Capitolo 9
Zelda
In un unico secondo, non appena ebbi sentito le labbra di Vaati sulle mie, mi resi conto di quanto volessi quel bacio.
Era talmente strano, avevo la sensazione di aver aspettato quel momento per secoli, e quel momento aveva qualcosa di familiare, come se mi fossi trovata nella stessa situazione. Era assurdo, inaspettato, quasi innaturale.
Però... Era bello. Non c'erano altre parole per descriverlo. Mi piaceva, e non volevo che finisse. Affondai le mani nei suoi capelli, tenendo Vaati vicino a me. Era come se un vuoto che mai mi ero resa conto di avere fosse stato appena colmato. Accantonai in un angolo della mia mente il pensiero sul fatto che tutto ciò fosse incredibilmente sbagliato e innaturale, su ciò che sarebbe accaduto dopo quel momento, e su quante cose sarebbero cambiate, e mi concentrai solo su quell'istante.
Non appena ci fummo separati lui mi strinse a sé, sussurrandomi all'orecchio- Mi sei mancata...
Io sorrisi. Prima l'idea che lui amasse me non mi era nemmeno passata per la testa, come non mi era passato per la testa il pensiero che io amassi lui. Eppure, in quel momento, ci eravamo incontrati ancora una volta, come secoli prima, ed io avevo capito di essere la stessa persona che lui aveva amato, per quanto la cosa potesse risultare strana. Lo amavo, come tanti secoli prima, come nella vita passata che non riuscivo a ricordare.
Vaati mi baciò delicatamente il collo, facendomi salire un brivido su per la schiena, e mi circondò delicatamente la vita con un braccio.
Tutto però fu interrotto da un lieve rumore di passi sopra le nostre teste. Ci separammo rapidamente, ed un attimo dopo la mia coscienza si fece sentire.
" Ma che ti è preso? Tu dovresti detestare quel tipo, ti ha rapita e vuole usarti! In più, ti ricordo che fino a due ore fa dicevi di provare solo compassione per lui. E ora che intendi fare? Vivere per sempre felice e contenta con lui mentre i tuoi amici, tuo padre e chiunque nel regno vorrebbero vederlo morto?"
Cercai di zittire quella stupida vocina nella mia testa, ma senza alcun successo.
- Zelda, tu resta qui - disse Vaati, voltandosi e dandomi le spalle - i Four Swords devono essere qui. Tornerò, questa volta.
Se ne andò rapidamente, lanciandomi uno sguardo con i suoi occhi color cremisi.
Questa volta.
Ci eravamo già separati tanto tempo prima, ed eravamo rimasti lontani per secoli. Non volevo rischiare.
Era assurdo, all'improvviso mi sentivo legata a lui come non mai, come se i ricordi della Zelda che ero stata un tempo fossero nel mio subconscio, a ricordarmi che tenevo a lui.
Non volevo rischiare di perderlo ancora, non potevo rischiare.
Così decisi di andare fuori dalle celle, e di raggiungerlo. Non volevo farmi vedere, solo controllare che lui stesse bene. Salii le scale, passando di fianco ad uno Shadow ancora dormiente.
Sentii alcuni rumori provenire dalla sala da pranzo e mi affrettai. La porta era aperta, ed io spiai dalla soglia.
Vaati era in piedi sul lunghissimo tavolo di ossidiana e vetro su cui normalmente mangiavamo, e stava sfidando tre dei Four Swords a suon di incantesimi, catturandoli con spirali di vento e facendoli sbattere con forza contro i muri. Non potevo permettere a nessuno di loro di fare del male all'altro.
Feci un passo nella stanza, esclamando - Adesso fermatevi!
Tutti e quattro si voltarono verso di me.
Rosso, il più vicino, corse e mi abbracciò - Zelda!
Blu lo fulminò immediatamente con lo sguardo - Deficente, siamo nel bel mezzo di una battaglia!
Subito dopo Vaati si mise a ridere, tenendosi lo stomaco, e piegandosi in avanti.
- Qualcosa ti diverte, mago da quattro soldi? - sbottò Blu.
- Oh, assolutamente sì, o prode! - rispose lui, continuando a ridere.
Verde rimase zitto tutto il tempo, ma notai il suo sguardo puntato su di me.
Chiunque avrebbe potuto provare ad attaccare il mago, ma nessuno ci provò, restando a fissarlo con ostilità.
- Credo semplicemente che voi piccoli idioti non vi siate resi conto di una cosa. Zelda non vuole che voi mi attacchiate. Vero?
Sentii su di me il peso degli sguardi dei tre ragazzi.
- Che cosa sta dicendo?- chiese Verde, assottigliando gli occhi.
Io abbassai lo sguardo - Sta dicendo la verità.
I tre sussultarono. Lo sentivo, li avevo delusi. Eppure non avevo potuto fare a meno di innamorarmi di Vaati. All'inizio l'avevo negato, eppure era così. Ogni volta che parlava pendevo dalle sue labbra, ed in fondo mi sembrava un ragazzo talmente dolce...
- Come sarebbe a dire? - Verde tenne gli occhi fissi su di me.
- Ragazzi, non è come sembra... Io...
- Sarebbe a dire - intervenne Vaati - Che credo proprio che voi possiate andare via. Il re non mi vorrà mai nel suo regno, quindi Zelda penso resterà con me.
- Tu non decidi per me, Vaati - gli dissi, voltandomi di scatto verso di lui.
- Però è la verità, no?
Restai a guardarlo per qualche secondo. Sapevo che era un mostro solo all'apparenza, e in qualche modo sentivo di essere legata a lui molto più di quanto avrei dovuto con un ragazzo che conoscevo da così poco tempo.
Durante i giorni in cui mi trovavo nella raggia di Vaati non ero mai riuscita a pensare a qualcuno che non fosse lui. E poi sembrava che finalmente stesse andando tutto per il meglio tra noi, l'avevo perduto per secoli, e mi ero resa conto che ne io ne lui avremmo potuto sopportare di separarci ancora.
- Io... Io devo restare qui...- mormorai, e vidi i volti dei tre incupirsi.
- Zelda, che stai dicendo? Vaati ti ha fatto il lavaggio del cervello?
Blu mi prese per un polso, ed io cercai di tirarmi indietro.
Vaati notò la cosa e scese rapidamente dal tavolo, scostando bruscamente il ragazzino e facendogli perdere la presa su di me.
- Non provare a costringerla. Se vuole restare qui così sarà.
Blu gli lanciò un'occhiataccia - Vuole restare qui solo perché tu le hai fatto qualcosa. Non so cosa, ma ad Hyrule vedremo di farla tornare come prima.
Stava parlando di me come se fossi stata una pazza. Non era vero, io non ero pazza. Sapevo quello che stavo facendo, e lo sapevo benissimo.
- Allora facciamo così - disse Vaati, circondandomi la vita con un braccio - O ve ne andate e ci lasciate in pace, o io vi getto giù dalla finest...
Non fece in tempo a finire la frase che cadde a terra, svenuto.
Mi voltai, vedendo Vio in piedi, con la spada in mano.
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