CAPITOLO 6 - Il riflesso della distruzione

CAPITOLO 6

Il riflesso della distruzione

Cleo abbassò di colpo gli occhi sulla lontana struttura di pietra e vetro nel momento esatto in cui un suono simile al frastuono di un tuono squarciò la quiete del silenzio. Una saetta di luce calò in quel preciso punto, lasciando dietro di sé un segno biancastro, intorno al quale la realtà sembrò piegarsi fino a distorcersi innaturalmente.

Cleo allungò il braccio, tendendolo in avanti, catturata da quella visione sublime, spaventosa e affascinante come una furiosa tempesta, rimase sorpresa quando le sue dita entrarono in contatto con qualcosa di freddo e liscio, dai bordi così appuntiti e taglienti che la costrinsero a ritrarre la mano per non ferirsi. Si rese conto che, nonostante avesse visto la saetta abbattersi molto lontano da lì, era come se il segno che aveva lasciato si trovasse davanti a lei in un paradosso che ingannava i suoi sensi. Al tatto, così come alla vista, non sembrava nulla di diverso da una frattura su una superficie di vetro, fredda e affilata. Aggrottò appena le sopracciglia, cercando di raccapezzarsi di fronte a tale visione, rendendosi a malapena conto del tono preoccupato con cui Bryce stava chiamando il suo nome.

"Come hai fatto?" chiese lei, più sorpresa che intimorita. In fondo, il Sogno era organizzato in un ambiente controllato e, per quanto la possibilità di finire in un Incubo non era ancora del tutto svanita, non si sarebbe dovuta preoccupare troppo dei rischi. Se fossero stati in pericolo Nyora li avrebbe fatti uscire da lì, no? Dopotutto era a quello che servivano gli Stabilizzatori.

"Non sono stato io," rispose lui in un sibilo, afferrandola per un braccio e trascinandola indietro di qualche passo.

Cleo si voltò verso di lui con espressione confusa. "Che vorresti dire?" Si rese conto in quel momento che tutto intorno a loro stava cambiando: altre lunghe e seghettate fratture si stavano formando lì vicino, deformando le immagini come se fossero riflesse da uno specchio rotto.

"Esattamente quello che intendo, qualcun altro sta facendo tutto questo." Solo in quell'istante, Cleo si riscosse completamente dal suo stato di meraviglia, notando l'espressione tesa e quasi spaventata di Bryce. Non era stato lui? C'era forse qualche altro Creatore che stava interferendo con la sua creazione?

Cleo iniziò a pensare alle eventuali tragiche varianti che si sarebbero potute sviluppare: c'erano quasi quindici persone in quel Sogno, compresi lei e Bryce. Morire di loro spontanea volontà li avrebbe condotti al riparo se fossero stati abbastanza forti da affrontare il salto, oppure un suo passaggio li avrebbe tirati fuori da lì senza problemi. Se invece la distruzione di quel Sogno non li avrebbe svegliati, allora sarebbero precipitati nel Mitaan.

"Dobbiamo svegliarci," aggiunse lui ansioso, puntando il suo sguardo celeste su di lei.

Non c'era tranquillità, non c'era la gioia della creazione di scenari incredibili e meravigliosi, c'era solo il pericolo crescente di venire catapultati a un livello più profondo del Sogno e non poterne più uscire se non avessero trovato un modo per svegliarsi al più presto.

In un attimo di bruciante chiarezza, Cleo si rese conto che la situazione era sfuggita di mano. Non aveva idea di come potesse essere accaduto ciò che stava vivendo in quell'attimo di assoluto caos. Il Sogno che Bryce aveva creato e che tutti loro avevano cercato di mantenere stabile stava collassando come la prima creazione di un ragazzino inesperto. Ancor prima che avesse potuto provare a riprodurre la richiesta di Cleo, tutto sembrava essere imploso, come se la creazione avesse cercato di raggomitolarsi su se stessa.

