Che farò senza il mio bene?

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Che farò senza il mio bene?


Che farò senza il mio bene?
Dove andrò?
Che sarà di me senza il mio amore?

Orfeo ed Euridice, opera Gluck Atto III – scena II


Non intervenne. Non si curò lì per lì del bacio. Inizialmente il dolore sembrava un veleno, uno di quelli a lento rilascio: sembra che non sia successo nulla, ma quando il veleno attacca il sangue, ecco che entra in circolo. Così, come un veleno che tutto consuma e divora, il suo dolore lo stava distruggendo, gli avvelenava l' anima.

James non intervenne. Ma dentro sé, provava una rabbia immane. Si sentiva una bestia, un mutante: era in grado di distruggere tutto, un fuoco ardeva dentro di lui. Un vento di passione e di distruzione si sarebbe abbattuto su ciò che lui amava, un disegno forse più grande di lui.

Ma quando chi ci ama, ci tradisce, seppur al semplice pensiero, è difficile recuperare. Difficile trovare sintonia, difficile fidarsi, impossibile amare. Ciò che annienta l' amore è il tradimento, esso rende glaciali. Freddi. Come lui; James si sentì abbandonare del fuoco che ardeva, sentì le vene ghiacciarsi, sentì i brividi, e una goccia d' acqua che scendeva lungo la guancia.

Iniziò a piovere. Oltre a quelle gocce, di un cielo che piangeva, scese dal suo viso un' altra goccia: non dal cielo, ma dall' occhio destro. Era una lacrima. Per la prima volta, piangeva anche lui, come il cielo.

-" Che farò?" – pensava.

Che domanda complessa. Che fareste senza il vostro bene? Andreste a letto, incazzati, delusi. Affranti. Distrutti. Forse non dormireste nemmeno, leggereste una di quelle storie che tanto fa bene al cuore e riscalda l' anima, donando pace ai sensi.

Ma quale pace vuoi trovare? In quale remoto angolo della galassia speri di rifugiarti? In quale meandro, oscuro, tetro e freddo pensi di ripararti dalla tempesta che incombe?

Mefisto ha ragione. L' uomo è diabolico. Tradisci chi ti ama! Come è fattibile?

Domande che ognuno di noi in una situazione simile si sarebbe posto. James era pronto a essere uomo, ma evidentemente essere uomo non significa ammettere i propri errori: significa cadere, significa affrontare una responsabilità, significa capire e prescindere il bene dal male.

Ma non diciamo cazzate! Sapete cosa vuol dire essere uomo? Lasciar andare chi si ama, anche in situazioni complesse.

James la lasciò andare, non per rabbia, ma per amore. Non le disse nulla, come poteva. La vedeva sorridere, la faceva stare bene. Il cuore distrutto batteva sempre più piano, Lily non si accorse nemmeno di quel silenzioso rumore.

Come fai a non accorgerti di quel bene silenzioso che, eppure, fa tanto rumore. Fa rumore quando lui non ti chiama, fa rumore quando stai per vederlo, fa rumore quando assapori le sue labbra, quando fino all' alba scoprirai con lui i primi brividi, quando scoprirai il piacere di guardare nuovamente i colori del creato, perché Dio ci ha donato l' amore per vedere la bellezza del mondo con gli occhi suoi, con gli occhi di un bambino.

In amore, siamo tutti bambini. Cresciamo amando e affrontando delusioni, la vita ci insegna a reagire.

-" Che farò senza il mio bene? Che farò senza di te? Luce dei miei occhi, fonte del mio respiro, forza vitale. Dove andrò?" -.

Li guardava, sembrano trascorsi anni, quando passò neanche un minuto. Un infinito pensiero che dura un infinito istante.

Se pensassimo sempre con tale intensità, la vita parrebbe così lunga da sembrare un effimero attimo.

Invece no, non godiamo il benché minimo significato, non diamo valore ai gesti che continuiamo viviamo.

Siamo stelle disperate, in uno sparato universo che freneticamente si muove senza sosta, corriamo all' impazzita senza alcuna destinazione, senza bandiere.

Uno sciame di cui si è persa la regina. Sensazioni chiari, difficili descrivere cosa sia l' amore, ma una parola penso la rispecchi perfettamente, che Mefisto odia: arcobaleno. Un arcobaleno di mille colori, un fuoco che non brucia, che consuma e tutto rigenera, un fuoco che fa nuove tutte le cose, viviamo in un ardere continuo, come stelle. Puntini lontani e infinitesimali, che bruciano di una luce fioca in un buio pesto che li circonda: così siamo noi.

In quel momento, il tempo ricominciò a scorrere. Lily staccò le sue labbra da quelle di Jimmy.

All' orecchio le sussurrò qualcosa, ma quel qualcosa fu talmente dolce che scosse di rossore il viso di lei. James ne fu rabbrividito.

Provò schifo! Chissà se rideva il demonio. Era contento sicuramente ovunque fosse della realizzazione del suo piano.

James abbandonò il posto, attraversando la strada. Lily lo vide, salutò rapidamente con una scusa Jimmy e gli diede un veloce bacio per evitare ogni sospetto. Lo seguì. Iniziò a diluviare, forte.

