Cap.20

"Quelli che mi hanno picchiato. Mi è sembrato di vedere tuo padre"

"C-cosa?" Ermal iniziò a tremare come una foglia.

"Tranquillo con me sei al sicuro,staremo qui per tutto il giorno. Sei disposto a non mangiare per tutto il giorno pur di stare al sicuro?" Si accorse che parlava da solo quando vide Ermal raccogliere qualcosa da terra.

"Mangiamo e stiamo al sicuro" rispose Ermal cercando di rimanere serio.

"Allora quando vuoi ascolti?"

"Si,non per vantarmi ma io anche nei momenti peggiori trovo qualche cosa di divertente"

"Ma va a fanc..." Si bloccò quando il riccio gli porse tre fragole.

"Non te ne sei accorto? Guarda quante ce ne sono,basteranno per un mese" rise Ermal.

Fabrizio si guardò in torno e notò poco più lontano da loro un cespuglietto con le rose rosse. Andò a coglierne una.

"Non per citare mio figlioccio,ma uno sono io e l'altro sei tu" disse Bizio porgendo una delle due rose a Ermal.

"Una giornata bella inaspettata" sorrise Ermal abbracciando Fabrizio.
Si fecero le quindici e ancora i due erano lì. Dopo essersi saziati di fragole selvatiche,volevano dormire ma non potevano perché anche se in un posto protetto,avevano paura.

"Oddio cazzo!" Urlò Fabrizio dal nulla.

"Fanculo Fab mi hai fatto spaventare,che hai?"

"Mi stanno chiamando mi sono spaventato" disse rispondendo alla chiamata.

"Pronto Nicco?"

"Padri dove siete? Sono venuto ma non c'è nessuno"

"Ti ricordi dove ti portavo quando eri piccolo?"

"Si"

"Vieni qui. È una storia lunga"

"Ok arrivo" chiusero la chiamata e dopo una mezz'oretta,Niccolò arrivó.

"Oh zí che succede?" Disse vedendo che i due nonostante sorridessero,erano preoccupati.

Fabrizio raccontò l'accaduto mentre Ermal si addormentó tra le sue braccia.

"E quindi siete qui da stamane?"

"Esatto"

"Venite. Vi porto io a casa"

"No Nicco non puoi capire. Correndo abbiamno seminato la macchina e ora non sappiamo più dov'è"

"Tranquilli" dopo aver svegliato Ermal,si avviorono verso la macchina di Niccoló.

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