CAPITOLO 7:


~ Rifacciamolo ogni tanto, eh!~ dissi io sorridendo, ancora nervosa dal volo.
~ Quando vuoi, principessa. Non è che c'è una fontanella in questo parco?~ mi chiese guardandosi intorno.
~ Ehm...sì, è di là.~ risposi subito indicando la parte est del parco. Dovevo imparare a ignorare quel nomignolo.
M'incamminai verso la direzione da me indicata, frugando nella borsa. Elija stava dietro di me e lo sentivo ansimare. Doveva aver fatto una bella fatica, anche se non lo dava a vedere.
~ Ehi!~ lo chiamai io, girandomi.
Gli lanciai la maglietta e lui l'afferrò al volo con una mano.
Arrivammo alla fontanella e ci si fiondò letteralmente. Quasi prosciugò tutto il parco a forza di bere...poi si rinfrescò il petto lievemente sudato e la testa.
Osservai assorta i suoi capelli corvini luccicare bagnati alla luce del sole.
~ Vi trovate qui di solito?~
~ Sì. Abbiamo cominciato tre o quattro anni fa.~
Non feci neanche in tempo a finire la frase che sentii una voce chiamarmi:
~ Ehi, Angy bella!!~
~ Alex!!~ esclamai riconoscendo la voce squillante della mia migliore amica.
Mi voltai; la vidi correre verso di me e le andai in contro; quando ci abbracciammo entrambe iniziammo a saltellare come due bambine isteriche e a strillare, ma il pudore era l'ultimo dei miei pensieri.
~ Come va, tesoro?~ mi chiese gioiosa.
~ Alla grande, Alex. Hai fatto un nuovo piercing?~
Non ne ero molto sicura. Aveva dei piercing dappertutto.
~ Sì, l'hai notato! Dio, mi conosci bene, Angy!~ rispose indicando una sferetta metallica sopra il labbro superiore. L'ennesima.
Alexa era davvero una persona particolare. Aveva almeno cinque orecchini in un orecchio, tre piercing sul viso, uno sull'ombelico, due tatuaggi e i capelli azzurro acceso. Le avevo sempre invidiato il suo fisico da perennemente magra, che lei usava sfruttare per fare colpo sui ragazzi. Anche in quel momento era vestita molto provocante, con un top senza maniche che le copriva giusto il seno, una gonna rossa a stampa scozzese con le frappe a metà coscia, calze bucate e tacchi alti, ma nessuno in tutto il gruppo poteva biasimarla; era la più piccola di cinque sorelle di cui due gemelle con un anno in più di lei, una con tre anni in più e una con quattro anni in più. Tutte con particolarità speciali o talenti originali, tant'è che una era stilista e la più grande faceva la modella per molte marche famose. Era perfettamente normale che cercasse di mettersi in mostra a modo suo.
~ Puoi giurarci che ti conosco bene!~
~ Non hai idea di che corsa ho fatto per arrivare in tempo! E poi trovo solo te!~ si lamentò.
~ Bevi un po', dài.~ le dissi accorgendomi che anche lei stava ansimando.Ci dirigemmo verso la fontanella dove Elija ci osservava; da un po' di tempo, immagino.
~ Pensa di togliersi, questo qui, o devo farlo spostare io?. ~ mormorò Alexa tra i denti, con lo sguardo puntato su Elija.
~ Spostami tu, voglio proprio vedere come pensi di fare.~ le rispose Elija, che era chiaramente riuscito a sentire.
Lei gli scoccò un'occhiata furibonda. ~ Non rompere e togliti.~
Lui non fece una piega: si spostò senza dire nulla, non la guardò neanche. Io intanto, ero piegata in due con una mano spiaccicata sulla bocca per trattenermi dalle risate.
~ Che hai da ridere?~ sbuffò Elija guardandomi male.
~ Hai dei problemi con lei?!~ rispose Alexa parandoglisi davanti.
~ Senti ragazzina, forse è meglio che ti dia una calmata, prima di esplodere dal nervosismo.~ le rispose lui guardandola arrogantemente dall'alto in basso, con le braccia incrociate sul petto.
