Tutto grazie a Nancy...

Maired non aveva mai creduto di poter volare, ma lo aveva sempre sognato quando osservava dalla spiaggia i gabbiani che le davano un senso immenso di libertà, e ora quei sogni si stavano avverando. Restò incollata all'oblò per tutta la durata del volo, sembrava volesse catturare con lo sguardo le immagini dei paesaggi che scorrevano veloci davanti ai suoi occhi, in effetti era proprio così: voleva tenerle per sempre nel suo cuore.
Alla fine il pilota annunciò l'imminente atterraggio e Maired continuò a emozionarsi mentre l'aereo si abbassava sempre più fino a sfiorare l'oceano, poteva scorgere le increspature delle sue potenti onde.
Superarono la costa, osservò il verde dei prati immensi, le sembrava di poter toccare le piccole case sotto ai suoi occhi e le fronde degli alberi. Ben presto raggiunsero l'aeroporto di Dublino e lo smeraldo dell'erba lasciò il posto al grigio del cemento della pista di atterraggio.
Le ruote si posarono a terra mentre l'aereo correva ancora veloce, facendo sobbalzare i passeggeri, poi rallentò sempre più fino a fermarsi: erano arrivati.
Scesero e furono avvolti dal vento e da un profumo intenso di erba e oceano, un miscuglio perfetto. Entrarono nell'aeroporto e percorsero un corridoio stretto e lungo, tappezzato da immagini dei più bei paesaggi della città e dell'intera Irlanda. Declan li descriveva e lei si faceva avvolgere dalle sue calde parole, ma a un tratto lui smise di raccontare, diventò pallido e serio, con la mandibola serrata e una piccola ruga di inquietudine sulla fronte. Maired osservò sconcertata la trasformazione dell'espressione sul suo viso e poi si voltò nella direzione del suo sguardo: c'era una fila di passeggeri che porgevano a degli uomini dei libretti; Declan le spiegò che stavano facendo un controllo dei documenti, che affermano l'identità e la provenienza di una persona.
I due rimasero bloccati qualche secondo, ma a un tratto una piccola mano affettuosa si posò sulle loro spalle e una voce familiare li tranquillizzò:
"Voi state vicino a me, ci penso io."
Nancy si avviò assieme al marito verso la fila e fece cenno ai due ragazzi di seguirla. Poco alla volta la coda diminuiva, ed erano sempre più vicini all'uomo che controllava i documenti. Era abbastanza giovane, un ciuffo di capelli rossi gli ricadeva davanti agli occhi; controllava ossessivamente l'orologio appeso alla parete retrostante i passeggeri, come se non vedesse l'ora di completare il suo turno lavorativo.
Alla fine la coda si esaurì: Maired trattenne il respiro, rassicurata soltanto dalla mano di Declan che stringeva la sua. Nancy con un sorriso sul volto si diresse dal giovane, cominciando a parlare con la sua solita foga:
"Dove avrò messo il passaporto? Con tutte le cose che ho nella borsa..."
Sembrava assorta in un'attenta ricerca del documento, poi si fermò e guardò il giovane:
"Lo trovo in un secondo, scusami tanto, ma sono molto disordinata, non so come farei senza i miei nipoti..."
Indicò Maired e Declan, che sorrisero imbarazzati.
Il ragazzo sembrava ormai spazientirsi, ma Nancy gli porse d'un tratto il passaporto:
"Trovato! Ora cerco quello di mio marito e dei ragazzi, li dovrei avere qui da qualche parte..."
D'un tratto la vecchietta iniziò a barcollare:
"William, caro, non mi sento molto bene, gira tutto. Credo di avere un calo di pressione improvv..."
Non terminò la frase, si accasciò a terra lasciando sconcertati tutti: il giovane si precipitò ad aiutare la donna, non preoccupandosi più dei documenti, William chiamò i soccorsi, non capendo se Nancy fingesse oppure no.
Dopo un po' arrivarono delle persone vestite con abiti stranissimi e caricarono la donna su una barella. Nella situazione di confusione e scompiglio che si era creata, William, Declan e Maired la seguirono, facendosi largo tra la folla. Non appena salita sull'ambulanza, però, Nancy aprì di colpo gli occhi:
"Oh, sto molto meglio, non so cosa mi sia preso! Stamattina devo essermi dimenticata di fare colazione, forse..."
Fece l'occhiolino ai due ragazzi che tirarono un sospiro di sollievo.
Gli operatori le dissero che l'avrebbero accompagnata comunque in ospedale per fare alcuni controlli e Nancy, dopo aver protestato qualche minuto, si riaccomodò scocciata sul lettino. Giunsero in ospedale e fu portata in una piccola stanza.
Maired si guardò attorno sconcertata, il viaggio in ambulanza l'aveva sconvolta, ma non quanto quel luogo orribile e pieno di persone malate. Nancy colse il suo sguardo preoccupato:
"Anche io odio gli ospedali, mi fanno sentire vecchia. Però così siamo riusciti ad attraversare i controlli indenni, giusto?"
Tennero la vecchietta in osservazione per un po' e poi, con suo grande sollievo, la lasciarono andare.
Maired e Declan aspettavano i vecchietti nell'ingresso, li abbracciarono e li ringraziarono per tutto. Nancy strinse forte i due ragazzi e disse loro che, se avessero voluto passare a trovarli a Wicklow, per loro sarebbe stata una gioia. Alla fine le loro strade si separarono: per i vecchietti era giunto il momento di tornare a casa, mentre Maired e Declan erano nel posto giusto per cominciare la loro folle ricerca.

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