Squarci seghettati e informi si erano aperti in concomitanza uno dietro l'altro e la materia che componeva le pareti del Sogno si era distorta fuoriuscendo da ogni lembo strappato come oro fuso, percorrendo lo specchio cristallino su cui camminavano a una velocità sorprendente.

"L'albero," sussurrò, scostandosi dal volto i lunghi capelli, ormai arruffati che si stavano agitando nel vento. Cercò con lo sguardo il Malanainen che aveva fatto creare a Bryce poco prima, consapevole che nel suo tronco cavo c'era la via d'uscita di cui avevano bisogno. Iniziava già a vedere delinearsi una porta in risonanza con la sua abilità: ramoscelli e foglie strisciavano come serpenti, intrecciandosi tra di loro in un rettangolo dai contorni distorti.

"Andiamo," esclamò il ragazzo, camminando velocemente al suo fianco, gli occhi puntati sull'albero cristallino a pochi passi.

Cleo stava cercando di non farsi prendere dal panico, cosa che tuttavia si rivelò quasi impossibile nel momento in cui anche il terreno sotto di loro iniziò a frantumarsi. Ma più del panico era la rabbia ad agitarsi in lei, mentre osservava con occhi sgomenti il riflesso delle nuvole sotto di loro diventare irriconoscibile, crepa dopo crepa.

Si fermò, piantando i piedi e voltandosi verso il ragazzo. I capelli ramati che le schiaffeggiavano il volto, probabilmente la stavano rendendo più ridicola che altro, ma questo non le impedì di puntare un dito contro il petto duro di Bryce, che si era fermato per non scontrarsi contro di lei, e urlargli contro. "Dovevo immaginarlo! Un Sogno tranquillo con te è chiedere troppo?!"

Lo sguardo stupefatto e scioccato di Bryce penetrò nella nebbia di nervosismo, facendole pensare che forse avrebbe fatto bene a trovare un momento più adatto per condividere la sua frustrazione, ma aveva deciso di non scappare più come una codarda. Una volta era stata abbastanza.

"Che diavolo stai facendo? Sei impazzita?!" esclamò lui, suonando innervosito quanto lei. "Dobbiamo muoverci!" aggiunse, lanciando un rapido sguardo alle sue spalle, lì dove, notò con orrore Cleo, il terreno stava precipitando in quello che sembrava un abisso di vento e acqua furente. Fu solo per quel motivo che non oppose resistenza quando Bryce la prese con decisione per la vita e iniziò a trascinarla verso la loro via d'uscita.

Si prese giusto un istante per maledire la propria avventatezza, prima di tornare a concentrarsi per tirarli fuori dal Sogno. Nel momento in cui i rami iniziarono a snodarsi e la porta si aprì, inondandoli di luce, Bryce la spinse con forza all'interno, finendo con lo stringerla tra le sue braccia a causa del poco spazio disponibile, mentre la corteccia cristallina si chiudeva intorno a loro come un bozzolo, oscurando ogni visuale e riportandoli alla Realtà, Cleo si ritrovò ad allacciare le proprie mani intorno al collo del ragazzo, in un gesto di puro e innocente conforto che non sapeva di desiderare così ardentemente.

Aprì gli occhi all'improvviso, inspirando con forza una boccata d'aria. Se fosse stata sdraiata si sarebbe ritrovata seduta, con muscoli tesi e tremanti, ma tutto quello che si guadagnò quella volta fu una testata contro il vetro della capsula. Nel momento in cui quella superficie liscia e fredda entrò in contatto con la sua pelle non poté che rievocare la distruzione del Sogno e, guidata da quell'istinto che mai l'aveva tradita, si ritrovò a colpire con forza l'interno di essa, chiedendo a gran voce di essere fatta uscire. Nyora, piegata sulla scrivania colma di monitor al centro della stanza, si stava muovendo da uno schermo all'altro, probabilmente per cercare di risolvere la situazione, senza però prestare davvero troppa attenzione a loro.