Alexa s'inbestialì; stava per ribattere.
~ Basta ragazzi, smettetela. È fatta così, non voleva offenderti Elija.~
~ Conosci questo sfigato?~ domandò lei incredula.
~ Sì, Alex. E non è uno sfigato; è un mio amico.~ le dissi seria, rimproverandola, sorpresa dalle mie stesse parole.
~ Dunque; Alexa lui è Elija, Elija lei è Alexa. Ora che abbiamo fatto le presentazioni rilassatevi e smettetela di fare i bambini.~ dissi decisa.
~ Be', colpa mia allora. Non sapevo che fossi suo amico. Un amico di Angy è amico mio.~ disse Alexa porgendo la mano a Elija.
Lui la strinse.
~ Certo. In effetti ero un po' in mezzo.~ ammise lui lasciandole la mano.
Non mi sfuggì lo sguardo nei suoi occhi: sembrava credere meno di zero alle parole che aveva appena pronunciato.
~ Andiamo ai tavolini?~ proposi.
~ Per me va bene. Gli altri sono in ritardo; come minimo devono sbattersi un po' per trovarci.~ rispose lei.
~ I tavolini sono delle panche dove di solito mangiamo. È il punto di ritrovo numero due.~ spiegai a Elija.
Lui annuì facendo spallucce.
~ Vi seguo.~ disse accompagnando le parole ad un gesto che ci invitava ad andare. Lo precedemmo fino ai tavolini. Ci sedemmo e chiacchierammo del più e del meno, finché una voce conosciuta ci interruppe.
~ Ciao, bellissime!~
~ Josh!~ esclamammo io e Alexa contemporaneamente. Il ragazzo dai capelli rosso fulvo ci salutò con la mano da lontano; cominciò a correre e ci raggiunse, sedendosi di fianco a Elija.
~ Ciao!~ lo salutò. Elija rispose al suo saluto.
~ Josh lui si chiama Elija. Elija, Josh.~ li presentai.
Si salutarono con un cenno del capo.
~ Tracy, Luke e Max sono in ritardo, eh?~ chiese Josh.
~ Che novità...~ si lamentò Alex.
~ Avranno trovato traffico...~ dissi io. Non era raro che cercassi di giustificare le persone, ma mi piaceva sempre pensare bene e magari restare delusa, invece che pensare male e prendere un granchio.
~ Traffico? Ma dai, Angy! Tracy e Luke si saranno fermati a pomiciare, mentre Max cercava di mettere l'intero armadio nella borsa!~ esclamò Alexa accompagnata dalle nostre risate.
~ Ma che bel gruppo unito e solidale...~ commentò Elija.
~ Eh, già.~ sospirò Josh.
~ Da quanto vi conoscete?~ domandò il demone.
~ Be', come gruppo stiamo insieme da quattro anni.~ rispose Alexa.
~ E fate parkour insieme?~
~ Sì. Pensiamo alle coreografie e le eseguiamo in giro per la città. Abbiamo qualche amico che si offre di riprenderci e fare i montaggi.~ spiegò.
Non aveva ancora chiuso bocca che alcune voci, da lontano, presero a chiamare insistentemente me e gli altri due; cominciammo a guardarci intorno e dietro di noi riconoscemmo i tre ritardatari: Tracy, il suo ragazzo Luke e suo fratello Max. Ci raggiunsero e si sedettero al nostro tavolo. Feci le presentazioni, mentre quei tre si scusavano.
~ Scusate tanto, ragazzi abbiamo...~ cominciò Tracy con il fiatone.
~ ...Trovato traffico?~ la precedette Alex.
~ Ehm...sì. Parecchio.~ balbettò Luke.
~ Quelli sono succhiotti, Tracy?~ chiese Josh malignamente.
Lei si portò la mano al lato destro del collo, con sguardo imbarazzato.
~ Dài, Josh! Lasciala stare, tanto non è una novità.~ dissi io tirandogli un calcio da sotto il tavolo.
