleva dire. <<Oltre ad andare molto veloce ed essere più forte, so smaterializzarmi da un posto all'altro, ma apparte questo non so niente>> scosse la testa. <<Lo sapevo, era meglio se stavo con noi come scelto>> ma allora è vero che all'inizio stavo con i vampiri? Non ci sto più capendo niente.
Appena aprì bocca per parlare una voce mi interruppe<<Ciao nonna>> una ragazza che aveva all'incirca la mia età scese le scale. Aveva gli occhi marroni e i capelli nero pece.
Io questa ragazza l'ho già vista...ma si certo quella che era a casa mia.
Appena mi vide sorrise
<<E vedo che c'è l'ibrido>> sorrise, ma ha da sorridere? <<Piacere Samanta Blake, anche se credo che già tu mi conosca>> gli porsi la mano che lei prese e strinse. <<Reneesme White>>la guardai male.
Nonna, White, chi è lei?
<<Samanta, lei è tua cugina>> disse la signora Cullen, sempre se la signora Cullen. <<T-Tu chi sei?>> gli chiesi. <<Tua nonna, madre di colei che ti ha messo al mondo>>
Nonna, cugina, mamma.
Io ho una famiglia?
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A quanto pare sono riuscita ad aggiornare prima di quanto pensavo. Scusate se il capitolo nonè dei migliori, ma sto a passando una brutta situazione in famiglia.
Scusate anche gli errori.
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