CAPITOLO 3 - Il sussurro degli Incubi
CAPITOLO 3
Il sussurro degli Incubi
Cleo si ritrovò a vagare per dieci minuti buoni su e giù, a destra e a manca nell'immensa struttura, nella disperata speranza di capire come fossero disposti i loro alloggi. Certo, il numero a cui doveva dirigersi era apparso come previsto, ma non era stato spiegato in alcun modo come arrivarci. Per di più Bryce sembrava essere sparito molto prima che questo problema insorgesse, quindi non poteva nemmeno contare sul suo aiuto.
Per un attimo sospettò che anche quella fosse una delle prove a cui sarebbero stati sottoposti, ma si obbligò a scacciare l'agitazione e la supposizione insensata, consapevole che non avrebbe giovato in alcun modo.
Fu solo altri dieci minuti dopo che si ritrovò, grazie a quella che sicuramente era stata solo fortuna, davanti a una porta di vetro bianco opaco, che recitava il numero gemello sulla sua targhetta. C'era una sottile fessura all'altezza dei suoi fianchi e, con un minimo di esitazione, cercò di inserire il badge che le avevano dato all'ingresso. Con suo sollievo questo scivolò dentro senza sforzo, illuminando pattern altrimenti nascosti sulla superficie della porta. Come questi si spensero, perdendo il loro bagliore blu, al centro comparve il luminoso logo della corporazione e Cleo si rese conto che la serratura si era sbloccata con un leggero click.
Issandosi meglio in spalla il suo misero zaino, entrò in quella che sarebbe stata la sua casa per chissà quanto tempo.
Gli interni non erano tanto diversi dal resto della struttura, un biancore asettico e quasi accecante dominava ogni cosa, dalle pareti ai piccoli accessori sparsi per i mobili chiari. Come previsto, c'erano tre letti, uno dei quali addossato alla finestra nella parete più lontana.
Al momento era l'unica in stanza, quindi ebbe la fortuna di potersi aggiudicare la postazione con la vista migliore, anche se i tetti che circondavano Tetra-Siom erano una visione abbastanza monotona. Una ripetitiva e insopportabile somiglianza che si estendeva quasi fino all'orizzonte, in forte contrasto con la pittoresca varietà di tutto il resto di Mesmeria.
Si lasciò cadere di schiena sul letto, rilasciando un lento sospiro. Si sentiva esausta, fisicamente e psicologicamente, non solo a causa del lungo viaggio che aveva intrapreso partendo dal remoto nord di Zephiria e attraversando quasi tutta Mesmeria, ma anche per la tensione e le aspettative che quel luogo pressava su di lei.
Si rannicchiò sul letto e i suoi occhi caddero immediatamente sul display luminoso che stava accanto alla porta che si era dimenticata di chiudere.
Con uno sbuffo tornò in piedi, spostando i lunghi capelli ramati dietro la spalla.
La chiuse con un movimento deciso, senza ripensamenti, confidente che le altre due persone sarebbero riuscite ad aprirla come aveva fatto lei, ma comunque lieta di avere un po' di privacy, almeno per il momento. Poi spostò la sua attenzione sul quadro luminescente che esibiva una serie di annotazioni, sembrava fossero le stesse regole di cui aveva parlato la giovane donna di poco prima.
Non era davvero nulla di particolare: gli orari richiesti per gli incontri, il divieto di raggiungere certe zone dell'edificio e il permesso di condividere i propri Sogni con chiunque presente nella Corporazione, ma non esterno alla struttura e ai corsi e, soprattutto, non con i Sognatori degli Stadi più alti, con l'aggiunta premessa di risparmiare le energie per i vari test e lezioni che avrebbero tenuto durante la loro residenza.
Cleo le lesse velocemente, imprimendosi bene nella mente solo l'orario che era previsto per il loro primo giorno. Tutto quello che voleva fare in quel momento era rilassarsi un po' e, quando tornò sul letto che aveva definito come suo, pensò che un Sogno tranquillo non avrebbe fatto male, magari se fosse riuscita a concentrarsi per bene avrebbe potuto raggiungere il Nexus per rilassarsi qualche ora.
