21- Mi fido di te.

Domani parto per Ischia con i miei genitori. Trascorreremo lì circa cinque giorni.

A Salvatore non ho ancora detto nulla delle mie paranoie circa l'altra sera. Non sono del tutto convinta di volergliene parlare. Vorrei evitare litigi per potermi godere la vacanza senza ulteriori pensieri.

L'idea di partire insieme ai miei genitori non mi entusiasma più di tanto, sarò sola e non sono abituata a viaggiare senza mio fratello. L'unica cosa che mi ha convinta a partire insieme a loro è che potrò visitare posti nuovi. Ischia è tutta da scoprire, ne parlano magnificamente.

***

<Com'è andata la giornata?> Mi chiede Salvatore, mentre passeggiamo.

<Bene, ho preparato la valigia e sono pronta a partire. > Sospiro.

I nostri piedi ci dirigono alla posta; il parcheggio è un luogo così deserto, perfetto per ritrovarci in intimità senza esser visti da occhi indiscreti. Mi parla e, nel mentre, io ripenso a qualche giorno fa, quando seduti su di un muretto gli ho mormorato: "Mi fido di te." e un enorme sorriso ha contornato il suo viso, rendendolo meraviglioso. Non credo se lo aspettasse. Gli avevo sempre reso chiaro che non mi fidavo di lui, come non mi fido di nessun altro uomo eppure lui mi ha sempre trasmesso quella nota positiva che ha reso possibile una frase del genere.

Non stava semplicemente a significare che io lo desideravo e che mi aveva del tutto conquistata, ma era una vera e propria dichiarazione. Io volevo essere toccata da lui, io volevo perdere la mia verginità con lui. E non so se fosse stato il suo richiedermi di non stuzzicarlo e provocarlo in nessun modo che mi aveva dato questa certezza. Volevo che scoprisse il mio corpo, che lo sfiorasse con dolcezza e che se ne prendesse cura.

Mi incatena al muro che erge alle mie spalle, facendo aderire la mia schiena ad esso. Il suo viso è così vicino al mio e mentre una mano l'appoggia ad un lato della mia testa, l'altra esplora il mio corpo. Parte con l'accarezzarmi il viso.

Non mi ritraggo al suo tocco, esperto e delicato.

«Chiudi gli occhi.» Mi guida, con voce bassa e sensuale. Faccio come mi dice solo perchè non riesco a reggere lo sguardo selvaggio che mi rivolge. «Senti il piacere della mia mano che ti tocca.» Mormora più vicino al mio orecchio, una vampata di calore mi sovrasta. Respiro lentamente mentre la sua mano destra si insinua nei miei pantaloncini. Le sue dita sfiorano il mio clitoride dal tessuto dei miei slip e, dopo alcuni ansimi soffocati, osa spostarli. Sorride ampiamente, ha avvertito che sono del tutto bagnata per lui. Mi fa rabbrividire.

Avevo sempre temuto che il mio corpo potesse rifiutare delle mani estreane e che l'avvertisse addirittura come una violenza.. ed invece sono a mio agio, completamente.

D'improvviso arresta i suoi movimenti, tirando fuori la sua mano e lasciandola fluttuare di fronte al mio viso, inizio a succhiare il suo dito medio e la sua espressione è impressa nella mia mente: il suo dolce sorriso e la sua faccia contorta dal piacere, quasi come se anche io stessi toccando lui, benchè le mie mani stessero soltanto sfiorando la sua erezione predominante.

Le sue dita tornano a regalarmi piacere ed io continuo a soffocare gemiti sentendomi debole sotto ai suoi occhi così luminosi ed espressivi. Sono in estasi, completamente, finchè un'ondata di godimento non domina il mio essere.

Sono felice.


Grazie mille ancora a voi che continuate a leggere la mia storia! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, non smettete di commentare e "stellinare" per farmi sapere cosa ne pensate! Vi adoro.

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