CAPITOLO 5 - L'equilibrio della creazione
CAPITOLO 5
L'equilibrio della creazione
La tenue luce mattutina filtrava attraverso le alte vetrate, illuminando di un debole bagliore celeste le strutture su cui i più importanti esponenti di Mesmeria sedevano, impassibili e immobili come statue memorabili in attesa di poter essere ammirate.
Sul pavimento piastrellato in granito vulcanico, il simbolo di Tetra-Siom riluceva dorato, creando l'unico contrasto di colore in quell'ambiente quasi stinto.
Nyora era in piedi, al centro esatto della sala, e il suo sguardo era puntato dritto davanti a sé, in attesa di poter parlare.
"Secondo i dati che ci hai portato, già più della metà dei candidati ha fallito. Sei sicura che questo metodo stia funzionando?" chiese uno degli uomini, il cui profilo era celato dall'ombra che gettava sul suo volto la luce alle sue spalle.
"Più che sicura, se vogliamo avere degli elementi forti nelle nostre squadre è necessario rimuovere tutte le pedine più deboli. La prova della corporazione è sola una semplice partita, ciò che ci interessa è chi farà scacco matto per noi in futuro," rispose Nyora, mantenendo un tono serio e tranquillo, nonostante il desiderio di sbuffare davanti a una domanda tanto sciocca fosse davvero tanta.
"La nostra preoccupazione è che nessuno passerà le prossime prove," insistette l'uomo, sporgendosi in avanti sul suo piccolo podio.
"Non credo che tale turbamento debba avere fondamenti, abbiamo notato diversi individui con molte potenzialità," ripeté Nyora, sentendo il nervosismo iniziare a salire sempre più velocemente. Prima o poi avrebbero smesso di dubitare di lei.
"Un prospetto sul risultato finale?" chiese un'altra voce, interrompendo quella che sarebbe stata una discussione inconcludente.
"Dieci, quindici individui al massimo, di meno se vogliamo provare l'Ombra," rispose con cautela. Sarebbe stato un azzardo, ma gli obiettivi che si era prefissata non li avrebbe mai raggiunti senza osare un po'.
"Non la proveremo," ribatté immediatamente una donna, il tono, seppur brusco, non sembrò tradire rabbia.
"Ma..."
"No, è ancora instabile e non vogliamo pericoli inutili o troppa esposizione, ci stiamo ancora lavorando e mettere sul campo un tale elemento senza le dovute precauzione è un rischio che non possiamo permetterci di affrontare al momento. Non useremo l'Ombra, almeno fino a che non saremo sicuri della sua riuscita," spiegò con decisione la donna, mettendo fine a quel discorso.
Nyora abbassò semplicemente il capo, consapevole di non aver alcuna possibilità di vincere quella discussione. Non poteva dare loro torto. L'Ombra era davvero instabile, e fino a che non avrebbero ultimato le procedure necessarie a regolarizzarla non ci sarebbe stato modo di utilizzarla senza rischi. Ma quello non l'aveva fermata dal desiderarla costantemente, la smania di vederla in azione mentre portava caos e confusione era quasi più forte della ragione e del buonsenso.
"Per quanto riguarda la situazione a Nord di Lumisade?" intervenne un altro, la cui voce tradiva la sua anzianità.
"Nessuna traccia di Blackfire o dei suoi compagni, crediamo si sia spostato altrove. Abbiamo anche controllato le città adiacenti, ma non c'è traccia di lui," rispose laconicamente Nyora, tentando di trattenere il fastidio. Non era lei la responsabile delle ricerche, ma era come se quegli individui avessero bisogno di uno sfogo e, in quel caso, purtroppo si trattava di Nyora.
"Daremo l'ordine di continuare a cercare, se necessario richiederemo supporto da Enexa-Lir. Nel frattempo vogliamo che la selezione dei Sognatori proceda normalmente, non vogliamo nessuna complicazione," comunicò l'anziano, forse convinto che a lei potesse interessare quel loro aspetto della politica.
"Certamente." Tuttavia riusciva a riconoscere una dimissione quando ne sentiva una, quindi abbassò appena il capo in un segno di rispetto che però stentava a mantenere, prima di scandire con chiarezza il suo saluto.
