11- Lui non è il tipo di persona che necessita di qualcuno.
Dopo quell'inaspettato riconciliamento siamo maturati entrambi. Abbiamo superato la situazione, siamo riusciti ad andare avanti, anche se, forse indirettamente, qualche volta me l'ha rinfacciato. Il concetto di "Ti perdono, ma ti ricordo quello che mi hai fatto." Non mi sta bene, perché non mi piace vivere con la concezione di averlo impietosito o qualcosa del genere.
"Ti ha perdonata semplicemente perché forse sente che sei sincera e che deve darti la possibilità di dimostrarglielo." - Ed io farò di tutto pur di non fargli pentire di aver fatto questa scelta.
***
Oggi è il fatidico giorno. E' il momento di scoprire se sono stata rimandata o promossa. Una strana ansia, del tutto negativa, mi lascia presumere il verdetto ancor prima che io esca di casa. Anita mi accompagnerà, lei è una ragazza meravigliosa. Siamo amiche dai tempi delle medie. Per circa un anno ci siamo separate, si era fidanzata e ci siamo allontanate inevitabilmente: d'altronde, non frequentiamo lo stesso indirizzo scolastico e non potevamo vederci spesso. Mi era mancata, anche se quando ci siamo riavvicinate lei aveva qualcosa di diverso: non mi riferisco ai suoi modi di pensare, quelli erano perfettamente come li ricordavo; la sua personalità non è mai cambiata ed io non smetterò mai di fidarmi di lei perché molte volte mi ha dimostrato che posso confidarmi e lamentarmi di ogni cosa in sua presenza, perché lei sarà sempre lì al mio fianco. Mi riferivo al suo modo di vestire, i suoi occhi truccati in modo marcato, anche i suoi capelli sono diversi. Adesso fuma: sigarette, canne..quel che le capita. Ma quando sei una bellissima persona, queste decadenze non contano, specialmente perché la caratterizzano e la rendono ciò che è.
Anita mi distrae dai miei pensieri con un semplice: «Io non credo che hai preso il debito.»
"Oh, io invece ne sono quasi convinta."
Salvatore ha provato a tranquillizzarmi, prima di staccare la telefonata. Anche lui è convinto che me la sia cavata ma l'ansia mi ride in faccia ogni volta che la speranza si fa spazio nella mia mente.
Riesco a vedere la scuola e le gambe quasi mi tremano, Anita continua a parlare, cerca di raccontarmi aneddoti pur di distrarmi ma io la ascolto a stento, sono troppo concentrata sulla pagella: l'ultimo verdetto.
Saliamo gli ultimi scalini e l'ansia aumenta perché non riesco a trovare la mia classe, Anita ce l'ha fatta: è stata promossa. Se andasse davvero bene, potrei vivermi un'Estate meravigliosa insieme a Salvatore, potremmo visitare Napoli una volta alla settimana, conoscendo nuovi luoghi e nuove bellezze storiche e artistiche.
Mi ha proposto di essere la sua compagna di viaggio. Ho accettato.
Sorrido al solo pensiero, ma ecco che scorgo il nome della mia classe: 3Du. Scorro giù con il dito per non perdere il segno, arrivo al mio nome: Fortunata Grasso. Tiro un sospiro. Ricontrollo per capire se il verdetto coincide realmente al mio nome o è stato solo un' errore di vista. Ma è chiaro: Rimandata. Tutte le speranze mi abbandonano, mi lascio andare in un pianto disperato. Cerco di trattenere i singhiozzi ma è tutto andato. Probabilmente la sto rendendo tragica, ma una delusione mi circonda le spalle, mi fa soffocare. Sono delusa da me stessa.
Non era mai successo prima, non avevo mai preso nessun debito in Estate,non so neanche come comportarmi. Mi sento triste e angosciata. Anita cerca di consolarmi, ma non ci riesce. Una sua compagna è stata bocciata: nessuna lacrima sul suo volto ed io sto facendo un casino per un cinque in matematica.
