Sulle porte della memoria
sono state incise chiare lettere,
uno spiraglio di impotenza,
io non lo so.

Forse un mormorare incerto
dietro lo spigolo di pietra,
è un cuore rotto che non vuole
far troppo rumore.

Uno strazio indecifrabile.
Per fortuna la luce
prima o poi tornerà:
noi la attendiamo.

Bianca, verde, cerulea,
come solo la speranza sa essere,
giallastra, informe, eterea,
come vana è l'attesa del nulla.

Sulle porte della memoria
ho bussato tante e più volte:
rispondono vecchi affannati,
tossiscono senza fine,
hanno il vuoto negli occhi.
Una volta ero io, lì,
in quella memoria.

Sfrigolanti sensazioni
di accesi dolori,
dietro le porte della memoria
sono opachi sussulti.
Quasi d'aria, inconsistenti.
Chissà perchè.

Sulle porte della memoria
c'è qualcosa di più prezioso:
il sorriso sincero
di un giorno nuovo.
Ecco il regalo del passato:
il presente, così com'è,
fervido e intraprendente.

Se la ride, laggiù, il cuore.
Chissà cos'ha capito.