12 #Mermaze - Goth mermaid

Luce e colore hanno iniziato a sparire da Mystic City e questo a Merianne non dispiace affatto. Ha sempre amato il buio, la malinconia delle profondità e anche il diverso. Non vorrebbe una città completamente nera, ma il panico negli occhi dei suoi concittadini la eccita da matti. Loro, brillanti, luccicanti e colorate sirene: vederle inseguite dalle tenebre per Merianne è un sogno che si avvera.

Solo nell'ombra si sente a suo agio, con la sua coda in pelle lucida, le reti alle braccia e due occhiaie che non ha intenzione di nascondere. Sarà per questa propensione che, invece di una reietta, a scuola si è sempre sentita un'invisibile. Invisibile almeno fino al giorno dell'oscurità, quello in cui i palazzi luminosi di Mystic City hanno iniziato a spegnersi e i loro colori ad annerire.

Chiusa in camera sua, una delle poche volte con le tende aperte, non si poteva perdere l'arrivo di un altro blackout; la luce la investì, ma non dalla finestra, dal suo smartphone.

Brightning news:

La leggendaria fashion queen Orra, ha concesso a cinque giovani sirene il potere magico di cambiare colore alla coda. Ci salverà dall'oscurità? Orra: credo in loro, sono il meglio di Mystic City.

Allegato alla notizia c'è un video taggato #Kishiko il nome della sua compagna di classe influencer, Merianne non ha idea di quanto sia famosa finché la faccia della ragazza non compare sullo schermo, assieme a quella di altre quattro. Il riflesso del loro lucidalabbra omologato abbaglia gli occhi di Merianne anche attraverso il vetro, riesce a guardarle solo con le palpebre strette e una smorfia di fastidio. Le rughe infastidite si moltiplicano sul suo naso arricciato quando, oltre a Kishiko, riconosce anche le altre sirene: Riviera, Harmonique, Shelnelle e Jordie, tutte sue compagne di scuola.

«Evviva, che bel gruppetto», sospira sarcastica, «può peggiorare?»

Il video le sembra rispondere quando Kishiko annuncia: «Abbiamo ricevuto il potere del magico cambia colore!»

«E ne va fiera. Sicuramente salveranno il mondo.»

«Mettiamo la nostra energia e i nostri talenti a servizio della città, vi sosterremo coi nostri colori e la nostra luce per illuminare di nuovo Mystic City.»

«Quanta modestia...»

Merianne non riesce a continuare, chiude il video e sbatte la faccia nel cuscino del suo letto, lo morde come farebbe un pescecane affamato, solo che lei non prova fame, prova rabbia. Per un momento si immagina di portare anche lei un lucidalabbra colorato, ride quando pensa a come ridurrebbe la federa del cuscino, ride, per poco.

Strofina pollice e indice sulla propria coda, la pelle nera e lucida squittisce sotto i polpastrelli. Orra ha scelto le sirene più talentuose della città, non ha scelto Merianne, forse solo perché lei è "invisibile" o forse perché lei di talento non ne ha.

Passa il resto del pomeriggio a letto, guarda il soffitto, si addormenta e il mattino dopo si sveglia prima dell'alba. Dalla finestra le luci al neon sui palazzi tagliano a fette il buio della notte. Una di queste tremola e poi si spegne. Merianne sorride, non importa quanto scintillino le altre sirene, il buio incombe e lei rimarrà l'unica a non essere fuori posto.

Infila il bracciale borchiato sulla base della pinna, indossa i suoi orecchini a falce e solleva sulla spalla la borsa nera, dentro ci porta più carboncini e blocchi da disegno di quanti ne potrebbe contenere, anche se oggi non crede disegnerà granché.

Le cinque nuove star di Mystic City, tutte nella sua scuola, monopolizzeranno l'attenzione. Inutile sperare che la corrente non travolga anche lei costringendola ad assistere. Sulle porte della scuola la corrente sembra già aver preso abbrivio, una piccola folla di sirene si accalca attorno all'ingresso e Merianne riconosce il luccichio delle sue nuove cinque nemesi.

Le due sorelle cantanti, Harmonique, la pop, e Riviera, la rockettara, stanno intonando un duetto dai toni squillanti qui e ruvidi là. Kushiko sta filmando la scena mentre Shelnelle, la stylist, applaude per Jordie che sfila tra le sirene con un piumino nuovo.

«Oh sì», borbotta Merianne, «salveranno la città. Soprattutto lei» Jordie, con quell'elastico in vita e la coda da tuta sportiva, Merianne l'aveva sempre presa per una tipa ordinaria. Insomma, una giocatrice di finball che puzza di sudore metà delle sue giornate non si poteva dire glamour, eppure con quel nuovo piumino addosso il mondo sembra rinnovato, più scintillante.