Senza perdere altro tempo, si voltò e uscì da quella stanza di vetro e luce intimidatoria. Aveva sprecato già abbastanza energie quella mattina e il test previsto nel pomeriggio richiedeva di essere monitorato con attenzione, soprattutto per via delle interferenze di cui aveva scelto di non dire nulla.
Erano state avvertite nei Sogni di quasi ogni candidato, come se un intruso si stesse intrufolando nelle loro attività. Non voleva che l'Icelus pensasse di lei come un'inetta, e molto probabilmente si trattava solo di uno scherzo di cattivo gusto da parte di uno dei residenti.
Se ne sarebbe occupata personalmente se necessario. Sapeva che la strada da percorrere era lunga, ma il suo obiettivo era uno solo e avrebbe fatto qualsiasi cosa per guadagnarsi il posto che le spettava nell'Icelus, diventando così una delle donne più potenti di tutta Mesmeria.
*
Cleo strinse tra le dita il suo piccolo pass di metallo, la cui banda celeste sembrava essere l'unica macchia di colore in quella stanza.
Si era svegliata da appena mezz'ora dopo una notte di lungo sonno ristoratore, colmo di sogni tranquilli e innocui, almeno per quella volta. Nonostante l'ansia della prova che stava per affrontare, era abbastanza certa che non sarebbe successo nulla di peggio della volta scorsa. In fondo cosa poteva esserci peggio di un Incubo?
Sospirò, pensando che di cose peggiori ce ne erano eccome, ma si trovava in un ambiente protetto, e nulla di quello che l'aveva tormentata dopo la caduta di Vesiria avrebbe mai più potuto toccarla.
"Buongiorno." Una voce familiare la riscosse dai suoi vaneggiamenti. Cleo rimase un istante a fissare ancora davanti a sé, non riuscendo a credere che il destino, o il caso, potesse essere così fastidioso.
Senza dire nulla, voltò il capo, incrociando gli occhi chiari di Bryce e il suo sorriso a trentadue denti. Per quanto non fosse esattamente felice di vederlo lì, non poté che ammettere di essere lieta di vedere un sorriso più naturale sul suo volto.
"'Giorno," rispose lei borbottando, con la bocca ancora impastata dal sonno.
"Pronta a entrare di nuovo in azione?" chiese lui. C'era uno strano entusiasmo nella sua voce e per un attimo Cleo si domandò dove trovasse tutta quell'energia. Poi pensò che l'alternativa a quella vita non era affatto una vita, ma uno stato di confusione costante, in cui si vagava senza meta tra Sonno e Veglia. No, era un qualcosa che nemmeno lei riusciva a immaginare.
"Ci sarai anche tu?" chiese, non preoccupandosi di celare il fastidio del suo tono di voce.
"Certamente, che domande," rispose l'altro, apparentemente per nulla affetto dall'atteggiamento distaccato di Cleo.
Lei non riuscì a trattenere uno sbuffo, almeno sapeva che si sarebbe dovuta aspettare qualsiasi cosa.
"Ehi, perché quell'espressione? Non ti fidi?" aggiunse lui, studiando con più attenzione il suo volto. L'espressione di Bryce era in quel momento più guardinga, come se del parere di Cleo gli importasse davvero.
"No," rispose sinceramente lei, senza neanche pensarci. Rendendosi conto del silenzio che ricevette in risposta. Sapeva che se avrebbe voltato lo sguardo avrebbe trovato il volto di Bryce privo della luminosità che aveva avuto fino a un attimo prima e, per quanto fosse stata sincera, desiderava rimediare in qualche modo. "Ma credo che questa sia una buona occasione per guadagnarti la mia fiducia."
"Ah sì?" chiese Bryce, con un tono leggermente rinvigorito, nascosto sotto un sorriso esitante.
"Già, potresti dirmi che prova dovremmo affrontare," chiese Cleo, sperando davvero di ottenere qualche valida informazione.
"Tu mi tenti, Cleo McGregor," sussurrò con fare cospiratorio Bryce, inclinandosi appena verso di lei e mostrando quel sorriso scherzoso di cui non si era accorta di sentire la mancanza, nonostante la tensione che la circondava. Cleo in risposta sollevò un sopracciglio, colma di aspettative. "Ma non c'è bisogno che io ti dica nulla, sarà abbastanza chiaro non appena entreremo in quella stanza." Fedele alle sue parole, la porta si aprì pochi istanti dopo, rivelando Nyora che si rivolse a loro per invitarli ad entrare.
