«Hai un viso molto familiare.» Scrive, prima che io possa addirittura contattarlo.

«Sto cercando di capire se eri tu quel ragazzo che ho visto stamane.»

Nell'attesa della sua risposta, riguardo le sue foto. Giovanna aveva ragione, è stata decisamente una "svista", ma sembra comunque un bel ragazzo; ha un sorriso molto dolce. Inoltre, voglio soltanto parlarci..e magari uscirci, non di certo sposarlo.

«Dove?»

«Via Oberdan, hai presente?» Non so perché, ma inizio a sperare vivamente che sia lui.

«Sì, abito proprio lì.» Sorrido alla sua risposta rapida.

«Benissimo, eri tu.» Sospiro, soddisfatta. «Conosci Giovanna Sarnataro?»

«E' mia cugina.»

Bingo!

«Ma penso che stamattina tu abbia visto mio fratello perché io dormivo.» Resto perplessa dinanzi allo schermo.

Perché lo dice soltanto adesso? Poteva anche metterlo in chiaro da prima, così non mi illudeva e non cantavo vittoria. Se è uno dei soliti deficienti, senza cervello, che capisce le cose soltanto quando gliele ripeti per la terza volta (E neanche), io mi faccio suora.

Continuiamo a parlare del più e del meno e mi ritrovo a spiegargli della fatidica "svista"che mi ha spinta a cercarlo e ad inviargli la richiesta d'amicizia.

Mi confida che viveva da queste parti da piccolo ma che negli ultimi anni ha cambiato casa un paio di volte, per poi ristabilirsi definitivamente qui. Ha supposto che il mio viso fosse familiare perchè probabilmente ci siamo scontrati da piccoli nel nostro viale. Purtroppo, io non riesco a ricordarlo. 

La conversazione, però, è obbligata a concludersi quando mi riferisce che è appena arrivato a lavoro. E' l'assistente della sua maestra di ballo; da quanto ho capito insegnano danza caraibica.

Mi ha scritto il suo numero e, per la prima volta con un ragazzo, senza esitazione, gli ho scritto su whatsapp. Oh, spero tanto che mi chieda di vederci o,almeno, spero di incontrarlo per caso per strada, anche se non sono del tutto convinta che i nostri orari coincidano.

Sarebbe davvero grandioso uscire con il ragazzo della porta accanto, un po' come nei film che ho guardato e nei libri che ho letto. Sboccia sempre un amore tra i due vicini adolescenti, uno si intrufola nella stanza dell'altra dalla finestra, di notte, per dormire abbracciati o per far l'amore.

So perfettamente che la mia vita non è un film, né tantomeno un libro. Lo dimostra il fatto che la finestra della mia stanza è piccola ed ha le sbarre.

La mia chat si illumina perché un altro ragazzo mi cerca, rispondo in modo meccanico per poi infilarmi a letto e prima di chiudere gli occhi ripenso al biondino con gli occhi azzurri.

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