Con un lungo sospiro si mise comoda, per quanto il cuscino estremamente duro glielo permettesse, e chiuse gli occhi, iniziando a rilassare un muscolo per volta. Lentamente, sentì la coscienza scivolare via e addentrarsi in quel nebbioso e indefinito luogo di passaggio che stanziava tra la Veglia e il Sogno.
Cleo aprì le palpebre e comprese immediatamente che quello che vedeva intorno a sé non poteva appartenere né alla realtà né al tanto desiderato Nexus, luogo di calma assoluta e riposo.
Altissimi Manalainen dai tronchi cristallini con boccioli di diamante si stagliavano verso il cielo indaco, le loro fronde erano inclinate in un'unica direzione, i rami erano tesi, piegati da un vento immobile, le loro radici sparivano oltre una superficie piatta e grigia, quasi metallica, creando uno spiacevole contrasto con la delicatezza della loro figura.
Quando spostò lo sguardo nella direzione che sembravano indicare, ciò che vide le fece contorcere lo stomaco in una spiacevole sensazione.
Si sarebbe immaginata un tornado, una bufera che, come un gigantesco buco nero, cercava di strappare dalla terra quegli imponenti alberi. Ciò che non si era aspettata era un globo di luce immensa, dorata e potente, un piccolo sole che risplendeva come una stella solitaria oltre gli alberi. Cleo azzardò qualche passo avanti, schivando foglie iridescenti sospese a mezz'aria, fino a che, al suo esatto centro, non vide la sagoma controluce, completamente scura, di un uomo seduto con le gambe tese davanti a sé.
Vattene, disse una voce, riverberando nello spazio vuoto intorno a loro.
Cleo aggrottò le sopracciglia in risposta. Non riusciva a capire.
Che fosse finita per sbaglio nel Sogno di qualcun altro? Che qualcuno si fosse intrufolato nel suo, di Sogno? Ma allora perché le veniva intimato di andarsene?
"Non capisco," sussurrò lei, non riuscendo a sentire la sua stessa voce nel vuoto intorno a sé.
Fuggi. Fu tutto quello che sentì prima che la luce si facesse accecante e il Sogno collassasse su se stesso, implodendo e sparpagliando frammenti con l'ombra di quell'uomo in ogni direzione. Cleo si piegò sulle gambe per non essere colpita, chiudendo gli occhi e cercando con tutta se stessa di tornare al più presto alla Veglia.
Non si svegliò di soprassalto, si ritrovò semplicemente a fissare il soffitto con le sopracciglia aggrottate e un senso di confusione crescente.
Si guardò intorno, le altre ragazze erano appena arrivate e stavano sistemando la loro roba, dandosi le spalle a vicenda e ignorandosi. Avevano abiti molto diversi, una delle due indossava le tipiche pellicce usate a Lumisade, mentre l'altra aveva un abbigliamento semplice che poteva passare inosservato un po' ovunque.
La tensione nell'aria era quasi palpabile, per quello Cleo decise di non rompere il fragile equilibrio. Quindi si alzò e si diresse verso la stanza adiacente, scoprendo la cucina tanto immacolata quanto il resto. C'era un piccolo tavolino trasparente al centro che sarebbe risultato stretto per tre persone. Non che fosse un gran problema, in fondo solo una di loro avrebbe finito per usarlo.
Si mise a rovistare stancamente tra i vari sportelli, alla ricerca di qualcosa che le avrebbe potuto fornire una cena veloce ma sostanziosa. Voleva tornare a dormire, siccome il Sogno di poco prima non le aveva davvero permesso di riposare.
Si fermò a riflettere un attimo su quello che aveva appena vissuto, le uniche parole che aveva sentito in esso rimbombavano ancora nella sua mente, dandole una sensazione di urgenza.
In qualche modo era come se non si fossero riferite solamente al Sogno.