«L'oscurità dov'è quando serve?» si chiede Merianne e un'ombra dentro di lei sembra rispondere. Per vedere l'oscurità a scuola non c'è bisogno di attendere, può essere lei stessa a portarla. «Finball, eh?» Ghigna Merianne mentre riflette sull'idea di un piccolo dispetto.

L'ora di ginnastica è la prima di ogni mattino per Jordie. Con le sue treccine annodate in due buns sopra la testa, sfreccia potente e pericolosa sul campo. Colpisce la palla con delle frustate di coda e nessuna difesa riesce a trattenere la sua energia. Impagabile per Merianne vedere la sua faccia quando, battuta una palla per l'inizio di un match, si ritrova con le mani annerite e così anche la coda, sfregiata da un'orrida macchia nera, il pallone raccolto tra gli altri era interamente coperto d'inchiostro.

«Chi è stato?» grida Jordie.

«Chi è stato?» le fa il verso Merianne mentre, seduta sugli spalti, inchiostra sul suo blocco da disegno la faccia inorridita della sirena.

Non si è mai sentita tanto appagata e, almeno a suo parere, un po' di nero sta bene anche su Jordie. Ha la sensazione che sia un gioco innocente, anche l'idea che le viene dopo: annerire anche il nuovo piumino.

Scesa dagli spalti e intrufolata negli spogliatoi cerca un'etichetta che le indichi l'armadietto di Jordie. Si nasconde di corsa quando si accorge di Shellnelle impegnata a cucire qualcosa, forse un altro piumino per Jordie. Per quanto fastidio le dia, quelle due sirene non si erano mai guardate negli occhi fino a qualche giorno prima, l'occasione di pungere Shellnelle non si può rifiutare.

Merianne adocchia la borsetta di profumo che la sirena stilista porta sempre al fianco e che si spruzza spesso. «Chissà cosa deve coprire» sibila tra sé Merianne mentre si avvicina di soppiatto alle spalle di Shellnelle. Fluttua nell'acqua fino alla borsa e, giusto sfilando un po' il tappo, aggiunge al profumo anche dell'inchiostro.

«Ciao Shellnelle.»

«Ciao», esclama la sirena, «non ti ho vista arrivare.»

«E io non ho sentito il tuo solito profumo.»

Shellnelle, come presa dal panico, raccoglie la borsetta e se ne spruzza direttamente in viso. Assieme alle goccioline d'aroma Merianne vede posarsi sul volto della stilista una nube di inchiostro nero e anche sulla giacca che indossa, all'improvviso maculata. Merianne scoppia a ridere e scappa via.

Troppo, troppo divertente, al conto delle star annerite le mancano l'influencer e le due cantanti.

Per Kushiko ha già un'idea: darle una gomitata mentre registra un tutorial su come mettersi il lipgloss, screenshottare l'immagine della sua sorpresa con la guancia macchiata e via con le condivisioni vergognose.

Per Harmonique il gioco è ancora più facile, una sirena con la fissazione di posare le labbra sul microfono, anche quando si tratta del microfono comune dell'aula di musica. A Merianne basta pucciarlo nell'inchiostro prima della performance di Harmonique. Dopo il suo splendido assolo la sirena pop torna al banco con la bocca di chi ha appena baciato una seppia spaventata.

Manca solo Riviera, gemella diversa di Harmonique, quella sirena non canta soltanto, una voce da contralto o forse ancora più scura, lei è anche una musicista. Durante la pausa pranzo Merianne la trova solo a pochi minuti dal trillo della campana, su una panchina defilata con la chitarra sulla coda, strimpella qualche nota e tiene gli occhi fissi su un foglio. Non è circondata da una massa di ammiratori e nemmeno impegnata nell'allestire un concerto, semplicemente assapora le note pizzicate sulle corde.

La campanella suona prima che Merienne si faccia venire in mente qualcosa di oscuro. Riviera lascia la panchina di corsa, come si fosse svegliata da un sogno tutto suo, si dimentica lì il foglio che stava guardando. Merienne non esita un attimo, non le importa di tardare in classe, dà un colpo di pinna e fila a prenderlo.

Dimentica quello che pensi di noi

Tutti i pregiudizi che hai...

Mermaze, sirene e meraviglia...

Abbiamo dubitato,

sappiamo soffrire,

anche se lo credi sbagliato

Noi vogliamo reagire...

Uno spartito, una canzone con gli accordi della chitarra segnati sopra le strofe. Manca qualche rima e andando avanti qualche parte stona ancora ma tra gli scarabocchi e le cancellature, Merianne vede qualcosa di sé in una canzone che nemmeno ha mai sentito cantare. Non sa cosa provi a riguardo, cercava solo un'occasione per umiliare Riviera, l'ultima delle sirene "elette" da Orra. Prende il carboncino dalla propria borsa e annerisce quel foglio col terrificante disegno di un kraken pieno di zanne.