~ Ora che ci siamo tutti perché non andiamo a riscaldarci?~ domandò Max ridacchiando davanti all'espressione di sua sorella, un misto tra furia omicida e imbarazzo.
~ Perché no?~ fece Alexa.
~ Se non vi dispiace noi tre dovremmo ancora mangiare...~ ci fece notare Tracy.
~ E allora? Mica è colpa nostra se siete arrivati tardi.~
Lei ignorò del tutto le sue parole, e tirò fuori un panino dallo zaino. ~ Be' noi mangiamo. Voi fate come vi pare.~
~ Vi aspettiamo, tranquilla.~ le disse Alexa poggiando la testa su un braccio. ~ Ma solo se me ne dai un morso.~
Sbuffando, l'altra le porse il panino e Alexa, soddisfatta, ne prese una modesta porzione.
~ Vieni anche tu con noi, Elija?~ chiese Luke al mio amico soprannaturale.
~ Sì, se non vi dispiace. Visto che devo riaccompagnare Angy...~ rispose tranquillo guardando verso di me.

I miei amici non ebbero niente da ridire, anche se dovetti ignorare molte occhiatine strane, così ci incamminammo verso la palestra insieme a Elija. Lo osservai mentre chiacchierava con Max; era incredibile come un essere come lui riuscisse a nascondere la sua natura, i suoi istinti in modo così pacato. Speravo che i miei istinti non spuntassero fuori all'improvviso come mi aveva raccontato che poteva succedere, o avrei avuto dei seri problemi. In poco tempo raggiungemmo la palestra, in fondo a una via poco distante dal parco; era la palestra più grande che avessi mai visto, nemmeno paragonabile a quella della mia scuola. C'era un angolo per ogni sport: le pareti da arrampicata, gli attrezzi da ginnastica artistica e ritmica, le strutture da parkour e tanti, tanti, materassi di varie forme e misure. Alexa, io e Tracy andammo nello spogliatoio, dove loro si cambiarono. Quando uscimmo, Max aveva già acceso la musica con cui usavano allenarsi: ritmo marcato e assordante.

~ Come mai non c'è nessun altro?~ domandò Elija guardandosi intorno.
~ Perché queste sono le ore vuote. Non viene mai nessuno qui in questi periodi di tempo e il proprietario consente a chi lo desidera di allenarsi purché rimettano a posto, non rompano niente, eccetera...~ spiegai.
Cominciarono con il riscaldamento, poi iniziò l'allenamento vero. A seconda delle canzoni che venivano scelte dall'Ipod di Josh eseguivano le rispettive coreografie, correggendosi a vicenda.
Un'ora dopo decidemmo che bastava così, visto che avrebbero dovuto eseguire di nuovo quella che avevano scelto di lì a poco. Sistemammo la palestra con l'aiuto di Elija e ce ne andammo a prendere una boccata d'aria prima della gara.
~ Nervosa?~ chiese Elija ad Alexa con un sorrisetto sulle labbra.
~ Nah, figurati!~ rispose, fingendosi sicura di se stessa.
~ Non crederle. È quella che ha più ansia di tutti.~ disse Josh.
~ Chiudi quella bocca!~ strillò. A me venne da ridere.
In poco tempo fummo di nuovo nel parco, dove ci sdraiammo vicino a un albero per riposarci dopo il duro allenamento ininterrotto. Noi ragazze ci sdraiammo con gli occhi chiusi, a riposare sotto il sole, mentre i ragazzi facevano gli esibizionisti per le belle ragazze che passavano. Appena ne vedevano una, si mettevano a fare verticali, capriole in aria, eccetera. Osservai Elija; lui stava tranquillo a guardare, senza mettersi in mostra. Rotolai su un fianco e mi avvicinai a lui.
~ Possibile che oltre a sparire e riapparire all'improvviso, tu non abbia altri talenti?~ sussurrai sorridendo maliziosa.
~ Oh, io ne ho di talenti, credimi. Solo non mi pavoneggio come fai tu.~ disse presuntuoso.
Io mi misi a ridere.