"Le Terre di Mesmeria sono un vasto ed esteso territorio che abbraccia innumerevoli culture e incredibili scenari naturalistici, presentando un perfetto equilibrio di civiltà e natura. Si possono trovare infinite lande di ghiaccio nei dintorni di Lumisade e suggestivi scenari spirituali nella Foresta del Bosco Perpetuo, così come immensi geyser e crepacci sulla catena del Dorso del Drago. Le città più sviluppate sono Zephiria e la Capitale, Somnia, in cui l'attività legata ai Sognatori è quella più avanzata, nonostante la secolare e sempre presente rivalità tra le due. Non mancano comunque i borghi minori, perfettamente in armonia con la natura e colmi di reliquie del passato. E ultimo ma non meno importante, Enexa Lir, l'imponente ed esteso avamposto militare, è il luogo in cui i migliori sognatori della Capitale impiegano le loro forze a difesa dell'integrità di Mesmeria, sia nella Veglia che nel Sonno.
Il Mondo del Sogno non ha una geografia né un'urbanistica definita, siccome qualsiasi Creatore o Sognatore abbastanza abile può plasmare e modellare a suo piacimento lo spazio all'interno di esso. Da ricordare, però, che la dimensione onirica va suddivisa in quattro grandi livelli.
Il livello del sogno di Superficie è quello più vicino alla Veglia, è semplice da raggiungere ed è facile da spezzare. Viene utilizzato dalla maggior parte degli abitanti di Mesmeria senza troppi sforzi, spesso anche inconsapevolmente.
I livelli sottostanti, del Sogno Profondo, insieme al REM, sono quelli più difficili da raggiungere e da superare. Sono fondamentalmente diversi da quello di Superficie, siccome richiedono certe abilità per poter essere sviluppati nella loro integrità e usati a piacere. Il tempo, in essi, scorre molto più lentamente rispetto alla realtà e al livello sovrastante.
Il Mitaan, infine, è per lo più una leggenda. Luogo di puro nulla e silenzio, teoricamente irraggiungibile, in cui il tempo non esiste. Si crede che questo livello dia vita da solo alla propria forma, estraendo informazioni direttamente dalla mente del Sognatore, indifferentemente dai suoi desideri. Il Mitaan è puro subconscio e per questo è sconsigliato anche solo provare a raggiungerlo, per quanto si potrebbe rischiare di perdere se stessi e quindi rimanere intrappolati al suo interno per sempre.
Ci sono altre due sezioni del Mondo del Sogno che non sono direttamente collegate ai livelli sopracitati:
L'Incubo non è un livello a sè stante, ma una trappola che può essere generata da Creatori esperti, principalmente per scopi bellici, per permeare il Sogno di un'altra persona, gettandolo in una distorsione labirintica di quello corrente. Gli Incubi, inoltre, possono avere anche origine naturale, in questo caso, essi sono capaci di modellare la loro forma in base alla psiche del soggetto, questa tipologia di Incubi tuttavia non viene considerata dannosa per la mente del Sognatore, siccome non nasce da intenti malevoli.
Infine, c'è il Nexus, il cosiddetto centro del sogno. È raggiungibile da qualsiasi livello e attraverso la semplice meditazione. In questo luogo la mente è portata a creare scenari di pace e calma e non è direttamente in relazione con gli altri livelli. A volte viene considerato l'equivalente del Mitaan, con la differenza che esso non è in alcun modo pericoloso.
Da rammentare che ciò che si trova nei vari livelli del Sogno dipende da chi entra nello spazio Onirico. Più si scende di livello più il Sogno stesso tende a prendere dalla mente del sognatore elementi casuali, creando scenari impossibili. Mantenere il Sogno realistico e stabile è solitamente richiesto a chi sogna ad Enexa-Lir per illudere il nemico e sottrarre informazioni dalla sua mente."
