Cap.2
Finisce anche la seconda ora e per oggi è finita. Mentre mi avvio alla mia. macchina, la voce di Fabrizio mi blocca.
"Oh Ermal, viè co' noi che stamo anna' ar bar a prendece un caffè"
"Oh...ok"
Saliamo tutti in macchina di Fabrizio e poco dopo arriviamo davanti ad una casa, penso che sia la sua.
"Fabrí ma non stavamo a anna' ar bar"
"Ho cambiato idea"
"Ambe' "
Vedo poi che Emiliano da Fabrizio si gira verso di me.
"Dovrai farci l'abitudine Ermal"
Ridiamo ed entriamo in casa di Fabrizio, sembra un tipo tosto, in alcuni punti ci sono fotografie di quelli che presumo siano i figli, in altri punti ci sono strumenti musicali. Dal salotto si intravede una stanza con attrezzi da pugile e altri strumenti musicali. Mentre osservo bene tutto, mi accorgo che gli altri sono già seduti sul divano.
"Allo' Ermal, raccontaci de te"
"Bhe... Ecco... Io vengo dall'Albania, a tredici anni mi sono trasferito a Bari, sono fidanzato da nove anni, amo molto suonare e cantare e... Basta"
"Come mai qui dall'Albania?"
"Motivi economici"
"Capito"
Cavolo. Ho mentito e io non mento mai, ma forse è stato meglio, li conosco appena e non voglio raccontare di ciò che ho subito a Fier.
"Senti Ermal, ne hai amici?"
"No"
"Ah..."
Fabrizio si alza e va a prendere delle birre in cucina, intanto Roberto, che mi guarda da prima, mi chiede:
"Ehi Ermal, stai tranquillo, fidati di noi e non farti tradire da Fabrizio, lui sembra tosto ma non lo è affatto, è debole in certi casi"
Non rispondo. Annuisco con la testa e basta. Sembro timido ma non lo sono affatto, se riuscirò ad ambientarmi bene, forse potrebbero sapere tutto. Potrebbero sapere di Silvia, ma non è sicuro, io ci metto tanto tempo per fidarmi di una persona.
H.13:00
Io vado, se mi chiedono di rimanere a pranzo con loro, rispondo di no, voglio stare un po' da solo.
"Ragazzi,io vado"
"Eh, s'è fatta na'certa, rimanete ragazzi? Ermal tu compreso"
"No grazie, vado a casa"
"Sicuro?"
"Si, sarà un' altra volta grazie lo stesso"
"Aspè che t'accompagno a scuola pe' prendete la macchina"
"Oh... Grazie"
"Ragazzi, voi state boni, iniziate a cucinare"
Dice Fabrizio chiudendo la porta alle nostre spalle. In macchina mi sembra di essere un adolescente alle prese con la prima cotta, sto zitto zitto, e chissà perché questo professore mi ha attratto da subito.
"Allo' Ermal, dunque nun sei italiano"
"No"
"E Silvia n'do sta?"
"È rimasta a Milano"
"Ah, è vero che vieni da lì. Senti... E non verrà?"
"Forse"
"Capito, senti, a quant-"
"Fabrizio, stai facendo il giro più lungo di prima"
"Eh... Si lo so. Te stavo a di'... A quanto hai detto prima, te piace suonare e canta' "
"Si"
"Qualche volta possiamo suonare insieme se ti va"
"Certo. Che strumenti suoni?"
Sto iniziando a parlare di piú, cosa che non farei mai con uno sconosciuto e invece perché con lui si?
"Io suono pianoforte e chitarra. Tu?"
"Anche io tutti e due"
"Bene. Eccoci arrivati, ciao Ermal a domani"
"Ciao Fabrizio"
"Ehi, nun me chiama'così, chiamame Fab"
"Ok... Ciao Fab"
Salgo nella mia macchina e quando arrivo a casa, non mangio, non ho fame, mi corico sul divano e mi addormento.
Hey la!! Scusate il mio pessimo dialetto romano,non ho esperienza su queste cose.
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