Cleo aggrottò appena le sopracciglia quando si rese conto che tutti i presenti stavano entrando, piuttosto che un solo individuo per volta come nel test precedente.
Confusa, ma non scoraggiata, si mise in piedi e seguì il resto delle persone.
La camera della prova era esattamente come la ricordava: ampia e ben strutturata, all'avanguardia elettronica, tecnologica e informatica, con ogni capsula del sogno aperta e pronta all'uso.
Rilasciò un sospiro d'ansia. Avrebbe fatto volentieri a meno di rimetterci piede, o almeno non così presto. Aveva ancora il presunto timore che potessero riprovare a ingannarla, ma stavolta con qualcosa di molto più pericoloso. Era davvero così importante per loro capire se fossero dei ribelli? Anche a costo di attentare pubblicamente alle loro vite? No, certo, non era una cosa pubblica quella, non avrebbero commesso errori.
I traditori devono pagare. Nella sua mente le parole del vecchio e ormai defunto fondatore di Somnia risuonarono minacciose nei suoi pensieri più remoti. Un altro uomo dedito alla guerra e alla conquista del potere, cosa ci sarebbe potuto aspettare da lui se non la distruzione di mezza Mesmeria?
Sentì delle voci basse e sottili sussurrare e bisbigliare tra di loro e si rese conto che lì dentro c'era molta più gente di quanta ne aveva notato in precedenza. Si disposero tutti in un cerchio perfetto che racchiuse la giovane Nyora come uno scudo impenetrabile, a cui anche Cleo si aggiunse senza fare storie.
"Ben ritrovati Sognatori, come avete avuto modo di immaginare, la prima prova si è conclusa e tra non molto sarete sottoposti alla successiva. Questa volta il test sarà sul Sogno condiviso. Quello che vi chiediamo è di mantenere lo spazio onirico stabile. Il creatore principale sarà Bryce, voi potrete esercitare le vostre abilità, senza però minare alla struttura del Sogno.
Riguardo a quest'ultimo punto, vorremmo chiarire alcune cose sui vostri Stadi. Come avrete notato sulle vostre targhette, tutti voi avete impressa una fascia colorata. Il colore che la contraddistingue rappresenta la vostra capacità e la vostra classificazione." Recuperò la sua targhetta e la sollevò, alzandola in modo che tutti la vedessero, girando in cerchio su se stessa. "Si tratta di semplici fascette identificative, il mio è di colore azzurro, che contraddistingue le Sentinelle, cioè tutti i soggetti che sono capaci di trovare, attraversare, aprire e chiudere le porte e i ponti che collegano la Veglia al Sogno. Abbiamo invece il rosso per i Creatori, di cui conoscete già piuttosto bene il ruolo. Senza un Creatore il Sogno Condiviso, oltre a essere poco stabile, tende a perdere i suoi aspetti realistici. Gli Stabilizzatori, a cui chiedo gentilmente di non esercitare la loro abilità fino a che non verrà richiesta, hanno il viola, e sarà loro compito risvegliare tutti al momento opportuno. Non abbiamo Tessitori, Trasformisti o altre categorie altrettanto rare in questo gruppo, quindi passo immediatamente a dirvi che vi sto comunicando tutto ciò per ricordarvi che questo non è un gioco, bensì un test in cui dovrete dimostrare di essere abbastanza abili per far parte del futuro di Mesmeria."
Per Cleo fu una novità dato che non conosceva ancora tutte le particolari abilità che contraddistinguevano ogni Sognatore. Era piuttosto incerta però sul fatto che stavolta non avrebbero dovuto svegliarsi da soli. Sarebbe dovuta rimanere nel Sogno finché Nyora non avrebbe permesso agli stabilizzatori di utilizzare le loro capacità di risveglio simultaneo. Essere privata del controllo di se stessa in quel modo la metteva già in agitazione.