Cleo sbuffò, lasciando da parte il piccolo fascicolo che avevano distribuito a tutti i presenti. Non aveva bisogno di rileggere le scarse informazioni sul funzionamento del loro mondo. Sapeva già il suo meccanismo più profondo; come speranze e paure lo influenzavano irrimediabilmente e come viaggiare da un livello all'altro. Non per nulla era una Sentinella, in grado di trovare le aperture oniriche che permettevano di viaggiare tra i diversi livelli del Sogno.
Ormai era certa di aver speso più tempo nelle profondità della propria mente che nella Realtà. Non c'era davvero un'alternativa per quelli come lei, privati di casa, famiglia e della loro terra natia. Vivere nella Realtà era quasi insostenibile quando i sussurri degli Antichi Resti di Vesiria bisbigliavano costantemente, implorando vendetta e chiamando dalle profondità i nomi dei loro cari.
Cleo li sentiva ancora nei suoi Sogni, erano una salda e immutata presenza appena fuori dal suo campo visivo, ombre che poteva vedere a malapena con la coda dell'occhio.
Odiava il fatto che quelle povere anime in pena non avessero ricevuto il Sogno Perpetuo che spettava loro. Nessuno avrebbe più potuto rievocare il ricordo dell'ultimo Sogno che, altrimenti, li avrebbe accompagnati nel trapasso. Avrebbero infestato semplicemente quelle terre senza avere davvero un posto dove riposare per il resto dell'eternità. Ormai aveva imparato ad accettarli, la cosa non era così insolita, visto che tutta Mesmeria si ergeva su ossa e ricordi antichi che avevano permesso di creare ciò che era adesso.
Ma ad ogni modo, Cleo davvero non aveva bisogno di ripassare le basi del Mondo del Sogno per prepararsi al primo test. Quindi, appoggiando il mento sulle braccia incrociate sul tavolo bianco e opaco come il resto di Tetra-Siom, ascoltò distrattamente i discorsi di quelli seduti intorno a lei e attese il suo turno.
"Pensavo davvero di non riuscire ad arrivare in tempo," disse qualcuno alle sue spalle con tono infastidito.
"Dici per quello che è successo vicino al Bosco dei Presagi?" chiese una ragazza. Cleo si voltò appena e si rese conto che era una di quelle con cui stava condividendo la stanza. Era alta, smilza, con i capelli chiari e il viso pallido, si capiva chiaramente che proveniva da Lumisade. Solo Nyora, in quel caso, faceva un'eccezione alla regola, dato che la sua famiglia aveva origine nelle lontane terre dei Canyon e solo in seguito si era stabilita nelle terre del ghiaccio. Non fu sorpresa di notare che lei era probabilmente una delle uniche a non aver ancora fatto amicizia con nessuno. Dopo aver vissuto da sola tanto a lungo lo trovava superfluo, soprattutto considerando che molti di loro sarebbero stati rispediti a casa nel giro di poco tempo. Perdere altri legami non era qualcosa a cui era interessata.
Ciò che le importava, però, era quello di cui stavano parlando. Non sapeva minimamente cosa fosse successo.
"Sì, un gran casino. Sono mesi che hanno bloccato un mucchio di strade a sud dei Laghi Gemelli." Sentì rispondere da un ragazzo basso e robustello.
Cleo sollevò la testa, prestando molta più attenzione al discorso. Se avevano bloccato diversi passaggi allora non si trattava di qualche semplice criminale che si era nascosto nei boschi. Per una reazione del genere doveva trattarsi di qualcosa di più grosso, e Cleo sapeva bene cosa si trovava a ridosso dei Laghi.
"È successo qualcosa nella base di Ari?" chiese, esitante. Attirando l'attenzione dei due.
"Beh sì, non lo sai?" le chiese la ragazza, guardandola come se avesse appena chiesto di che colore era il cielo.
"Cosa c'è da sapere?" domandò a sua volta, sempre più dubbiosa.
"Ari ha tradito," rispose semplicemente l'altra, sventolandosi con i documenti che erano stati distribuiti.
"Non è così semplice la faccenda," aggiunse l'altro. "Da quanto si sa, ha rubato informazioni riservate direttamente dalla Capitale," concluse il ragazzo.
