A scrutare il dirupo
mi accingo,
il senso di vuoto
è il mio abisso.
Temporeggio,
lo guardo dall'alto e poi...
un passo avanti
uno indietro e siedo.
In bilico penso
che basti poco
per nuotare nell'aria
sospesa ad un palloncino
di elio.
È meglio, così è meglio,
se fermo?
Se spengo la luce
e cieca più non credo.
Inutile, inutile e vana lotta,
il muro non muove
e le membra sono stanche.
Ma è questa mia testa,
che vortica e trema
infuocata di brama.
E vieni lussuria!
Sfrenata gioia feconda,
dimmi una sola parola
che massaggi leggera.
Perché ho già scelto.
Di guardare oltre io ho scelto,
e non serve più altro.
Lo guardo dall'alto e poi...
salto.

Mo

Kamaleonte