"Ci sono domande?" chiese Nyora osservando i loro visi, ma nessuno proferì parola. Ci furono soltanto brevi cenni del capo in segno di dissenso. A Cleo non sfuggì lo sguardo fugace che la donna le riservò per un breve istante. Cosa aveva in serbo per lei, stavolta? Non si fece intimorire e ricambiò. Se Nyora voleva giocare, allora avrebbe fatto bene a ricordarsi che Cleo non era una ragazzina qualunque. Rimaneva da scoprire chi delle due fosse più capace e furba dell'altra.
"Allora accomodatevi, inizieremo non appena sarete tutti posizionati."
Ognuno di loro prese posto nella propria capsula come la volta precedente e, a quel punto Cleo, cercò di rallentare i battiti accelerati del proprio cuore al ricordo dell'ultima esperienza.
L'incenso si sollevò di nuovo nell'aria e ora che ne conosceva gli effetti riuscì a rimanere poco più attenta e lucida, giusto per catturarne lo strano sentore. Era diverso da qualsiasi cosa avesse mai odorato, era una strana essenza, a tratti così familiare che le ricordava qualcosa... qualcosa a cui però non riusciva a fare riferimento.
Ci avrebbe pensato più avanti, quando le palpebre non avrebbero cercato di ribellarsi al suo tentativo di rimanere sveglia.
Smise di combatterle e lasciò che il Sogno la trascinasse con sé.
Quando riaprì gli occhi uno strano scenario si palesò davanti a lei. Un'infinita distesa deserta era tutto ciò che poteva vedere, sotto i suoi piedi si estendeva una superficie traslucida e cristallina, che catturava la luce del cielo con particolari bagliori. Quando sollevò gli occhi tutto quello che riuscì a vedere fu il colore azzurro del cielo, con sporadiche nuvole color pastello a macchiarlo.
Si lasciò scappare un sospiro, per quanto... vuota fosse quella visione aveva un che di calmante e quasi paradisiaco, che si trattasse dei colori o i pacifici riflessi del cristallo non sapeva dirlo, ma era un immenso sollievo dopo l'Incubo dell'esperienza precedente.
Quando si voltò si rese conto che deserto era stato il termine sbagliato per descrivere il luogo in cui si trovava.
Oltre all'altra dozzina di sognatori che, un po' come lei, si stavano guardando intorno, ciò che risaltava nella semplicità di quel posto era una struttura molto particolare. In lontananza poteva vedere tre solitarie rocce svettare verso il cielo, nel quale sembrava essere fusa una delle antiche cattedrali di religioni ormai scomparse. Alte vetrate scomparivano tra le pietre, che a loro volta presentavano particolari incisioni riconducibili alla struttura che era parte di loro. Nell'esatto centro, quasi sospeso a mezz'aria, c'era un rosone decorato che, nonostante fosse in parte unito con la roccia, stava ruotando su se stesso come un lento ingranaggio, riflettendo tramite le sue vetrate l'azzurro che li circondava.
Cleo rimase incantata da tale visione, dimenticando per qualche istante lo scopo per cui si trovavano lì. Non aveva mai visto nulla del genere e il suo essere una Sentinella le impediva di creare direttamente. Quella fu la prima volta in cui sentì il desiderio di poter dar vita a tali splendori.
"Pensavi che potessi creare solo Incubi, ammettilo." La voce di Bryce la prese di nuovo alla sprovvista, facendola sobbalzare. Non si era accorta che si fosse avvicinato, presa com'era da ciò che le loro menti avevano creato.
"Da quanto so, tutto questo non è solo opera tua," ribatté lei, un po' a disagio di fronte a come parlava tranquillamente di quella creazione, quasi come se non ne conoscesse gli aspetti più letali e pericolosi.
"Hai ragione, in un certo senso. Ma è la mia mente a raccogliere idee e immagini dalle vostre e a dare loro forma. Senza di me, niente di tutto questo apparirebbe concreto o plausibile," spiegò, confermando ciò che Cleo già sapeva.
"Già, perché una costruzione sarebbe plausibile secondo te?" chiese lei, indicando con un gesto la struttura principale del Sogno.
"Te lo concedo, ma il compito di questa prova non è creare qualcosa di realistico, semplicemente di mantenere l'equilibrio dello spazio onirico, quindi mi sono sbizzarrito un po'," rispose Bryce, allontanandosi di qualche passo e allargando le braccia, come a voler racchiudere il tutto. "E per ora state facendo uno splendido lavoro, anche se inconsciamente. Niente terremoti o buchi infiniti in cui cadere. Siete stabili," concluse con un sorriso.
