Too Shy
- Perché Gracie Lynn non viene qui? – Dustin aveva chiesto con purezza al maggiore seduto di fianco a lui, ma non aveva ricevuto risposta.
- Hai combinato qualcosa? – gli aveva chiesto stavolta Jeff con un tono di accusa.
- No...no...nulla, nulla – aveva strascicato guardando verso la ragazza, ora ferma a parlare con una coppia di ragazzi vicino ai vassoi: rideva e sembrava felice, nulla che lasciasse pensare Eddie che quello che era successo il giorno prima potesse averle dato fastidio o, peggio, si fosse pentita.
Dopotutto, si erano solo baciati, nulla di trascendentale o troppo strano tra due ragazzi giovani e liberi, eppure il tarlo del dubbio, del rimorso di Gracie gli strisciava in testa, soprattutto perché quel bellissimo sorriso che le illuminava il viso poteva essere tranquillamente l'ennesima maschera che si era messa addosso per il pubblico.
- Non la conti giusta, Eddie – lo aveva punto Gareth – È tutto il pranzo che sei pensieroso.
- Ma no, sto pensando solo allo studio – aveva sviato, anche se era tornato a guardare Gracie: indossava quell'adorabile maglioncino beige con le ciliegine sopra e un paio di pantaloni classici marrone scuro che la fasciavano perfettamente. Aveva lasciato il caschetto mosso scivolarle sulle spalle, incorniciarle il viso quasi totalmente struccato e muoversi da una parte a un'altra mentre, con passi decisi sulle scarpe di vernice con poco tacco, seguiva quella coppia di amici.
Dio, se avesse avuto lo stesso coraggio del giorno prima, Eddie si sarebbe alzato da quel tavolo e l'avrebbe raggiunta con solo due passi, per poi prenderla tra le braccia e baciarla come fosse la sola cosa che lo tenesse in vita.
- Sì, a chi ti dà lezioni.
- Gary, lascia stare – Rob gli aveva messo una mano sull'avambraccio – Questo sta fuso più di me e te insieme.
- Secondo me è successo davvero qualcosa – aveva dato loro manforte Mike – Ormai lei pranzava con noi tutte le settimane.
- Eddie, ti ha rifiutato, per caso? – Dustin era sempre un passo avanti.
- R-rifiutato?! Rifiutato cosa?
- Eh, su, dai, su – Gareth seguiva il minore – Vuoi un disegnino?
- Hey, ragazzi – una voce femminile aveva interrotto il battibecco – Scusate il ritardo, Timmy e Dana avevano bisogno gli appunti di Storia e mi hanno trattenuta un po' – Gracie aveva sorriso a tutta la tavolata e poi si era girata verso Eddie – Ciao, Edw – era arrossita leggermente e il ragazzo aveva mancato un respiro.
- Hey, piccola – aveva ricambiato il sorriso spostandole una sedia – Tranquilla. siediti pure, un posto per te lo si trova sempre.
A quella frase tutti i componenti della tavolata si erano guardati straniti, come se a capotavola ci fosse un alieno e non il solito Eddie.
- Edw, dai – si era lasciata cadere sulla sedia con un sorriso divertito – Mi fai imbarazzare così.
- Meglio, sei anche meglio, se possibile.
- Ma cosa è successo a voi due?
- Nien-
- Ieri ci siamo baciati – aveva risposto senza filtri Gracie, ma si era girata di scatto verso Eddie – Oh, non avevi detto nulla – non gli aveva dato tempo di rispondere – Ehm, scusate, mi sono ricordata di una cosa, devo andare – si era alzata subito, lasciando il vassoio sul tavolo e la sedia vuota.
- Eddie – le parole di Jeff erano leggere – È vero?
- Sì, è vero.
- E?
- E cosa?
- Mi pare che tu non voglia che sia un caso isolato e, da come ha reagito, nemmeno lei – Eddie guardava l'amico fisso senza dire nulla.
- Io...io non so...Nel senso, no, non voglio per nulla che sia un caso isolato...
- Muovi il culo – Gareth aveva tagliato corto – Vai e diglielo senza mezzi termini, tanto non credo ti vada male.
- Ma...
- Muoviti!
- Vi giuro che se finisce male, me la pagate – si era alzato.
- E se finisce bene?
Eddie non era sicuro l'avrebbe trovata lì, ma, quando aveva visto Gracie Lynn seduta nella Sala di Musica, davanti al pianoforte, aveva pensato che fosse il solo posto sensato.
- Hey, Gracie.
- Eddie – aveva alzato la testa dal pianoforte – Scusami, non avrei dovuto dirlo, ma pensavo ne avessi già parlato loro.
- E che mi fossi pavoneggiato di aver baciato uno meraviglia come te? – si era seduto al suo fianco – Sì, forse avrei dovuto, ma non sono il tipo che fa una cosa del genere – aveva alzato lo sguardo – E poi non volevo fare la cosa più grossa del dovuto – si era fermato – No, aspetta, aspetta, ho formulato male la frase.
- Ok? – aveva riso – Spiega, allora.
- Intendevo dire che non volevo che la cosa si spargesse in giro se poi si fosse rivelata un caso isolato.
- E lo è?
- Lo è?
- Per me potrebbe non esserlo – lo guardava in viso – Nel senso, mi piaci, l'ho già appurata questa cosa, ma vorrei conoscerti meglio sotto questo punto di vista.
- Intendi frequentarci non solo per scuola o per il talent?
- Eh, sì – era arrossita – Se vuoi, che so, uscire, andare da qualche parte, fare cose insieme in giro.
- Mi stai chiedendo di uscire insieme?
- Sì, Eddie, sì! – rideva esasperata – E fidati, mi sto sforzando a chiedertelo perché non sono una da parole, sono più da fatti.
- E io che pensavo che fossi pentita.
- Pentita di cosa?
- Di ieri.
- Ti sembrava che la cosa mi dispiacesse? No, perché se è così, allora devo sistemare qualcosa.
- No, in quel momento no, ma magari ci hai pensato su e hai deciso che non vuoi andare avanti.
- È quello che ho pensato anch'io quando ho scoperto che non avevi detto niente a nessuno.
- Quindi tu con qualcuno hai parlato?
- Avrei potuto dirlo solo a Nico e Rosie, ma credo che mio fratello me lo abbia letto in faccia e Rosie non l'ho né vista né sentita.
- Quindi siamo pari?
- Sì, pari...Sai che non hai risposto alla mia proposta?
- Quella di uscire insieme seriamente? – Gracie aveva annuito – Oggi pomeriggio sei libera?
- Dobbiamo fare letteratura.
- Invece no – l'aveva fermata sul nascere - Oggi passiamo da casa mia, prendiamo la mia chitarra, qualcosa da bere e ce ne andiamo a Clinsend Crag a guardare i treni che passano – aveva girato Gracie verso di lui – Che ne dici?
- Che è una fortuna che tu sia preparato di letteratura – si era lasciata avvicinare – E spero vivamente che Emily Dickinson ti perdoni.
Tanto lei gli aveva perdonato già quello strappo ai programmi della giornata.
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