•~Chapter I~•
Guardo fuori da una delle grandi vetrate della mia stanza, situata in una delle torri del castello.
I plumbei nuvoloni sembrano promettere pioggia, mentre le chiome degli alberi situati in giardino si agitano mosse dal forte vento. Si sta per scatenare una tempesta.
Quando i primi goccioloni di pioggia iniziano a cadere dal cielo, i pochi bambini rimasti fuori a giocare corrono in casa, richiamati dalle mamme preoccupate.
La furia divina si sta scatenando e nessuno sarebbe riuscito a fermarla.
D'altronde la tempesta rispecchia perfettamente il mio stato d'animo, sono arrabbiata e triste, ma soprattutto arrabbiata. Arrabbiata con me stessa per essere inutile, come sempre d'altronde.
Pochi minuti prima, mi avevano annunciato una terribile notizia: mio padre, il Re Aloysius, stava morendo.
Abito nel regno degli elfi, Liftanel, situato nell'isola di Grels. Pochi mesi prima andava tutto bene, certo, fini a quando la "Malattia" non si era abbattuta sul paese.
La "Malattia", chiamata così dai medici in assenza di un nome, era un terribile virus che aveva iniziato a contagiare il popolo, decimandolo in poco tempo. Ti lascia piaghe terribili in tutto il corpo e ti faceva alzare la temperatura a dismisura, fino a che nel giro di tre mesi o poco più non passavi all'altro modo.
Insomma, una cosa terribile.
Non si capiva come avveniva il contagio e per questo i medici non erano riusciti a trovare una cura.
Alcune persone ne sembravano addirittura immuni, come per esempio me. Per quanto tempo passassi a contatto con mio padre , non venivo contagiata, al contrario della mia matrigna Alannah e della mia sorellastra Carissa.
Loro non si avvicinavano al Re neanche per sbaglio.
Aloysius aveva contratto la Malattia nella sua forma più acuta circa un mesetto prima, per questo stava morendo così velocemente.
E io non posso fare nulla.
Mentre continuo a fissare la pioggia sbattere contro la finestra, una voce mi chiama all'improvviso.
- Principessa Nyx!- Distolgo lo sguardo dalla vetrata e volgo lo sguardo verso la cameriera appena entrata nella mia stanza.
Assurdo, ero così concentrata che non mi sono neanche accorta che qualcuno aveva varcato la soglia.
- Desidera?- chiedo inarcando un sopracciglio.
- Sono stata incaricata di farvi preparare e di portarvi da vostro Padre. Ha una notizia importante da darvi!- mi risponde lei elettrizzata. La cameriera in questione ha lunghi capelli verdi e gli occhi giallo acceso, è abbastanza cicciottella e bassa ma ha un viso amichevole.
- Va bene-
Mi porta vicino alla cabina armadio e mi fa indossare un lungo vestito rosso dal corpetto nero. Odio essere aiutata perfino per lavarmi, ma da brava principessa devo farmi trattare come una bambolina.
Quando sarò Regina, cioè esattamente tra sei mesi, il giorno del compimento dei miei diciotto anni, farò tutto quello che vorrò. Non mi farò comandare a bacchetta da nessuno.
Mi siedo davanti alla specchiera mentre la domestica mi pettina i lunghi capelli neri dai riflessi blu. Identici a quelli della mia defunta madre. Era morta circa sedici anni prima, durante una passeggiata. Era stata attaccata da dei briganti che, dopo che lei aveva opposto resistenza, l'avevano uccisa. Tutti i ladruncoli sono statti acciuffati e bruciati al rogo, ma questo non mi restituirà lo stesso mia madre.
Circa due mesi dopo mio padre si era risposato con l'attuale regina, Alannah, e i due avevano avuto subito una figlia, Carissa.
Anche se abbiamo circa due anni di differenza, la odio con tutto il cuore.
E' una smorfiosa!
Mi guardo allo specchio. Il mio viso ha lineamenti dolci, anche se cerco sempre di nasconderli enfatizzando i miei zigomi. Le labbra sono rosse mentre la mia pelle è lattea, senza neanche una lentiggine.
Gli occhi invece sono spettacolari. Sono rosso scarlatto, come il sangue. Sono sempre stati capaci di incutere timore a chiunque, infatti molti non riescono a sostenere il mio sguardo.
Nella mia famiglia i regnanti hanno tutti gli occhi azzurri, come simbolo della loro purezza. Dalla prima regina fino a mio padre, hanno tutti gli occhi chiari. Io sono la prima principessa dopo tantissimi secoli, se non millenni, ad avere le iridi di un altro colore. Tra l'altro il rosso, sinonimo per tutti di malvagità. Anche Carissa è nata con gli occhi azzurri, come nostro padre. Per molto tempo sono stati tutti convinti che sarebbe stata lei a regnare, siccome io avevo gli occhi rossi. Infatti quando mio padre aveva annunciato che sarei stata io a regnare sono rimasti tutti sorpresi. Ho sempre avuto l'impressione che il re non sopporti mia sorella, anche se sua figlia. Forse è per questo che nonostante tutto ha scelto me.
Una volta pronta la cameriera mi accompagna nella camera di mio padre.
Scendiamo giù per le scale della torre e sbuchiamo al secondo piano del castello, quello delle stanze.
La struttura è divisa in tre livelli. Il piano interrato presenta la cucina, la lavanderia, le camere dei servi e così via; il primo piano contiene la sala del trono, la sala da ballo, la sala da pranzo eccetera eccetera; mentre il secondo piano è quello dedicato ai nobili e ai reali, si trovano stanze e luoghi per lo svago. Le principesse alloggiano nelle due torri principali, ognuna dedicata solo a loro. Le altre torrette sono usate per rinchiudere i prigionieri.
