1- Red car.
Caldo.
Asfissiante caldo.
Ad Aprile è impossibile dover fare i conti con tutta quest'afa e, in più, alle otto del mattino.
I miei piedi sono ormai oggetti di movimenti meccanici mentre mi dirigo verso la porta di casa della mia migliore amica, Giovanna. E' una ragazza piuttosto in gamba, ma con il tipico fidanzato che nessuno raccomanderebbe alla propria migliore amica. No, non è un puttaniere. E no, non è neanche cattivo.
E'...sì, stupido. A volte immaturo, superficiale e, di certo, non il tipo che dovrebbe stare al fianco di una persona come lei: dolce, sensibile e premurosa. Ma se dice di amarla, non vedo perchè dovrei intromettermi.
Abbandono questi pensieri mentre Giovanna emerge di fronte ai miei occhi.
«Sì, sono in ritardo, lo so, scusa. » Si assolve ancor prima che io possa aprir bocca.
La rassicuro con un sorriso e l'attendo sull'uscio. Una volta afferrata la sua borsa, ci incamminiamo verso la piazza, dove ci attende Monica, ormai nostra amica dalle scuole medie.
«CAZZO!!» Sento esclamare dal mio lato destro e osservo Giovanna mentre si getta una mano alla fronte in modo teatrale.
«Cosa ti succede?»Chiedo, sbigottita.
«Dovevamo entrare alla seconda ora.» Sbuffa. «Sarà una giornata del cazzo.» Stride i denti, infastidita.
«Oh.» Mormoro. «Okay, siamo due deficienti, ma meglio così, non credi? Almeno non tarderemo. Aspettiamo qui?» Le indico lo scalino del marciapiede fuori al nostro vialetto.
Mi soffermo ad osservare il cielo che ci sovrasta, il sole penetra ogni abitazione, anche se in lontananza riesco ad intravedere qualche nuvola ribelle e grigia,tutte pronte a buttar giù il mondo. Il silenzio incombe sul nostro paesino, come sempre. Tranne un suono. Il rombare di un'auto. Rossa. Non ne avevo mai vista una del genere prima da queste parti; sui sedili posteriori sembra sedere un bel ragazzo: occhi azzurri, biondo, labbra carnose. Non mi ha mai affascinata questo genere di bellezza "angelica" e "perfetta", ma in questo momento non mi dispiacerebbe di certo.
«A chi appartiene quell'auto?» Chiedo alla mia migliore amica, che sembra anch'ella assorta nei suoi pensieri: «Quella rossa. Non l'avevo mai vista prima.»
«Oh, mio zio.» Sospira, con nonchalance.
«E il ragazzo dietro?» Chiedo, insistente.
«Probabilmente uno dei miei cugini, perché?»
«Sembra carino.» Sospiro. «Come si chiama?»
«Vuoi sapere il nome del più piccolo o del grande?» Sembra divertita dal mio interesse.
«Quanti anni hanno?»
«Il più piccolo ne ha quattordici, il più grande diciotto.»
«Dimmi il nome del più grande. I piccoli non mi interessano.» Mormoro, ripensando a Francesco, il mio ex. Più piccolo di me di dieci mesi e mi ha nettamente fatta pentire di averci provato ugualmente.
«Si chiama Salvatore, non sono del tutto convinta che ti piacerebbe.»
«Dal finestrino sembrava affascinante, perché non dovrebbe piacermi?» Chiedo, perplessa.
«Oh, avrai preso una svista, Fortuna. Beh, ha gli occhi azzurri.. a te piacciono verdi, è biondo.. a te piacciono i castani e, inoltre, è un po' in carne e a te piacciono i magrolini.» Ridacchia sotto i baffi.
«Beh, voglio provarci ugualmente. Sai che ho bisogno di distrarmi.» Sbuffo, indispettita.
«Va bene, cercalo su facebook.»
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