"No," si lamentò la ragazza con una smorfia. "Ha rubato informazioni a Enexa-Lir, perché credi che abbiano raso al suolo tutta la sua base? La Capitale avrebbe agito in modo differente altrimenti," disse, sbuffando dal naso. Cleo li guardò entrambi, sempre più confusa. La faccenda era grave, si sapeva che Arian Blackfire era uno dei Sognatori più potenti di tutta Mesmeria e che lavorava sotto gli ordini di Tetra-Siom, portando informazioni e risorse di vitale importanza da una città all'altra, creando Sogni tanto elaborati da bloccare qualsiasi ladro o spia osasse intrufolarsi in uno scambio di informazioni.
Che i ruoli si fossero stravolti così all'improvviso era quasi impossibile da credere.
"Io sapevo che si erano scoperte delle affiliazioni con un gruppo di contrabbandieri," intervenne la ragazza mora seduta al fianco di Cleo. Si rese conto che ora gran parte dei presenti sembravano interessati a quella conversazione.
Cleo rimase ad ascoltare, non chiedendo altro, ma diventando sempre più dubbiosa riguardo le differenti versioni che ognuno sosteneva di aver sentito. Una spiacevole sensazione iniziò a farsi largo in lei, ma la ignorò, associandola semplicemente allo stress della sua nuova sistemazione e al Sogno che aveva fatto il giorno prima, che ancora la tormentava, riemergendo nei momenti meno opportuni.
A riscuoterla fu la distinta voce di Nyora Lain. "Cleo McGregor?" La sentì chiamare.
Cleo si voltò di scatto, puntando gli occhi sulla perfetta figura che stava sulla soglia di quella porta, attraverso cui erano passate molte altre persone prima di lei e, per quanto si sentisse sicura delle sue abilità, non poté fare a meno di percepire l'ansia stringerle la gola.
Annuendo appena, si mise in piedi e seguì la donna.
La stanza era candida come il resto della struttura. Aveva sfumature tendenti al grigio, pareti lisce e finestre alte. Creava un'atmosfera rilassante.
Cleo capì cosa sarebbe successo nel momento in cui i suoi occhi finirono sulle capsule cromate disposte a ridosso del muro di fronte a lei. Ognuna di esse aveva inciso il logo della Corporazione e una sigla numerica. Avrebbe dovuto immaginare che la prima prova sarebbe stata proprio sul Sogno, per testare le loro capacità, gli indizi erano stati abbastanza ovvi.
Riconobbe anche il volto giovane e tranquillo di Bryce, che sventolò la mano verso di lei per salutarla. Si trovava davanti ad una delle bare, come le aveva sempre chiamate Cleo, proprio perché non sopportava l'idea di venire rinchiusa lì dentro e di essere controllata.
Ma in quel caso doveva fare un'eccezione, ne andava di mezzo il bene del suo futuro.
Bryce appoggiò la mano sul pannello laterale della sua capsula e questa venne scannerizzata, facendo illuminare il vetro, dapprima opaco in rosso, il colore assegnato ai Creatori. Il vetro si aprì scorrendo verso l'alto e lui si sistemò comodamente, appoggiandosi al morbido lattice che ricopriva le pareti, e che subito prese la forma del suo corpo. Nel farlo i suoi folti capelli castani si scompigliarono e alcuni ciuffi gli ricaddero sulla fronte. Evidentemente infastidito, li spostò soffiandoci contro, per poi sorriderle come per rassicurarla. Cleo era ancora troppo tesa per ricambiare con poco più di un sorriso tirato.
"Sistemati pure," la invitò Nyora, inclinando il capo verso la postazione libera situata all'angolo opposto a quella di Bryce. Così da vederlo chiaramente.
Cleo fece come richiesto, imitando il ragazzo. Appoggiò il palmo della mano sul pannello e poco dopo il vetro divenne azzurro. Si accomodò all'interno cercando di rilassarsi, adagiandosi contro il materiale morbido e imbottito.