Dopo varie svolte nei corridoi giungiamo finalmente davanti ad una grande porta dorata imbandita di pietre preziose.
Le guardie appostate ai lati si inchinano per poi lasciarci passare.
La camera del Re è incredibilmente sfarzosa: i mobili di legno chiaro intarsiati dai più grandi mobilieri, le coperte di seta e broccato, le tende di velluto. Tutto trasuda ricchezza da ogni poro.
Aloysius è sdraiato sul grande baldacchino a due piazze.
La pelle del viso coperta di piaghe a causa della malattia, i capelli e la barba bianca un tempo biondi, i grandi occhi azzurri un tempo brillanti sono ora ricoperti da un velo di morte, che lo sta accogliendo piano fra le sue spire.
Mi avvicino al letto e mi inginocchio piano di fianco a lui. Il re cerca di tirarsi a sedere, ma io lo faccio ristendere subito.
- Non vi affaticate, padre!- Dico con una nota di rimprovero nella voce.
- Sei una così cara ragazza, Nyx. Ti ho chiesto di venire qui perché ti devo dire una cosa molto importante...- la voce del Re viene interrotta dalla porta che si spalanca all'improvviso.
Fanno il loro trionfale ingresso la Regina Alannah e la principessa Carissa.
La mia matrigna è impeccabile come al solito. I lunghi capelli marroni lisci che arrivano a metà schiena sono raccolti in una elegante acconciatura, dove la corona si posa regale in tutta la sua magnificenza. Il corpo alto e slanciato è messo in risalto dal vestito color prugna, stretto nei punti giusti. Gli occhi di un caldo marrone dorato si posano sulla mia figura e su quella di mio padre in maniera apprensiva. Alannah è sempre stata dolce e premurosa con tutti e mi ha sempre trattata come una figlia, il vero problema è la mia sorellastra.
Carissa scandaglia annoiata la stanza con i suoi grandi occhi azzurri troppo truccati. I capelli mossi dello stesso colore di quelli della madre ricadono liberi fino ai fianchi. Il vestito celeste di raso si apre largo fino a terra, mentre i piedi sono calzati da alte scarpe dorate. La secondogenita è sempre stata bassa, per questo indossa sempre calzature alte.
- Nyx che piacere vederti qui!- Dice contenta la mia matrigna.
- Regina- dico con un sorriso.
- E me non mi saluti?!- chiede con vocetta stridula Carissa.
Poso su di lei lo sguardo più tagliente che ho e le rispondo semplicemente con un secco - No-
La mora rabbrividisce e non osa controbattere. In momenti come questi adoro i miei occhi rossi!
- Ora che siamo tutti qui posso finalmente iniziare il mi discorso. Come ben sapete purtroppo la mia vita sta giungendo al termine e non ho più la possibilità di regnare in modo corretto. Quindi ho deciso che tra due settimane esatte il trono passerà a Nyx- Dice Aloysius.
Sono pietrificata.
Non sono pronta! Dovevo essere incoronata tra sei mesi, non tra due settimane! Non so quasi niente di come si governa un regno.
- COSA!?- strilla Carissa. All'improvviso mi risveglio.
- Ma padre! Non può diventare Regina! Non ha gli occhi azzurri, io invece sì.- Continua dedicandomi un'occhiata disgustata. Che vuole questa?!
- Padre, è troppo presto! Non ho idea di come si governi un regno. Come faccio?- Dico leggermente disperata.
- Ci saranno Alannah ed il consigliere reale a guidarti- Mi risponde Aloysius.
- Ma...- provo a ribattere ma lui non mi lascia finire.
- Così ho deciso e così sarà! Io non riesco più ad occuparmi del regno e Alannah da sola non ce la può fare. Tu invece sei giovane e sono sicura che sarai una Regina splendida. Non preoccuparti per gli occhi, un sovrano non si giudica in base al suo aspetto, ma secondo il suo cuore. E ora vai, sta sera ci sarà un banchetto per annunciare la notizia.- Afferma il re irritato.
Faccio un leggero inchino infuriata e triste, mentre esco dalla camera con Carissa al seguito.
- Nyx, fermati!- Mi richiama la mia sorellastra.
Affretto il passo svoltando l'angolo, All'improvviso sento afferrarmi per un polso. Mi giro più infuriata che mai, fulminandola con i miei occhi sanguigni.
- Cosa vuoi ancora?! Non ti è bastato strillare come una pazza davanti a nostro padre? Sono stufa di te e dei tuoi capricci infantili! Secondo te sono felice di questa situazione? Non sono ancora pronta per fare la Regina! Smettila di lamentarti come una poppante, sono sicura che al trono non dureresti neanche mezz'ora! Non sai come maledico in ogni istante della mia vita di condividere lo stesso sangue di una come te! Ora vattene!- Urlo infuriata come non mai, spingendola a terra.
I suoi occhioni color cielo si riempono di lacrime, sbavandole tutto il trucco. Rimane seduta per terra, senza neanche provare ad alzarsi.
Corro su per le scale della mia torre e apro con forza le porte delle mie stanze, buttandomi sul letto dalle coperte rosse.
Inizio a piangere disperatamente. Ho sempre versato pochissime lacrime, perfino quando a cinque anni è morto il mio cucciolo di lupo.
Perchè mio padre mi ha fatto questo? Non sono pronta.
Dopo circa un'oretta di pianto, all'improvviso sento qualcuno entrare nella mia stanza.
Mi giro di scatto pronta a cacciarlo, ma quello che vedo mi fa ricredere immediatamente.
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