Cleo avrebbe detto che era strano vederlo così, molto più spensierato e a suo agio nel Sogno, ma a pensarci bene la cosa aveva molto più senso. Se aveva fatto di quelle creazioni la sua vita, per quanto tormentata e oscura, era naturale che quello gli sembrasse il posto migliore.
Era un pensiero triste, ma in un certo senso Cleo lo capiva. Erano due estremi differenti; lui aveva fatto dei Sogni la sua contorta salvezza, mentre Cleo ne era fuggita per anni.
"Quindi, che dobbiamo fare?" chiese Cleo, dubbiosa.
"Quello che volete: create, distruggete, qualsiasi cosa che vi possa venire in mente," rispose con naturalezza.
"Ma non possiamo creare," ricordò Cleo, consapevole che quel ruolo era destinato solo a Bryce, in quel caso. Sentinelle, Trasformisti e qualsiasi altra classificazione di Sognatori non erano in grado di dare vita a scenari del genere. Ci si poteva esercitare, certo, comprendere e acquisire in parte diverse abilità, ma la designazione personale definiva in modo fondamentale il soggetto.
"Te l'ho detto, non direttamente, ma se vi concentrate in particolar modo su qualcosa, può passare tutto da qui," disse, picchiettandosi una tempia. "E finire qui," concluse, indicando un punto casuale sul terreno davanti a loro.
"Bene allora," rispose, prima di mettersi a pensare intensamente a qualcosa che fosse tanto suggestivo quanto lo scenario che li circondava. Non riuscì a rievocare molto, solo elementi banali e conosciuti, ma in fondo la sua mente non era quella di un Creatore. Tuttavia la meraviglia di vedere un albero di cristallo dal tronco cavo nascere con rapidità e fluidità dal terreno, riflettendo in modo caotico la luce del cielo, fu abbastanza per cancellare ogni dubbio.
"Un Malanainen, davvero? Mi aspettavo qualcosa di più originale," borbottò Bryce alle sua spalle, ma Cleo non gli diede peso, troppo impegnata a passare la mano sulla sua corteccia spigolosa e fredda. Era molto più di un Malanainen, probabilmente Bryce non se ne era reso conto, ma aveva appena creato un passaggio onirico. Cleo era certa che si trattasse del suo istinto, che la portava a creare e visualizzare uscite e vie di passaggio in ogni situazione. Pur sapendo che Nyora aveva proibito l'utilizzo delle porte delle Sentinelle, crearla le venne spontaneo, quasi quanto respirare.
"Tu sapresti fare di meglio?" lo stuzzicò, evitando di dare una spiegazione al perché di tale pensiero. Dopotutto non era ancora del tutto certa di potersi fidare, gli Incubi danneggiavano in quel modo, e solo perché Cleo ne fosse consapevole non voleva dire che non ne fosse affetta.
"Oh sì, guarda in alto," rispose lui, apparendo nel suo campo visivo, appoggiandosi sul tronco dell'albero.
Stuzzicata dalle sue parole, quando Cleo sollevò gli occhi, ciò che vide la confuse in un primo momento, per poi riempirla di nuova meraviglia.
Il cielo non era più solo un cielo, era come osservare la superficie argentea dell'acqua da sotto di essa, mentre i raggi del sole vi filtravano attraverso, donando un colorito azzurrino e surreale al tutto.
Non riuscì a trattenere un'esclamazione di sorpresa. Cleo conosceva i Sogni, il loro funzionamento, ed era in grado di svolgere il proprio ruolo in modo impeccabile, ma non aveva mai condiviso un Sogno con un Creatore tanto abile.
"Wow." Quella fu l'unica parola che uscì dalla sua bocca, troppo occupata a osservare quel mare meraviglioso dal fondo di un abisso di improbabile natura. Ebbe un po' di nostalgia, Bryce le ricordava Lemmy, anche lei un tempo era stata capace di Creare, seppur non con tale maestria. Non ci mise molto, però, a cancellare la sua immagine dalla mente, Nyora non doveva per nessuna ragione al mondo venire a sapere di lei.
"E guarda questo!" Le disse Bryce euforico. Era nel suo habitat, niente poteva impedirgli di essere felice in quel momento.