~ Ah, non eri tu quello che ha detto -testuali parole- "Sono stupendo, vero?"~ chiesi sorridente.
~ Non sono vanitoso. Sono realista. So di essere bello.~ rispose con tono serio, alzando le spalle e tornando a sdraiarsi con le braccia dietro la testa.
Non potevo che essere completamente d'accordo; era più che bello; era davvero...non so neanche la parola giusta per definire la sua perfezione. Il suo viso sembrava quasi innaturale; tutti hanno qualcosa che li allontana dalla perfezione, ma lui era la perfezione, nel senso più puro e primordiale della parola.
~ Fammi vedere che sai fare, allora.~ gli dissi. ~ In fondo, è da quando ci siamo conosciuti che mi metti alla prova; ora tocca un po' a te, non credi?~
Ora che ero circondata dai miei amici mi sentivo sicura di me e senza paura; non temevo di sfidarlo, davanti a loro, perché sapevo che non era così stupido da mostrare a loro quello che aveva mostrato a me.
Lui si alzò. Non sapevo cosa aspettarmi da uno come lui, ma sicuramente non avrebbe fatto un trucchetto da demone davanti ai miei amici. O si?
Si mise vicino a Max, Josh e Luke e cominciò a fare come loro; non a pavoneggiarsi, ma a fare salti mortali e acrobazie che non avevo neanche mai provato. I ragazzi cominciarono ad applaudire e a congratularsi, mentre io, Tracy e Alexa avevamo assunto un'espressione da mongole, con la bocca aperta e gli occhi spalancati.
Quando finì lo spettacolino, ringraziò per i complimenti e mi si avvicinò; io lo guardavo stupefatta. Dal suo aspetto sapevo che aveva passato molto tempo ad allenarsi, ma non immaginavo fosse capace di quelle cose. Ciò che mi fece arrabbiare di più fu la sensazione di invidia che sentivo crescermi dentro nei suoi confronti. Mi appoggiò un dito sotto al mento e lo spinse verso l'alto, chiudendomi la bocca. Arrossii, un po' per l'irritazione un po' per quel gesto.
~ Niente da dire?~ chiese sorridendo.
~ Mmh...bravino...~ risposi.
Non gli dissi più nulla per quasi tutta l'ora successiva.
Quando stavamo per andarcene mi offrii di fare un salto alla fontanella per riempire le bottigliette che i ragazzi, dopo l'allenamento, avevano prosciugato.
Ci andai di corsa e prima di iniziare a riempire le bottigliette bevvi qualche sorso d'acqua; rialzandomi mi resi conto che Elija era dietro di me, appoggiato a un albero.
~ Che fai?~ chiesi con circospezione svitando il tappo di una bottiglietta.
Staccò la schiena dall'albero e venne verso di me, ferendomi con quelle punte di ghiaccio che erano i suoi occhi brillanti.

Istintivamente mi allontanai tentando di non darlo a vedere, sistemandomi in modo che tra me e lui ci fosse la fontanella.
~ Hai ancora paura di me?~ chiese ridendo, con un sorrisetto inquietante. ~ Fai bene. E anche quel tuo amico dovrebbe. Se mi dà ancora del coglione gli strappo il cuore e glielo faccio mangiare.~
Io contrassi le labbra innervosita e lo guardai senza alzare la testa.
~ Stava solo scherzando, non voleva offenderti.~
~ Nemmeno io, dovessi ucciderlo, lo farei per offenderlo.~ sorrise.
Ingoiai il rospo e ignorai quella frase. ~ Dobbiamo andare. Ci stanno aspettando.~ dissi seria.
Raggiungemmo gli altri senza dirci più una parola. Dopo aver parlato io mi ero messa a correre per non far aspettare i miei amici e lui anche, dietro di me. impiegammo pochi minuti ad arrivare al luogo dell'esibizione: un ampio palco circondato da centinaia di posti a sedere messi in obliquo come allo stadio. Mentre camminavo, milioni di pensieri mi affollavano la testa. "Ma chi si crede di essere?" "Hai ancora paura di me?" Ripetei le sue parole con una voce molto diversa dalla sua e molto più irritante. "Io non ho paura di lui." mi dissi.
