Tra gli scogli

In vista della tempesta Maired rinforzò le recinzioni e mise in sicurezza le piccole uova.
Nel pomeriggio il cielo si coprì del tutto, il mare argenteo era agitato dal vento e le onde si infrangevano sulla spiaggia determinate e arroganti. Rimase a guardare l'oceano, affascinata e impaurita al tempo stesso dalla sua potenza; poi caddero le prime gocce, le osservò bagnare la sabbia, e fondersi con l'acqua del mare. Ascoltò il rumore lieve della pioggia che si confondeva con quello forte delle onde.
Lentamente si alzò, lasciando che le gocce sempre più numerose le scivolassero sul viso, accarezzandole le guance. Era una sensazione bellissima, dopo il caldo e la stanchezza di quella afosa giornata.
Si incamminò verso casa lentamente, assaporando il piacere del fresco sulla pelle e annusando l'odore inconfondibile della pioggia.
Il temporale diventò sempre più forte e non cessò durante la notte, il vento anzi aumentò, lampi e fulmini illuminarono il cielo.
Al mattino Maired si alzò presto, per controllare che l'acquazzone non avesse fatto danni. Spalancò la porta: la vicina era intenta ad aggiustare la piccola tettoia in legno, che aveva riportato qualche buco qua e la per la forte pioggia.
Il sole stava sorgendo e il cielo era limpido, ormai la tempesta era solo un brutto ricordo.
Si incamminò verso la spiaggia schivando le pozzanghere che incontrava nel cammino e osservando il cielo tingersi di rosso.
Le uova di tartaruga erano dove le aveva lasciate, ricoperte da un sottile strato di sabbia.
Il recinto invece aveva qualche palo di legno rotto, lo avrebbe aggiustato subito dopo aver fatto il controllo di routine: dopo una tempesta andava sempre tra gli scogli per essere sicura che non vi fossero animali rimasti feriti o reti di sbadati pescatori, che il mare riversava sulla riva. Erano potenzialmente pericolose: qualche animale poteva rimanere impigliato e spesso gli uccelli non riuscivano più a volare per ali o zampe attorcigliate alle reti.
Percorse la spiaggia e poco alla volta comparirono i primi scogli, che si estendevano sempre più numerosi per un lungo tratto della costa. Iniziò a guardarsi intorno e a raccogliere le prime reti, ma a un tratto qualcosa attirò la sua attenzione: intravedeva una macchia bianca tra gli scogli più lontani, ma non riusciva a capire di che cosa si trattasse. Appoggiò le reti e si avvicinò a passo svelto; sembrava qualcosa di gonfio, grande più o meno come una barca. Era ormai vicinissima; incuriosita, allungò il braccio e toccò quello strano materiale: liscio e morbido, flessibile ma apparentemente resistente... Sembrava proprio un'imbarcazione che avesse fatto naufragio per la tempesta. In tal caso però doveva esserci anche il proprietario della strana barca...
Osservò meglio attorno a sé, aggirò l'imbarcazione e lo vide: era un uomo, doveva avere qualche anno in più di lei. Probabilmente per l'impatto aveva perso conoscenza, alla testa aveva una piccola ferita e su una manica una macchia rossa.
Si portò una mano alla bocca: bloccata dallo stupore rimase qualche secondo immobile, gli occhi fissi su di lui. Aveva un abbigliamento mai visto, dei calzoni di un materiale strano, blu, e una scritta incomprensibile sul resto dei vestiti: non avrebbe saputo dire come definirlo, ma la faceva sorridere tutta quella stranezza.
Percorse il suo profilo con lo sguardo, i capelli biondi con un taglio insolito e i lineamenti dolci, con la mascella leggermente sporgente che ne induriva un poco l'espressione.
Poco alla volta Maired ricominciò a respirare e gli si avvicinò lentamente.
Era abituata ad avere a che fare con ferite, ma non era solita avvicinarsi a un uomo.
Riuscì a sentire il battito del suo cuore e il suo respiro, non sembrava in gravi condizioni, ma non ne era certa. Capì che doveva agire in fretta, poteva esserci qualche sintomo di cui lei non si rendeva conto...
Lo guardò ancora una volta, le parole le uscirono in un sussurro:
"Non preoccuparti, ti salverò. Vado a cercare aiuto, ma torno subito."
Si alzò e cominciò a correre, lo sguardo fisso davanti a sé e la preoccupazione negli occhi. Il respiro diventò affannoso, ma non si fermò fino a che non si trovò davanti alla sua vicina.
"Vi prego, ho bisogno di aiuto! C'è un uomo ferito e... non so cosa fare..."
Le parole le uscirono di getto, tra un respiro e l'altro, la fronte bagnata di sudore.
La vicina andò in fretta a cercare il marito, che quella mattina fortunatamente non era andato a lavorare per aiutare la moglie a risolvere i danni del temporale.
Lui arrivò subito trascinato dalla moglie, sbuffando:
"Cosa c'è? Cos'è tutta questa fretta?"
"Un uomo, è ferito! Ho bisogno del tuo aiuto, in due possiamo riuscire a trasportarlo."
"Non se ne parla nemmeno, con la mia vecchia schiena! Dovrai cercare qualcun altro."
Maired cercò di contenersi, una sfuriata non sarebbe stata la cosa migliore in quel momento.
Ricominciò a correre verso il paese per cercare qualcuno un po' più gentile e sensibile che potesse darle una mano: doveva aiutare quel poveretto, e il prima possibile.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top