Tornata dentro all'edificio della scuola si ferma davanti alla classe di Riviera e infila il foglio sotto la porta, sorride soddisfatta e si chiede se abbia fatto bene a non coprire la canzone coi tentacoli del kraken.

«Ma certo», dice tra sé, «è per dare l'effetto: il mio mostro imprigiona le tue speranze.» Tant'è che non si convince nemmeno da sola, quelle strofe, anche senza musica, le sente già ripetere a ritmo nella sua mente.

Orra private message: Merianne, ti prego di raggiungermi nel mio attico per una questione importante. Ho già avvisato del tuo arrivo. Ti aspetto impaziente.

Merianne sente il sangue trasformarsi in pietra quando, finita la scuola trova questo messaggio nel suo cellulare. Pensa a uno scherzo, lo spera con tutto il cuore e si dirige al palazzo di Orra in attesa che qualcuno la investa con una secchiata d'inchiostro, o le lanci addosso qualche stella marina molliccia.

Nulla. Nulla fin sotto il palazzo e nemmeno dentro, al suo nome gli uscieri la fanno davvero passare verso l'attico di Orra. Ormai è sicura non la aspetti nessuno scherzo, trova una sola spiegazione: «Le cinque nuove star hanno chiesto a Orra di distruggermi», nemmeno lei ha idea di cosa intenda con "distruggermi", magari l'espulsione da scuola, l'allontanamento dai suoi genitori, la rasatura a zero oppure, ancora peggio, una tinta rosa pastello a capelli e sopracciglia.

Le porte si aprono per lei sull'attico, la silhouette di Orra spicca sul ciglio della sua terrazza e cinque ragazze sono schierate proprio lì accanto. Jordie con la coda macchiata d'inchiostro, Shellnelle con la faccia nera di colore e di rabbia, Kishiko con una spennellata di gloss sulla faccia e intenta a fare un tutorial sul come pulirsi, Harmonique con un disco struccante sporcato col nero di seppia alto nella mano e Riviera con un foglio tra le mani. Merianne cerca il contatto visivo con quest'ultima, trova due occhi curiosi e ne scappa subito via.

«Benvenuta, Merianne», la voce di Orra, «oggi che la luce è in bilico, ho riconosciuto che qualcuno, nella nostra città ha molta meno paura di quanta se ne dovrebbe avere.»

«Io...» A Merianne trema la voce, cerca di dire quello che sente, con naturalezza, come si trovasse in camera propria. Davanti a Orra non si sente in grado di mentire. «Io amo l'oscurità, ma perché il mare non è fatto di scintillio. Per la maggior parte sono abissi e fondali notturni senza tregua. In quei posti, se si ha il coraggio di guardarci, di ascoltare a volte, invece che vedere, oppure di annusare o toccare, si trova sempre qualcosa di nuovo e speciale che, nel buio, ha trovato una vita felice.»

«Per questo ti ho scelta. Sei ciò che mancava.»

«Scelta per cosa?»

«Dai, lo chiedi anche? Il cambio di colore della coda, piccola sirena.»

«Davvero?» Merianne, si sente una sciocca ipocrita, ma ne è entusiasta.

«C'è solo un dettaglio, devo chiedere alle altre cinque se sono d'accordo ad accoglierti nel gruppo.»

La giovane sirena che tutto il giorno aveva giocato contro di loro con l'inchiostro, trema. Si volta poco a poco verso le cinque star e ne passa i volti uno a uno con una terribile aspettativa disegnata in volto: un sogno che termina prima di cominciare.

«La accettiamo», la voce scura di Riviera entra potente prima che le compagne aprano bocca.

«Cosa?» esclamano le altre tutte assieme.

«Ne abbiamo bisogno. Mystic City ne ha bisogno», conferma Riviera, «i nostri talenti sono il massimo, dal nostro punto di vista, ma credo che il talento di Merianne sia vederci per quello che siamo oltre lo scintillio. In più, io penso di aver capito chi è lei e il suo talento, oltre la corazza nera che porta addosso.»

«Non è una corazza» borbotta Merianne.

«Benissimo» esclama Orra e con un colpo di pinna tramuta la coda di Merianne in una coda magica cangiante, dalla pelle nera lucida compare un azzurro luminoso, come le fluorescenze degli animali abissali, appare sulla coda, lampeggia e appena la sirena arrossisce il colore sparisce di nuovo.

Orra le poggia le mani sulle spalle. «Benvenuta.»

«Vi dispiace se non sarò di colore azzurro tutto il tempo?»

«Per niente» risponde Riviera.

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