I miei genitori saranno delusi, mio padre come reagirà? Mi urlerà contro..sarà arrabbiato? Mia madre è prevedibile. So già cosa mi attende. Reagirà male, come se avessi ucciso qualcuno.
Ho bisogno di placare tutto il mio dolore e la mia ira.
Digito il suo numero in modo molto rapido: Salvatore.
«Com'è andata?» La sua voce mi sembra così lontana, so che adesso lo vedrò sempre di meno.
«Debito, matematica.» La mia voce mi tradisce ed inizio a singhiozzare. Mi allontano dalla struttura e da tutti, ho bisogno solo della sua voce.
«Mi prendi in giro?»
«Credi che possa scherzare su una cosa del genere?» Alzo la voce, inevitabilmente.
Ricordo a me stessa che lui non ha nessuna colpa e che non posso trattarlo così, scagliandogli le mie frustrazioni addosso.
Cerca invano di consolarmi, di spiegarmi che andrà tutto bene e che mia madre capirà solo se le parlerò. Non conosce mia madre. Lei è una donna superficiale, che per quanto io possa volerle bene, non riesce a capirmi. Il completo opposto di mio padre, lui ha la mente aperta, non mi accolla, non si intromette nella mia vita, pretende il meglio ma per lui qualsiasi cosa io faccia, è perfetta.
Per mia madre è diverso: per lei qualsiasi cosa io faccia è sempre il minimo, è poco, mai abbastanza. E' anche a causa sua se ho l'autostima a terra. Mi ha sempre convinta del fatto che io non valessi un cazzo. Mi ha sempre fatta sentire come uno sbaglio, qualsiasi errore facessi. Non importa quante cose buone io faccia, non importa se mi preoccupo per lei, se l'aiuto in casa, se faccio tutto ciò che c'è da fare quando è malata e necessita di riposo; per lei conteranno solo i miei sbagli.
Agogno con ogni fibra del mio essere abbandonarmi sulla spalla di Salvatore e di piangere anche le interiora. Necessito la sua presenza e il calore dei suoi baci, la luce nei suoi occhi che mi riscalda l'anima. Ci accordiamo per vederci verso sera..ma io non trovo il coraggio di tornare a casa.
Ho un'unica meta nella mia testa. Mia nonna. Nonna Maria, la mia nonna materna, è sempre stata molto speciale per me. Una delle donne più buone e testarde che io abbia mai conosciuto nella mia futile vita. So di potermi fidare di lei, mi posso affidare nelle sue mani senza pensarci più di tanto.
«Perché non hai studiato? Vedi che allora tua madre sbaglia a lasciarti libera?» Sospira, affranta e dispiaciuta per me.
«Nonna, so che ho sbagliato..sono venuta qui per conforto, non per demoralizzarmi maggiormente.» Singhiozzo, esausta.
Sono prosciugata dalle lacrime. Piango da ore, sono le cinque e tra poco devo incontrare Salvatore. Mia nonna non sa di lui, quindi devo mentirle e riferirle che mi dirigerò a casa per affrontare mia mamma.
***
«Andrà tutto bene.» Mi sussurra, mentre mi lascio avvolgere dalle sue braccia. E' il posto più sicuro che potessi conoscere. Le sue braccia. Mi sento così piccola mentre mi stringe al suo petto, invisibile.
Mi chiedo cosa accadrà tra noi due adesso. E' inevitabile che mia madre non mi farà vedere la luce del sole per un bel po' di tempo..questo lo annoierà, gli farà perdere ogni forma di desiderio nei miei confronti, non lo reggerà. Io non lo sopporterò. Voglio soltanto viverlo.
Non m'importa delle uscite, degli amici, della piscina, del sole e del mare..Tutto ciò che agogno disperatamene è vederlo, stare con lui, baciarlo, toccarlo. Soprattutto adesso che ci siamo riconciliati da poco.
Sento uno strano bisogno di lui.
"Lui non è il tipo di persona che necessita di qualcuno."
Non voglio che abbia bisogno di me. Voglio che mi desideri, solo questo. Mi basta.
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