13- Perchè essere così incasinata?
I litigi continuano giorno dopo giorno.
Io e mia madre non ci rivolgiamo la parola se non per discutere e per trovare pretesti per urlarci contro.
Ma raggiungo il culmine quando, all'ennesimo litigio, sbraita un "Ad avercela una madre come me." La voce incrinata, gli occhi lucidi. La delusione la percepisco dal suo viso. Sto commettendo gli stessi errori di mio fratello. Anni fa gli chiesi di non farla piangere perché nessuna madre dovrebbe mai piangere per un figlio. Adesso mi sto comportando esattamente come lui. Mi sento un errore.
Mia madre sceglie di lasciarmi da sola con i miei pensieri ed il mio diario segreto, un amico al quale racconto tutto della mia vita. Un amico che c'è sempre stato e che non mi abbandona mai. In un momento della mia esistenza ho iniziato a creargli un volto, molto simile a me, soltanto versione maschile. Non so perchè mi sento più confidente nell'avere un migliore amico anzichè una migliore amica.
Dopo aver buttato giù ogni mio singolo pensiero, ogni mia paura e tutto il mio dolore che sembro destinata a provare, afferro il cellulare.
Sento il bisogno di allontanarmi da tutto e da tutti, come se non mi sentissi parte di questo mondo; o meglio dire, come se non volessi farne parte.
«Io credo di staccare un po', credo mi possa servire. Non è per te, ma voglio stare sola con me stessa per un po' di tempo. Non so se durerà un giorno o due o tre, ma sento il bisogno di staccare dalle persone. Spero che lo comprenderai..» Esito qualche minuto prima di inviare questo messaggio a Salvatore.
Lui non merita che io gli dica queste cose, non dovrei neanche pretendere la sua comprensione.
Perchè sono così incasinata?
Una lacrima arde lungo il mio viso e poi un'altra, e un'altra, e un'altra ancora..senza smettere.
«Mi stai liquidando o cosa?» La sua risposta non si fa attendere.
«Non lo sto facendo, non voglio che pensi questo. Ho scritto le stesse cose a Giovanna ed Anita. Sto solo troppo male emotivamente.» Vorrei poter cambiare le cose.
«Si ma loro sono tue amiche. Cosa vuol dire che stacchi da me?» Riesco a immaginare il suo viso corrucciato.
«Salvatore, prova a capirmi, io avverto come il bisogno di parlarti anche ora che non ne ho voglia e non capisco dannatamente perché, io voglio solo schiarirmi le idee. Avrei potuto semplicemente ignorarti, invece è una decisione che sto prendendo e voglio che tu ne sia a conoscenza.»
Ho bisogno di lui eppure lo sto respingendo. Lo sto cacciando via, nonostante lui mi stia accanto. E' così che gli dimostro che può fidarsi di me, allontanandolo?
«Quindi in termini pratici stiamo rompendo?»
«No, non è una pausa o merdate del genere.»
«Appunto, è una rottura.»
«No.»
Sapevo che avrebbe pensato questo, sono così stupida.
«Voglio capire.»
«Sto provando a dirti che ho solo bisogno di non parlare con le persone, mi potrebbe durare un paio d'ore o tutto il giorno, ma resta il fatto che ti scriverei di nuovo nel momento in cui il desiderio si facesse troppo forte.» Cosa che sta già succedendo, d'altronde.
"Tu hai soltanto bisogno di un ricovero psichiatrico."
Non sei d'aiuto.
"Dovresti soltanto chiedergli di raggiungerti per stare insieme. Lui ti calmerebbe."
No, non voglio questo. Io non posso fare di lui la mia valvola di sfogo. Potrebbe finire tra noi, potrebbe non reggere più il mio carattere e i miei atteggiamenti da psicopatica. Potrebbe allontanarsi ed io ne soffrirei. Eppure, sembra che io non riesca a farne a meno.
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