"Siccome sei una Sentinella, testeremo la tua capacità di uscire da un Sogno che non hai creato tu," spiegò Nyora, mentre diversi segnalatori del rintracciamento mappale fuoriuscivano dalla parete dietro di lei. Sentì con chiarezza le piccole superfici fredde e metalliche appoggiarsi alle sue tempie e ai lati della colonna vertebrale. Trattenne un brivido, consapevole che con una tale osservazione avrebbero garantito un Sogno sicuro e controllato.
"Testeremo la tua abilità nel muoverti tra i livelli e, in particolare, a uscire completamente dal Sogno," commentò Nyora.
Niente di più facile, pensò lei, mentre gli angoli delle sue labbra si sollevavano in un sorriso appena accennato. Per una Sentinella, rintracciare le porte e i ponti attraverso i quali si sarebbe potuta muovere era un gioco da ragazzi. Poteva riuscirci senza dover morire, indifferentemente dalla natura del Sogno. Tetra-Siom voleva testare le sue reali ed effettive potenzialità e verificare quali capacità sarebbero emerse dal suo subconscio. Quella prova era il primo passo in un percorso che avrebbe permesso loro di comprendere se era degna di far parte di una squadra di Sognatori all'interno di Somnia. Avevano bisogno di prove concrete da esibire davanti all'Icelus, affinché approvasse definitivamente la sua appartenenza a quell'élite.
Osservò la donna prendere un sottile bastoncino da una scatola posta sulla scrivania. La guardò con curiosità mentre lo avvicinava alla fiamma dell'unica candela presente nella stanza. Dopo qualche istante, un lieve filo di fumo iniziò a librarsi nell'aria, diffondendo un aroma speziato e particolare, dissimile da qualsiasi cosa Cleo avesse mai sentito. Nyora si portò una leggera mascherina trasparente davanti a bocca e naso.
"Questo è uno dei nostri ultimi progetti. Al contrario dei comuni sonniferi questo incenso oltre a conciliare quasi immediatamente il sonno, amplia in modo considerevole la capacità di Sognare e di creare all'interno dello spazio onirico," spiegò Nyora con tono piatto, avvicinando l'incenso a Bryce, che era rimasto rilassato e tranquillo, in attesa, con ancora la capsula aperta.
Cleo ne vide immediatamente gli effetti. Il ragazzo stava già faticando a tenere gli occhi aperti e considerando che dormire era il suo intento, gli ci vollero appena cinque secondi perché il suo respiro si regolarizzasse nella calma del sonno.
Anche Cleo ne sentiva già gli effetti, nonostante non si trovasse troppo vicina.
"Trova il suo Sogno e fai ciò che sai fare meglio." Sentì dire da Nyora e, prima che l'oscurità avvolgesse la sua visione, si lasciò trascinare dalla mente di Bryce, che richiamava la sua come un potente magnete.
Il buio non sembrò dissiparsi e, all'improvviso, si ritrovò in piedi in mezzo al nulla totale.
Ma non era spazio onirico grezzo, c'era qualcosa. Sentiva una leggera brezza sulla pelle, un po' troppo fredda per essere piacevole, c'era un'eco lontana, come di gocce che s'infrangevano sulla roccia. Quando abbassò gli occhi si rese conto che c'era dell'acqua sul terreno che le accarezzava le piante dei piedi nudi e la pelle infreddolita.
Si mosse appena, esitante. Dire che il Sogno era strano era un eufemismo. Non sembrava avere struttura o estensione, e quello la agitò.
Si guardò intorno con più attenzione. Doveva esserci qualcosa.
Fece un passo avanti, lo sciabordio dell'acqua si propagò intorno a lei in modi irregolari. Le piccole onde sembravano indicare una direzione.
Presa dall'agitazione si mise a correre, seguendo quella bianca luce soffusa che stava nascendo all'orizzonte, creando spettrali riflessi sulla superficie nera dell'acqua.
Una porta, finalmente. Sospirò quando la sua forma iniziò a delinearsi nel nulla. Una superficie rossa, decorata da bianchi motivi sinuosi, si palesò davanti ai suoi occhi con sempre più chiarezza.