Con la coda dell'occhio vide il vetro della capsula di Bryce aprirsi, il ragazzo inciampò fuori, l'espressione dipinta sul suo volto era la stessa che Cleo gli aveva visto all'interno del Sogno: frustrazione e sgomento.

Sentì un sibilo, e all'improvviso il vetro su cui si stava inconsciamente reggendo scivolò via, lasciandola a barcollare su gambe instabili.

"Devi farli uscire da quel Sogno!" Sentì esclamare da Bryce.

Cleo prese un profondo respiro e, scivolando a terra, si guardò intorno. In quel momento non c'era nulla che le impediva di ricordare perché si fosse allontanata per così tanto tempo dal Mondo dei Sogni; quella consapevolezza di non avere mai il controllo, di rischiare di finire in una trappola della sua stessa mente era stato troppo da sopportare, specialmente quando a malapena riusciva a tollerare ciò che la Realtà aveva da offrirle e, soprattutto, da toglierle.

Facendo scorrere gli occhi sugli altri Sognatori, alcuni dei quali stavano iniziando solo in quel momento a svegliarsi, per un attimo pensò che restarsene nella sua povera abitazione a Zephiria sarebbe stata la scelta migliore. Era la seconda volta, in poco meno di quarantotto ore, che aveva rischiato di rimanerci secca. O il destino era particolarmente avverso o quelle cose non stavano capitando per caso.

"Ho passato il test?" chiese in un sussurro appena percettibile, non riferendosi a nessuno in particolare, quasi incapace di trattenere la risata isterica che le stava nascendo in gola.

Erano ormai anni che faceva parte del gruppo di Sognatori di Tetra-Siom, e mai una sola volta era capitato che le sue Creazioni cadessero in frantumi davanti ai suoi occhi senza il suo comando. Bryce poteva creare e controllare ogni singola cosa, anche quando gli altri cercavano di influenzarne il flusso di avanzamento o di produzione. Era capace di estrapolare i pensieri e le emozioni, di capire cosa stesse desiderando una persona e subito dopo rendere ogni cosa vivida come se fosse reale.

Con tutti era stato così. Tutti tranne Cleo.

Leggerle dentro non era così facile, forse perché ancora non si fidava del tutto di lui, o forse perché durante la prima prova l'aveva indotta in Incubo senza che ne avesse coscienza. Ne era dispiaciuto, ma non era lui al comando e non poteva ribellarsi agli ordini dei suoi superiori, anche se avrebbe fatto volentieri a meno di spaventarla o farla preoccupare. Avvertiva una specie di connessione con lei. Che fosse dovuta al fatto che entrambi provenivano dalla distruzione di Vesiria? Avevano provato la paura e il terrore sulla propria pelle, avevano perso le loro famiglie e le loro case, tutto quello, in un modo o nell'altro, si riversava nella realtà che manifestavano durante i Sogni. Erano dei sopravvissuti, delle vittime e soprattutto dei lottatori. Era forse quello a unirli o c'era dell'altro? O magari si stava solo immaginando cose? Non sarebbe stata la prima volta per Bryce; la follia era una sua vecchia compagna.

Scosse la testa energicamente, passandosi le mani sul volto sfinito e contratto. Quel nuovo anno non era iniziato esattamente come aveva immaginato. Calma e pacifica tranquillità erano ormai un lontano ricordo, per di più non mancavano di certo le occhiate glaciali da parte di Nyora che nell'ultimo periodo si erano intensificate, come se volesse prendere qualcuno e strangolarlo davanti agli occhi di tutti. Sospirò profondamente e sperò con tutto il cuore che quel qualcuno non fosse lui.

Non che al momento avesse davvero importanza, vista la pessima situazione in cui si trovavano. Cleo era scivolata a terra, il volto pallido e gli occhi ancora spalancati per lo spavento. Gli altri Sognatori, intorno a loro, si stavano svegliando solo in quel momento, barcollando fuori dalle capsule con espressioni confuse e spaventate.

