9-Dammi un'ultima possibilità per dimostrarti che puoi fidarti di me.

Sono passate all'incirca due settimane dal nostro primo bacio. Tutto è andato perfettamente bene, sino a ieri.

Si è rifatto vivo Corrado. E' un ragazzo con il quale sono uscita un paio di volte prima di Salvatore e lo conoscevo già da qualche mese. Non c'è mai stato nulla tra di noi, neanche un bacio. Non mi sono fidata di lui sin dall'inizio, sentivo che c'era qualcosa che non andava in lui e non mi permetteva di fare un passo come, in questo caso, un bacio. Non ha rispettato le mie idee e le mie richieste neanche la prima volta che ci incontrammo: gli chiesi di non fumare in mia presenza perché non lo gradivo, finì tre sigarette una dietro l'altra. Era un bipolare psicopatico che, in fin dei conti, mi attraeva a malapena esteticamente.

Potrò sembrare cinica ma l'ho sfruttato per provare a dimenticare Francesco. Ero davvero presa, d'altronde, ero molto affezionata e ciò era inevitabile: non perché fosse una persona deliziosa, bensì perché tendo ad affezionarmi facilmente alle persone. Sto cercando di reprimerlo. Con Salvatore, specialmente,sarò molto attenta. Non voglio cascarci ancora.

"Ma non vuoi neanche prenderlo in giro." - No, non lo desidero. Non ne ho motivo.

Tornando al mio discorso originario, ieri Corrado mi ha scritto che gli manco e che si sente pentito per avermi trattata come se fossi stata un rifiuto umano. Credo poco alle sue parole; insulti e commenti di scherno abbandonano il mio essere e si precipitano sulle mie dita, digitando messaggi sprezzanti. Salvatore era notevolmente irritato dal suo atteggiamento nei miei confronti, finchè non ha deciso di scrivergli per chiedergli di lasciarmi in pace. Nonostante la mia sonnolenza (Era mezzanotte inoltrata), gli ho confessato il mio fastidio verso quel gesto. Non volevo avesse un dialogo con quel ragazzo, avrebbe potuto dirgli qualsiasi cosa contro di me e avrebbe potuto credergli; inoltre, l'idea che voglia prendere le mie difese o che voglia allontanare una persona da me a tutti i costi, come se io non ne fossi in grado da sola, non mi garba. Ho sempre saputo badare a me stessa e non ho bisogno delle guardie del corpo. Non capisco la sua eccessiva irritazione.

Gli ho augurato la buonanotte, ma nello stesso momento, una strana e lucida ansia mi ha attanagliato lo stomaco facendomi fremere, mentre poggiavo il capo sul cuscino.


Io e Salvatore ci accordiamo per incontrarci fuori scuola. Via messaggi sembrava molto vago, come se non volesse farmi capire che c'è qualcosa che non va. Ma io lo sento.

"Non è possibile che tu sia così ansiosa." - Mi rimprovera il mio subconscio.

Metto a tacere i miei pensieri mentre varco il cancello della scuola, Salvatore mi viene incontro nei suoi jeans a vita bassa e lo trovo meraviglioso. I suoi occhi sono tremendamente azzurri, ma inespressivi. Il mio cuore tira un pugno dritto verso la gabbia toracica, torturandola. Non mi sorride. Quando le sue labbra sfiorano le mie per lasciarvi un fugace bacio, tiro fuori un respiro che non credevo di star trattenendo. L'ansia gioca davvero brutti scherzi.

«Come va?» Mi chiede, con tono estremamente placato.

«Bene, te?» Rispondo, con monotonia.

"Sto per avere un collasso a causa dell'ansia. "

«Bene, sono venuto perché voglio parlarti.» Dritto al punto.

Non sta per accadere nulla di buono.

Giovanna e Monica ci lasciano, camminando per la loro strada. Noi decidiamo di dirigerci verso casa.

«Di cosa avete parlato tu e Corrado ieri?» So che si tratta di lui. Solo avendo nominato il suo nome, il suo volto si è incupito.

Mi guarda intensamente, poi distoglie lentamente lo sguardo, come se stesse valutando le mie emozioni soltanto ammirando le mie espressioni.

«Tu credi ci sia qualcosa che ti sia sfuggito, che non mi hai detto?»

Okay, con questo vuol dire che Corrado gli ha detto qualcosa che ho omesso a Salvatore, ma cosa? Non ricordo nulla, di particolarmente rilevante, che io non gli abbia detto.