Con un sospiro di sollievo appoggiò la mano sulla maniglia, pronta a girarla.
Ma senza alcuna spiegazione logica la porta sparì e, nel tempo di un battito di ciglia, riapparve davanti a lei, allontanata di qualche metro, mentre nella sua testa riecheggiava una voce appena distinta.
Cleo la fissò per un attimo, mentre mille domande le affollavano la mente, non riusciva a raggiungere la porta per quanto ci stesse provando, ogni volta che avanzava di un passo quella sembrava farne uno indietro.
Ma la voce che sentiva espandersi intorno a lei si stava facendo sempre più chiara e comprensibile.
Non sei...
...sicuro.
Contemporaneamente, lo scrosciare violento di immense onde si stava facendo sempre più forte alle sue spalle. Nel nero più assoluto riuscì a riconoscere quella voce come quella del suo primo Sogno alla Capitale.
Non sei al sicuro.
Stava iniziando a capirlo, e l'orrore della consapevolezza di non trovarsi in un Sogno iniziò a farla tremare. Non sembrava esserci una soluzione logica per uscire da quel luogo soffocante e più tempo attendeva più le onde si sarebbero avvicinate, inghiottendola e distruggendola. All'improvviso si fermò. Alle sue spalle vide un'enorme onda anomala procedere spedita nella sua direzione, provò a fare un passo in avanti ma si bloccò all'istante, un attimo prima di venire risucchiata dai profondi e letali gorghi degli Abissi del Tormento che apparvero impetuosi dinanzi ai suoi piedi. Volse ancora il capo indietro e vide dei piccoli fiocchi di neve scendere leggiadri e unirsi all'acqua. La temperatura scese di colpo, sentì l'aria farsi sempre più pungente e osservò l'acqua trasformarsi, iniziando a congelarsi e prendere la forma di stalattiti mortali e appuntite.
Non poteva arrendersi, se pensavano che un trucchetto simile potesse sconfiggerla si sbagliavano e, con la furbizia e l'intuito che l'aveva caratterizzata fin da piccola rendendola capace di sfuggire da ogni situazione, prese una rincorsa. Incurante della voragine che aumentava sempre più, si lanciò in avanti con tutta la forza che aveva in corpo, colpendo e infrangendo la superficie su cui fino un attimo prima aveva camminato e trovando finalmente l'uscita che stava cercando.
Spalancò gli occhi sotto le forti luci bianche di Tetra-Siom, boccheggiando come se avesse corso per ore mentre una lenta e orribile consapevolezza si faceva largo in lei.
L'avevano buttata in un Incubo.
"Ben Fatto, McGregor," applaudì soddisfatta Nyora, esibendo un sogghigno sinistro.
Bentornati Sognatori! Per farci perdonare della lunga attesa vi abbiamo tirato fuori un capitolo lungherrimo, anche se non intenzionalmente lol. Speriamo che questo nuovo universo vi stia stuzzicando la fantasia e intrigando a dovere, perché il bello è appena iniziato. E per bello non intendiamo solo Ari eh u.u Anche se promettiamo che arriverà nel giro di un paio di capitoli a incasinare tutti! (Lol, armatevi di un cuore di riserva)
Ad ogni modo, che ne pensate di quello che è successo in questo poema? Strano che nessuno sappia davvero cosa ha combinato Ari, eh? O che tutti sappiano cose differenti, davvero strano ;D
E l'Incubo? Non è ancora il massimo della creatività, ne siamo consapevoli, ma per quanto ci sarebbe piaciuto approfondire quello scenario davvero questo capitolo sarebbe diventato insostenibile xD Ma per questo ci saranno molte altre occasioni. E avrete notato l'introduzione dell'Icelus... Vi siete chiesti cosa sia? Siete curiosi?
Oh, quasi dimenticavo, davvero pubblicheremo (speriamo) al più presto qualche glossario, così che le info sparse qui siano più facili da reperire nel caso vi venga qualche dubbio ;)
A presto!
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