Cercavo di convincermi a non pensare a quella minaccia, ma una parte di me non esitava a credere che avrebbe benissimo potuto farlo.
Provai a immaginarmi la scena di Elija che strappava il cuore a Josh e si rivelò più cruenta e dolorosa di quanto avessi pensato. Un motivo in più per togliermela dalla testa.
~ Ah, ragazzi! Finalmente siete arrivati!~ esclamò Jorg, il finanziatore della gara, che noi tutti conoscevamo già da qualche anno.
~ Guarda che siamo in anticipo!~ rispose Alexa, sempre con quel suo tono.
~ Lo so, Alex. Ti prendevo in giro.~ le disse come se fosse una cosa scontata e ovvia.
Jorg era un uomo di circa trentacinque anni, con la barbetta bianca e gli occhi buoni. Amava molto i ragazzi e, per questo, sfruttava la sua enorme eredità per incentivare le attività sportive giovanili di ogni tipo.
~ Vi andate a preparare?~
~ Sì, grazie Jorg.~ risposi gentile.
Quell'uomo era davvero un tesoro. Senza contare che gli incassi guadagnati con gli eventi che organizzava andavano quasi tutti in beneficenza.
Andammo appunto sul retro dove cominciai a abbinare i vestiti che avrei indossato durante l'esibizione.
~ In cosa consiste questa esibizione?~ chiese Elija.
~ Be' abbiamo svolto la coreografia qualche settimana fa e un paio di amici ci hanno ripreso. Durante l'esibizione mostreranno il video e intanto ne svolgere,o una molto più corta davanti a tutti, dove hanno allestito quella specie di percorso.~ rispose Luke.
~ Sarà divertente.~ disse Elija sorridendo.
Nella mia mente mi accorsi di essere molto itritata da questo suo atteggiamento; si comportava come se prima non fosse successo nulla tra noi, il che mi rendeva più sollevata ma anche estremamente infastidita.
Radunarono tutti le loro cose e andarono nei rispettivi spogliatoi a cambiarsi, mentre io accompagnai le ragazze per far loro compagnia. Quando uscimmo, tutti avevano pantaloni e magliette o felpe, vestiti comodi insomma.
~ Ehi, ragazzi!~ fecero tre voci.
Ci voltammo a guardare e riconoscemmo il tecnico, come ci piaceva chiamarlo, un amico di Josh che li aveva ripresi e che doveva far partire il video montato da lui.
~ Ciao!~
~ Siete pronti? Andiamo?~
~ Appena Jorg ce lo dice. Tanto siamo già preparati.~ stabilì Luke.
Furono tutti d'accordo e così, mentre l'altro andava a controllare che il video fosse pronto a partire, attendemmo l'okay di Jorg. Dopo qualche decina di minuti si cominciò a udire dagli spalti una gran confusione, che segnalò l'arrivo degli spettatori. Jorg entrò nella stanza dov'eravamo riuniti tutti e ci disse di andare.
I ragazzi si diressero di corsa verso il luogo prestabilito in un angolo del percorso, che era completamente illuminato da lampioni. Intanto Jorg parlava con il microfono al pubblico, e avrebbe deciso lui quando cominciare.
I ragazzi si stavano mettendo in posizione, mentre lo schermo sopra al palco si illuminava mostrando la schermata del computer al quale era collegato; erano il primo gruppo a esibirsi, quell'anno.
Mi accomodai sul pavimento del palco, in modo da poter vedere sia il filmato (che per scaramanzia non mi facevano mai vedere prima) sia la loro esibizione. Pochi istanti dopo Elija si sedette alla mia destra.
~ Come pensi che andranno?~ mi chiese.
Una scarica di rabbia mi attraversò; il suo tono era del tutto disinteressato, probabilmente perché da quando eravamo lì in realtà non gli era mai veramente importato nulla, né dei miei amici né della loro gara, ma aveva sempre finto.
~ Saranno perfetti.~ ribattei, sforzandomi di non fargli percepire la mia irritazione.

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