La Stormline

La luna piena illuminava il cielo e si specchiava nella superficie cristallina del mare. Le piccole increspature delle onde scintillavano argentee, rendendo l'atmosfera magica e misteriosa: il mare sembrava chiamarli col suo bagliore.
Maired e Declan attraversarono la spiaggia osservando quel quadro spettacolare e dando un'occhiata veloce alla buca: le piccole tartarughe avevano tutte iniziato il loro viaggio, rimanevano solo i gusci delle uova. Un sorriso di gioia si dipinse sui loro visi mentre raggiungevano mano nella mano il motoscafo.
Dopo aver controllato di avere il necessario, erano pronti a partire. Maired aiutò Declan a spingere l'imbarcazione in acqua, nonostante lui avesse insistito per fare da solo; non appena fu avvolta dalle lievi onde, vi salirono con un balzo.
Declan si diresse al timone, se così possiamo chiamarlo, e lei rimase a osservare la costa che appariva ogni momento più lontana. La luna illuminava il mondo a cui era sempre appartenuta: la sua casa, la spiaggia e il villaggio erano le sue certezze, i suoi ricordi; avrebbe voluto poter eclissare quelle immagini nella mente, per non dimenticare nulla. Dopo quanto tempo li avrebbe rivisti? Non poteva saperlo.
Declan le aveva parlato molto del suo mondo, di quanto era grande e sconfinato. Sapeva che sarebbe stato difficile ritrovare i suoi genitori, ma era determinata a non darsi per vinta, qualunque cosa accadesse. Aveva desiderato tutta la vita rivederli e, ora che quel sogno stava per avverarsi, non riusciva a pensare ad altro; continuava a immaginare il momento in cui li avrebbe riabbracciati.
Immersa in queste immagini si voltò verso Declan, quando l'orizzonte era ormai troppo lontano per scorgere distintamente la spiaggia da cui erano partiti.
Osservò la sua figura da dietro, soffermandosi sui capelli biondi arruffati dalla brezza: sembravano fatti d'oro, scintillanti alla luce della luna.
Passò diverso tempo a guardarlo di nascosto, la Stormline era ancora lontana; alla fine si alzò e gli si avvicinò: i loro sguardi si incontrarono e lui la accolse con un sorriso, per poi tornare a fissare l'orizzonte.
Poco alla volta comparvero le prime nubi: la luce della luna filtrava sempre più pallida e il mare sembrava fatto di inchiostro. Ormai dovevano essere nei pressi della Stormline, tuoni e fulmini si facevano sempre più vicini e il vento continuava ad aumentare.
Furono avvolti dal nero minaccioso della tempesta, mentre lampi improvvisi illuminavano a giorno il mare e la sua forza devastante. Iniziarono a cadere le prime gocce di pioggia e le onde diventarono sempre più impetuose. Ormai non occorreva cercare di tenere la rotta, la corrente li portava proprio al centro del turbine, e loro non aspettavano altro.
Declan così abbandonò il timone e si diresse con Maired al centro della barca; poi la guardò dritto negli occhi:
"Pronta?"
Il suo sguardo rispondeva meglio di mille parole, la determinazione era più forte della paura. In quel momento ricordò le parole che le aveva detto una volta suo padre, citando un vecchio libro, e che le erano sempre rimaste impresse nel cuore:
"Maired, il coraggio non è la mancanza di paura, ma la consapevolezza che qualcosa è più importante della paura stessa."
Il suo obiettivo la distoglieva dal timore, le dava la forza di andare avanti.
Rispose senza indugio alla domanda di Declan, guardandolo negli occhi:
"Sono pronta!"
"Tenetevi forte."
Le disse aggrappandosi con una mano alla barca e prendendo con l'altra la sua.
Lei seguì il suo esempio, e strinse il sostegno dell'imbarcazione fino a sentire dolore alla mano, per vincere l'impeto di quelle onde.
Il rumore del vento era insopportabile e la pioggia cadeva a dirotto, ma il desiderio di Maired di rivedere i suoi genitori era più forte che mai, e, stringendo la mano di Declan, niente avrebbe potuto atterrirla.
In quegli attimi terribili, avvolti dalle onde e dalla pioggia che il vento scuoteva contro i loro visi, ognuno si perdeva nel blu degli occhi dell'altro.
Le sembrava di sentire il battito del cuore di lui, cercava di non pensare a quello che accadeva intorno a loro, ma solo a lui, a quello sguardo, a quella mano che stringeva la sua.
Un'onda più forte delle altre, però, con dimensioni enormi, stava giungendo verso di loro, e, prima che Declan potesse avvisarla del pericolo, la strappò dal suo appiglio.
La travolse, trascinandola con sé; Maired cercava di reggersi a qualcosa, di ritrovare la sua mano, ma la corrente era troppo forte e non le lasciava tregua. Così perse l'equilibrio e fu scaraventata fuori dalla barca, sbattendo la testa.
L'acqua la sovrastava, l'onda l'aveva gettata sotto la superficie.
Il silenzio del mare l'avvolse e per un attimo rimase immobile, smarrita e vinta dal dolore per la caduta.
Poi cercò di risalire e riuscì a riemergere, ma un'altra onda la travolse nuovamente, forte quanto la prima, senza lasciarle il tempo di riprendere il respiro.
Nel buio non vedeva nulla, si sentiva disorientata e in preda al panico. Chiuse gli occhi e cercò ancora di risalire, radunando tutte le sue forze, ma invano: scendeva sempre più negli abissi trasportata dalla corrente.
In quel momento sentì qualcosa afferrarla, si portò le mani alla vita: delle braccia sicure la avvolgevano.
Lui era lì: aveva affrontato la tempesta per riportarla dai suoi genitori e ora quelle onde e quella corrente per salvarla.
Si sentì adagiare sul ponte bagnato della barca e poi, dopo aver guardato il suo soccorritore che vi risaliva e le si avvicinava preoccupato, le immagini diventarono offuscate, la sua voce e i rumori della tempesta si attutirono, confondendosi fino a sparire e tutto diventò ancor più nero.

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