Capitolo 1.
Due ragazze camminano per il giardino e le loro risate riempiono l'aria leggera del bosco.
Hanno appena finito di portare le valigie nelle loro camere, e per lo sforzo di aver fatto avanti e indietro per le scale più di quattro volte, hanno deciso di prendere una fresca boccata d'aria.
Sono visibilmente soddisfatte dell'affare che hanno appena fatto, affitto di una casa a duemila euro per tutti i quattro mesi che ci avrebbero passato. Questo voleva dire che erano cinquecento euro al mese, quindi duecentocinquanta a testa.
Il periodo va da giugno a settembre, e alle due ragazze i soldi non mancano, il loro lavoro gliene promette tanti e onestamente glieli da.
Pini e abeti sono tutti intorno alla casa, anzi, sono ovunque.
Le due ragazze rientrano nella loro abitazione, sotto ai loro piedi si sente uno scricchiolio di ramoscelli che si spezzano ad ogni loro passo.
Qualche uccellino canta, un leggero venticello fa sentire la sua presenza con un fruscio appena accennato, tutto spezzato dal chiudersi della porta sul portico bianco.
Tutta la casa era bianca, in legno, con quattro finestre sulla facciata.
Era davvero, davvero molto bella.
Kendall e Jenny stavano cenando, dopo il lungo periodo in cui non si erano viste avevano accumulato molte cose da raccontarsi, e non c'era parola che non le portasse ad aprire una lunga conversazione.
Parlano di ragazzi, ricordi delle elementari, litigate con gli amici, la patente, i viaggi, il lavoro. I soliti argomenti da ventenni o da chi non si vede dagli ultimi anni di superiori.
Perché avevano passato tutti gli anni scolastici da migliori amiche, e la separazione era dovuta al trasferimento di Kendall in Germania.
Dopo due anni è tornata nel paesino in cui era nata, non solo lei, ma anche Jenny.
Finita la cena si sistemano davanti alla TV, e guardano un film horror.
L'idea è stata di Kendall, essendo più insensibile e difficilmente impressionabile. Jenny invece è tutto il contrario, un ingenua bionda dagli occhi azzurri.
Ma, loro non sanno di non esserci solo loro in quella casa.
Per il bosco, c'è una banda chiamata Mental PsychoPaths.
Sei assassini, criminali senza pietà, dei veri e propri psicopatici mentali.
Loro si divertono ad uccidere, forse è l'unica gioia che hanno.
Niente genitori, niente amore.
Solo odio e sangue.
C'è n'è uno in quella casa, che le sta osservando accuratamente, ogni singola mossa.
È attratto dal movimento incosciente di Kendall, mentre si rigira una ciocca di capelli castani nel dito. Gli occhi verdi pieni di passione, catturati da quella scatola che trasmette immagini.
Sente il coltello che lo chiama, lo stringe più forte avendolo in pugno, poi, si ricala nell'ombra.
Jenny ha bisogno di andare in bagno, dopo due o tre lamentele per la paura di percorrere il corridoio buio decide di prendere un cuscino e portarselo dietro, per avere qualcosa da stringere come anti-stress.
Kendall ovviamente ride per la paura dell'amica, secondo lei infondata.
Jenny percorre il corridoio, si sente il fiato addosso e si gira di scatto, ma non c'è nessuno.
Entra in bagno e accende la luce, aspetta qualche secondo, poi prende fiato e si specchia.
Tocca il ciondolino che ha al collo, poi, qualcosa si muove dietro di lei, è il telo della doccia.
Dopo qualche secondo la tenda si apre di scatto e una mano le tiene la bocca, urla ma non fa rumore, è come se ci fosse silenzio.
La lama le attraversa la spina dorsale, poi sale verso i polmoni.
Jenny cade a terra, il pigiama rosa è squarciato sulla schiena, il sangue rosso fa illuminare gli occhi di Sebastian, il sorriso assassino gli si dipinge in volto.
Le ultime immagini che Jenny vede, son proprio quel sorriso dai denti argento, la bocca rossa e il viso pallido. Quel sorriso infinito, largo e che incute timore.