Alcuni non si erano ancora svegliati e probabilmente non l'avrebbero mai fatto, era passato già troppo tempo dal crollo della sua creazione.

Ma non poteva pensarci in quel momento, la questione dell'autodistruzione del loro Sogno condiviso aveva la precedenza su tutto. Sapeva che una cosa del genere non accadeva né per caso né per inesperienza. Il collasso del Sogno era stato causato da qualcuno, il problema restava capire da chi. Dubitava fortemente che tra di loro potesse esserci qualche Creatore così esperto da distruggere la creazione di qualcuno tanto abile come lui, anche se fosse stato così non c'era modo che tra un controllo e l'altro non si fossero resi conto di un individuo del genere. L'unica possibilità era che qualcuno, dall'esterno, fosse riuscito a infiltrarsi nella loro creazione, cosa quasi impossibile se non con l'aiuto di un Catalizzatore che facesse da supporto per ampliare le capacità di un Sognatore dalle già immense abilità.

Man mano che i secondi passavano, Bryce si sentiva sempre più in ansia, mentre collegamenti e realizzazioni accendevano la sua mente come fuochi d'artificio impazziti.

Restava una sola domanda: per quale motivo qualcuno stava orchestrando un sabotaggio del genere? Cosa c'era che gli sfuggiva?

Abbassò il capo e strizzò gli occhi, ignorando le parole frenetiche di Nyora e l'agitazione intorno a sé. Cercò di concentrarsi su ciò che sapeva, ma il problema era che sapeva troppo poco, era sempre stato così a Tetra-Siom, nessun segreto, nessun piano, nessuna idea aveva mai superato le porte sigillate dell'Icelus.

La conferma che c'era qualcosa di veramente sbagliato in tutto quello giunse nel momento esatto in cui un'esplosione fece tremare il pavimento sotto i suoi piedi.

Nell'istante seguente si ritrovò a terra, con mani e volto premuto contro le piastrelle gelide, sentì un sordo dolore alla fronte e all'altezza del petto, lì dove aveva impattato con il pavimento. Cercò di riprendere il fiato che lo aveva abbandonato all'istante, tentando di rimettersi in piedi su arti instabili, ma stava tremando come un animale impaurito.

Il cuore gli batteva all'impazzata nel petto, lanciando scariche di terrificante adrenalina nel suo corpo. Nonostante ciò non riusciva a muoversi, non riusciva a reagire.

Nulla di tutto quello poteva essere vero, doveva per forza trattarsi di un altro Sogno. Nulla del genere era mai accaduta a Tetra-Siom, emblema di stabilità e sicurezza, eppure tutto stava tremando e le persone stavano urlando e correndo come impazzite.

Nulla di tutto quello poteva accadere.

Era l'unica cosa a cui riusciva a pensare. Il suo unico punto di stabilità stava tremando letteralmente sotto i suoi piedi e, dopo tanti anni, si sentì di nuovo sull'orlo della follia.

Una piccola nota importante, ci dispiace dover fare modifiche in corso d'opera, ma questa era un po' necessaria. Abbiamo già sistemato i precedenti capitoli, ma probabilmente lo avete notato qui, abbiamo deciso di sostituire il termine con cui abbiamo fino ad ora chiamato il Limbo, creando un termine più originale: Mitaan. Considerando che, per ora, il limbo non è un elemento centrale della storia speriamo non ci sia troppa confusione.

A parte questo che dobbiamo dirvi? I casini hanno inizio adesso :D tenetevi forte perché colpi di scena e terribili rivelazioni sono dietro l'angolo ;)

Come se non bastasse... povera Cleo, quante ancora dovrà passarne per vedere un po' di luce all'orizzonte piuttosto che il MaiUnaGioia? Vi è salito il livello di ship in questo nuovo capitolo?

Cari Sognatori, ci vediamo al prossimo capitolo ;)


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top