Primo impatto
Una voce continuava a chiamarla, ma sembrava lontana e ovattata. Lentamente Maired socchiuse gli occhi: le immagini le apparvero sfocate e circondate da un alone di luce. Poco alla volta diventarono più nitide e riuscì a distinguere dallo sfondo due occhi azzurri familiari che la fissavano.
"Vi siete ripresa!"
Stavolta aveva sentito quelle parole più distintamente e ora riconosceva anche la calda voce. Sorrise debolmente al suo soccorritore e lo guardò: era buffo con quel ciuffo ribelle di capelli bagnati sul volto e le sopracciglia corrugate.
"Come state?"
Le chiese con dolcezza, prendendole le mani gelide e cercando di riscaldarle. Lei sorrise con più decisione e gli scostò dal viso i capelli lentamente:
"Sto bene, non preoccupatevi."
La sua voce era poco più di un sussurro e tremava per il freddo, nonostante fosse avvolta in una coperta; lui continuava a guardarla con aria preoccupata. Cercò di sollevarsi, ma un giramento di testa improvviso la bloccò; Declan la sostenne e alla fine riuscì a sedersi. Si guardò intorno: il sole a est doveva essere sorto da un po', qualche nuvola ancora leggermente tinta di rosa ricordava l'alba conclusa. Affondò i piedi nella sabbia fredda trovando un po' di conforto al contatto con quella morbidezza familiare.
Il mare gelido era limpido e brillava sotto i raggi del sole infrangendosi deciso sulla spiaggia, il suo rumore era una melodia che la cullava.
"Dovremmo cercare aiuto, avete bisogno di vestiti asciutti e quella ferita va disinfettata. Che ne dite di andare a bussare a quella casa?"
Maired non era molto dell'idea, ma il pensiero di un vestito asciutto e qualcosa da mangiare la convinse ad accettare.
"Ve la sentite?"
Le chiese porgendole la mano. Annuì decisa e diede un ultimo sguardo alla spiaggia in cui erano approdati: era una piccola e accogliente insenatura fra le rocce, riparata dal vento e dalle onde; erano stati fortunati a non infrangersi contro gli scogli.
In lontananza osservò affascinata le scogliere a picco sul mare e le onde che vi si infrangevano contro con tutta la loro forza. Inspirò l'aria marina e, rinvigorita da quel senso di libertà, strinse la mano di Declan, lasciandosi sostenere nell'alzarsi. Si diressero verso la casetta: era una piccola struttura con il tetto a spiovente, un giardino molto curato e davanti una strada. Maired vi camminò scalza e sentì sotto i suoi piedi un materiale a lei sconosciuto, freddo, nero e duro. Giunsero davanti ad una porticina ad altezza nano e bussarono. Dopo poco tempo sentirono borbottare dall'interno e venne ad aprire un'anziana signora:
"Chi è che bussa alle quattro di mattina? Siete forse impazziti?!"
"Le quattro di mattina? Ma se il sole è già sorto da un pezzo!"
"Ti senti bene, caro? È ovvio che l'alba è già passata, nelle isole Faroe a Giugno il sole rimane in cielo per quasi ventiquattro ore!"
Non lasciò loro il tempo per rispondere, continuando polemica:
"E cosa ci fate tutti fradici? La gioventù di oggi! Siete due matti a farvi un bagno nelle acque gelide vestiti! Vi prenderete una polmonite... E tu, cosa ti sei messa addosso? Hai forse recitato la parte di Giulietta al teatro comunale?"
"Magari... vi spiegheremo questi particolari in un'altra occasione..."
Rispose Maired cercando tagliare la conversazione e spezzare quel silenzio imbarazzante.
"Beh, ormai mi avete svegliata, quindi penso che vi farò entrare. Vi serviranno una bella doccia e dei vestiti asciutti... Allora, vi volete muovere o preferite diventare dei pezzi di ghiaccio lì fuori? E non ti azzardare a darmi del Voi! Capisco che sono vecchia, ma non sono mica nata nell'Ottocento!"
La seguirono all'interno: furono avvolti da un'atmosfera calda e avvolgente.
Mentre i due giovani si guardavano attorno meravigliati dall'arredamento di quell'ambiente, la vecchietta andò a rispondere al marito che continuava a chiedere chi avesse bussato alla porta. Ben presto scese da una stretta scala di legno un anziano signore:
"Buongiorno a voi!"
Disse rifugiandosi in cucina.
"Nancy non ama essere svegliata presto al mattino, mi sa che le abbiate fatto prendere la luna storta..."
Fece una faccia abbattuta e che sembrava fare gli auguri ai giovani, per poi dirigersi fischiettando a fare colazione.
"William Milligan, non dire stupidaggini! Non sono per niente nervosa! E ora seguitemi, vi mostro il bagno dove tu potrai farti una doccia e poi accompagno la ragazza a scegliere dei vestiti asciutti."
I due obbedirono: Declan fu spedito in un piccolo bagnetto con le tendine rosa e Maired seguì Nancy in una stanza.
Le fu mostrato un armadio colmo di abiti:
"Sono di mia nipote, ma credo sarebbe felice di prestartene uno... Scegli pure, cara!"
Maired ringraziò imbarazzata e osservò i vestiti, del tutto diversi da ciò a cui era abituata. La vecchietta corse di sotto, dicendo di dover andare ad aiutare il marito a preparare delle uova, perché un odore di bruciato si era diffuso nella casa. Maired nascose con la mano una risata e poi, rimasta sola, accarezzò quei morbidi tessuti e li annusò: un profumo di lavanda la avvolse, facendola sentire a casa.
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