In cerca di aiuto
Dopo una corsa interminabile, Maired, sfinita e stavolta davvero senza fiato, arrivò in paese. Iniziò a guardarsi intorno: il villaggio era colmo di gente; osservandola molti si allontanarono, gli sguardi che le rivolgevano erano sfuggenti, di disprezzo.
Era rinomata per essere una ragazza strana e solitaria e, vedendola dopo una tale corsa, spettinata e sudicia, di certo non erano spinti a mostrarle considerazione.
Cominciò ad avvicinarsi a qualche gruppo di uomini, ma questi la ignorarono. Allora entrò in alcune botteghe, chiedendo disperatamente aiuto: la accolsero soltanto imprecazioni, di certo quegli uomini non volevano lasciare i clienti per aiutare una povera matta! Provò con altri, ma ottenne sempre le stesse reazioni...
Possibile che nessuno fosse disposto ad aiutare un ferito? Che nessuno avesse creduto, o almeno dato ascolto alle sue parole? Cosa doveva fare?
Forse i contadini l'avrebbero ascoltata: solitamente erano più gentili e disponibili... I campi dove lavoravano però erano lontani e per raggiungerli ci sarebbe voluto troppo tempo.
Ormai in panico, cominciò a percorrere altre vie del paese, sperando di trovare qualcuno meglio disposto. Camminava veloce, fermandosi ogni tanto a chiedere a qualche donna, o a qualche uomo che sembravano guardarla con più rispetto.
Fu allora che lo vide: la stava osservando, con quello sguardo da ebete e sicuro di sé, come se tutti fossero ai suoi piedi.
Sentì la rabbia affiorare in lei, scottante e decisa; sarebbe voluta sprofondare, oppure scappare via, ma l'ultima cosa che avrebbe voluto fare era parlare con il Marchese.
Prima che potesse fare qualcosa, o pensare a cosa fare, lui le si era già piazzato davanti, guardando con disgusto i suoi capelli spettinati e i suoi vestiti sporchi di polvere e terra per la lunga corsa.
"Ma guarda un po' chi è venuta a trovarmi: la povera e bella contadinella... Anche se così conciata non si direbbe... Come mai questo viso freddo e imbronciato?"
"Mi dispiace, ma sono di fretta. Non posso fermarmi ad ascoltare le vostre insulse chiacchiere, signore."
"Di fretta, eh? Cosa dovresti fare di così importante?"
Non glielo avrebbe detto, lui era l'ultima persona a cui avrebbe chiesto aiuto, anzi, piuttosto avrebbe fatto da sé; la disperazione e la consapevolezza che altrimenti non ce l'avrebbe fatta però furono più forti della sua volontà, spingendo fuori quelle parole che non avrebbe mai osato pronunciare:
"Se proprio vi interessa, stavo cercando qualcuno disposto ad aiutarmi a portare in salvo un uomo ferito."
"Beh, in tal caso non avresti potuto trovare aiuto migliore. Un gentiluomo non può rifiutarsi davanti al bisogno, soprattutto se a chiederlo sei tu."
"Perché vi ostinate a darmi tutta questa confidenza? Comunque, se davvero siete disposto ad aiutarmi, dovreste muovervi, non so quanto siano gravi le condizioni dell'uomo."
Il Marchese si girò con uno strano ghigno e chiamò con la sua sfacciata arroganza due anziani signori. I vecchietti spuntarono dall'angolo della via: un po' gobbi e dal goffo portamento si avvicinarono, il primo borbottando e sbuffando tra sé, l'altro rivolgendo un debole sorriso alla sconosciuta.
Il Marchese, dopo aver ordinato loro di muoversi, comandò che seguissero la ragazza, per aiutarla, e poi riportarla da lui.
"Se vorrò tornare sarò io a farlo; non sono un oggetto, che la vostra servitù vi debba riportare."
Detto ciò, Maired, rossa per l'irritazione, si voltò con decisione e disprezzo per quell'uomo a cui non interessava altro che sé stesso. I vecchietti la seguirono, portando con sé una brandina per il ferito.
Maired li ringraziò per l'aiuto, con la voce ancora un po' alterata dalle tracce di rabbia.
Il vecchio gentile le noto e subito cercò di sostenere la ragazza:
"Povera cara, non considerate le parole di quell'uomo, è solo un ricco che crede di poter avere ciò che vuole. Voi però avete una forza d'animo maggiore, non dovete preoccuparvi."
Le fecero molto piacere quelle calde parole, riportandole un pizzico di buon umore.
"Vi ringrazio, mi sento già meglio. Grazie a entrambi per aver accettato di accompagnarmi, è davvero importante salvare quel poveretto."
L'altro vecchio, che non aveva fatto fino a quel momento che lamentarsi, non riuscì più a resistere a quelle parole:
"Ragazzina, credi davvero che ti abbiamo seguito perché ne avevamo voglia? Se non fosse che quel ricco Marchese ci dà qualcosa per sostentarci, non mi sarei mai sognato di ubbidirgli! Uff, questi giovani... Possibile che dobbiamo fare tutta questa fatica per un pezzo di pane?"
Continuò a borbottare tra sé e sé, sbuffando e tirando calci al terreno.
L'altro vecchietto allora fece cenno di nascosto a Maired di avvicinarsi e le sussurrò:
"Non state ad ascoltarlo, dice così solo perché è un vecchio brontolone, ma in realtà ha un gran cuore ed è felice di aiutarvi, solo che non lo vuole ammettere."
Le strizzò un occhio, con un sorriso appena accennato sul viso, per poi continuare a camminare con lo sguardo fisso davanti a sé, desideroso di portare aiuto al povero sconosciuto.
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