Chiuse gli occhi e scrollò appena le braccia, prima di sollevarle e chiudere le mani a coppa issandole proprio lì dove prima si trovava il cielo, poi le aprì e le indirizzò a terra, come per lasciare cadere qualcosa.
Non successe nulla.
Almeno finché non avvertì un lieve tremore. Il mare che prima si trovava sulle loro teste venne lentamente risucchiato dal terreno. Il cristallo sotto di loro si mosse, come se fosse popolato da enormi creature striscianti, poi ci fu un grande fragore e Cleo si coprì il volto con le mani per evitare di venire schizzata. Vide del liquido limpido scorrere fino ai suoi piedi e più avanti osservò la creazione di una grande spaccatura nel terreno dal quale fuoriusciva una cascata d'acqua. La cosa strana e al contempo magica era il senso in cui essa scorreva, non regolare ma dal basso verso l'alto, fuoriusciva dalla terra cristallizzata e sgorgava verso il cielo liquido.
"Cosa diamine stai facendo?!" chiese Cleo, non riuscendo a comprendere tale visione. "È... è strabiliante!"
"Nulla di che, in effetti saprei fare ancora di meglio," ammise lui, pavoneggiandosi. Stava per caso cercando di fare colpo su di lei?
"Ah, sì?" lo stuzzicò Cleo, con voce di sfida, portandosi le mani ai fianchi e iniziando già a pensare a qualcosa che gli avrebbe reso più complicata la vita.
Bryce aggrottò la fronte, non era intenzionato a dargliela vinta a quanto pareva. "Esatto! Forza, dimmi, qual'è il tuo pianeta preferito, o un luogo di Mesmeria, o qualsiasi altra cosa!"
"Davvero?" sghignazzò divertita Cleo, "davvero tu potresti ricreare un pianeta?"
"Meglio, lo porterò qui per te, qualsiasi cosa tu voglia." Cleo ebbe paura, negli occhi di Bryce vide scintillare una strana luce sinistra. Non credeva, però, fosse capace di fare una cosa simile, quindi sputò a caso la prima cosa assurda e impossibile che le venne in mente, convinta che ci sarebbe stato un limite alle assurdità. "Bene, allora... perché non porti qui una singolarità?" Bryce la guardò in modo scettico. Sembrava non aver capito, quindi Cleo si spiegò meglio. "Sto parlando di un buco nero! Non ne ho mai visto uno, nemmeno in Sogno."
"Non mi pare una buona idea, ti ricordo che il Sogno di Superficie è il livello più fragile," borbottò Bryce con una smorfia.
"Proprio ora devi fare il guastafeste?" rispose Cleo, scioccata dalla sua reticenza, ma senza vero calore nel tono di voce.
Nel momento in cui lui fece spallucce, sollevando appena le labbra in un sorriso apologetico, la luce sembrò cambiare all'improvviso. Il cielo si scurì, perdendo il suo colore ceruleo e assumendo la soffocante e piatta sembianza di una lastra di metallo.
Sollevarono gli occhi increduli e Cleo sentì l'orribile sensazione di venire inghiottita nel vuoto farsi sempre più largo in lei.
Ehilà, Mesmeriani, rieccoci con un nuovo capitolo! Molto lungo, sì, ma serve per capire un po' di cose :D non voleteci male (?) lo facciamo per il vostro bene u.u Cosa ne pensate di questa nuova prova? E Nyora, vi sta piacendo? Che reazioni vi suscita? Molto presto la conoscerete meglio, sia lei, sia il complesso mondo di cui fa parte. Shippate ancora Cleo e Bryce? Forse dovremmo dare un nome a questa ship, anche se non sappiamo sa sarà mai Canon u.u pazienza.
Finalmente abbiamo avuto la possibilità di descrivere in modo più approfondito un Sogno, una Creazione (che ho deciso di farmi in quattro e photoshoppare, lo trovate qui sotto :3). Cosa c'è da dire? Sono state spiegate un paio di cose in più, ma più importante di ogni cosa da qui in poi si entra nel vivo, a cosa pensate che sia riferito l'ultimo passaggio, a parte disastri incombenti e altre belle cose? ;)
E con questo è tutto, alla prossima :3
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