Tutte le sfumature del blu
"Li conosco" e "miei genitori": queste parole continuavano a rimbombare nella mente incredula di Maired. Sentì ogni sua certezza svanire, mentre Declan cercava di riportarla alla realtà:
"Va tutto bene, li abbiamo trovati!"
Le voci che la chiamavano erano ovattate, confuse; non voleva ascoltarle, voleva solo riuscire a capacitarsi di ciò che le era appena stato rivelato.
Emozioni contrastanti in quel momento riempivano il suo cuore, ciò che aveva sempre sognato sembrava essersi realizzato: erano vivi, e questo la riempiva di gioia; al tempo stesso però si trovava davanti a una realtà che non aveva mai immaginato: l'avevano abbandonata e si erano rifatti una vita, senza di lei.
Allora le sue speranze non avevamo più senso: quel giorno non erano morti, ma spariti volontariamente, per avere un'altra figlia, un'altra famiglia, un'altra vita, e lasciarla sola.
Non poteva essere, ma doveva essere così, non c'era altra spiegazione.
Riuscì a mettere a fuoco per un momento il viso della ragazza che era davanti a lei, si soffermò sui lineamenti, sullo sguardo, e ne capì la familiarità che aveva notato sin dall'inizio. Quei capelli erano uguali ai suoi, e a quelli di sua madre, come quel sorriso.
Impallidì e rimase attonita davanti all'evidenza.
Allora non riuscì più a sostenere quello sguardo e si liberò dalle mani di Declan che cercava di tranquillizzarla; fuggì via, a passi veloci ma incerti, senza sapere dove le sue gambe tremanti avessero trovato la forza di reagire.
Inciampò e cadde, sentì il ginocchio bruciare, ma mai quanto le lacrime di amarezza sul viso.
Si rialzò, senza ascoltare le voci che la richiamavano.
Corse a perdifiato senza sapere dove andare; quanto avrebbe voluto in quel momento trasformarsi in un gabbiano e volare lontano da tutti e dalle sue delusioni!
Sentì il vento asciugare le lacrime che scendevano veloci sulle sue guance, continuò a correre fino a che, ormai senza fiato, si accasciò a terra.
Strinse le ginocchia al petto, come a cercare di proteggere ciò che restava del suo cuore rotto.
Affondò il viso tra le mani, e poi le mani tra i capelli, con gli occhi chiusi che non volevano smettere di riempirsi di lacrime.
Poi sentì qualcuno che correva verso di lei, avrebbe voluto rialzarsi e scappare nuovamente, ma non ne aveva più la forza, ogni parte del suo corpo si sentiva sfinita.
Sentì il respiro affannato di Declan davanti a sé. Sentì il calore delle sue mani posarsi sulle sue ginocchia e la sua pelle vibrare al contatto.
Si era inginocchiato davanti a lei, le asciugò una delle tante, troppe lacrime dal viso e la guardò negli occhi: era lo sguardo più profondo che l'avesse mai attraversata.
"La prima volta che ho incontrato i tuoi occhi ero stremato, senza forze. Forse non ti ricordi neppure quel momento, mi avevi salvato e stavi parlando, anzi discutendo, con te stessa. Parlavi di me, della tua incertezza sull'avermi ospitato senza neppure conoscermi. Poi hai visto i miei occhi appena dischiusi: in quel momento ho notato tutte le sfumature del blu del tuo sguardo; ho colto la tua diffidenza, la tua paura, ma anche il tuo coraggio e la tua determinazione, e nel più profondo il tuo amore innato.
Ho visto una delusione che rendeva quel blu malinconico, e ho colto lo scintillio del mistero: ho capito che avrei voluto fare parte di tutto questo. Maired, guardami."
Anche se non voleva ne fu costretta, il blu dei suoi occhi era una calamita che la attirava, e si trovò ancora una volta a fissarlo, a così poca distanza. Le punte dei loro nasi si sfioravano, non era mai stata così vicina a un uomo, non aveva mai lasciato entrare nessuno nel suo gelido cuore, prima di allora. Eppure quello sguardo la tranquillizzava, così come quel sorriso, così perfetto, così contagioso.
Declan intrecciò le dita tra le sue e ricominciò a parlarle:
"So che sei spaventata e delusa, che hai sentito tutte le tue certezze crollare su di te e ora ti senti senza forze, e per questo sono con te. Siamo arrivati fino a qui e non dobbiamo tirarci indietro ora. So che pensi che ti abbiano abbandonata, o dimenticata, ma credimi, sono certo che non sia così. Devi dare loro l'opportunità di spiegarti cos'è successo. Lo devi a loro, ma lo devi ancora di più a te stessa."
Le parole di Ester riecheggiarono nella sua mente, confondendosi con quelle di Declan: loro non la volevano, rivederli sarebbe stata solo un'amara delusione.
"Non capisci, sarebbe stato meglio non averli mai cercati. Non ce la faccio. Tu non sai cos'ho passato."
"Maired, non sei sola, sono qui per sostenerti; devi farcela, so che dentro di te vuoi scoprire la verità."
"Ma se poi..."
Non riuscì a terminare la frase: le labbra di Declan sfiorarono le sue, il fiato le mancò, mentre una sensazione mai provata si faceva strada nel suo animo, facendole battere il cuore all'impazzata. Declan intrecciò la mano ai suoi capelli sciolti al vento e approfondì il bacio, stringendola a sé, trascinandola lontano da quel mondo, lontano da ogni paura. Un vortice di farfalle impazzite di diffuse dentro di lei, cancellando ogni dubbio, ogni timore. Lentamente Declan si allontanò, restando con la fronte appoggiata alla sua, lo sguardo fisso nei suoi occhi, le sopracciglia alzate e un sorriso beffardo sul volto.
"Ti fidi di me?"
Lo guardò ancora una volta, vide la sua determinazione, il suo affetto, quello scintillio inspiegabile nei suoi occhi.
"Sì!"
Ogni parte di lei era consapevole che era la verità: si fidava di lui nel modo più assoluto, non aveva dubbi.
La baciò sulla fronte con dolcezza e la strinse a sé, come se volesse immergerla in un abbraccio protettivo, cancellando ogni dolore.
Lei affondò il viso contro il suo petto, lasciandosi avvolgere dalle sue braccia.
Poi la aiutò a rialzarsi e tornarono insieme alla casa dei Podington.
Maired alzò lo sguardo, ancora sconvolta da tutte le emozioni provate. In un attimo si sentì nuovamente crollare: i suoi genitori erano davanti a lei, così come li ricordava.
Lacrime diverse le rigarono il viso, mentre una gioia incontenibile riempiva il suo cuore. Le parole che aveva sempre sognato di poter pronunciare nuovamente uscirono di getto, con tutta la loro forza:
"Mamma, papà!"
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