Vede i capelli verdi chiaro, poi ad un tratto, non vede più niente. Solo un'altra fitta in pancia. Lui continua a infilare il coltello più e più volte, ride e non smette.
Poi, compiaciuto assaggia con un dito il sangue, lo assapora, si alza ed esce dalla stanza.
Ha ancora bisogno di uccidere, vuole di più.
Si dirige verso Kendall, ancora girata verso il televisore.
Sebastian fa un passo falso e il palchè scricchiola. Kendall si gira e vede quel pazzo davanti a lei, si alza in piedi di scatto.
<<Chi sei?>>
Ma Sebastian sembra rimaner troppo attratto dalla ragazza per ucciderla, ma il coltello lo chiama, lo chiama sempre di più.
Lui non risponde alle domande poste dalla ragazza, gliene porge una.
<<Il tuo nome?>>
Chiede guardando la lama insanguinata della sua arma e poi rialzando lo sguardo col sorriso inquietante.
<<Kendall, mi chiamo Kendall. Ma, ma dov'è Jenny!? Che cosa le hai fatto!?>>
Urla la ragazza piangendo.
<<Jenny? Aveva un bel nome.>>
Sebastian si volta e esce dalla porta. Poi, una voglia di sangue gli perfora la mente, gli dice di andare ad ucciderla, non ha mai avuto pietà per nessuno e non lo farà adesso.
Lui torna dentro casa, la ragazza è in bagno mentre piange sul corpo dell'amica.
Subito dopo inzia a correre, sale le scale ma lui la segue, è troppo veloce. Entra in una stanza, c'è una botola e scende le scale, si ritrova in cantina.
Si rannicchia in un angolo, dietro ad uno scaffale, sente i passi sopra di lei di quell'uomo che non la lascia in pace.
Cerca di soffocare i singhiozzi del pianto ma di botto la botola si apre.
<<Kendall? Oh, piccola Kendall. Vuoi giocare a nascondino? Va bene, io ho finito di contare, ti sto cercando, sai? Vieni fuori, sarà tutto più facile così. Ti ucciderò in fretta se collabori>>
Dice Sebastian quasi in cantilena, con vocina psicopatica.
Subito dopo, gli si scaglia addosso, lei non fa in tempo a scappare che la lama le trafigge il braccio.
Un grido agghiacciante riempie la casa, lui ride, lei gli urla contro.
Poi, lui la guarda negli occhi, la bacia perché forse non resiste al cuore.
Si stava davvero risvegliando?
Quel cubetto di ghiaccio stava davvero influenzando il suo assassinio?
Lei lo respinge, lui ci riprova e alla fine lei lo lascia fare.
Aveva trovato del fascino nella pazzia di quell'uomo.
<<Scusami>>
Dice Sebastian toccandole la ferita e scoppiando a piangere.
<<Lui è dentro di me! Capisci? Ormai si è impossessato! Io uccido, uccido e gioisco. Non ci posso fare nulla! È un impulso.>>
<<Chi è dentro di te?>>
<<Il mio demone, Kendall. Tutti hanno un demone, anche tu. Anzi, il demone è lo stesso per tutti, ma c'è chi è più forte e riesce a combatterlo per tutta la vita e chi no. Io non ci sono riuscito.>>
<<Tu sei un assassino.>>
<<Non solo io. Vuoi venire con me? Tu sei speciale, l'ho capito dal primo momento che ti ho vista. Non dirmi di no, lo sai che non devi farlo.>>
<<Il tuo sorriso d'argento mi attira, anzi, mi fa impazzire. Non sono mai stata attratta così tanto da uno psicopatico. Io sapevo di aver qualcosa che non andava, ma non pensavo di arrivare al punto di dire di si alla tua domanda.>>
<<Quindi?>>
<<Ebbene si, vengo con te, ma prometti che non mi farai mai più del male.>>
<<Te lo prometto.>
Lui la prende per mano, nella mano in cui di solito c'era il coltello adesso c'è Kendall, una semplice ragazza.
Il coltello è finito nella tasca posteriore dello zaino nero di Sebastian, quasi dimenticato del tutto.