«Del tipo?» Gli chiedo di rimando, sinceramente confusa e ancor più ansiosa.

«Pensaci e dimmelo tu.» Questi giochetti non mi piacciono.

Ci rimurgino su qualche secondo ma scuoto il capo, completamente a corto di ricordi: non c'è nulla che avrebbe potuto irritarlo così tanto.

«Si tratta di alcune foto che gli hai inviato quando vi sentivate.» Suggerisce e improvvisamente mi scatta il campanellino d'allarme.

Non può averlo saputo,non capisco perché quel bastardo avrebbe dovuto dirglielo.

"Perché vuole che vi lasciate." - Sì, ma fa parte del passato! Salvatore non c'entra nulla.

«Le foto?» Mi fingo ancor più confusa e pensierosa. Potrebbe star parlando di altre foto e non vorrei sgamarmi.

Si ferma e cerca sul cellulare le foto di cui mi sta parlando e tutti i miei timori si rivelano realtà. Sono due foto piuttosto spinte che mostrano solo le gambe e il sedere, nulla di davvero "sensuale" che avrebbe potuto compromettere la mia reputazione. Inoltre, sono foto che ho inviato già precedentemente al mio ex, Francesco, a volte capitava che volessi provocarlo e nonostante non esagerassi notevolmente, lui apprezzava.

Quel che è successo con Corrado è diverso. Lui continuava a chiedermi foto intime, così avevo deciso di accontentarlo con le foto meno provocanti che avevo, pur di non smettere di parlarci. Stavo attraversando la fase de' "Ho bisogno di dimenticare" e volevo intrattenerlo in qualsiasi modo. Col tempo, però, mi sono pentita e mi definisco ancora stupida per quel gesto; sarei dovuta essere più responsabile e meno impulsiva. Corrado, d'altronde, nel periodo successivo iniziò a chiedermi foto ignuda e capì che stava esagerando e che il nostro rapporto (o qualsiasi cosa fosse) non stava prendendo la piega che mi aspettavo. Non volevo più parlargli, mi minacciò di bloccarmi da whatsapp, mi promise che non si sarebbe più fatto vivo se non gli avessi inviato le foto che desiderava ardentemente. Raccolsi la poca dignità rimastami e lo incitai a portare a termine le sue promesse. Ed è stato così. Non ci eravamo più sentiti da allora.

Quest'esperienza mi ha insegnato molto. Non credo invierò mai più foto del genere a qualcuno, non posso correre un tale rischio e il mio pudore deve rimanere intatto.

«Non mi piace il fatto che tu le abbia viste, perché te le ha inviate?>»

«Mi aveva detto che gli avevi inviato tue foto intime, non ho voluto crederci e gli ho chiesto le prove di ciò che mi stava raccontando. Non immagini quanto io mi sia sentito stupido quando mi sono arrivate quelle foto. Io ti stavo difendendo; mi hai parlato di lui, mi hai raccontato tutto ciò che è successo tra di voi, mi hai parlato delle cose pessime che ti diceva lui, di quanto ti trattasse male ma mi hai omesso che tu ci eri stata e che gli avevi inviato quelle foto. E' per questo se ho deciso che è meglio chiuderla qui.» Queste parole colme di collera sfrecciano via dalla sua gola, mozzandomi completamente il fiato.

Mi prendo qualche secondo per poter metabolizzare il tutto e per raccogliere i fatti, spiegandogli tutto ciò che è accaduto (di fatto e nella mia testa) in quel periodo, spogliandomi di ogni bugia, di ogni altra maschera. «Non ci conoscevamo neanche, perché vuoi chiuderla qui?» Così concludo il mio monologo; non credo sia giusto e ragionevole chiudere la nostra"relazione" per una piccola omissione sul mio passato che neanche dovrebbe interessargli.

"Sento paura."- Sì, non so spiegare a me stessa cosa mi sta succedendo.

«Non si tratta di questo, Fortuna.» Il mio nome ha ancora un suono celestiale pronunciato da lui. «Mi irrita che lui abbia quelle foto, ma riguardo ciò non possiamo farci nulla entrambi. A me fa impazzire il fatto che tu me l'abbia tenuto nascosto, non me ne hai parlato. Ti ho chiesto sin dall'inizio di essere sempre chiara e sincera con me, perché non c'è cosa che odio più delle bugie, delle menzogne. Questa è la seconda volta che succede.» Sbraita, quasi come se un demone avesse rubato il suo corpo.

