Tristi ricordi
Voci ovattate, urla sospese.
Blu che sommerge, blu che sovrasta.
Panico.
Si guardò intorno, il respiro affannoso: nulla, solo urla e blu, e quel cielo nero.
Allora cominciò a urlare:
"Mamma?! Papà?!"
Attese pochi secondi la risposta, ma niente, solo il rumore assordante del vento e le onde enormi che avvolgevano tutto intorno a lei.
"Dove siete?"
Nessuna risposta, solo blu, infinito, angosciante, tremendo e pauroso blu.
Era troppo tardi. No! Non poteva averli persi, erano la sua famiglia.
*
Sì svegliò di colpo, la fronte bagnata di sudore, il respiro affannoso. Quel ricordo la tormentava, era un incubo che dopo tanti anni non intendeva lasciarla. Anche se di giorno riusciva a tenerlo lontano dalla sua mente, di notte non poteva cancellarlo: era scritto indelebilmente nel suo cuore. Il terrore e il senso di impotenza la pervadevano come quel giorno.
*
Era passato molto tempo, ma aveva ancora le immagini impresse nella mente.
Era l'anniversario dei suoi genitori, che avevano deciso di passare la giornata insieme sulla barca di papà. Lei aveva accettato, seppur malvolentieri, di lasciarli andare da soli, in fondo quello era il loro giorno...
"Tranquilla, tesoro, vedrai che la giornata volerà, stasera non è poi così lontana."
Le aveva detto sua madre dandole un bacio sulla fronte. Maired le aveva sorriso, avrebbe potuto passare un giorno da sola, voleva dimostrare di essere una bambina matura.
E così erano partiti, al sorgere del sole. Il mare era placido quella mattina e il cielo senza nemmeno una nuvola, ovviamente tranne nella Stormline... Quello era l'unico luogo pericoloso: una striscia di mare dove c'erano sempre forti tempeste e l'impeto della corrente era irrefrenabile. I pochi che vi si erano avventurati non erano mai più stati trovati.
Maired salutò i suoi genitori con la mano, mentre si allontanavano felici sulla barca. Poi tornò a casa, decisa a pulire e preparare qualcosa da mangiare: li avrebbe stupiti con una cenetta pronta e la tavola apparecchiata.
Poco alla volta però nel cielo arrivarono le prime nuvole, seguite da altre sempre più grandi e minacciose; coprirono il sole, tingendo il cielo di nero, e cominciò a tirare un forte vento.
Maired osservava il mare dalla finestra, sempre più agitato. Cominciò a preoccuparsi un pochino per i suoi genitori, ma in fondo suo padre era un bravo marinaio.
Poi caddero le prime gocce di pioggia, prima solitarie, poi sempre più numerose. In poco tempo la tempesta arrivò, con tutta la sua forza e violenza.
Lei si chiuse in casa, e attese ansiosa il ritorno dei suoi genitori.
Loro però non arrivarono, neppure a notte fonda.
Maired, in preda al panico, andò a svegliare la vicina: se era successo qualcosa ai suoi genitori avrebbe dovuto aiutarli, ma come?
Dovettero aspettare il mattino: mettersi in mare di notte durante quella tempesta non era possibile. Poi, finalmente, i suoi vicini di casa andarono a cercarli, tentando invano di tranquillizzare la piccola Maired. Lei li aspettò sulla spiaggia, gli occhi fissi su quel blu infinito, con la speranza nel cuore.
I suoi genitori, però, nonostante gli sforzi, non furono più trovati, probabilmente spinti nella Stormline dalla forte corrente causata dalla tempesta.
Da quel giorno la sua vita cambiò, quel periodo magnifico si frantumò in mille pezzi, lasciando il posto all'amarezza e alla solitudine. Maired non era più la bambina vivace e felice di un tempo. Crebbe da sola, rifiutando ogni aiuto dagli altri. Non sopportava quella compassione, nessuno poteva capire quello che provava, né vedere il suo cuore rotto.
Da quel giorno decise che non si sarebbe affezionata mai più a nessuno, non voleva perdere di nuovo qualcuno a cui voleva bene, e voleva fuggire da qualsiasi delusione.
Crebbe in fretta, solitaria e introversa, senza più nessuna luce negli occhi e col cuore chiuso al mondo esterno.
Quel giorno decise anche cosa sarebbe diventata da grande: avrebbe curato gli animali marini spiaggiati o feriti per le tempeste; in questo modo avrebbe ricordato quello che era successo ai suoi genitori e aiutato quelli che avevano subito la furia del mare come loro. E così fece.
*
Quella mattina si alzò confusa e stanca, per la notte tormentata dagli incubi. Sì vestì in fretta e si incamminò verso la spiaggia, cercando di abbandonare i brutti ricordi.
Passò davanti alla casa della vecchia vicina pettegola: era seduta su una panca di legno e la osservava con occhi furtivi. Sicuramente ora tutto il villaggio sapeva del Marchese e del suo rifiuto, grazie a quella "simpatica" signora... Chissà perché si divertiva a raccontare i fatti altrui, non aveva niente di meglio da fare?
Immersa in questi pensieri, Maired giunse nei punti segnati dai piccoli bastoni, dove le tartarughe avevano da poco deposto le uova, e controllò che tutto fosse a posto.
Quel giorno era in arrivo una tempesta: il vento stava portando diversi nuvoloni grigi che non promettevano niente di buono.
Si diresse verso la parte di mare recintata, dove teneva gli animali in cura, e lì iniziò la sua giornata di lavoro.
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