Gli impulsi arrivano, lui cerca di trattenersi, ma non ce l'avrebbe fatta ancora per molto.
Corrono mano nella mano per un lungo sentiero ormai distrutto, poi, arrivano ad una casa diroccata. L'unica luce oltre a quella della luna piena, è una lanterna con una candela che illumina il vialetto in pietre rotte verso la porta.
Qualcosa si muove alla finestra e Kendall si pietrifica.
Lui la guarda, e con gli occhi le trasmette sicurezza, lui sa quello che fa.
Apre la porta e subito si presenta un salotto buio, con due divani vecchi e di una stoffa grigia scuro, macchiata e bucata. C'è una sagoma nera sul divano, un uomo.
<<Ciao Sebastian>>
<<Ciao Nico>>
La sagoma si alza in piedi, una maschera copre una parte di volto, il respiro è pesante, poi si intravedono due spade spuntare dalla schiena dell'uomo.
Ha un lungo cappotto nero in pelle, fino alle caviglie, i capelli biondi spiccano fra il buio della stanza.
Un passo pesante si avvicina, entra nella stanza e si siede sul divano mentre una nuvola di polvere si alza.
È un altro uomo, questo in divisa da militare con una sigaretta in mano, il volto è coperto dal cappello.
<<Chi è lei?!>>
Tuona una vice potente.
<<Ciao Jenson, anche io sono felice di rivederti>>
Dice ironico Sebastian.
<<Le regole le sai. O la uccidi, o dovrà fare il Mental.>>
Kendall stringe ancora di più la mano di Sebastian, poi, Jenson alza il volto e un'espressione di terrore si dipinge in viso alla ragazza.
L'uomo ha il volto tagliato da cicatrici ricucite da graffette, i denti d'oro ed un orecchino.
<<Cosa le hai fatto al braccio?>>
Chiede Nico.
<<Non sono stato io. È stato il demone. Lo sapete>>
Dice Sebastian.
<<Parli come un bambino. Ammettilo, la colpa è tua! Devi smetterla di dare la colpa al demone, sei un assassino, tu non provi pietà per nessuno, tu sei così!>>
Gli urla Jenson.
Un'ombra raggiunge gli altri nel salotto, è un'uomo, anzi, solo la sagoma lo è.
È un agglomerato nero.
<<Sono un anima>>
Sussurra l'ombra nera rispondendo ai pensieri di Kendall.
<<Io leggo la tua mente, so tutti i tuoi pensieri più profondi. Non mi sfugge niente.>>
<<Lewis la spaventi.>>
Urla Sebastian.
<<Bene, è quello che noi facciamo. Noi spaventiamo la gente, la torturiamo, la ammazziamo. Cosa c'è di sbagliato se lo faccio anche con lei?>>
Chiede tranquillo Lewis.
<<Lei sta con me.>>
Dice fermo Sebastian.
La ragazza si fa avanti, con un passo supera il divano e si sposta davanti a Jenson.
<<Voglio fare il Mental.>>
<<Prego signorina, per di la.>>
Gli dice indicando una porta alla sua destra.
Lei cammina ma viene fermata da Sebastian, che le chiede se fosse veramente sicura. Ma d'altronde non ha altra scelta, o la morte, o il Mental, ovvero un'altra categoria di morte più dolorosa, ma che ti lascia la vita.
Davanti a lei, dopo aver aperto la porta in legno cigolosa, ci sono altri due uomini. Uno più bassino, non ha la bocca e gli occhi son completamente bianchi. Mentre l'altro ha un teschio tatuato in faccia, è meno inquietante dell'altro, che guarda Kendall da cima a fondo.
<<Io sono Max, mentre lui è Felipe.>>
Dice l'uomo tatuato con uno sguardo indemoniato.
<<Se sei qui è per il Mental, mettiti su quel lettino, fra poco arriva Sebastian. Ci pensa lui a te.>>
La ragazza aspetta, poi vede arrivare il ragazzo amato, con in mano due pezzi di ferro.
