Capitolo 5
Zelda
Sinceramente non sapevo perché l'avessi fatto. Quella notte mi era sembrato talmente solo, sofferente... terribilmente umano. Vaati durante il giorno indossava una maschera, quella di una persona decisa, crudele e volgare, ma quella notte si era rivelato per ciò che era davvero.
Un ragazzo condannato alla giovinezza eterna, malinconico e sognatore, ma in fondo pur sempre un ragazzino qualcunque. Avevo sempre sognato come sarebbe stato vivere per sempre, senza mai preoccuparsi della morte, senza mai rendermi conto che essere immortali avrebbe voluto dire vedere ogni persona a cui mi ero affezionata crescere e morire davanti ai miei occhi, in eterno, mentre io sarei rimasta perennemente uguale. Chiunque avrebbe perso la testa, e Vaati ne era la dimostrazione.
Non sapevo cosa aspettarmi da Vaati dopo quella sera. Forse che si mostrasse più gentile, che ammettesse di essere buono in fondo, che volesse parlarmi di ciò che era successo. Invece no.
Durante il giorno Vaati non mi considerava, diceva di avere di meglio da fare che badare ad una stupida ragazzina, e si chiudeva nella grande stanza in cima alla torre. Le poche volte in cui, durante il giorno, si decideva a parlarmi, erano per dirmi di andarmene dalla stanza in cui mi trovavo o per fare qualche commento sarcastico, con l'intenzione di darmi sui nervi, suppongo.
La notte, invece, ero costretta a chiudermi nella mia stanza, poiché lui diventava brusco, aggressivo, e violento. Aveva tentato di aprire la porta della mia camera diverse volte, ma si arrendeva dopo poco, andando in camera sua, ringhiando e urlando cose prive di senso. Non capivo come ciò che avevo fatto potesse averlo reso talmente furioso, stressato e folle. Nei suoi momenti di delirio sentivo che accusava me. Ma a me cosa doveva importare? L'avevo aiutato solo perché ero stata colta dal mio solito ed eccessivo altruismo, non certo per altri motivi.
Lui non mostrava nemmeno di ricordare ciò che era successo quella notte, quando mi aveva aperto il suo cuore. Eppure l'immagine di quel ragazzino che quasi non sembrava nemmeno Vaati mi era rimasta impressa nella mente. Poteva avere anche centinaia di anni, ma non sembrava affatto più cresciuto, adulto o maturo di quanto non potesse esserlo Link. Quell'espressione incerta e confusa, e ciò che mi aveva raccontato... in un certo senso mi avevano colpito.
In quei giorni non facevo che ripetermi che aveva solo avuto un attimo di debolezza, come quello di un qualsiasi altro pazzo, e che in verità era un mostro. Che il fatto che mostrasse indifferenza o odio nei miei confronti non mi importava assolutamente.
Eppure, se in passato era stato capace di amare...
Sospirai, con tutti quei pensieri che mi frullavano per la testa sentivo il bisogno di rilassarmi. Cercai di concentrarmi sull'impresa che i quattro Link stavano compiendo. Da quanto avevo capito, origliando di nascosto i discorsi tra Vaati e Shadow, l'ombra si stava occupando di cercare di fermare la loro avanzata verso la torre, ma anche dopo averli eliminati, il mago dei venti avrebbe avuto bisogno della forza che si celava in me per permettergli di regnare incontrastato, facendolo diventare una sorta di divinità. Non avevo idea di cosa mi avrebbe fatto pur di ottenere la forza di cui aveva bisogno, e speravo vivamente che i quattro eroi arrivassero prima che io potessi scoprirlo. Era pomeriggio, e Vaati non si vedeva da nessuna parte. Doveva essere nella stanza in cima alla torre. Shadow era ancora a seguire gli eroi, cercando di fermarli.
Andai verso il salotto dove ero stata portata da Vaati diverse settimane prima, visto che avevo visto diversi tomi dall'aria antica in una libreria, e avevo voglia di leggerne uno, non avendo di meglio da fare. Arrivai nella stanza e presi in mano uno dei giganteschi libri, di dimensioni a dir poco gigantesche, e mi sedetti sul divanetto di velluto, ed iniziando a leggere. Era un libro scritto con una calligrafia elegante, e sembrava raccontare alcune storie riguardo al popolo dei Minish. Non feci nemmeno in tempo ad arrivare alla quarta pagina che sentii una voce provenire da fuori dalla porta.
