Un incubo chiamato "vita"...

La gente dirà: mamma mia, che depressione sta ragazza. Mi fa cadere le braccia.
Ed effettivamente la braccia stanno cadendo anche a me, ora, mentre penso e scrivo queste parole.
Ma il problema è questo: devo riportare i miei pensieri.
Devo riportarli per dar voce a me stessa, una voce che sta soffocando nella mia mente.
Devo urlare quanta rabbia ho in corpo e quanta tristezza mi affligge. Perché urlare da bene, tanto.

Mi sento esattamente come se avessi un masso legato al Piede che mi trascina giù, in fondo all'oceano.
Mi sento soffocare. L'aria mi manca nei polmoni a volte.
Il tempo scorre davanti a me così veloce che non riesco a rendermi conto neanche di quanto duri un secondo.
Mi sento schiacciata in terra dalle mie stesse emozioni.
Il motivo: la vita. O meglio, ciò che circonda la mia vita.

Vi siete mai sentiti traditi da quell'amico che predicava tanto la vostra fiducia, la lealtà, la sincerità... E poi è stato il primo ad avercelo messo in quel posto?
Ecco, a me nell'ultimo mese è capitato, più volte.
Io dico: non ti affezionare. Nessuno ricambierà mai il tuo bene alla pari.
Il problema è che mi affeziono, e poi ci soffro; ogni volta è come un dejavu: basta pochissimo e mi faccio prendere costantemente in giro.

Avete mai avuto qualcuno di importante che non credeva in voi? Io sì, costantemente...
E più non credono in me, più mi indebolisco.
Vedo la mia vita scivolarmi tra le dita e passarmi avanti troppo velocemente, un po' come la sequenza "case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale", la memorizzerai a vita, ma non riuscirai più a riprodurla alla perfezione.
E io vedo gli attimi migliori della mia vita passarmi avanti, rallentare al mio cospetto, e scappare al primo rintocco.
Perché il tempo forse è mio nemico. Mio come quello di ognuno.
Tutti abbiamo bisogno di più tempo.
Chi per studiare, chi per lavorare, chi per avere al proprio fianco i propri cari.

Ho un macigno addosso, mi sento appesantita, schiacciata da questi pensieri negativi che ripercuotono il mio umore. Vorrei poter ritrovare la mia serenità e la mia tranquillità, ciò che mi facevano sentire leggera. Libera. Viva!

O forse ciò che sento più di tutto è questo enorme vuoto dentro di me. Un vuoto che spinge le pareti del mio corpo per provare ad evadere da ogni poro. Un vuoto incolmabile. L'assenza di emozioni che forse non provo più da troppo tempo, l'assenza di sentimenti che si sono affievoliti, giorno dopo giorno.

Io sono ciò che si potrebbe riepilogare come: palloncino. 

Così vuota eppure piena d'aria. E si sa, l'aria è niente. Io sono piena di niente.
Penso di gonfiarmi di emozioni, quando in realtà mi riempio di nulla. Sono forse il nulla stesso?
Eppure non posso volare. Non posso sentirmi libera e ritrovarmi nel cielo, spensierata e senza preoccupazioni. Perché è questo il vero problema: le preoccupazioni. Vivo in un mondo che si basa su di esse.

Sono un palloncino legato a un sasso che mi tiene ancorata a terra. Il peso che sento dentro mi impedisce di poter prendere il volo. E io voglio volare. Voglio sentirmi libera.

Ho bisogno di ritrovare me stessa per poter riacquisire quella libertà che ho perso da troppo tempo, che non sento più mia. 

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