Le gocce cadevano a rallentatore intorno a lui, mentre voltandosi vide Lily dietro che lo seguiva.

Non ebbe il coraggio di proferire parola, quando si fermarono qualche metro più avanti all' incrocio dove poco più avanti stava una stazione ferroviaria.

James si voltò nuovamente e proseguì in direzione della stazione, con Lily a ruota che lo seguiva. Entrarono, in fila indietro, a distanza di qualche passo, nella stazione. Pur avendo la sala d' attesa, James quasi denudato degli abiti, scoperto con un freddo bestiale, stette fuori. Si sedette su una pozzanghera d' acqua che se era formata su una cunetta di marmo della panchina posta fuori, al limite dei binari sulla banchina.

-" Non ho nulla da dirti, allontanati!" – disse James.

-" Ho agito male! Lo so, fai bene, perdona la mia debolezza!" – chiese la ragazza.

- " Non sono capace! Potessi dimenticare, lo farei credimi. Non sai quanto male ha fatto il tuo poter agire male!" – rispose.

-" No, non lo immagino! Se lo avessi fatto tu a me, sarei morta in un incubo peggiore della morte stessa." – disse, cercando di consolarlo. Pareva un' amica, più che un' intima amante ferita dal suo disilluso bacio.

James non replicò, semplicemente si alzò e si sedette due panchine più avanti. Entrambi erano bagnati fradici, ogni tanto Lily tirava su con il naso, forse raffreddata. Ma sono dettagli di inutile fondo narrativo, vi dirò semplicemente che il discorso che ne seguì fu alquanto silenzioso per i minuti successivi al distacco di James.

Lily a sua volta, si allontanò di qualche metro. Lasciò James in solitudine.

Nei loro pensieri, entrambi all' unisono, come un coro melodioso, dicevano:

-" Che farò senza il mio amore? Dove andrò? Il mare perde il suo sapore, la luna non ha più luce, ormai pallida. Non esiste forza, nulla alcuna capace di tirarmi su?" -.

- " Dio!" – disse ella – " Dio, Padre mio, tu che hai insegnato all' uomo tanto amato dal Tuo divino precetto a chiamarti così, ascolta la mia voce. Fa che mai io possa perdermi, ascolta. Perdonami, so' di aver commesso il male, ma noi siamo male, ma corde di un male che adorna per il bene, esso è strumento Tuo e fa' ciò che chiedi. Allora se è davvero così, come le nobili antiche parole d' amore insegnano e tramandano: dimmi, Padre che puoi curare le ferite del mio amore, così sbadato e perso. Oh! Ma lui è così non James, è semplice, è complesso. E' amore, una follia che mi ha preso! Mi sento una troia che lieta inneggia pavoneggiante al suo spasimante ed amante! Mi sento persa senza Jimmy, oh. Oh! Sì, che nome melodioso! Mi pare di essere una sciocca ragazzina, ho letto degli amori cavallereschi, di come Lancillotto rubò il cuore e il bacio di Ginevra, amante segreta del folle re Artù che seguiva spadoni mistici senza senso. Che farò senza il mio amore? Non so che farò. Mi sparo! Mi ammazzo, senza lui! Senza lui, ma chi lui?" – disse, pregando trovandosi in ginocchio. Poi si alzò, vedendo che lui guardava e corse via per lo sdegno.

James allungò il braccio con la mano aperta, quasi volendo fermarla o afferrarla nel momento che scappò, ma poi si rese conto e abbassò il braccio, strinse forte la mano e urlando, scoppiò a piangere.

-" Io sono il tuo amore.. ancora?" – chiese, al vento, sperando che rispondesse al posto di Lily.

Ma il vento non può parlare. Eppure il vento muoveva come una carezza i capelli di James, si sentiva cullato nel suo dolore, annegava in un dolce miele.

James per tutta la sera sparì dalla circolazione, si rintanò in casa e stette lì.

D' altro canto invece, Lily corse da Jimmy a casa sua, ma non c'era. Allora tornò a casa sua, con sua mamma che l' attendeva a causa dell' ora tarda e fuori dal portone Jimmy, che attendeva. La vide correre, entrò allora dal retro della casa, salì le scale e attese al piano superiore senza farsi accorgere della sua presenza in casa. La ragazza, inizialmente furiosa, lo seguì. Gli aveva tolto tutto.

Ma quando entrò in quella stanza, seguendo la sua stessa strada, la sua vita sarebbe cambiata per sempre.

Nel contempo, mentre Jimmy e Lily si ritrovarono, James che era rinchiuso in casa, quasi fosse una punizione inflitta, ricevette un messaggio. Era una sua compagna, che lo aveva visto disperato alla stazione. Chiese un incontro. La ragazza era Genny Tom. Una semplice ragazza, molto bella. Di nascosto, era persa di James, lo amava alla follia. Lo seguiva e quando poteva con scuse scolastiche, ci parlava. Pendeva dalle sue labbra, chissà che James non l' abbia capito e non lo realizzò. Si prometteva una notte di delicate follie, certo delicate per modo azzardato di dire, erano delicate le questione, ma tuttavia di follie. Non solo delicate, ma folli. E le notte folli anticipano una tempesta, che presto s' abbatterà sui poveri sciagurati. 


FINE 

MEPHISTO - PARTE II 

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