- Padrone! Lord Vaati, ne ho catturato uno!
Mi voltai di scatto, e vidi Shadow entrare, con un gigantesco sorriso dipinto sul volto. Il ragazzo teneva su una spalla, svenuto, uno dei quattro Link, che riconobbi subito come Vio.
Mi alzai di scatto, cercando di raggiungere il mio amico. Subito mi preoccupai su come potesse stare. Era ancora vivo? No, non dovevo nemmeno pensarci.
Provai ad avvicinarmi, ma Shadow corse subito su per le scale, spintonandomi di lato. Inorridii al pensiero di ciò che Vaati avrebbe potuto fare al ragazzino, e cercai di raggiungere Shadow, ma lui era decisamente più veloce di me. Arrivò alla porta e bussò con forza chiamando il proprio padrone, quando io ero ancora a due terzi della scalinata, dopo una lunghissima salita che mi aveva lasciata sfinita.
Vaati uscì velocemente, aprendo la porta solo quanto bastava per far passare la sua figura. Mi lanciò uno sguardo, per poi fissare Vio che, svenuto non si muoveva. Mi venne quasi il dubbio che fosse morto. Al pensiero mi venne un groppo in gola. Continuai a salire, trovandomi alcuni metri sotto la sezione delle scale dove si trovava Vaati.
- Zelda, vattene- disse il mago dei venti, senza nemmeno guardarmi.
Sapevo che discutere era inutile, se Vaati non mi voleva tra i piedi non avrebbe cambiato idea. E se io fossi rimasta lì lui mi avrebbe portato fuori a forza.
- Promettimi che non gli farai del male- dissi- e poi me ne andrò.
- Perché mai dovrei farlo?- rispose lui, sogghignando- Per fare un favore a vostra maestà?
Strinsi i pugni. Come faceva ad essere così sfacciato, come poteva mostrare tutta quell'indifferenza verso la persona che l'aveva aiutato? Lui sapeva che l'avevo consolato, si era confidato con me, e continuava a trattarmi come una pezza da piedi.
- Smettila con questa farsa- ringhiai- Smettila di indossare la tua stupida maschera e parlami, dannazione! Perché continui a fare finta di niente? Se ti lamenti perché nessuno crede che tu abbia un cuore allora dimostra di averne uno!
Non sapevo perché mi sentissi talmente arrabbiata. Che mi poteva importare di lui? O del fatto che lui fosse capace di provare sentimenti?
- Lord Vaati- disse Shadow- La porto via?
Due occhi rossi come il sangue si posarono su di me, rabbiosi- No Shadow. Porta questo eroe nelle prigioni, e sorveglialo.
Sputò la parola eroe come se fosse stato l'insulto peggiore che potesse mai essere pronunciato.
Shadow aveva un'aria leggermente confusa, ma fece come il suo capo gli aveva detto, scendendo rapidamente le scale.
Vaati scese un paio di gradini- Tu mi chiedi di smetterla? E a te cosa importa del fatto che io abbia un cuore?
- A te sembrava importare. Se tu avessi un cuore mi avresti permesso di vedere Vio, o avresti smesso di trattarmi in questo modo dopo quella sera.
- Credi che ciò che è successo sia importante? Ero ubriaco- disse, con aria indifferente.
- A me sembravi lucido.
- Come no... Ora sono lucido, e so che le cose che ho detto sono solo sciocchezze. Puoi anche dimenticartele.
Avevo voglia di provocarlo. Lo ammetto, mi stava dando sui nervi, e il fatto che ignorasse del tutto quello che era successo era irritante. Se ci avessi pensato bene forse non avrei detto quelle parole.
-Come puoi continuare a contraddirti in questo modo? Devi essere più confuso che mai. Comunque, se quelle che hai detto erano cose false, lo era anche la storia del tuo vecchio e caro amore?
Lui si voltò a fissarmi negli occhi, con la mascella serrata- Vattene.
- Allora quello era vero?
- Ho detto vattene!- lo vidi schioccare le dita, e in un attimo mi ritrovai a fluttuare a pochi metri da terra, venendo trasportata da mani invisibili verso il fondo della scala.
Non mi importava,non mi dimenai per liberarmi, ma volevo che mi sentisse- Tu hai un cuore! Ammettilo e basta, tu la ami ancora!
Riuscii solo a vedere Vaati che tornava nella stanza, prima di essere sbattuta fuori
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