E' "la seconda volta", è vero, lo ammetto. La prima è stata alcuni giorni fa, ho parlato con Francesco e gliel'ho detto soltanto dopo un paio di giorni. La mia intenzione, d'altronde, non era ometterglielo, bensì meditavo su cosa fosse più giusto. Non sono abituata a dire la verità su ogni cosa. Non è mai interessato a nessuno.

«Non te l'ho tenuto nascosto, l'ho semplicemente omesso. Perché avrei dovuto parlartene? E' stato un mio errore passato e me ne vergogno tremendamente, non sono neanche tanto spinte.»

Nel profondo di me stessa so che tutto ciò è inutile e che ormai lui ha preso la sua decisione.

«Io non voglio stare con una che invia foto intime a gente a caso.» Sputa lì e il mio cuore trabocca di ira.

"Ahia."

Mi sento come se mi stessi sgretolando sotto al suo sguardo ardente, ci siamo fermati nel bel mezzo del marciapiedi ed una ragazza seduta più avanti su di un muretto ci sta osservando curiosa e attenta. Odio fare scena in pubblico, ma decido di non badarci, raccogliendo l'ultima briciola di coraggio dentro di me e respingo le lacrime. Non è il momento di mostrarmi debole.

«Ho capito, okay, come vuoi.» Mi mordo duramente il labbro e mi volto, proseguendo per la mia strada. Lo sento camminare dietro di me.

«Dove stai andando?Stiamo parlando.» Provo ad ignorarlo e continuo a camminare: spedita, furiosa, ferita. «Fortuna.» Mi richiama.

Mi volto verso di lui, con l'adrenalina alle stelle: «So cosa pensi di me adesso, okay? E non mi va di parlare con qualcuno che mi da della troia per aver inviato foto "intime" a un bastardo con cui stavo uscendo, specialmente perché è passato e non dovrebbe neanche interessarti.» Il mio tono di voce aumenta gradualmente e con esso, anche la mia collera.

«Non ho osato darti della troia, non penso nulla del genere. Dico solo che avresti potuto dirmelo prima.» Al contrario, lui è più calmo adesso.

Decido di accomodarmi su di un muretto alle mie spalle, respirando profondamente.

"Pensa a cosa è più importante adesso. Fagli solo capire che non vuoi che ti lasci, perché non vuoi perderlo."

«Io voglio stare davvero con te, Salvatore. Tu mi piaci davvero e vorrei farmi perdonare per quest' omissione.» Sono ormai stanca di urlare, sbraitare, di discutere. Desidero soltanto baciarlo, stringerlo tra le mie braccia e sentirmi al sicuro, per poter rassicurare anche lui che mi sembra così impaurito nonostante abbia un'espressione accigliata. I suoi occhi sono infuocati.

«Io non do' seconde possibilità, Fortuna. Non l'ho data neanche alla mia ex dopo tre anni di relazione.» Sospira, guardandomi dall'alto.

Io non sono la tua ex. Io non voglio perdere questo ben di Dio che ho di fronte. Non farò la sua stessa fine, non voglio essere paragonata a lei in alcun modo.

"Eppure, adesso lo stai perdendo."- No, io sento che non è ancora finita.

«Lasciami dimostrarti che puoi fidarti di me, solo un'altra possibilità. L'ultima.» Richiedo, forse, uno sforzo enorme da parte sua, ma non posso lasciarlo andare.

Lui scuote il capo.

Non servono altre parole.

«Posso baciarti?» Gli chiedo, in un flebile sussurro, temendo una negazione.

«No, non chiedermi queste cose.» Gelido, espressione ghiacciata.

«Almeno abbracciarti? Solo un abbraccio.»

Inizialmente si oppone, poi si lascia andare. Le sue braccia non mi avvolgono, non ricambia e quasi mi viene da piangere sulla sua spalla, chiedendogli miseramente di non lasciarmi.

"Cosa cerchi di fare?"

Provo a trasmettergli tutto ciò che provo per lui, con quest'abbraccio. Se c'è qualcosa, lo sentirà anche lui.

Successivamente, decidiamo di incamminarci verso casa.

«Ti chiedo solo di pensarci bene, okay? Non prendere subito una decisione, pensaci tanto e poi mi dici, va bene?»

Fa un cenno col capo, ma riesco a percepire la mia anima che mi sussurra dolcemente: "C'è speranza."




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