7-Amore a prima svista.

E' Sabato.

Il giorno è giunto.

Ho deciso di abbandonare ogni paura ed ogni timore. Voglio lasciare che le cose tra me e Salvatore proseguino, com'è giusto che sia. Non è ammissibile condannare una relazione, una conoscenza, prima ancora che inizi. Spero soltanto che ne valga la pena, non come l'ultima volta che mi è capitato di lottare per qualcuno che si è poi rivelato una delusione abnorme.

Io sento che lui è diverso.

Dopo avergli raccontato l'accaduto con mio padre, invece di cercare scuse per semplicemente andar via da me, mi ha rassicurata, assicurandomi che ogni cosa andrà bene. Inevitabilmente, è riuscito a tranquillizzarmi, tanto da rendermi sicura della scelta che volevo fare, ovvero: continuare a frequentarlo nonostante l'opposizione di mio padre.


«Sei agitata?» La voce di Monica quasi riecheggia nella mia mente mentre mi risveglia dai miei tumultuosi pensieri.

«Non molto. Lo conosco già, ricordi?» Mormoro.

"Eppure sei molto ansiosa."- No, non lo sono affatto. Mi chiedevo solo se sono ancora in grado di baciare. Intendo, baciare davvero. Con la lingua. Il mio ex non sapeva usarla, così ho dovuto adattarmi alle sue esigenze ed abbandonare il piacere di un vero bacio.

«Lo bacerai?» Ecco,non c'era bisogno di rendere vivi i miei pensieri.

«Spero ci provi lui, sinceramente. Conoscendomi, però, potrei farlo. Sai che per me non è un problema prendere l'iniziativa.»

«Il momento si avvicina.» Sorride.

«Aspetto la sua telefonata.»

Non spero più di piacergli. Io voglio piacergli. Voglio affascinarlo, coinvolgerlo.

"Tu vuoi piacere a tutti."

No, non voglio piacergli solo fisicamente. Io voglio fargli perdere la testa. Voglio esasperarlo per i miei continui sbalzi d'umore e voglio fargli sospirare "Ne vale la pena." dopo un bacio appassionato. Voglio lasciare il segno. Sulla sua pelle. Sulla sua anima.

"Perché?"

Non lo so, ma..

Lo squillare del mio cellulare mi riscuote dalle mie riflessioni, facendomi sobbalzare e scaturendo una risatina da parte di Monica, leggo il nome sul display.

«Hoi.»

«Hey, dove sei?» La sua voce è ricoperta da altre mille, riesco a sentirlo a malapena.

«Sono in piazza del Gesù, tu?»

«In una pizzeria vicino al Modernissimo. Vieni qui, fuori al cinema, quando sei arrivata mi chiami e ti raggiungo, okay?» La sua voce è ferma e sicura, a differenza della mia.

Non è agitato o nervoso di vedermi?

«Va bene, sarò lì con alcuni miei amici.»

Stacco la chiamata e spiego la situazione ai presenti; alcuni sono contrari, altri non obiettano e mi accompagnano.

Il tragitto verso il cinema è stato colmo d'ansia. Mi sono torturata le mani tutto il tempo, sfregandole tra loro. Non so perché io sia così agitata, non mi sentivo così nervosa di vedere un ragazzo dalla mia prima cotta. Avevo dieci anni.

E' solo un ragazzo. Mi ripeto.

"Molto carino."- Sì, è molto carino e forse il più garbato che io abbia mai conosciuto, ma ho avuto a che fare con tanti altri ragazzi carini e non mi hanno mai fatto quest'effetto.

"Forse esageri."Tusei il mio subconscio, sai meglio di chiunque altro che non sto affatto esagerando .

Arrivati alla nostra meta richiamo Salvatore, annunciandogli la mia posizione.

Dopo qualche minuto lo vediamo avvicinarsi a noi, lo presento ai miei amici e lui risulta cordiale come mi aspettavo che sarebbe stato.

Una volta concluse le dovute presentazioni, decidono di lasciarci da soli. Mi poggio sulla portiera di un'auto parcheggiata alle mie spalle, di fronte all'entrata del cinema. Sembra quasi la scena di un film stupidamente romantico.

«Hai un tempismo perfetto, comunque. Appena mi è arrivata la tua telefonata, la cameriera ha poggiato le pizze sulla tavola. Ho letteralmente inghiottito la mia.» Sorride, torreggiandomi con la sua immensa altezza.

Ridacchio, incantandomi a guardarlo, dal basso verso l'alto.

I suoi occhi sono rari. Afferma che siano di un verde acqua che con la luce del sole diventano azzurri e nonostante la luce fioca dei lampioni in strada, riesco a scorgere la loro lucentezza. Sono così intensi e mi sembrano voler trasmettere qualcosa, come se mi parlassero.

Parliamo del più e del meno; il contatto fisico non manca: schiaffetti, spinte ed è anche capitato che ci sfiorassimo le mani. Senza che se ne possa accorgere, gli sfilo il codino, liberando i suoi capelli, conoscendo il suo fastidio.

«Voglio toccarti i capelli.» Lo avviso, con un sorriso a trecentosessanta gradi.

«Sai quanto mi dia fastidio, devi meritarlo.» Commenta, tra il serio e il divertito.

A quanto pare, è anche suscettibile. Spero sia fornito anche di senso dell'umorismo.

«Bene, prova a prenderlo.» Allungo le braccia in alto, alzandomi in punta di piedi; lui sorride in modo impercettibile. Sa esattamente che per lui è estremamente semplice arrivare al codino nella mia mano.

Il suo viso è ora ad un palmo dal mio, il suo alito a menta mi inonda le narici ed i suoi occhi sono così vicini che mi pietrificano, completamente. Mi sento debole, inerme, immobile sotto al suo sguardo.

Sussurra qualcosa che mi risulta incomprensibile e poi le sue labbra entrano in collisione con le mie, inebriandomi ogni senso, lasciandomi senza fiato. Le mie mani sono fra i suoi capelli, li passo tra le dita, ci gioco come se potessero distrarmi in qualche modo, ma nulla può annullarmi da questo momento. Ci sono dentro, totalmente. Le nostre lingue danzano insieme, sfiorandosi dolcemente ed il bacio si approfondisce, trasmettendomi una scarica elettrica al secondo in tutto il corpo. Il desiderio di non staccarmi si fa sempre più forte.

Una voragine mi attraversa lo stomaco un' istante prima e si calma quello dopo. C'è qualcosa tra di noi. Lo sento, è del tutto inspiegabile.

"Forse siete fatti per stare insieme, è questo quel che senti." -Non corriamo adesso.

Potrebbe essere stata una sensazione soltanto mia, non sono sicura che lui abbia avuto la stessa impressione. Magari è solo un semplice bacio, come tanti altri.

Io, felice, mi lascio consapevolmente tramortire dal susseguirsi delle emozioni.

"Forse bacia da Dio e basta." - Oh, sì, è un sogno baciarlo; ma io so, nel profondo della mia anima, che non si tratta unicamente di questo.

"Amore a prima vista, eh?"

Il mio subconscio si prende gioco di me.

Amore a prima svista, direi.



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