<<Non mi ucciderai, vero?>>
<<No, ti farò solo tanto, tanto, tanto male.*>>
Dice per poi dar spazio al suo sorriso.
Inizia a farle del male, la corrente le attraversa la mente mentre qualcosa le trafigge il volto, degli aghi forse.
Subito dopo sente freddo alla pancia, ma non riesce a muoversi, capisce che le sono stati sfilati i vestiti.
Le mettono qualcosa addosso, con la coda dell'occhio vede che è di tessuto nero, poi, l'ago le trafigge la palpebra.
Le scappa un urlo e sente una risata soffocata, capisce che proviene da Felipe, l'uomo senza bocca.
Ad un certo punto si sente spegnere il cervello, il cuore si ferma e si blocca tutto.
Il secondo seguente invece, è solo una luce bianca.
<<Brava Kendall, ora ci sono solo ancora due passaggi, poi sei con noi, poi sei con me. Per sempre.>>
Dice Sebastian stampandole un bacio sulla guancia.
<<Scegli le tue armi>>
Dice Max proponendole uno scaffale pieno di diverse pistole, coltelli, maceti, e altro.
Kendall prende due armi, una pistola ed una mazza da Baseball.
La passa da una mano all'altra, compiaciuta sorride e si passa la lingua sui denti.
<<Mi piace!>>
Esclama.
Sebastian impazzisce appena accenna quel sorriso, le prende le guance e gliele stringe.
Dopodiché bacia quel bianco sorriso, mentre lei gli passa le mani fra i verdi capelli.
Poi, Kendall si specchia e urla con sguardo indefinito, poi con un esclamazione di gioia inzia ad elogiare i suoi nuovi vestiti in pelle nera, Crop-Top e pantaloncini. In volto, erano proprio gli aghi a farle del male, ha quattro o cinque tatuaggi sparsi, due che vede solo quando chiude un occhio.
Ha il suo nome tatuato sulle palpebre e quello di Sebastian, più precisamente King.S Queen.K.
Erano diventati il Re e la Regina degli psicopatici mentali quei due, e guai a chi mancasse di rispetto alla regina.
<<Ora manca solo l'ultima cosa.>>
Dice Max.
<<Sarebbe?>>
Chiede Kendall felice.
<<Devi usare le tue armi>>
Conferma Max.
<<Andiamo a divertirci!>>
Urla Kendall.
Sebastian non vede l'ora di poterla far entrare nel gruppo, di avere la sua donna e trattarla da regina.
Tutti la seguono mentre cammina per la strada con la mazza in spalla, intanto legge i nomi scritti sulle cassette della posta e per simpatia sceglie i Jonson.
Madre, padre e bambina di due anni.
Entra dalla finestra della casa, prima però si fa prestare il coltello da Sebastian.
Le armi non si prestano, mai.
Ma lui decide di concederglielo, non riuscendo a resisterle.
Inzialmente Jenson e Lewis si oppongono, ma la decisione non spetta a loro.
Kendall soffoca la bambina, poi le taglia la gola e sogghigna all'uscita del sangue.
Ora tocca ai genitori, madre e padre dormono uno accanto all'altro, Kendall tira una botta in testa alla donna con la mazza, spaccandole il cranio, poi, con la pistola munita di silenziatore spara all'uomo, dopo avergli mostrato la figlia e la moglie morta.
Col sangue dei tre Kendall scrive sul muro:
Everyone has a demon, nay, there's only a demon for all. Some people can control it for all their life and some people fails.
I'm not nobody of these two.
I'm the demon.
-Psycho Queen.
Spazio Autrice:
È il primo creepy che scrivo, lo so, non sono brava in materia, però volevo provare.
Nel caso ci fossero errori fatemi sapere.
Penso che ci sarà il sequel di questa piccola One Shot.
Il mio Sebby è la versione tedesca di Joker di Suicide Squad. (Immagine capitolo).
[No, ti farò solo tanto, tanto, tanto male]
Alla fine di questa frase c'era l'asterisco semplicemente perché non è mia, ma è appunto di Joker nel film di cui parlavo prima.
Comunque, spero che questa mini storia sia stata di vostro gradimento.
Baci :3
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