Tu dimmi cosa vedi,
laggiù, tra i sassi del cuore.
Quei macigni grossi, silenti
e insopportabili.
Fanno male, a volte
più di sempre.

Li senti pesar tanto,
insormontabili.
Come stelle fisse,
irremovibili.
Come denti cariati
e mai curati,
inguaribili.

Forse solo un abbraccio
può avere il dovuto effetto.
Ce la faremo.

Si usa la prima persona
plurale forse per non pensare
che il problema è tuo
e basta.
Gli altri intorno a te
sembrano fregarsene
e quei sassi aguzzi
ti sgretolano il cuore.

Tu dimmi se lo vedi,
tutto questo mio dolore.
Dimmi che non è
solo una mia invenzione.

Eppuee in tutto questo
sono felice.
Un binomio contrapposto
senza fine.
Un'eterna forza maggiore:
la mia felicità,
e insieme la mia tristezza immensa,
chi lo sa.

Tu dimmi cosa vedi.
Intanto dimmelo.
Una speranza, un sogno,
la riconoscenza vera.
Tu dimmi
e dimmi ancora.
Dimmi che ci sei.